Connect with us

Speciale Festival di Sanremo 2025

Se Olly dovesse rinunciare all’Eurovision, ecco cosa potrebbe succedere

Dopo il trionfo al 75° Festival di Sanremo con Balorda Nostalgia, il giovane cantautore Olly ha sorpreso tutti dichiarando di aver bisogno di tempo per decidere se rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest 2025. Questa incertezza apre uno scenario alternativo, ecco cosa potrebbe accadere nel caso in cui scegliesse davvero di non partecipare.

Avatar photo

Pubblicato

il

    Secondo la tradizione, il vincitore di Sanremo viene selezionato automaticamente dalla RAI per l’Eurovision, salvo rinuncia o mancato rispetto dei criteri stabiliti dall’EBU (European Broadcasting Union). Se Olly optasse per non accettare l’invito, la RAI procederebbe con la designazione del rappresentante italiano seguendo l’ordine della classifica del Festival. Questo significa che il secondo classificato, Lucio Corsi, potrebbe essere chiamato a rappresentare l’Italia a Basilea, sede dell’Eurovision 2025.

    E se partecipasse Corsi con la sua Volevo essere un duro?

    Corsi, almeno potenzialmente, a differenza del genovese Olly, sarebbe un candidato perfetto per lo show che si svolgerà in Svizzera. Come sappiamo, l’aspetto scenografico rappresenta un elemento di grande importanza per ogni partecipante, sul quale puntare per un piazzamento finale. L’Eurovision Song Contest, meglio noto come Eurofestival, è uno degli eventi musicali più spettacolari al mondo, dove la componente scenografica gioca infatti un ruolo fondamentale. Non si tratta solo di una competizione canora, ma di uno show globale che fonde musica, tecnologia e spettacolo in un’esperienza immersiva e memorabile. Ogni performance viene studiata nei minimi dettagli per lasciare il segno: dalle luci dinamiche ai giochi pirotecnici, dagli schermi LED alle complesse coreografie, ogni elemento scenico è pensato per valorizzare la canzone e creare un impatto visivo straordinario.

    L’importanza della parte visual

    Una scenografia ben costruita può enfatizzare l’emozione del brano, dare profondità alla narrazione e rendere unica l’esibizione. Basti pensare a performance iconiche come quella di Måneskin, che con luci aggressive e un palco minimalista hanno esaltato l’energia del rock, o a quella di Loreen, immersa in un’atmosfera eterea tra nebbie e luci soffuse. Non si tratta solo di estetica ma una componente strategica che può fare la differenza tra una performance dimenticabile e una che resta impressa nel cuore del pubblico.

    Precedenti e scenari possibili

    Non sarebbe la prima volta che il vincitore di Sanremo rinuncia all’Eurovision. Nel 2016, gli Stadio, pur avendo vinto il Festival, declinarono l’invito, e il testimone passò a Francesca Michielin, arrivata seconda con Nessun grado di separazione. Se Olly scegliesse di non partecipare, la RAI seguirebbe una procedura simile, offrendo l’opportunità al secondo classificato.

    Le dichiarazioni di Olly e i tempi della decisione

    Il cantante 23enne ha ammesso di essere stato colto di sorpresa dalla vittoria a Sanremo e di non aver mai considerato concretamente l’eventualità dell’Eurovision. In conferenza stampa ha dichiarato: “Non ho mai pensato a questa possibilità, ho bisogno di riflettere prima di prendere una decisione”. La RAI ha accolto la sua richiesta, concedendogli qualche giorno per valutare.

    Le implicazioni per l’Italia all’Eurovision 2025

    L’Eurovision rappresenta una vetrina internazionale di grande prestigio per gli artisti italiani. Una rinuncia di Olly potrebbe influenzare la strategia della RAI, ma il regolamento garantisce comunque la presenza dell’Italia in gara. Qualunque sia la decisione finale, il nostro Paese avrà un rappresentante a Basilea, pronto a esibirsi davanti al pubblico europeo.

    Una decisione importante

    Mentre Olly continua la sua riflessione, fan e addetti ai lavori attendono con ansia il verdetto. La sua partecipazione potrebbe segnare un nuovo capitolo nella sua carriera, ma anche in caso di rinuncia, l’Italia sarà presente all’Eurovision con un artista degno di rappresentarla.

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Speciale Festival di Sanremo 2025

      Quando Sanremo si trasforma in una sitcom, con Bresh nel ruolo principale!

      Duetto con Cristiano De Andrè da rifare tre volte, backstage infuocato, bodypack volanti e amici in after party a petto nudo: il Festival di Bresh è stato più un reality che una gara canora.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

      Autore

        Se Sanremo fosse una serie TV, quella di Bresh sarebbe stata la puntata più movimentata. Ospite del podcast Supernova di Alessandro Cattelan, il rapper genovese ha raccontato la sua indimenticabile (per vari motivi) esibizione alla serata cover del Festival 2025. Il duetto con Cristiano De André sulle note di Creuza de mä? Ripetuto ben tre volte. Prima per un microfono spento. Poi per un bodypack caduto. Infine, probabilmente, per un esaurimento collettivo dietro le quinte.

        “Conti voleva andare spedito, ma non poteva”

        Dopo il secondo fallimento tecnico, Bresh racconta: “C’è stato un tafferuglio serio alla genovese, abbastanza sanguigno”. Dietro le quinte, tra un cavo e una bestemmia, pare che i toni si siano alzati. Il commento sul conduttore Carlo Conti è tutto un programma: “Voleva andare spedito, ma non poteva. I suoi capelli sono diventati bianchi in un attimo”. Capelli che, per dovere di cronaca, erano già piuttosto bianchi da anni.

        L’importante è il gruppo, anche se viene in after, senza maglia

        A rendere la settimana sanremese ancora più surreale ci hanno pensato gli amici di Bresh, portati a Sanremo come una vera squadra di calcio. “Quindici persone, solo numeri 10”, ha detto. La sua fidanzata Elisa Maino? Presente. L’appartamento affittato per il clan? Pagato da lui. E la dirigenza Sony a colazione? Costretta ad assistere all’arrivo di amici in modalità “post-rave a torso nudo”. Se questo non è spirito ligure, non sappiamo cosa lo sia.

        Nessun interesse per l’hype, solo vacanza e caos

        Bresh ha tenuto a precisare che i suoi amici “non gliene fregava un ca**o di niente dell’hype”. Nessuna voglia di apparire, solo relax. E magari un po’ di caos organizzato. Per lui, la vera vittoria è stata portarsi dietro un pezzo di casa, tra focaccia e after party, microfoni difettosi e discussioni tra fonici e autori.

        Ariston, ovvero… il bello dell’imprevisto

        Alla fine, la terza esibizione è andata. Bresh e De André hanno salvato la performance e fatto pace con l’audio. Ma a rimanere nella storia non sarà l’intonazione, bensì il dietro le quinte. Dove Conti perdeva la pazienza – forse anche un paio di diottrie – e Bresh faceva del Festival la sua personale vacanza collettiva. A Sanremo si viene per la musica, sì, ma anche per ricordare che l’imprevisto è il vero spettacolo.

          Continua a leggere

          Speciale Festival di Sanremo 2025

          Sanremo dice addio al Festival? La Rai punta su Torino per la rivoluzione della musica italiana

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

            Per decenni, dire “Sanremo” ha significato dire “Festival della Canzone Italiana”. Ma questa associazione potrebbe presto diventare un ricordo. La decisione del Comune di Sanremo di indire una gara per l’organizzazione del Festival ha fatto infuriare la Rai, che ora lavora a un piano alternativo: portare la kermesse in un’altra città, trasformandola in un evento musicale senza più radici liguri.

            Secondo quanto riportato dall’Adnkronos, la Rai starebbe valutando Torino come nuova sede della manifestazione. Il capoluogo piemontese, già apprezzato per l’organizzazione dell’Eurovision Song Contest nel 2022, sarebbe la location perfetta per garantire continuità all’evento. Il cambio di città porterebbe con sé anche un cambio di nome: non più “Festival di Sanremo”, bensì “Festival della Musica Italiana”.

            La decisione è tutt’altro che definitiva, ma la tensione tra la Rai e il Comune di Sanremo è ormai evidente. Il servizio pubblico attende di conoscere i dettagli della delibera con cui la città ligure ha istituito il bando di gara, ma nel frattempo sta lavorando per garantirsi un’alternativa sicura, senza più il rischio di restare senza casa.


            Sanremo vuole più soldi, la Rai si guarda intorno

            Alla base dello scontro c’è una questione economica: il Comune di Sanremo ha alzato la base d’asta per la concessione della manifestazione a 6,5 milioni di euro l’anno, rispetto ai 5 milioni dell’attuale accordo. Oltre a questo, la nuova convenzione impone alla Rai l’obbligo di realizzare altri quattro programmi televisivi in città, ampliando l’impegno economico dell’azienda.

            Queste condizioni non sono piaciute ai vertici di Viale Mazzini, che hanno deciso di studiare un’alternativa. L’ipotesi di spostare l’evento a Torino non è campata in aria: la città piemontese dispone di strutture moderne e di un’esperienza recente nell’ospitare eventi musicali di caratura internazionale.

