Speciale Festival di Sanremo 2025
Sanremo e il trash: un amore lungo decenni che non finisce mai
Ogni anno Sanremo ci sorprende con momenti che oscillano tra il geniale e il disastroso. E diciamocelo, senza un po’ di trash, che Festival sarebbe?

Il Festival di Sanremo non è solo musica, emozioni e canzoni indimenticabili. No, Sanremo è anche l’evento che ogni anno ci regala perle di trash che restano scolpite nella storia della TV italiana. E molti di noi, quelli che dicono di seguirlo distrattamente, non vedono l’ora di assistere a scenette e cascate di tono…Da litigi epici a esibizioni imbarazzanti, passando per momenti di puro disagio. Ecco una carrellata dei momenti più trash che ci hanno fatto ridere, piangere (dal ridere) e nasconderci dietro il divano per l’imbarazzo.
“Dov’è Bugo?” (2020)
Probabilmente la frase più iconica della storia recente di Sanremo. Era il 2020 quando Morgan decise di cambiare il testo della canzone in gara per lanciare una frecciatina (o meglio, un missile) al suo collega Bugo. Quest’ultimo, con la grazia di chi ha appena scoperto che il coinquilino ha buttato via il suo pranzo, abbandonò il palco senza dire una parola. Il risultato? Un Amadeus incredulo e un Morgan che, smarrito come un turista senza Google Maps, chiedeva: “Dov’è Bugo?“. La risposta ancora non la sappiamo.
Cavallo Pazzo irrompe sul palco (1992)
Ve lo ricordate l’impeccabile e ingessato Pippo Baudo che apre il Festival con il solito tono rassicurante. A quel punto – io me lo ricordo molto bene – immaginate un uomo che piomba sul palco gridando: “Questo Festival è truccato e lo vince Fausto Leali!“. No, non è una scena di un film comico. E’ successo davvero nel 1992. Spoiler: Fausto Leali non vinse. Ma Cavallo Pazzo entrò nella leggenda.
Pippo Baudo e il finto suicida (1995)
Sanremo 1995 ci ha regalato uno dei momenti più assurdi della storia della TV. Un uomo minaccia di buttarsi dalla galleria del Teatro Ariston, ma ecco che interviene Super Pippo Baudo, che con la calma di chi ha domato decenni di dirette TV, lo convince a desistere. Peccato che fosse tutto un bluff: l’uomo voleva solo diventare famoso. Missione (trash) compiuta.
Il Ballo del Qua Qua con John Travolta (2024)
Nessuno avrebbe mai immaginato di vedere John Travolta, l’icona di Grease e Pulp Fiction, coinvolto in una coreografia degna della recita dell’asilo. E invece, nel 2024, Amadeus e Fiorello riescono a trascinare l’attore americano in una versione surreale del “Ballo del Qua Qua“. Il risultato? Un mix tra l’imbarazzo e la voglia di scappare dall’Italia.
Sanremo 1989: il Festival del disagio
Se dovessimo eleggere l’edizione più trash di sempre, probabilmente vincerebbe a mani basse Sanremo 1989. Il conduttore previsto, Renato Pozzetto, si ritira all’ultimo minuto. E chi prende il suo posto? Quattro figli d’arte senza alcuna esperienza nella conduzione: Rosita Celentano, Paola Dominguín, Danny Quinn e Gianmarco Tognazzi. Tra gaffe, battute senza senso e spot pubblicitari infilati ovunque (Barilla ringrazia), l’edizione si trasforma in un capolavoro di trash involontario.
Francesco Salvi e il tormentone “Esatto!” (1989)
Sempre nel glorioso Sanremo 1989, tra gli artisti in gara c’è anche Francesco Salvi, che si presenta con “Esatto!“, una canzone a metà tra la sigla di un cartone animato e un esperimento sociale. Vestito con un impermeabile giallo, accompagnato da ballerini con teste di animali, Salvi riesce nell’impresa di creare uno dei momenti più assurdi della storia del Festival. E il bello? Arriva settimo, battendo anche Mia Martini. “Perché a noi la qualità c’ha rotto er c***o”, avrebbe detto qualcuno.
I fischi ad Anna Tatangelo (2008)
Correva l’anno 2008 quando Anna Tatangelo, dopo essersi classificata seconda con “Il mio amico”, decide di dichiarare pubblicamente il suo amore per Gigi D’Alessio con un romantico “Gigi, ti amo“. L’Ariston risponde con una valanga di fischi degna di uno stadio in rivolta. Momento di puro disagio. Tatangelo, nel tentativo di salvare la situazione, replica con un: “Ma siete gelosi?“. Il pubblico non sembrava molto convinto.
