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Speciale Festival di Sanremo 2025

Un festival benedetto dal Papa: molte canzoni mediocri ma Sanremo 2025 entra nella storia

A sorpresa, durante la serata inaugurale di Sanremo arriva il video messaggio di Sua Santità.

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    Il Santo Padre che interviene a Sanremo: mai successo prima di oggi! Un avvenimento epocale di grandissimo significato che, però non basta a far quadrare i conti, anzi… le canzoni. Conti è un garbatissimo padrone di casa, possiede lo stile dei grandi presentatori di un tempo che hanno contribuito a rendere grande questa manifestazione… ma in materia di scelta dei brani – come direttore artistico – lascia un po’ a desiderare. Molte canzoni lasciano in bocca il gusto di “già sentito da qualche altra parte”… e non si tratta certo di una bella sensazione.

    Il FantaSanremo comincia a macinare punti

    I primi punti per il Fantasanremo arrivano da Gaia, l’artista che ha aperto la gara con Chiamo io chiami tu. La giovane cantante consegna un mazzo di fiori al conduttore e regala le prime ‘gioie’ a chi l’ha messa in squadra. Giuro sulla mia copia di “Abbey Road” autografata da Ringo Starr che la volevo schierare, poi non so perchè ho cambiato idea: mannaggia a me!

    Un piccolo incidente

    Piccolo incidente tecnico in apertura quando, per alcuni secondi, si è registrato un black-out audio, mentre Carlo Conti stava salutando il pubblico e i telespettatori. Incidente tecnico risolto in pochi attimi, ma implacabilmente ‘fotografato’ dai vari canali social. Vediamo ora le canzoni, una per una.

    Le canzoni e i voti

    Gaia – Bella ma non balla, pezzo insipido. 5

    Francesco Gabbani – Lui ha un’adorabile faccia da schiaffi, stavolta Pacifico non ha fatto il miracolo. Ritornello carino ma non basta a strappare la sufficienza. 5 1/2

    Rkomi – Senza maglietta della salute non si va lontano. Sei autori non bastano a fare un capolavoro. 3

    Noemi – Voce graffiata come al solito ma il pezzo non rimane in mente, banalotto. Incipit da citazione battistiana (“Scusa è tardi…”). 5

    Irama – Clamoroso cappottone alla Lady Oscar, lungo fino ai piedi: per coprire la pochezza del brano?!? Gli manca giusto il colbacco. 4

    Coma_Cose – Plauso al trucco di lei ma “stramaledetti cuoricini”! Ironica l’idea dell’ampre ai tempi del social, piglio radiofonico ma l’andamento tunza-tunza annoia. 5

    Simone Cristicchi – Testo poetico, la mamma è sempre la mamma e negli anni ne abbiamo sentite di canzone banalotte dedicate a lei. In questo contesto strappa il cuore. All’inizio canta maluccio… sicuramente non ha l’autotune (e non è necessariamente una pecca). Potenziale premio della critica. 7

    Marcella Bella – Citando letteralmente dal testo: “Stronza”, “La mia più grande fan sono io”. Hai detto bene! Per la Bella la canzone più Brutta! 3

    Achille Lauro – Look da gagà alla Gastone, le prime note da melodramma, poi suona molto anni ’70, con tanto di sax. In alcuni frammenti è molto simile a “Tango” di Tananai, C’è dell’Achille Lauro in questo Mario Merola. 5

    Giorgia – Stile e classe da vendere, completo controllo della voce. Il pezzo non è fra i suoi più belli ma l’esecuzione è perfetta!!! Il pezzo, ne sono sicuro, crescerà ascolto dopo ascolto, per ora il voto è 7-

    Willie Peyote – Testo divertente, dovremmo imparare tutti a dire ogni tanto “Grazie ma no, grazie”. Una sorta di Pino D’Angiò 2.0 misto a Daniele Silvestri. 6 1/2

    Rose Villain – A costo di rischiare il classico maschilista banalotto, dirò che lei è davvero bella (molto di più di Elodie). Ma è il pezzo che dovrebbe essere messo “fuorilegge”… 5

    FUORI GARA ma IMPOSSIBILE DA NON CITARE: J-O-V-A!!! Puro show assolutamente pop molto “rock’n’roll”: davvero impossibile non amarlo! Il pezzo nuovo eseguito alla fine della sua ospitata non è niente di eccezionale ma il resto risulta energia allo stato puro. E mentre “Gimbo” Tamberi annuncia la sua partecipazione alle Olimpiadi di Los Angeles 2028… si prosegue con la gara.

    Olly – Una volta la nostalgia era “canaglia”, ora è diventata “balorda”: i tempi cambiano. Niente di trascendentale, una power ballad con immagini di vita quotidiana, comunque fra le possibili vincitrici. 6-

    Elodie – Un pieno di ritmo ma con tanta malinconia. Per la prima serata del Festival di Sanremo Elodie ha detto addio – con sommo dispiacere di molto – alle trasparenze e ai dettagli audaci. I suoi fan apprezzeranno la canzone, anche se non c’è nessuna sorpresa: è un pezzo à la Elodie che cita Mina e Battisti. Molle… il che è tutto dire. 5

    Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento – Immersione black che “spacca”, con un pizzico di gospel: se piace il genere si ondeggia che è un piacere! 6 1/2

    Massimo Ranieri – Un “pretoriano” dalla storia artistica leggendaria, con un po’ di aiuto autorale da parte di Tiziano Ferro e Nek. Il brano però non gli calza per niente a pennello… 5 al brano, 7 all’interpretazione: media 6

    Tony Effe – Dopo tante polemiche, finalmente eccolo: versione laccata stile Tony Manero de noantri, guanti di pelle da serial killer. Tra suggestioni rapper e stornello romano: la vera sorpresa di questa edizione! 6 1/2

    Serena Brancale – Sabor latino, non sanremese nel senso classico del termine ma diverte e fa ballare, tra Cuba e Napoli! 6+

    Brunori Sas – Echi di De Gregori in un pezzo che rimane fedele alla sua attitudine artistica, sul palco dell’Ariston con leggerezza ed intensità. 6/7

    Modà – Il brano che ti aspetti, nessuna sorpresa. Che coraggio citare un gigante come Kandinsky in un contesto così modesto… 4

    Clara – Scende le scale una fascinosa sirena dallo sguardo ammaliatore… ma poi il beat parte e la magia svanisce. Qui il “già sentito” si chiama Lazza. 5

    Lucio Corsi – Un extraterrestre sul palco, una cintura bianca di judo, una spanna su tutti. Quando bastano due autori per fare una bella canzone e sei per fare una solenne ciofeca. Bravo Lucio, 7+

    Fedez – Quando il gossip crea mostri, che bluff… 3

    Bresh – Artista dalla fede genoana (elemento che lo rende già simpatico). Suoni di bouzouki che ricordano Creuza de mä del Maestro De Andrè, un brano piacevolissimo che merita. 6 1/2

    Sara Toscano – Record di autori per questo brano: ben sette. E’ l’unico aspetto che vale la pena sottolineare per un brano da dimenticare. Sarebbe interessante capire in quale direzione hanno profuso tutta questa mole di creatività. Oblio, portalo via… 3

    Joan Thiele – Una bella atmosfera che evoca Angelo Badalamenti. L’elemento che rende un bel testo assolutamente speciale va colto nel particolare ed è la chiusa del brano: “E se capissi perché contano sempre più le idee, rimangono negli occhi della gente, hanno più potere della rabbia, tu difendile”. Giorgio Gaber scrisse Un’Idea nel 1972: nel 2025 il testimone lo ha raccolto questa ragazza. 6 1/2

    Rocco Hunt – La lingua napoletana e la melodia sono elementi che vanno spesso a braccetto perfetto: qui, in più, troviamo un bel testo dal significato concreto, che arriva dritta dritta da una terra martoriata e segnata da morti inutili. 6 1/2

    Francesca Michielin – Claudicante e pure sbadata, si dimentica di indossare l’in-ear. Tutto per una inutile “lagna”. Anche qui aleggia il fantasma di Tananai nella strofa. 4

    The Kolors – Vi aspettavate qualcosa di nuovo da loro? Pia illusione… 4

    I primi 5 “randomici” dopo la votazione della sala stampa tv e web

    Ecco finalmente i cinque nomi, non in ordine di classifica, che risultano i più votati dopo le esibizioni dell’esordio: Brunori Sas, Giorgia, Lucio Corsi, Simone Cristicchi e Achille Lauro. Un verdetto tutto sommato giusto. All’alba dell’una di notte passata si conclude la prima lunga serata del festival. La stanchezza si fa sentire, ora tutta l’Italia può andare a dormire. Sipario.

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      Speciale Festival di Sanremo 2025

      Quando Sanremo si trasforma in una sitcom, con Bresh nel ruolo principale!

      Duetto con Cristiano De Andrè da rifare tre volte, backstage infuocato, bodypack volanti e amici in after party a petto nudo: il Festival di Bresh è stato più un reality che una gara canora.

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        Se Sanremo fosse una serie TV, quella di Bresh sarebbe stata la puntata più movimentata. Ospite del podcast Supernova di Alessandro Cattelan, il rapper genovese ha raccontato la sua indimenticabile (per vari motivi) esibizione alla serata cover del Festival 2025. Il duetto con Cristiano De André sulle note di Creuza de mä? Ripetuto ben tre volte. Prima per un microfono spento. Poi per un bodypack caduto. Infine, probabilmente, per un esaurimento collettivo dietro le quinte.

        “Conti voleva andare spedito, ma non poteva”

        Dopo il secondo fallimento tecnico, Bresh racconta: “C’è stato un tafferuglio serio alla genovese, abbastanza sanguigno”. Dietro le quinte, tra un cavo e una bestemmia, pare che i toni si siano alzati. Il commento sul conduttore Carlo Conti è tutto un programma: “Voleva andare spedito, ma non poteva. I suoi capelli sono diventati bianchi in un attimo”. Capelli che, per dovere di cronaca, erano già piuttosto bianchi da anni.

        L’importante è il gruppo, anche se viene in after, senza maglia

        A rendere la settimana sanremese ancora più surreale ci hanno pensato gli amici di Bresh, portati a Sanremo come una vera squadra di calcio. “Quindici persone, solo numeri 10”, ha detto. La sua fidanzata Elisa Maino? Presente. L’appartamento affittato per il clan? Pagato da lui. E la dirigenza Sony a colazione? Costretta ad assistere all’arrivo di amici in modalità “post-rave a torso nudo”. Se questo non è spirito ligure, non sappiamo cosa lo sia.

        Nessun interesse per l’hype, solo vacanza e caos

        Bresh ha tenuto a precisare che i suoi amici “non gliene fregava un ca**o di niente dell’hype”. Nessuna voglia di apparire, solo relax. E magari un po’ di caos organizzato. Per lui, la vera vittoria è stata portarsi dietro un pezzo di casa, tra focaccia e after party, microfoni difettosi e discussioni tra fonici e autori.

        Ariston, ovvero… il bello dell’imprevisto

        Alla fine, la terza esibizione è andata. Bresh e De André hanno salvato la performance e fatto pace con l’audio. Ma a rimanere nella storia non sarà l’intonazione, bensì il dietro le quinte. Dove Conti perdeva la pazienza – forse anche un paio di diottrie – e Bresh faceva del Festival la sua personale vacanza collettiva. A Sanremo si viene per la musica, sì, ma anche per ricordare che l’imprevisto è il vero spettacolo.

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          Sanremo dice addio al Festival? La Rai punta su Torino per la rivoluzione della musica italiana

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            Per decenni, dire “Sanremo” ha significato dire “Festival della Canzone Italiana”. Ma questa associazione potrebbe presto diventare un ricordo. La decisione del Comune di Sanremo di indire una gara per l’organizzazione del Festival ha fatto infuriare la Rai, che ora lavora a un piano alternativo: portare la kermesse in un’altra città, trasformandola in un evento musicale senza più radici liguri.

            Secondo quanto riportato dall’Adnkronos, la Rai starebbe valutando Torino come nuova sede della manifestazione. Il capoluogo piemontese, già apprezzato per l’organizzazione dell’Eurovision Song Contest nel 2022, sarebbe la location perfetta per garantire continuità all’evento. Il cambio di città porterebbe con sé anche un cambio di nome: non più “Festival di Sanremo”, bensì “Festival della Musica Italiana”.

            La decisione è tutt’altro che definitiva, ma la tensione tra la Rai e il Comune di Sanremo è ormai evidente. Il servizio pubblico attende di conoscere i dettagli della delibera con cui la città ligure ha istituito il bando di gara, ma nel frattempo sta lavorando per garantirsi un’alternativa sicura, senza più il rischio di restare senza casa.


            Sanremo vuole più soldi, la Rai si guarda intorno

            Alla base dello scontro c’è una questione economica: il Comune di Sanremo ha alzato la base d’asta per la concessione della manifestazione a 6,5 milioni di euro l’anno, rispetto ai 5 milioni dell’attuale accordo. Oltre a questo, la nuova convenzione impone alla Rai l’obbligo di realizzare altri quattro programmi televisivi in città, ampliando l’impegno economico dell’azienda.

            Queste condizioni non sono piaciute ai vertici di Viale Mazzini, che hanno deciso di studiare un’alternativa. L’ipotesi di spostare l’evento a Torino non è campata in aria: la città piemontese dispone di strutture moderne e di un’esperienza recente nell’ospitare eventi musicali di caratura internazionale.

            Ma la questione è anche politica e legale. Il Comune di Sanremo ha preso questa decisione dopo che il TAR della Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto del Festival alla Rai, rendendo necessaria una gara pubblica. Il prossimo 22 maggio si discuterà il ricorso al Consiglio di Stato, ma la Rai non può permettersi di aspettare passivamente il verdetto.


            Cosa succederà ora?

            L’idea che il Festival possa abbandonare Sanremo dopo oltre 70 anni lascia increduli molti appassionati di musica e televisione. La Rai, dal canto suo, non può rinunciare a un evento che genera un giro d’affari enorme, con oltre 65 milioni di euro di raccolta pubblicitaria solo nell’ultima edizione.

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              Marco Masini e Fedez, la verità su Sanremo: «Con Bella stronza eravamo soli contro tutti»

              Marco Masini torna a parlare del suo Sanremo e del duetto con Fedez, tra critiche, censure e rinascita artistica. «Bella stronza? Abbiamo portato a casa un risultato incredibile». Nel podcast del rapper, il cantautore ripercorre la sua carriera tra accuse di sessismo, istigazione alla violenza e il periodo in cui era stato messo da parte dall’industria musicale. «Ma tutto passa, come le polemiche sui social».

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                La partecipazione di Marco Masini a Sanremo 2025 al fianco di Fedez ha acceso un dibattito acceso ancora prima che i due salissero sul palco dell’Ariston. La scelta della cover da eseguire nella serata dei duetti, Bella stronza, ha scatenato polemiche per il suo testo diretto, accusato negli anni di essere sessista e misogino. A questo si è aggiunto il gossip, con i più maliziosi che hanno collegato la scelta della canzone alla situazione sentimentale del rapper, reduce dalla rottura con Chiara Ferragni.

                Ora, a distanza di settimane, Masini ha ripercorso quell’esperienza nel podcast Muschio Selvaggio, condotto da Fedez e Mr Marra, parlando non solo del Festival, ma anche della sua carriera, delle accuse che lo hanno segnato e del suo lungo periodo di allontanamento dall’industria musicale.

                «Con Bella stronza eravamo soli contro tutti»

                Durante l’intervista, Masini ha difeso il brano portato a Sanremo, sottolineando il successo ottenuto: «Eravamo soli contro tutti e abbiamo portato a casa un bellissimo risultato. Ma poi l’abbiamo portato a casa dopo, perché è l’unica cover che oggi è in classifica». Un’affermazione che sottolinea come, al di là delle critiche, la canzone abbia conquistato il pubblico, raggiungendo i vertici dello streaming e delle radio.

                Il cantautore ha poi ripercorso i suoi esordi, ricordando il Festival del 1990, quando vinse tra le Nuove Proposte con Disperato. «È stato pazzesco, perché in un attimo mi sono ritrovato da musicista e autore per altri artisti a essere sul palco di Sanremo davanti a dieci milioni di persone».

                Ma quel successo segnò anche l’inizio di un periodo complicato, fatto di censure e accuse pesanti. Disperato, infatti, venne attaccata per i suoi riferimenti considerati espliciti e Masini fu accusato addirittura di istigazione alla droga e alla violenza.

                Le censure e il periodo nell’ombra

                Se gli anni ‘90 furono segnati da una serie di hit di successo, la situazione cambiò dopo la vittoria sanremese del 2004 con L’uomo volante. Da lì in poi, Masini si trovò sempre più isolato nel panorama musicale, fino a scomparire quasi del tutto dalle scene. «Per un periodo nessuno mi chiamava più, ero stato messo ai margini. Ma nella mia mente c’era la convinzione che comunque queste cose passano, come passa una notizia sui social: oggi ti travolgono, domani c’è già qualcos’altro».

                Nel tempo, l’artista ha imparato a vedere le cose con più distacco e a rimettersi in gioco. A Fanpage aveva spiegato: «Bisogna evitare il vittimismo. È sbagliato attribuire tutte le colpe agli altri. Il nemico più grande da fermare sei tu stesso. Devi lavorare su di te, senza farti prendere dal panico».

                Oggi Marco Masini è tornato protagonista, con una carriera che continua a rinnovarsi e una nuova generazione di fan che lo riscopre. Sanremo, nonostante le polemiche, è stato un punto di svolta e il duetto con Fedez ha dimostrato che il suo repertorio è ancora attuale. Critiche o meno, la musica ha vinto.

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