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Televisione

Bernardini de Pace da avvocato delle star a giudice di Forum: «Ora realizzo il mio sogno»

Dalle radici pugliesi al sogno di diventare giudice, passando per il divorzio più difficile – il suo – Annamaria Bernardini de Pace racconta la sua nuova avventura a “Forum”, dove separerà coniugi e unirà genitori, con un occhio attento alle dinamiche complesse delle relazioni familiari. Con uno sguardo anche al futuro della famiglia tradizionale, che non deve essere sinonimo di ipocrisia.

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    «Sono felice perché finalmente realizzo il mio sogno di sempre: fare il giudice». Con queste parole, Annamaria Bernardini de Pace, l’avvocato matrimonialista più celebre d’Italia, annuncia la sua nuova avventura: vestirà la toga a “Forum”, il programma che ritorna in diretta per la sua quarantesima edizione da lunedì 9 settembre alle 11, su Canale 5.

    Bernardini de Pace ci tiene a precisare le sue radici: «Origini pugliesi? No, io sono pugliese. Mio padre Nicola, originario di Lecce, era un magistrato, e mia madre, Isabella Bellisario, avvocato, era figlia di un colonnello dei carabinieri di Gioia del Colle. Sono nata a Perugia solo per caso, ma i miei primi mesi di vita li ho vissuti ad Alessano».

    Per quanto riguarda le sue vacanze, l’avvocato non ha dubbi: «Ogni anno trascorro le vacanze in Puglia. A breve scenderò giù, prima a Ostuni, ospite della Masseria Traetta, e poi alla Tenuta Furnirussi di Serrano, i miei luoghi del cuore. Mi piace esplorare, scoprire posti nuovi. Ho anche uno studio a Bari, oltre che in diverse altre città italiane».

    Interrogata sulle recenti critiche di Briatore riguardo ai servizi in Puglia, Bernardini de Pace concorda: «Ha ragione. Mi dispiace che il suo progetto a Otranto sia stato bloccato. Ad esempio, a Monopoli ci sono spiagge meravigliose, ma poi ti ritrovi di fianco situazioni che non possono svilupparsi per colpa dei giochi politici locali».

    Raccontando come ha scelto di diventare avvocato, rivela: «In realtà, volevo fare il giudice come mio padre. Ma mi sono innamorata del mio professore di Diritto romano, che ho sposato nel 1970 a soli 22 anni. Lui, gelosissimo, voleva che mi dedicassi alle nostre figlie. Quando l’amore è finito, ho ripreso gli studi, ho dato 18 esami in due anni e ho detto a mio padre: “Faccio l’esame da giudice”. Ma lui mi ha sconsigliato, dicendo che ero troppo passionale e avrei dovuto mantenere equilibrio».

    Ora, a “Forum”, si occuperà di controversie familiari, il suo pane quotidiano: «È il mio campo da sempre. Mi piace seguire le dinamiche intricate delle relazioni. Spero di poter insegnare qualcosa anche giudicando. Separo i coniugi, unisco i genitori».

    Riguardo alla polemica sulle vacanze di Giorgia Meloni e Andrea Giambruno, Bernardini de Pace si schiera dalla loro parte: «Sono fantastici. Mi infastidisce che la sinistra critichi chi parla di famiglia tradizionale e poi si separa. La famiglia tradizionale deve rimanere unita a tutti i costi? No, quella è ipocrisia. La vera famiglia è quella che, quando l’amore finisce, si separa ma continua a collaborare per il bene dei figli».

    Riguardo al divorzio più difficile che ha affrontato, è schietta: «Il mio. Gli altri casi cerco di seguirli con distacco».

    Sui social, Bernardini de Pace ha pubblicato la frase “l’amore è un mistero che dura finché dura il mistero”, e chiarisce: «Quando ho svelato il mistero, il mio matrimonio è finito».

    Sul fronte personale, confida: «L’unico maschio fedele è il mio bassottino, Nicobel. Ha sei mesi e abbaia, ma è adorabile».

    Tra i casi più dolorosi, cita il divorzio tra Al Bano e Romina Power: «Più grande è l’amore, più forte è la reazione. Al Bano è un gran signore, nonostante tutto».

    Di Francesco Totti, suo cliente, non dice nulla: «Non parlo mai dei miei assistiti, ma posso dire che anche lui e Ilary collaborano per il bene dei loro figli».

    Quando le chiedono dell’assegno di mantenimento più alto ottenuto, risponde: «100 mila euro al mese, netti. Era il 2005».

    E sul profilo dei suoi clienti, osserva: «Oggi mi scelgono più gli uomini. Le donne sono più autonome, mentre gli uomini spesso si trovano in difficoltà a gestire la vita».

    Bernardini de Pace non nasconde di aver ricevuto minacce: «Sì, molte. Una volta ho trovato una bomba fuori dalla porta di casa».

    Infine, parlando di successi legali, rivela con orgoglio: «Il mio più grande successo? Far risposare tra loro due o tre coppie che si erano combattute per anni. Ma non chiedetemi chi sono, non lo dirò mai».

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      Televisione

      Raoul Bova e il figlio Francesco insieme sul set di Don Matteo: debutto da comparsa e riavvicinamento familiare

      Francesco, che non ha mai mostrato interesse per la recitazione, appare in una piccola parte da infermiere. La sua vera passione resta la musica elettronica, coltivata con studi a Berlino e un percorso da deejay già avviato.

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        Una scena familiare, ma davanti alle telecamere. Raoul Bova e il figlio Francesco si sono ritrovati sul set di Don Matteo, dove il secondogenito dell’attore romano ha fatto una breve comparsa nei panni di un infermiere. Un piccolo debutto che ha sorpreso i fan della fiction Rai, ma che ha soprattutto il sapore di un momento di riavvicinamento familiare, dopo mesi segnati da tensioni e problemi personali.

        Francesco, nato nel 2001 dal matrimonio di Bova con Chiara Giordano, non si era mai mostrato interessato alla carriera d’attore del padre. Cresciuto comunque a stretto contatto con il mondo dello spettacolo, ha sempre preferito percorrere una strada diversa, inseguendo la sua grande passione: la musica. Dopo la laurea presso la Catalyst – Institute for Creative Arts and Technology di Berlino, si è infatti affermato come deejay di musica elettronica, con serate e produzioni che lo hanno fatto conoscere in ambienti internazionali.

        Il set di Don Matteo, dunque, non rappresenta un cambio di rotta, ma piuttosto un’esperienza curiosa, nata forse dalla voglia di condividere del tempo con il padre in un contesto lavorativo che per Raoul è ormai casa. Subentrato a Terence Hill nella serie, Bova ha consolidato il suo ruolo di protagonista con la consueta eleganza e con il consenso del pubblico. Vederlo accanto al figlio, anche solo per poche inquadrature, ha aggiunto una nota di intimità che non è passata inosservata.

        Per Francesco, l’apparizione potrebbe restare un episodio isolato, un aneddoto da raccontare più che l’inizio di una carriera da attore. La sua vita sembra infatti scorrere su altre frequenze, quelle dei beat elettronici e dei club internazionali. Ma questa incursione televisiva mostra una complicità ritrovata tra padre e figlio, un segnale positivo che ha emozionato chi conosce le vicende della famiglia.

        In attesa dei prossimi progetti musicali di Francesco e delle nuove puntate di Don Matteo, resta l’immagine di un padre e un figlio che si sono concessi la possibilità di condividere un pezzo di strada. Stavolta, davanti a una macchina da presa.

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          Televisione

          Katia Ricciarelli e Pippo Baudo, la verità di Magalli: «Non fu la segretaria a impedirle i contatti, era Pippo a non volerla sentire»

          Katia Ricciarelli ha raccontato che per parlare con Baudo doveva passare dalla sua segretaria Dina Minna. Magalli ribalta la versione: «Pippo aveva un numero privato, ma non lo diede mai a Katia. Fu lui a chiedere di non essere disturbato».

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            Il racconto di Katia Ricciarelli a Verissimo aveva suscitato non poca curiosità. La cantante lirica, parlando con Silvia Toffanin, ha ricordato che durante gli anni della sua relazione con Pippo Baudo le veniva impedito di comunicare direttamente con lui, costretta a passare sempre dalla storica segretaria Dina Minna. Un dettaglio che lasciava intendere un filtro imposto da terzi, quasi a voler limitare il loro rapporto.

            Ma a rimettere ordine nella vicenda ci ha pensato Giancarlo Magalli, intervenuto a La Volta Buona. Con tono fermo, ha ribaltato la ricostruzione: «Io il numero di Dina ce l’ho ancora, e ho sempre avuto anche quello di Pippo. Baudo aveva un suo telefono, un numero privato che dava solo a chi voleva. Quel numero, però, a Katia non lo ha mai dato. Per questo lei doveva passare attraverso Dina».

            Il conduttore ha aggiunto un particolare ancora più diretto: «Pippo aveva detto chiaramente a Dina: “Non me la passare quando chiama”. Vi assicuro che Dina non si sarebbe mai arrogata il diritto di decidere chi far arrivare a Pippo e chi no. Era una persona seria, non avrebbe mai preso una simile iniziativa di testa sua».

            Parole che cambiano la prospettiva: non un filtro calato dall’alto da parte della segretaria, ma una decisione precisa del presentatore, che in alcuni momenti avrebbe preferito evitare i contatti con l’ex compagna.

            Magalli ha poi colto l’occasione per smentire un’altra voce circolata negli ultimi giorni: «Non è vero che Baudo se n’è andato da solo. Gli amici vicino li ha sempre avuti».

            Tra dichiarazioni contrastanti e ricordi che riaffiorano, il mosaico del rapporto tra Katia Ricciarelli e Pippo Baudo si arricchisce di nuove tessere. E a distanza di anni, la storia tra la diva del bel canto e il re della tv italiana continua a far discutere, tra versioni divergenti e aneddoti mai del tutto chiariti.

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              Televisione

              Guè, la fuga da Miss Italia che fa infuriare la giuria: lascia il palco senza salutare, Pascale lo stronca e la Parietti ci mette il carico da novanta

              A Miss Italia va in scena il caso Guè: mentre Tormento, Shablo e Joshua restano sul palco, lui se ne va lasciando pubblico e giurati di sasso. Francesca Pascale guida la rivolta: «L’arte è anche rispetto». Alba Parietti ironizza: «Non diamo soddisfazione a chi non se lo merita».

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                Miss Italia voleva il glamour, la musica e un po’ di spettacolo, ma si è ritrovata con un piccolo scandalo da backstage. Protagonista? Guè, che al concorso non ha concesso neanche il tempo di un sorriso. Appena finita la sua esibizione, il rapper è sceso dal palco come un fulmine, senza salutare, senza una parola, lasciando tutti a bocca aperta. Un’uscita che ha fatto infuriare la giuria, già nervosa per un’edizione segnata da tensioni e polemiche.

                A restare sul palco, invece, Tormento, Shablo e Joshua, che almeno hanno concesso due battute, salvando la forma. Guè, invece, si è dileguato, con il pubblico che si chiedeva se fosse un colpo di scena preparato o, più banalmente, un gesto di maleducazione. La seconda ipotesi sembra la più accreditata, visto il gelo che ha lasciato dietro di sé.

                La più dura è stata Francesca Pascale, presidente di giuria, che non ha avuto problemi a dire quello che pensava davanti alle telecamere: «Io spero che abbia una giustificazione valida, altrimenti ha fatto una pessima figura l’arte e l’artista. Qua bisogna rispettare non solo le persone che sono qui, ma anche le persone che lavorano per tenere in piedi una struttura così importante». Una stoccata diretta e senza filtri, che ha trasformato l’incidente in un caso.

                E non poteva mancare il commento di Alba Parietti, pronta a infilare la lama con eleganza velenosa: «Non diamo tutta questa soddisfazione a chi non se lo merita». Tradotto: non diamogli visibilità, ma intanto la bordata è servita. Perché il comportamento del rapper ha fatto discutere non solo dietro le quinte, ma anche sui social, dove l’hashtag “Guè” è diventato trend per tutte le ragioni sbagliate.

                Nella serata che doveva incoronare la nuova Miss Italia, la vera incoronazione è stata quella del “caso Guè”, con il rapper bollato come l’artista che non rispetta né il palco né chi ci lavora. E mentre la vincitrice Katia Buchicchio festeggiava la sua fascia, la scena rubata dal rapper in fuga ha ricordato a tutti che la passerella della vanità, in Italia, non è mai solo un concorso di bellezza: è un’arena in cui il gossip regna sovrano.

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