Diletta Leotta e il monologo sulla bellezza (2020)
Se pensavate che Diletta Leotta fosse solo una brava conduttrice sportiva, Sanremo 2020 ci ha dimostrato che è anche un’abile produttrice di monologhi imbarazzanti. Il suo discorso sulla bellezza, condito da frasi tipo “se nasci bella sei fortunata”, ha lasciato gli spettatori in stato confusionale. E come se non bastasse, ci ha deliziato con una versione inascoltabile di “Ciuri Ciuri” su una base di Eminem. Un crimine contro la musica.
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Speciale Festival di Sanremo 2025
Quando Sanremo si trasforma in una sitcom, con Bresh nel ruolo principale!
Duetto con Cristiano De Andrè da rifare tre volte, backstage infuocato, bodypack volanti e amici in after party a petto nudo: il Festival di Bresh è stato più un reality che una gara canora.

Se Sanremo fosse una serie TV, quella di Bresh sarebbe stata la puntata più movimentata. Ospite del podcast Supernova di Alessandro Cattelan, il rapper genovese ha raccontato la sua indimenticabile (per vari motivi) esibizione alla serata cover del Festival 2025. Il duetto con Cristiano De André sulle note di Creuza de mä? Ripetuto ben tre volte. Prima per un microfono spento. Poi per un bodypack caduto. Infine, probabilmente, per un esaurimento collettivo dietro le quinte.
“Conti voleva andare spedito, ma non poteva”
Dopo il secondo fallimento tecnico, Bresh racconta: “C’è stato un tafferuglio serio alla genovese, abbastanza sanguigno”. Dietro le quinte, tra un cavo e una bestemmia, pare che i toni si siano alzati. Il commento sul conduttore Carlo Conti è tutto un programma: “Voleva andare spedito, ma non poteva. I suoi capelli sono diventati bianchi in un attimo”. Capelli che, per dovere di cronaca, erano già piuttosto bianchi da anni.
L’importante è il gruppo, anche se viene in after, senza maglia
A rendere la settimana sanremese ancora più surreale ci hanno pensato gli amici di Bresh, portati a Sanremo come una vera squadra di calcio. “Quindici persone, solo numeri 10”, ha detto. La sua fidanzata Elisa Maino? Presente. L’appartamento affittato per il clan? Pagato da lui. E la dirigenza Sony a colazione? Costretta ad assistere all’arrivo di amici in modalità “post-rave a torso nudo”. Se questo non è spirito ligure, non sappiamo cosa lo sia.
Nessun interesse per l’hype, solo vacanza e caos
Bresh ha tenuto a precisare che i suoi amici “non gliene fregava un ca**o di niente dell’hype”. Nessuna voglia di apparire, solo relax. E magari un po’ di caos organizzato. Per lui, la vera vittoria è stata portarsi dietro un pezzo di casa, tra focaccia e after party, microfoni difettosi e discussioni tra fonici e autori.
Ariston, ovvero… il bello dell’imprevisto
Alla fine, la terza esibizione è andata. Bresh e De André hanno salvato la performance e fatto pace con l’audio. Ma a rimanere nella storia non sarà l’intonazione, bensì il dietro le quinte. Dove Conti perdeva la pazienza – forse anche un paio di diottrie – e Bresh faceva del Festival la sua personale vacanza collettiva. A Sanremo si viene per la musica, sì, ma anche per ricordare che l’imprevisto è il vero spettacolo.
Speciale Festival di Sanremo 2025
Sanremo dice addio al Festival? La Rai punta su Torino per la rivoluzione della musica italiana

Per decenni, dire “Sanremo” ha significato dire “Festival della Canzone Italiana”. Ma questa associazione potrebbe presto diventare un ricordo. La decisione del Comune di Sanremo di indire una gara per l’organizzazione del Festival ha fatto infuriare la Rai, che ora lavora a un piano alternativo: portare la kermesse in un’altra città, trasformandola in un evento musicale senza più radici liguri.
Secondo quanto riportato dall’Adnkronos, la Rai starebbe valutando Torino come nuova sede della manifestazione. Il capoluogo piemontese, già apprezzato per l’organizzazione dell’Eurovision Song Contest nel 2022, sarebbe la location perfetta per garantire continuità all’evento. Il cambio di città porterebbe con sé anche un cambio di nome: non più “Festival di Sanremo”, bensì “Festival della Musica Italiana”.
La decisione è tutt’altro che definitiva, ma la tensione tra la Rai e il Comune di Sanremo è ormai evidente. Il servizio pubblico attende di conoscere i dettagli della delibera con cui la città ligure ha istituito il bando di gara, ma nel frattempo sta lavorando per garantirsi un’alternativa sicura, senza più il rischio di restare senza casa.
Sanremo vuole più soldi, la Rai si guarda intorno
Alla base dello scontro c’è una questione economica: il Comune di Sanremo ha alzato la base d’asta per la concessione della manifestazione a 6,5 milioni di euro l’anno, rispetto ai 5 milioni dell’attuale accordo. Oltre a questo, la nuova convenzione impone alla Rai l’obbligo di realizzare altri quattro programmi televisivi in città, ampliando l’impegno economico dell’azienda.
Queste condizioni non sono piaciute ai vertici di Viale Mazzini, che hanno deciso di studiare un’alternativa. L’ipotesi di spostare l’evento a Torino non è campata in aria: la città piemontese dispone di strutture moderne e di un’esperienza recente nell’ospitare eventi musicali di caratura internazionale.
Ma la questione è anche politica e legale. Il Comune di Sanremo ha preso questa decisione dopo che il TAR della Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto del Festival alla Rai, rendendo necessaria una gara pubblica. Il prossimo 22 maggio si discuterà il ricorso al Consiglio di Stato, ma la Rai non può permettersi di aspettare passivamente il verdetto.
Cosa succederà ora?
L’idea che il Festival possa abbandonare Sanremo dopo oltre 70 anni lascia increduli molti appassionati di musica e televisione. La Rai, dal canto suo, non può rinunciare a un evento che genera un giro d’affari enorme, con oltre 65 milioni di euro di raccolta pubblicitaria solo nell’ultima edizione.
Speciale Festival di Sanremo 2025
Marco Masini e Fedez, la verità su Sanremo: «Con Bella stronza eravamo soli contro tutti»
Marco Masini torna a parlare del suo Sanremo e del duetto con Fedez, tra critiche, censure e rinascita artistica. «Bella stronza? Abbiamo portato a casa un risultato incredibile». Nel podcast del rapper, il cantautore ripercorre la sua carriera tra accuse di sessismo, istigazione alla violenza e il periodo in cui era stato messo da parte dall’industria musicale. «Ma tutto passa, come le polemiche sui social».

La partecipazione di Marco Masini a Sanremo 2025 al fianco di Fedez ha acceso un dibattito acceso ancora prima che i due salissero sul palco dell’Ariston. La scelta della cover da eseguire nella serata dei duetti, Bella stronza, ha scatenato polemiche per il suo testo diretto, accusato negli anni di essere sessista e misogino. A questo si è aggiunto il gossip, con i più maliziosi che hanno collegato la scelta della canzone alla situazione sentimentale del rapper, reduce dalla rottura con Chiara Ferragni.
Ora, a distanza di settimane, Masini ha ripercorso quell’esperienza nel podcast Muschio Selvaggio, condotto da Fedez e Mr Marra, parlando non solo del Festival, ma anche della sua carriera, delle accuse che lo hanno segnato e del suo lungo periodo di allontanamento dall’industria musicale.
«Con Bella stronza eravamo soli contro tutti»
Durante l’intervista, Masini ha difeso il brano portato a Sanremo, sottolineando il successo ottenuto: «Eravamo soli contro tutti e abbiamo portato a casa un bellissimo risultato. Ma poi l’abbiamo portato a casa dopo, perché è l’unica cover che oggi è in classifica». Un’affermazione che sottolinea come, al di là delle critiche, la canzone abbia conquistato il pubblico, raggiungendo i vertici dello streaming e delle radio.
Il cantautore ha poi ripercorso i suoi esordi, ricordando il Festival del 1990, quando vinse tra le Nuove Proposte con Disperato. «È stato pazzesco, perché in un attimo mi sono ritrovato da musicista e autore per altri artisti a essere sul palco di Sanremo davanti a dieci milioni di persone».
Ma quel successo segnò anche l’inizio di un periodo complicato, fatto di censure e accuse pesanti. Disperato, infatti, venne attaccata per i suoi riferimenti considerati espliciti e Masini fu accusato addirittura di istigazione alla droga e alla violenza.
Le censure e il periodo nell’ombra
Se gli anni ‘90 furono segnati da una serie di hit di successo, la situazione cambiò dopo la vittoria sanremese del 2004 con L’uomo volante. Da lì in poi, Masini si trovò sempre più isolato nel panorama musicale, fino a scomparire quasi del tutto dalle scene. «Per un periodo nessuno mi chiamava più, ero stato messo ai margini. Ma nella mia mente c’era la convinzione che comunque queste cose passano, come passa una notizia sui social: oggi ti travolgono, domani c’è già qualcos’altro».
Nel tempo, l’artista ha imparato a vedere le cose con più distacco e a rimettersi in gioco. A Fanpage aveva spiegato: «Bisogna evitare il vittimismo. È sbagliato attribuire tutte le colpe agli altri. Il nemico più grande da fermare sei tu stesso. Devi lavorare su di te, senza farti prendere dal panico».
Oggi Marco Masini è tornato protagonista, con una carriera che continua a rinnovarsi e una nuova generazione di fan che lo riscopre. Sanremo, nonostante le polemiche, è stato un punto di svolta e il duetto con Fedez ha dimostrato che il suo repertorio è ancora attuale. Critiche o meno, la musica ha vinto.
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