            Ma la questione è anche politica e legale. Il Comune di Sanremo ha preso questa decisione dopo che il TAR della Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto del Festival alla Rai, rendendo necessaria una gara pubblica. Il prossimo 22 maggio si discuterà il ricorso al Consiglio di Stato, ma la Rai non può permettersi di aspettare passivamente il verdetto.


            Cosa succederà ora?

            L’idea che il Festival possa abbandonare Sanremo dopo oltre 70 anni lascia increduli molti appassionati di musica e televisione. La Rai, dal canto suo, non può rinunciare a un evento che genera un giro d’affari enorme, con oltre 65 milioni di euro di raccolta pubblicitaria solo nell’ultima edizione.

              Continua a leggere

              Speciale Festival di Sanremo 2025

              Marco Masini e Fedez, la verità su Sanremo: «Con Bella stronza eravamo soli contro tutti»

              Marco Masini torna a parlare del suo Sanremo e del duetto con Fedez, tra critiche, censure e rinascita artistica. «Bella stronza? Abbiamo portato a casa un risultato incredibile». Nel podcast del rapper, il cantautore ripercorre la sua carriera tra accuse di sessismo, istigazione alla violenza e il periodo in cui era stato messo da parte dall’industria musicale. «Ma tutto passa, come le polemiche sui social».

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

                La partecipazione di Marco Masini a Sanremo 2025 al fianco di Fedez ha acceso un dibattito acceso ancora prima che i due salissero sul palco dell’Ariston. La scelta della cover da eseguire nella serata dei duetti, Bella stronza, ha scatenato polemiche per il suo testo diretto, accusato negli anni di essere sessista e misogino. A questo si è aggiunto il gossip, con i più maliziosi che hanno collegato la scelta della canzone alla situazione sentimentale del rapper, reduce dalla rottura con Chiara Ferragni.

                Ora, a distanza di settimane, Masini ha ripercorso quell’esperienza nel podcast Muschio Selvaggio, condotto da Fedez e Mr Marra, parlando non solo del Festival, ma anche della sua carriera, delle accuse che lo hanno segnato e del suo lungo periodo di allontanamento dall’industria musicale.

                «Con Bella stronza eravamo soli contro tutti»

                Durante l’intervista, Masini ha difeso il brano portato a Sanremo, sottolineando il successo ottenuto: «Eravamo soli contro tutti e abbiamo portato a casa un bellissimo risultato. Ma poi l’abbiamo portato a casa dopo, perché è l’unica cover che oggi è in classifica». Un’affermazione che sottolinea come, al di là delle critiche, la canzone abbia conquistato il pubblico, raggiungendo i vertici dello streaming e delle radio.

                Il cantautore ha poi ripercorso i suoi esordi, ricordando il Festival del 1990, quando vinse tra le Nuove Proposte con Disperato. «È stato pazzesco, perché in un attimo mi sono ritrovato da musicista e autore per altri artisti a essere sul palco di Sanremo davanti a dieci milioni di persone».

                Ma quel successo segnò anche l’inizio di un periodo complicato, fatto di censure e accuse pesanti. Disperato, infatti, venne attaccata per i suoi riferimenti considerati espliciti e Masini fu accusato addirittura di istigazione alla droga e alla violenza.

                Le censure e il periodo nell’ombra

                Se gli anni ‘90 furono segnati da una serie di hit di successo, la situazione cambiò dopo la vittoria sanremese del 2004 con L’uomo volante. Da lì in poi, Masini si trovò sempre più isolato nel panorama musicale, fino a scomparire quasi del tutto dalle scene. «Per un periodo nessuno mi chiamava più, ero stato messo ai margini. Ma nella mia mente c’era la convinzione che comunque queste cose passano, come passa una notizia sui social: oggi ti travolgono, domani c’è già qualcos’altro».

                Nel tempo, l’artista ha imparato a vedere le cose con più distacco e a rimettersi in gioco. A Fanpage aveva spiegato: «Bisogna evitare il vittimismo. È sbagliato attribuire tutte le colpe agli altri. Il nemico più grande da fermare sei tu stesso. Devi lavorare su di te, senza farti prendere dal panico».

                Oggi Marco Masini è tornato protagonista, con una carriera che continua a rinnovarsi e una nuova generazione di fan che lo riscopre. Sanremo, nonostante le polemiche, è stato un punto di svolta e il duetto con Fedez ha dimostrato che il suo repertorio è ancora attuale. Critiche o meno, la musica ha vinto.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù