Connect with us

Televisione

Affari tuoi, la Rai finisce sotto accusa: “Somiglia troppo al gioco d’azzardo”

Dopo gli ascolti da record, per il game show condotto da Stefano De Martino arriva il momento delle polemiche. Il programma è nel mirino della Vigilanza Rai: “Serve una riflessione urgente sulle dinamiche che alimentano false aspettative, soprattutto nei più fragili”.

Avatar photo

Pubblicato

il

    Non bastano gli ascolti da capogiro, le lacrime dei concorrenti e l’applauso del pubblico. Per Affari tuoi, la trasmissione preserale di Rai1 condotta da Stefano De Martino, è arrivato anche il momento delle ombre. E il sospetto è pesante: secondo alcuni osservatori, il format potrebbe riprodurre meccanismi simili a quelli del gioco d’azzardo. Un’accusa non da poco per un programma in onda sul servizio pubblico.

    A sollevare il caso è stata Striscia la Notizia, che ha dato voce al sociologo Maurizio Fiasco, da anni impegnato nello studio delle dipendenze da gioco: “Ad Affari tuoi – ha detto – c’è un progetto che riproduce tutte le procedure più tipiche del coinvolgimento e dell’induzione al gioco d’azzardo. È un vero e proprio pattern comportamentale, basato sulla suspense, sulla promessa del premio e sulla casualità apparente”. Parole che non sono rimaste inascoltate.

    Stefano Candiani, membro della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, ha ammesso la necessità di un approfondimento: “È una riflessione che andrà posta, perché in tanti soggetti, soprattutto nei più deboli, si crea una falsa aspettativa. Bisogna capire se certi meccanismi televisivi rischiano di alimentare comportamenti problematici”. Candiani ha anche invocato il ritorno di una commissione d’indagine sul tema.

    Dello stesso parere Angelo Bonelli, anch’egli membro della Vigilanza Rai, che ha annunciato l’intenzione di depositare un’interrogazione formale: “Penso che un quesito alla Rai sulle argomentazioni poste dal professor Fiasco sia legittimo. Lo farò, e vedremo cosa risponderà l’azienda”.

    Nel mirino, più che il conduttore Stefano De Martino, c’è l’impianto del format, in cui le emozioni sono pilotate da meccanismi a eliminazione progressiva, pacchi misteriosi e possibilità di vincita immediata, il tutto condito da una retorica familiare e rassicurante. Ma è proprio quella patina di normalità a inquietare di più gli esperti: “Il gioco d’azzardo – ammonisce Fiasco – non è solo una slot machine. È anche il sogno che ti viene venduto davanti a milioni di spettatori”.

    Per ora dalla Rai nessuna replica ufficiale, ma il dibattito è destinato a salire di tono. Anche perché Affari tuoi, con i suoi picchi da oltre 5 milioni di spettatori, è una delle corazzate del palinsesto. E nessuno ha interesse a farla affondare. Ma se i sospetti verranno confermati, non sarà più possibile ignorare la domanda fondamentale: è davvero solo un gioco?

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Televisione

      Sorellanza?!? Sull’Isola dei Famosi non se ne vede manco l’ombra…

      Nel reality più tropical-trash della TV italiana, Mario Adinolfi spara a zero sulla mitologica “solidarietà femminile”, scatenando una discussione da spiaggia bollente con Alessia Fabiani e Dino Giarrusso. Tra battute al vetriolo, verità scomode e dinamiche da pollaio VIP, la sorellanza affonda sotto le palme. Ma sarà davvero tutta colpa delle donne?

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

      Autore

        Il reality più spietato della tv italiana? No, non si tratta del rituale del televoto… ma della convivenza femminile! Il concorrente Mario Adinolfi ha deciso di uscire dal suo bozzolo di pacatezza e ha sguainato la spada del maschio alfa pensante. E cosa ha detto per scuotere Playa Uva? Una frase che fa tremare i talk show: “La femmina gode nel veder maltrattata un’altra femmina.” BOOM! Sipario. Lacrime. E anche qualche applauso.

        Nessuna in mia difesa

        Alessia Fabiani, un tempo reginetta delle passerelle e oggi naufraga per forza maggiore, ha fatto notare con disappunto che nessuna donna del gruppo è intervenuta a difenderla durante un acceso scontro. Ma Adinolfi non ha fatto prigionieri: “Ancora con sta storia della sorellanza? Vi siete graffiate fin dal primo giorno”.

        Adinolfi e la fine della favoletta

        “La sorellanza non esiste” è la nuova catchphrase virale che potremmo ritrovare sulle magliette dei fan di Adinolfi. Lui lo dice con convinzione, e non si tratta solo di nomination, ma di una guerra silenziosa – mica tanto – tra donne, alimentata da gelosie, strategia e una buona dose di veleno tropicale. La Fabiani ammette a denti stretti: “Un po’ ha ragione… anche se io non ho nominato nessuna (tranne Patrizia, ma solo quella volta eh!)”. Ecco la contraddizione è servita su foglia di palma…

        Dino Giarrusso: “La sorellanza esiste, ma non all’Isola”

        Meno tranchant ma ugualmente pungente, Dino Giarrusso mette il carico da novanta con filosofia reality-friendly: “La sorellanza può esistere nella vita reale, ma qui no. È un gioco, e qui le donne con le donne sono più spietate che mai”. Secondo l’ex europarlamentare (e ora filosofo dei cocchi), l’Isola è un microcosmo dove le logiche del potere si mischiano all’istinto di sopravvivenza… e alle extension.

        Donne contro donne: colpa del format o della società?

        Nel dibattito si inserisce un’amara verità firmata Giarrusso: “In TV le peggiori nemiche delle donne sono… le altre donne”. Sì, perché in un ambiente competitivo come quello dello spettacolo, le frecciatine arrivano più spesso dal camerino accanto che dal pubblico. La Fabiani, però, cerca di salvare il salvabile: “Non facciamo di tutta l’erba un fascio”. Ma la sensazione generale è che, all’Isola, la solidarietà tra donne abbia preso il largo con la prima marea utile.

        Davvero un’utopia?

        In un contesto in cui ogni gesto può essere frainteso e ogni parola votata, pretendere sorellanza è forse ingenuo. Eppure, la discussione sollevata da Adinolfi ha scoperchiato un vaso di Pandora che riguarda non solo i reality, ma la percezione del femminile nella nostra società.

        Tra cocchi, pettegolezzi e nomination… chi vincerà?

        L’Isola continua a regalarci momenti di antropologia trash e spunti sociologici camuffati da intrattenimento. In questa stagione, il tema della solidarietà femminile si fa strada tra le palme, ma rischia di perdersi nei meandri della strategia. Adinolfi ha fatto centro, volenti o nolenti. Ma chissà: tra una prova ricompensa e una zattera maledetta, magari una vera alleanza tra donne spunterà. E no, non sarà spoilerata su TikTok.

          Continua a leggere

          Televisione

          Ma ‘ndo vai se i soldi non ce l’hai: solo la Rai in corsa per Sanremo, e pure soddisfatta

          L’unica a presentarsi al bando del Comune è mamma Rai. Nessuno, nemmeno Mediaset, ha avuto il coraggio (o la faccia) di sfidarla per il Festival della Canzone Italiana

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

            Una gara… a partecipante unico. Si è chiusa così, tra uno sbadiglio e un “vabbè tanto si sapeva”, la manifestazione d’interesse per chi avrebbe dovuto organizzare e trasmettere in chiaro il Festival di Sanremo dal 2026 al 2028, con possibile proroga per due anni. A presentarsi, come da copione, è stata soltanto la Rai. Nessun altro competitor. Nessun colpo di scena. E – colmo dell’assurdo – a quanto pare sono tutti contenti.

            Il sindaco di Sanremo Alessandro Mager ha infatti dichiarato con entusiasmo: «Possiamo dirci soddisfatti». Tradotto: meno male che c’è la Rai, che almeno il carrozzone musicale ce lo mandano in onda ancora loro, con tanto di Lucarelli che litiga con tutti e look di Achille Lauro in tutina glitterata.

            E pensare che tutto questo era partito da una decisione del Tar Liguria, che a dicembre aveva dichiarato irregolare l’affidamento diretto alla Rai, costringendo il Comune dei Fiori a pubblicare un bando pubblico. Ecco, il bando c’era, ma di pubblico interesse neanche l’ombra. A parte quello, appunto, della Rai, che ha presentato la sua busta – una sola, bella ordinata – e ora si prepara a incassare altri cinque anni di monopolio sanremese.

            Il bando non era certo tenero: corrispettivo minimo di 6,5 milioni di euro per il Comune, almeno l’1% su introiti pubblicitari e sfruttamento dei marchi, trasmissione di Sanremoinfiore, eventi aggiuntivi estivi, presenza garantita dell’Orchestra Sinfonica e dei vincitori di Area Sanremo. Insomma, un pacchetto mica da ridere. Ma nessuno ha riso. Nessuno ha partecipato. E no, nemmeno Mediaset. Forse troppo impegnata a riproporre la dodicesima replica del Segreto.

            Il sindaco Mager rivendica trasparenza e dedizione, insieme al suo team tecnico e all’assessore al Turismo Alessandro Sindoni. E rilancia: «I criteri sono congrui, ma soprattutto miravano a far crescere il Festival e la città». Tutto vero. Ma intanto resta il sospetto che la Rai abbia vinto una gara senza avversari. E che – per quanto bravi e storici siano – il Festival rischi di restare prigioniero dello stesso schema, della stessa voce narrante, delle stesse facce.

            Certo, “chi lascia la via vecchia per la nuova…” dice il proverbio. Ma almeno un tentativo, una cordata alternativa, una provocazione. Niente. Solo Rai. E ora via al prossimo totoconduttore, totovestiti, totoscandali. Perché Sanremo, si sa, non è una gara. E nemmeno una vera competizione. È un’assegnazione. E quest’anno, come da tradizione, “senza se e senza ma”.

              Continua a leggere

              Televisione

              “Mi chiese 10.000 euro per non diffondere il video”: una nuova accusa contro Rocco Siffredi

              Dopo le denunce delle pornostar, spunta il racconto di una donna esterna all’industria dell’hard: avrebbe pagato 10.000 euro in contanti a Rocco Siffredi per evitare la diffusione di un filmato. Tra le prove, audio in cui l’attore farebbe pressione sulla donna e una telefonata che insinua pagamenti in nero. La replica? Per ora non pervenuta.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

                Un nuovo tassello si aggiunge al mosaico sempre più opaco dell’inchiesta su Rocco Siffredi. Questa volta a parlare non è un’attrice hard, ma una donna qualunque, lontana dal mondo dell’industria a luci rosse. Vedova, madre di una bambina, in difficoltà economica. Una storia diversa, forse per questo ancora più scioccante.

                “Giulia” – questo il nome fittizio usato dalla trasmissione Le Iene – racconta di aver accettato, nel 2022, di girare una scena hard con Siffredi. Non era una professionista del settore, ma una donna fragile, reduce da un grave lutto. Dopo averci ripensato, però, avrebbe chiesto di non pubblicare il video. E lì, a suo dire, sarebbe arrivata la richiesta choc: 10.000 euro per bloccare la scena.

                «Non mi ha nemmeno pagata per la scena. Gli ho consegnato i 10mila euro in una busta bianca, erano i soldi della liquidazione del mio compagno morto», racconta Giulia. «Gli dissi che mi stava rovinando, lui rispose: “Dovevi pensarci prima. Se sbagli, paghi”».

                Nel servizio andato in onda su Italia 1 vengono trasmessi alcuni messaggi vocali attribuiti a Siffredi. In uno di questi, si sentirebbe dire: «Se non porta i 10k, le chiacchiere se le porta il vento». In un altro: «La scena è stata digitalizzata, spedita. Non posso garantire con un foglio che non uscirà. Posso solo promettere che non finirà su Roccosiffredi.com».

                A complicare la situazione, una telefonata – registrata di nascosto – tra un collaboratore di Siffredi e un interlocutore anonimo, in cui si parla apertamente del pericolo che «saltino fuori i pagamenti in nero» e si afferma che «Rocco si è intascato 10mila euro in nero».

                Anche Rudy Franca, storico produttore di film per adulti, interviene per criticare il comportamento ipotizzato: «Una scena costa al massimo mille euro. Togliere una scena anche dopo aver firmato le liberatorie si può fare. Ma 10.000 euro? Non esiste, soprattutto se l’attrice non è stata pagata».

                Per ora, da parte di Rocco Siffredi, nessuna dichiarazione ufficiale. Ma l’impressione è che il caso sia tutt’altro che chiuso. E le ombre intorno al suo impero mediatico si fanno sempre più fitte.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù