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Speciale Festival di Sanremo 2025

Briatore contro Elodie e Giorgia: “Fate ridere”. Il duro attacco dell’imprenditore dopo Sanremo

Il Festival di Sanremo 2025 è finito, ma le polemiche restano. Questa volta a infiammare il dibattito è Flavio Briatore, che ha riservato parole al vetriolo per Elodie e Giorgia dopo le loro dichiarazioni su Giorgia Meloni. Il motivo? “Per farsi notare sparano sul governo”.

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    Ogni Festival di Sanremo lascia dietro di sé una scia di discussioni e veleni. Ma se solitamente le polemiche riguardano la classifica o le performance degli artisti, quest’anno il fuoco si è acceso su un terreno decisamente più scivoloso: la politica.

    A finire nell’occhio del ciclone sono state Elodie e Giorgia, entrambe protagoniste di dichiarazioni che non sono passate inosservate. E, come spesso accade, a metterci il carico da novanta ci ha pensato Flavio Briatore, che in un video pubblicato su Instagram ha detto senza mezzi termini cosa pensa delle due cantanti.

    Elodie e Giorgia, le dichiarazioni che hanno acceso la miccia

    A scatenare la reazione di Briatore sono stati due episodi avvenuti nel corso del Festival.

    Il primo riguarda Elodie, che in conferenza stampa si è trovata a rispondere a una domanda di Enrico Lucci, che le ha chiesto se avrebbe mai votato Giorgia Meloni. La sua risposta?

    “Il voto a Meloni? Neanche se mi tagliassero una mano.”

    Una dichiarazione forte, che ha immediatamente diviso l’opinione pubblica.

    Il secondo episodio ha invece coinvolto Giorgia, a cui un inviato di Striscia la Notizia ha chiesto se volesse mandare un bacio alla presidente del Consiglio. La cantante ha risposto con una frase altrettanto pungente:

    “Da donna posso solo mandare baci a donne che lavorano e si fanno il mazzo in mezzo agli uomini.”

    Un’affermazione che è sembrata una chiara stoccata a Meloni, e che ha ulteriormente infiammato il dibattito.

    Briatore non ci sta: “Poveracci che cercano visibilità”

    Di fronte a queste dichiarazioni, Flavio Briatore non è rimasto a guardare. In un video pubblicato sui social, l’imprenditore ha espresso senza filtri la sua opinione sulle due cantanti, accusandole di attaccare il governo solo per attirare l’attenzione.

    “Tutti guardate, tutti guardiamo Sanremo. Chi lo guarda di più, chi lo guarda di meno, però c’è un nuovo fatto. Per farsi notare, gli artisti (qualcuno, quelli che artisticamente non sarebbero notati) per farsi notare cosa fanno? Sparano sul nostro primo ministro, sparano sul governo. Per me sono dei poveracci.”

    E non si è fermato qui. Briatore ha poi difeso l’operato di Giorgia Meloni, sottolineando che la premier avrebbe una reputazione altissima all’estero.

    “La politica, innanzitutto, non c’entra nulla con il Festival di Sanremo. Poi sparare sulla nostra prima ministra che sta facendo un lavoro incredibile! Specialmente la sua reputazione all’estero è altissima. Non abbiamo mai avuto un primo ministro con una reputazione del genere. A me fate ridere, a me questi artisti veramente… fate ridere. Secondo me sono loro i poverini.”

    Un attacco senza giri di parole, chiuso con un sonoro “Evviva il primo ministro”.

    Sanremo, musica e politica: un mix esplosivo

    L’intervento di Briatore è solo l’ultimo capitolo di un Festival sempre più politicizzato, dove artisti e personaggi pubblici non si tirano indietro quando si tratta di esprimere le proprie opinioni.

    Non è la prima volta che Elodie prende posizione contro il governo, così come non è la prima volta che Briatore si scaglia contro il mondo dello spettacolo, spesso accusato di essere ostile all’esecutivo.

    Ma, polemiche a parte, la vera domanda è: questa bufera avrà ripercussioni sulle dirette interessate? O si tratta solo dell’ennesima fiammata destinata a spegnersi rapidamente?

    Una cosa è certa: anche dopo Sanremo, il dibattito non si ferma.

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      Speciale Festival di Sanremo 2025

      Quando Sanremo si trasforma in una sitcom, con Bresh nel ruolo principale!

      Duetto con Cristiano De Andrè da rifare tre volte, backstage infuocato, bodypack volanti e amici in after party a petto nudo: il Festival di Bresh è stato più un reality che una gara canora.

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        Se Sanremo fosse una serie TV, quella di Bresh sarebbe stata la puntata più movimentata. Ospite del podcast Supernova di Alessandro Cattelan, il rapper genovese ha raccontato la sua indimenticabile (per vari motivi) esibizione alla serata cover del Festival 2025. Il duetto con Cristiano De André sulle note di Creuza de mä? Ripetuto ben tre volte. Prima per un microfono spento. Poi per un bodypack caduto. Infine, probabilmente, per un esaurimento collettivo dietro le quinte.

        “Conti voleva andare spedito, ma non poteva”

        Dopo il secondo fallimento tecnico, Bresh racconta: “C’è stato un tafferuglio serio alla genovese, abbastanza sanguigno”. Dietro le quinte, tra un cavo e una bestemmia, pare che i toni si siano alzati. Il commento sul conduttore Carlo Conti è tutto un programma: “Voleva andare spedito, ma non poteva. I suoi capelli sono diventati bianchi in un attimo”. Capelli che, per dovere di cronaca, erano già piuttosto bianchi da anni.

        L’importante è il gruppo, anche se viene in after, senza maglia

        A rendere la settimana sanremese ancora più surreale ci hanno pensato gli amici di Bresh, portati a Sanremo come una vera squadra di calcio. “Quindici persone, solo numeri 10”, ha detto. La sua fidanzata Elisa Maino? Presente. L’appartamento affittato per il clan? Pagato da lui. E la dirigenza Sony a colazione? Costretta ad assistere all’arrivo di amici in modalità “post-rave a torso nudo”. Se questo non è spirito ligure, non sappiamo cosa lo sia.

        Nessun interesse per l’hype, solo vacanza e caos

        Bresh ha tenuto a precisare che i suoi amici “non gliene fregava un ca**o di niente dell’hype”. Nessuna voglia di apparire, solo relax. E magari un po’ di caos organizzato. Per lui, la vera vittoria è stata portarsi dietro un pezzo di casa, tra focaccia e after party, microfoni difettosi e discussioni tra fonici e autori.

        Ariston, ovvero… il bello dell’imprevisto

        Alla fine, la terza esibizione è andata. Bresh e De André hanno salvato la performance e fatto pace con l’audio. Ma a rimanere nella storia non sarà l’intonazione, bensì il dietro le quinte. Dove Conti perdeva la pazienza – forse anche un paio di diottrie – e Bresh faceva del Festival la sua personale vacanza collettiva. A Sanremo si viene per la musica, sì, ma anche per ricordare che l’imprevisto è il vero spettacolo.

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          Speciale Festival di Sanremo 2025

          Sanremo dice addio al Festival? La Rai punta su Torino per la rivoluzione della musica italiana

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            Per decenni, dire “Sanremo” ha significato dire “Festival della Canzone Italiana”. Ma questa associazione potrebbe presto diventare un ricordo. La decisione del Comune di Sanremo di indire una gara per l’organizzazione del Festival ha fatto infuriare la Rai, che ora lavora a un piano alternativo: portare la kermesse in un’altra città, trasformandola in un evento musicale senza più radici liguri.

            Secondo quanto riportato dall’Adnkronos, la Rai starebbe valutando Torino come nuova sede della manifestazione. Il capoluogo piemontese, già apprezzato per l’organizzazione dell’Eurovision Song Contest nel 2022, sarebbe la location perfetta per garantire continuità all’evento. Il cambio di città porterebbe con sé anche un cambio di nome: non più “Festival di Sanremo”, bensì “Festival della Musica Italiana”.

            La decisione è tutt’altro che definitiva, ma la tensione tra la Rai e il Comune di Sanremo è ormai evidente. Il servizio pubblico attende di conoscere i dettagli della delibera con cui la città ligure ha istituito il bando di gara, ma nel frattempo sta lavorando per garantirsi un’alternativa sicura, senza più il rischio di restare senza casa.


            Sanremo vuole più soldi, la Rai si guarda intorno

            Alla base dello scontro c’è una questione economica: il Comune di Sanremo ha alzato la base d’asta per la concessione della manifestazione a 6,5 milioni di euro l’anno, rispetto ai 5 milioni dell’attuale accordo. Oltre a questo, la nuova convenzione impone alla Rai l’obbligo di realizzare altri quattro programmi televisivi in città, ampliando l’impegno economico dell’azienda.

            Queste condizioni non sono piaciute ai vertici di Viale Mazzini, che hanno deciso di studiare un’alternativa. L’ipotesi di spostare l’evento a Torino non è campata in aria: la città piemontese dispone di strutture moderne e di un’esperienza recente nell’ospitare eventi musicali di caratura internazionale.

            Ma la questione è anche politica e legale. Il Comune di Sanremo ha preso questa decisione dopo che il TAR della Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto del Festival alla Rai, rendendo necessaria una gara pubblica. Il prossimo 22 maggio si discuterà il ricorso al Consiglio di Stato, ma la Rai non può permettersi di aspettare passivamente il verdetto.


            Cosa succederà ora?

            L’idea che il Festival possa abbandonare Sanremo dopo oltre 70 anni lascia increduli molti appassionati di musica e televisione. La Rai, dal canto suo, non può rinunciare a un evento che genera un giro d’affari enorme, con oltre 65 milioni di euro di raccolta pubblicitaria solo nell’ultima edizione.

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              Marco Masini e Fedez, la verità su Sanremo: «Con Bella stronza eravamo soli contro tutti»

              Marco Masini torna a parlare del suo Sanremo e del duetto con Fedez, tra critiche, censure e rinascita artistica. «Bella stronza? Abbiamo portato a casa un risultato incredibile». Nel podcast del rapper, il cantautore ripercorre la sua carriera tra accuse di sessismo, istigazione alla violenza e il periodo in cui era stato messo da parte dall’industria musicale. «Ma tutto passa, come le polemiche sui social».

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                La partecipazione di Marco Masini a Sanremo 2025 al fianco di Fedez ha acceso un dibattito acceso ancora prima che i due salissero sul palco dell’Ariston. La scelta della cover da eseguire nella serata dei duetti, Bella stronza, ha scatenato polemiche per il suo testo diretto, accusato negli anni di essere sessista e misogino. A questo si è aggiunto il gossip, con i più maliziosi che hanno collegato la scelta della canzone alla situazione sentimentale del rapper, reduce dalla rottura con Chiara Ferragni.

                Ora, a distanza di settimane, Masini ha ripercorso quell’esperienza nel podcast Muschio Selvaggio, condotto da Fedez e Mr Marra, parlando non solo del Festival, ma anche della sua carriera, delle accuse che lo hanno segnato e del suo lungo periodo di allontanamento dall’industria musicale.

                «Con Bella stronza eravamo soli contro tutti»

                Durante l’intervista, Masini ha difeso il brano portato a Sanremo, sottolineando il successo ottenuto: «Eravamo soli contro tutti e abbiamo portato a casa un bellissimo risultato. Ma poi l’abbiamo portato a casa dopo, perché è l’unica cover che oggi è in classifica». Un’affermazione che sottolinea come, al di là delle critiche, la canzone abbia conquistato il pubblico, raggiungendo i vertici dello streaming e delle radio.

                Il cantautore ha poi ripercorso i suoi esordi, ricordando il Festival del 1990, quando vinse tra le Nuove Proposte con Disperato. «È stato pazzesco, perché in un attimo mi sono ritrovato da musicista e autore per altri artisti a essere sul palco di Sanremo davanti a dieci milioni di persone».

                Ma quel successo segnò anche l’inizio di un periodo complicato, fatto di censure e accuse pesanti. Disperato, infatti, venne attaccata per i suoi riferimenti considerati espliciti e Masini fu accusato addirittura di istigazione alla droga e alla violenza.

                Le censure e il periodo nell’ombra

                Se gli anni ‘90 furono segnati da una serie di hit di successo, la situazione cambiò dopo la vittoria sanremese del 2004 con L’uomo volante. Da lì in poi, Masini si trovò sempre più isolato nel panorama musicale, fino a scomparire quasi del tutto dalle scene. «Per un periodo nessuno mi chiamava più, ero stato messo ai margini. Ma nella mia mente c’era la convinzione che comunque queste cose passano, come passa una notizia sui social: oggi ti travolgono, domani c’è già qualcos’altro».

                Nel tempo, l’artista ha imparato a vedere le cose con più distacco e a rimettersi in gioco. A Fanpage aveva spiegato: «Bisogna evitare il vittimismo. È sbagliato attribuire tutte le colpe agli altri. Il nemico più grande da fermare sei tu stesso. Devi lavorare su di te, senza farti prendere dal panico».

                Oggi Marco Masini è tornato protagonista, con una carriera che continua a rinnovarsi e una nuova generazione di fan che lo riscopre. Sanremo, nonostante le polemiche, è stato un punto di svolta e il duetto con Fedez ha dimostrato che il suo repertorio è ancora attuale. Critiche o meno, la musica ha vinto.

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