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Speciale Festival di Sanremo 2025

La rossa Noemi, conferenza stampa-verità: “Avrei voluto un figlio, poi la vita mi ha portata altrove”

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    Noemi è in gara alla 75esima edizione del Festival di Sanremo con il brano Se t’innamori muori, scritto e composto da Mahmood, Blanco e Michelangelo e prodotto da Michelangelo. Il brano è contenuto nell’album Nostalgia, che esce su tutte le piattaforme venerdì 28 febbraio. A fine anno Noemi salirà per la prima volta sul palco del Palazzo dello Sport di Roma, nella sua Roma (“Io tra l’altro abito nei paraggi, è il mio quartiere”) con uno show unico il 20 dicembre, non prima di essersi esibita nei teatri italiani.

    Il senso del brano

    “Tutti hanno paura di vivere fino in fondo i propri sentimenti, – ha raccontato Noemi – perché tutti hanno paura di morire. Inoltre vivere appieno tutti i nostri sentimenti con le nostre fragilità ci fa sentire in qualche modo più come se fossimo pelle viva. Però è l ‘unico modo di vivere veramente le cose, per morire serenamente. È l’immagine del dare tutto con grande sincerità e abbandonare le strategie e abbandonarci all’abbraccio di qualcun altro che ci può prendere al volo oppure no e quindi ci può far morire, però serenamente. Anche questo tema di Eros e Thanatos è bellissimo, perché dopo che abbiamo amato profondamente qualcuno, che abbiamo dato tutto, anche proprio dopo l’atto d’amore, viviamo un momento dove ci abbandoniamo e quasi evaporiamo, però evaporiamo felici”.

    La vita si colora di empatia con gli altri

    “Il senso della vita è anche trovare dei complici e se tu con una persona non vivi il tuo sentimento fino in fondo e quindi metti la tua verità nelle mani di qualcun altro. Come fai a trovarlo questo complice? È impossibile. Io penso alla mia vita, alla mia storia, e mi sono sentita veramente libera col mio compagno quando, lo chiamavo quando volevo, gli raccontavo la mia vita, gli raccontavo le mie cose, gli dicevo che lo amavo senza paura di dirmi un ‘accollo’ senza paura di far paura a qualcun altro. Le nuove generazioni sono molto abituate a vivere la realtà attraverso i social, hanno paura di questo contatto. Invece, secondo me, non bisogna averne paura perché la vita vera è questa: colorata delle emozioni, è colorata anche dall’empatia con gli altri”. In conferenza stampa, Noemi ha raccontato anche di aver imparato a lasciare andare le “zavorre” del passato per evolversi e trovare una nuova libertà. .

    Noemi a Sanremo: tra emozione e sfida

    Nel corso della conferenza stampa a Sanremo, Noemi ha condiviso le sue emozioni e le aspettative per questa esperienza: “Ho dato tutto sul palco la prima sera e spero di riuscire a fare lo stesso stasera. Il 28 febbraio uscirà il mio brano La Nostalgia, un progetto che include diverse collaborazioni. La nostalgia è una parte di me, un sentimento che ci riporta a casa, come un maglione caldo che ci avvolge.”

    Anche difetti ed imperfezioni parlano di noi

    L’artista romana ha anche riflettuto sulla sua evoluzione dal periodo di X Factor: “Crescendo, ho capito che indossare una corazza appesantisce. Bisogna avere il coraggio di mostrarsi per come si è, con difetti e imperfezioni. Ciò che è rimasto di me è la mia voce, i miei capelli rossi e la mia sincerità. Non farei mai qualcosa solo per logica, ho bisogno di sentire le emozioni. Sul palco mi metto a nudo e mi sento più leggera e coraggiosa.”

    Un Festival tra tradizione ed emozione

    Noemi sottolinea quanto il Festival di Sanremo sia un evento unico, capace di regalare emozioni autentiche. Partecipare significa accettare la sfida di trasmettere al pubblico l’intensità di un brano inedito e farlo entrare nei cuori degli ascoltatori. Il pubblico dei suoi ammiratori attende con entusiasmo l’uscita del nuovo singolo e il prosieguo di questa avventura sanremese, che conferma Noemi come una delle voci più intense e autentiche del panorama musicale italiano.

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      Speciale Festival di Sanremo 2025

      Quando Sanremo si trasforma in una sitcom, con Bresh nel ruolo principale!

      Duetto con Cristiano De Andrè da rifare tre volte, backstage infuocato, bodypack volanti e amici in after party a petto nudo: il Festival di Bresh è stato più un reality che una gara canora.

