Speciale Festival di Sanremo 2025
Ho sposato Simon Le Bon e l’ho tenuto stretto per 40 anni: parla Yasmin Parvaneh, la modella che ha vissuto il sogno di milioni di fan
Un sogno d’amore che dura da quasi 40 anni: Yasmin Le Bon racconta il segreto del suo matrimonio con Simon, la famiglia, le figlie e la sua vita lontano dai riflettori

Quando nella terza serata del Festival di Sanremo è comparso il cartello «Sposerò Simon Le Bon», alzato da Katia Follesa, a milioni di ex ragazze, anzi di eterne ragazze, si è scaldato il cuore. Perché quella frase non è stata soltanto una battuta per scherzare con il cantante dei Duran Duran lì sul palco dell’Ariston insieme a John Taylor, Roger Taylor e Nick Rhodes (della formazione originale mancava il solo Andy Taylor malato da tempo di cancro ndr), ma la sintesi dei sogni pop di una generazione. Con un libro e un film oggi sconosciuti ai più, e proprio per questo preziosi.
Ma c’è chi è riuscita davvero a fare quello che migliaia di ragazze osavano solo sognare: sposare il leader dei Duran Duran. È Yasmin Parvaneh, bellissima modella iraniana, moglie di Simon Le Bon da quasi 40 anni.

L’incontro con Simon: un amore nato per caso
“Ho sempre saputo di essere alta e di avere un aspetto gradevole, ma da ragazzina non avevo intenzione di diventare una modella professionista” racconta Yasmin. “Facevo qualche lavoretto con un’agenzia di Oxford, la città dove sono cresciuta, solo per guadagnarmi qualche soldo extra mentre ancora andavo a scuola. Non avevo piani per il post-diploma e nemmeno mi ponevo il problema. Sono stati i miei amici a indurmi ad andare alla Models 1 di Londra. Quando ho incassato il mio primo assegno sono rimasta senza parole”.
Fu proprio in quegli anni, mentre sfila sulle passerelle di Guess e Ralph Lauren, che incontrò Simon Le Bon. “Lui mi vide su una rivista e decise di rintracciarmi. Quando lo conobbi, non rimasi particolarmente colpita, ma poi scoprimmo di avere un legame speciale. Ci siamo sposati nel dicembre del 1985 e da allora non ci siamo più lasciati”.
Il segreto di un amore lungo quasi 40 anni
“Non ho mai seguito strategie di conquista. La nostra vita è semplice, fatta di piaceri condivisi e di tanta indulgenza. Questo è il nostro segreto: non soffocarci, lasciarci spazio. A salvare una relazione è lo spazio. Mentale e fisico”.
A quasi quattro decenni dal loro matrimonio, Yasmin e Simon vivono ancora con la stessa complicità di un tempo. “Mi alzo alle sette del mattino e porto i nostri tre cani in giardino. Subito dopo mi concedo un’ottima tazza di tè forte. Accendo la tv per ascoltare le notizie, ma poi arriva Simon per la colazione e la spegne perché la televisione lo irrita profondamente, così ascoltiamo Radio 4 per il resto della giornata”.
Tre figlie lontane dai riflettori
Insieme hanno avuto tre figlie. “Amber Rose, la nostra primogenita, è nata nel 1989 e ha seguito le mie orme nella moda. Saffron è nata nel 1991 e Tallulah nel 1994. Sono cresciute lontano dai riflettori, anche se Amber è apparsa in diverse campagne pubblicitarie”.
Ma Yasmin non vuole che le sue figlie si adagino sulla fortuna di avere genitori celebri. “Sembra davvero brutto, ma c’è una maledizione della ricchezza. Se lavori per questo, è fantastico. Se lo erediti, non è così”. E con un sorriso tagliente aggiunge: “Ma i nostri figli non erediteranno nulla!”.
La battaglia con l’ansia
Nonostante una vita apparentemente perfetta, Yasmin confessa di avere lottato con l’ansia per anni. “Passo molto tempo a calmarmi. A volte penso: e se l’autobus salisse sul marciapiede? Quando siamo in aereo chiedo a Simon quale sia l’uscita di emergenza”.
Ma proprio il marito le è stato sempre accanto. “Simon sa come tranquillizzarmi. Essere con lui mi aiuta a ritrovare la calma necessaria. È il mio punto fermo”.
Dalla passerella ai riflettori del gossip, Yasmin Le Bon è la donna che tutte le ex ragazzine degli anni ’80 avrebbero voluto essere. E, a quasi 40 anni dal giorno in cui ha sposato Simon Le Bon, è ancora lei la regina indiscussa di quel sogno.
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Speciale Festival di Sanremo 2025
Quando Sanremo si trasforma in una sitcom, con Bresh nel ruolo principale!
Duetto con Cristiano De Andrè da rifare tre volte, backstage infuocato, bodypack volanti e amici in after party a petto nudo: il Festival di Bresh è stato più un reality che una gara canora.

Se Sanremo fosse una serie TV, quella di Bresh sarebbe stata la puntata più movimentata. Ospite del podcast Supernova di Alessandro Cattelan, il rapper genovese ha raccontato la sua indimenticabile (per vari motivi) esibizione alla serata cover del Festival 2025. Il duetto con Cristiano De André sulle note di Creuza de mä? Ripetuto ben tre volte. Prima per un microfono spento. Poi per un bodypack caduto. Infine, probabilmente, per un esaurimento collettivo dietro le quinte.
“Conti voleva andare spedito, ma non poteva”
Dopo il secondo fallimento tecnico, Bresh racconta: “C’è stato un tafferuglio serio alla genovese, abbastanza sanguigno”. Dietro le quinte, tra un cavo e una bestemmia, pare che i toni si siano alzati. Il commento sul conduttore Carlo Conti è tutto un programma: “Voleva andare spedito, ma non poteva. I suoi capelli sono diventati bianchi in un attimo”. Capelli che, per dovere di cronaca, erano già piuttosto bianchi da anni.
L’importante è il gruppo, anche se viene in after, senza maglia
A rendere la settimana sanremese ancora più surreale ci hanno pensato gli amici di Bresh, portati a Sanremo come una vera squadra di calcio. “Quindici persone, solo numeri 10”, ha detto. La sua fidanzata Elisa Maino? Presente. L’appartamento affittato per il clan? Pagato da lui. E la dirigenza Sony a colazione? Costretta ad assistere all’arrivo di amici in modalità “post-rave a torso nudo”. Se questo non è spirito ligure, non sappiamo cosa lo sia.
Nessun interesse per l’hype, solo vacanza e caos
Bresh ha tenuto a precisare che i suoi amici “non gliene fregava un ca**o di niente dell’hype”. Nessuna voglia di apparire, solo relax. E magari un po’ di caos organizzato. Per lui, la vera vittoria è stata portarsi dietro un pezzo di casa, tra focaccia e after party, microfoni difettosi e discussioni tra fonici e autori.
Ariston, ovvero… il bello dell’imprevisto
Alla fine, la terza esibizione è andata. Bresh e De André hanno salvato la performance e fatto pace con l’audio. Ma a rimanere nella storia non sarà l’intonazione, bensì il dietro le quinte. Dove Conti perdeva la pazienza – forse anche un paio di diottrie – e Bresh faceva del Festival la sua personale vacanza collettiva. A Sanremo si viene per la musica, sì, ma anche per ricordare che l’imprevisto è il vero spettacolo.
Speciale Festival di Sanremo 2025
Sanremo dice addio al Festival? La Rai punta su Torino per la rivoluzione della musica italiana

Per decenni, dire “Sanremo” ha significato dire “Festival della Canzone Italiana”. Ma questa associazione potrebbe presto diventare un ricordo. La decisione del Comune di Sanremo di indire una gara per l’organizzazione del Festival ha fatto infuriare la Rai, che ora lavora a un piano alternativo: portare la kermesse in un’altra città, trasformandola in un evento musicale senza più radici liguri.
Secondo quanto riportato dall’Adnkronos, la Rai starebbe valutando Torino come nuova sede della manifestazione. Il capoluogo piemontese, già apprezzato per l’organizzazione dell’Eurovision Song Contest nel 2022, sarebbe la location perfetta per garantire continuità all’evento. Il cambio di città porterebbe con sé anche un cambio di nome: non più “Festival di Sanremo”, bensì “Festival della Musica Italiana”.
La decisione è tutt’altro che definitiva, ma la tensione tra la Rai e il Comune di Sanremo è ormai evidente. Il servizio pubblico attende di conoscere i dettagli della delibera con cui la città ligure ha istituito il bando di gara, ma nel frattempo sta lavorando per garantirsi un’alternativa sicura, senza più il rischio di restare senza casa.
Sanremo vuole più soldi, la Rai si guarda intorno
Alla base dello scontro c’è una questione economica: il Comune di Sanremo ha alzato la base d’asta per la concessione della manifestazione a 6,5 milioni di euro l’anno, rispetto ai 5 milioni dell’attuale accordo. Oltre a questo, la nuova convenzione impone alla Rai l’obbligo di realizzare altri quattro programmi televisivi in città, ampliando l’impegno economico dell’azienda.
Queste condizioni non sono piaciute ai vertici di Viale Mazzini, che hanno deciso di studiare un’alternativa. L’ipotesi di spostare l’evento a Torino non è campata in aria: la città piemontese dispone di strutture moderne e di un’esperienza recente nell’ospitare eventi musicali di caratura internazionale.
Ma la questione è anche politica e legale. Il Comune di Sanremo ha preso questa decisione dopo che il TAR della Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto del Festival alla Rai, rendendo necessaria una gara pubblica. Il prossimo 22 maggio si discuterà il ricorso al Consiglio di Stato, ma la Rai non può permettersi di aspettare passivamente il verdetto.
Cosa succederà ora?
L’idea che il Festival possa abbandonare Sanremo dopo oltre 70 anni lascia increduli molti appassionati di musica e televisione. La Rai, dal canto suo, non può rinunciare a un evento che genera un giro d’affari enorme, con oltre 65 milioni di euro di raccolta pubblicitaria solo nell’ultima edizione.
Speciale Festival di Sanremo 2025
Marco Masini e Fedez, la verità su Sanremo: «Con Bella stronza eravamo soli contro tutti»
Marco Masini torna a parlare del suo Sanremo e del duetto con Fedez, tra critiche, censure e rinascita artistica. «Bella stronza? Abbiamo portato a casa un risultato incredibile». Nel podcast del rapper, il cantautore ripercorre la sua carriera tra accuse di sessismo, istigazione alla violenza e il periodo in cui era stato messo da parte dall’industria musicale. «Ma tutto passa, come le polemiche sui social».

La partecipazione di Marco Masini a Sanremo 2025 al fianco di Fedez ha acceso un dibattito acceso ancora prima che i due salissero sul palco dell’Ariston. La scelta della cover da eseguire nella serata dei duetti, Bella stronza, ha scatenato polemiche per il suo testo diretto, accusato negli anni di essere sessista e misogino. A questo si è aggiunto il gossip, con i più maliziosi che hanno collegato la scelta della canzone alla situazione sentimentale del rapper, reduce dalla rottura con Chiara Ferragni.
Ora, a distanza di settimane, Masini ha ripercorso quell’esperienza nel podcast Muschio Selvaggio, condotto da Fedez e Mr Marra, parlando non solo del Festival, ma anche della sua carriera, delle accuse che lo hanno segnato e del suo lungo periodo di allontanamento dall’industria musicale.
«Con Bella stronza eravamo soli contro tutti»
Durante l’intervista, Masini ha difeso il brano portato a Sanremo, sottolineando il successo ottenuto: «Eravamo soli contro tutti e abbiamo portato a casa un bellissimo risultato. Ma poi l’abbiamo portato a casa dopo, perché è l’unica cover che oggi è in classifica». Un’affermazione che sottolinea come, al di là delle critiche, la canzone abbia conquistato il pubblico, raggiungendo i vertici dello streaming e delle radio.
Il cantautore ha poi ripercorso i suoi esordi, ricordando il Festival del 1990, quando vinse tra le Nuove Proposte con Disperato. «È stato pazzesco, perché in un attimo mi sono ritrovato da musicista e autore per altri artisti a essere sul palco di Sanremo davanti a dieci milioni di persone».
Ma quel successo segnò anche l’inizio di un periodo complicato, fatto di censure e accuse pesanti. Disperato, infatti, venne attaccata per i suoi riferimenti considerati espliciti e Masini fu accusato addirittura di istigazione alla droga e alla violenza.
Le censure e il periodo nell’ombra
Se gli anni ‘90 furono segnati da una serie di hit di successo, la situazione cambiò dopo la vittoria sanremese del 2004 con L’uomo volante. Da lì in poi, Masini si trovò sempre più isolato nel panorama musicale, fino a scomparire quasi del tutto dalle scene. «Per un periodo nessuno mi chiamava più, ero stato messo ai margini. Ma nella mia mente c’era la convinzione che comunque queste cose passano, come passa una notizia sui social: oggi ti travolgono, domani c’è già qualcos’altro».
Nel tempo, l’artista ha imparato a vedere le cose con più distacco e a rimettersi in gioco. A Fanpage aveva spiegato: «Bisogna evitare il vittimismo. È sbagliato attribuire tutte le colpe agli altri. Il nemico più grande da fermare sei tu stesso. Devi lavorare su di te, senza farti prendere dal panico».
Oggi Marco Masini è tornato protagonista, con una carriera che continua a rinnovarsi e una nuova generazione di fan che lo riscopre. Sanremo, nonostante le polemiche, è stato un punto di svolta e il duetto con Fedez ha dimostrato che il suo repertorio è ancora attuale. Critiche o meno, la musica ha vinto.
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