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        Se Sanremo fosse una serie TV, quella di Bresh sarebbe stata la puntata più movimentata. Ospite del podcast Supernova di Alessandro Cattelan, il rapper genovese ha raccontato la sua indimenticabile (per vari motivi) esibizione alla serata cover del Festival 2025. Il duetto con Cristiano De André sulle note di Creuza de mä? Ripetuto ben tre volte. Prima per un microfono spento. Poi per un bodypack caduto. Infine, probabilmente, per un esaurimento collettivo dietro le quinte.

        “Conti voleva andare spedito, ma non poteva”

        Dopo il secondo fallimento tecnico, Bresh racconta: “C’è stato un tafferuglio serio alla genovese, abbastanza sanguigno”. Dietro le quinte, tra un cavo e una bestemmia, pare che i toni si siano alzati. Il commento sul conduttore Carlo Conti è tutto un programma: “Voleva andare spedito, ma non poteva. I suoi capelli sono diventati bianchi in un attimo”. Capelli che, per dovere di cronaca, erano già piuttosto bianchi da anni.

        L’importante è il gruppo, anche se viene in after, senza maglia

        A rendere la settimana sanremese ancora più surreale ci hanno pensato gli amici di Bresh, portati a Sanremo come una vera squadra di calcio. “Quindici persone, solo numeri 10”, ha detto. La sua fidanzata Elisa Maino? Presente. L’appartamento affittato per il clan? Pagato da lui. E la dirigenza Sony a colazione? Costretta ad assistere all’arrivo di amici in modalità “post-rave a torso nudo”. Se questo non è spirito ligure, non sappiamo cosa lo sia.

        Nessun interesse per l’hype, solo vacanza e caos

        Bresh ha tenuto a precisare che i suoi amici “non gliene fregava un ca**o di niente dell’hype”. Nessuna voglia di apparire, solo relax. E magari un po’ di caos organizzato. Per lui, la vera vittoria è stata portarsi dietro un pezzo di casa, tra focaccia e after party, microfoni difettosi e discussioni tra fonici e autori.

        Ariston, ovvero… il bello dell’imprevisto

        Alla fine, la terza esibizione è andata. Bresh e De André hanno salvato la performance e fatto pace con l’audio. Ma a rimanere nella storia non sarà l’intonazione, bensì il dietro le quinte. Dove Conti perdeva la pazienza – forse anche un paio di diottrie – e Bresh faceva del Festival la sua personale vacanza collettiva. A Sanremo si viene per la musica, sì, ma anche per ricordare che l’imprevisto è il vero spettacolo.

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          Speciale Festival di Sanremo 2025

          Sanremo dice addio al Festival? La Rai punta su Torino per la rivoluzione della musica italiana

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            Per decenni, dire “Sanremo” ha significato dire “Festival della Canzone Italiana”. Ma questa associazione potrebbe presto diventare un ricordo. La decisione del Comune di Sanremo di indire una gara per l’organizzazione del Festival ha fatto infuriare la Rai, che ora lavora a un piano alternativo: portare la kermesse in un’altra città, trasformandola in un evento musicale senza più radici liguri.

            Secondo quanto riportato dall’Adnkronos, la Rai starebbe valutando Torino come nuova sede della manifestazione. Il capoluogo piemontese, già apprezzato per l’organizzazione dell’Eurovision Song Contest nel 2022, sarebbe la location perfetta per garantire continuità all’evento. Il cambio di città porterebbe con sé anche un cambio di nome: non più “Festival di Sanremo”, bensì “Festival della Musica Italiana”.

            La decisione è tutt’altro che definitiva, ma la tensione tra la Rai e il Comune di Sanremo è ormai evidente. Il servizio pubblico attende di conoscere i dettagli della delibera con cui la città ligure ha istituito il bando di gara, ma nel frattempo sta lavorando per garantirsi un’alternativa sicura, senza più il rischio di restare senza casa.


            Sanremo vuole più soldi, la Rai si guarda intorno

            Alla base dello scontro c’è una questione economica: il Comune di Sanremo ha alzato la base d’asta per la concessione della manifestazione a 6,5 milioni di euro l’anno, rispetto ai 5 milioni dell’attuale accordo. Oltre a questo, la nuova convenzione impone alla Rai l’obbligo di realizzare altri quattro programmi televisivi in città, ampliando l’impegno economico dell’azienda.

            Queste condizioni non sono piaciute ai vertici di Viale Mazzini, che hanno deciso di studiare un’alternativa. L’ipotesi di spostare l’evento a Torino non è campata in aria: la città piemontese dispone di strutture moderne e di un’esperienza recente nell’ospitare eventi musicali di caratura internazionale.

            Ma la questione è anche politica e legale. Il Comune di Sanremo ha preso questa decisione dopo che il TAR della Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto del Festival alla Rai, rendendo necessaria una gara pubblica. Il prossimo 22 maggio si discuterà il ricorso al Consiglio di Stato, ma la Rai non può permettersi di aspettare passivamente il verdetto.


            Cosa succederà ora?

            L’idea che il Festival possa abbandonare Sanremo dopo oltre 70 anni lascia increduli molti appassionati di musica e televisione. La Rai, dal canto suo, non può rinunciare a un evento che genera un giro d’affari enorme, con oltre 65 milioni di euro di raccolta pubblicitaria solo nell’ultima edizione.

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              Marco Masini e Fedez, la verità su Sanremo: «Con Bella stronza eravamo soli contro tutti»

              Marco Masini torna a parlare del suo Sanremo e del duetto con Fedez, tra critiche, censure e rinascita artistica. «Bella stronza? Abbiamo portato a casa un risultato incredibile». Nel podcast del rapper, il cantautore ripercorre la sua carriera tra accuse di sessismo, istigazione alla violenza e il periodo in cui era stato messo da parte dall’industria musicale. «Ma tutto passa, come le polemiche sui social».

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                La partecipazione di Marco Masini a Sanremo 2025 al fianco di Fedez ha acceso un dibattito acceso ancora prima che i due salissero sul palco dell’Ariston. La scelta della cover da eseguire nella serata dei duetti, Bella stronza, ha scatenato polemiche per il suo testo diretto, accusato negli anni di essere sessista e misogino. A questo si è aggiunto il gossip, con i più maliziosi che hanno collegato la scelta della canzone alla situazione sentimentale del rapper, reduce dalla rottura con Chiara Ferragni.

                Ora, a distanza di settimane, Masini ha ripercorso quell’esperienza nel podcast Muschio Selvaggio, condotto da Fedez e Mr Marra, parlando non solo del Festival, ma anche della sua carriera, delle accuse che lo hanno segnato e del suo lungo periodo di allontanamento dall’industria musicale.

                «Con Bella stronza eravamo soli contro tutti»

                Durante l’intervista, Masini ha difeso il brano portato a Sanremo, sottolineando il successo ottenuto: «Eravamo soli contro tutti e abbiamo portato a casa un bellissimo risultato. Ma poi l’abbiamo portato a casa dopo, perché è l’unica cover che oggi è in classifica». Un’affermazione che sottolinea come, al di là delle critiche, la canzone abbia conquistato il pubblico, raggiungendo i vertici dello streaming e delle radio.

                Il cantautore ha poi ripercorso i suoi esordi, ricordando il Festival del 1990, quando vinse tra le Nuove Proposte con Disperato. «È stato pazzesco, perché in un attimo mi sono ritrovato da musicista e autore per altri artisti a essere sul palco di Sanremo davanti a dieci milioni di persone».

                Ma quel successo segnò anche l’inizio di un periodo complicato, fatto di censure e accuse pesanti. Disperato, infatti, venne attaccata per i suoi riferimenti considerati espliciti e Masini fu accusato addirittura di istigazione alla droga e alla violenza.

                Le censure e il periodo nell’ombra

                Se gli anni ‘90 furono segnati da una serie di hit di successo, la situazione cambiò dopo la vittoria sanremese del 2004 con L’uomo volante. Da lì in poi, Masini si trovò sempre più isolato nel panorama musicale, fino a scomparire quasi del tutto dalle scene. «Per un periodo nessuno mi chiamava più, ero stato messo ai margini. Ma nella mia mente c’era la convinzione che comunque queste cose passano, come passa una notizia sui social: oggi ti travolgono, domani c’è già qualcos’altro».

                Nel tempo, l’artista ha imparato a vedere le cose con più distacco e a rimettersi in gioco. A Fanpage aveva spiegato: «Bisogna evitare il vittimismo. È sbagliato attribuire tutte le colpe agli altri. Il nemico più grande da fermare sei tu stesso. Devi lavorare su di te, senza farti prendere dal panico».

                Oggi Marco Masini è tornato protagonista, con una carriera che continua a rinnovarsi e una nuova generazione di fan che lo riscopre. Sanremo, nonostante le polemiche, è stato un punto di svolta e il duetto con Fedez ha dimostrato che il suo repertorio è ancora attuale. Critiche o meno, la musica ha vinto.

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