Televisione
Cairo presenta i palinsesti La7: arriva Insinna!
Ieri mattina a Milano presso il Principe di Savoia sono stati presentati i nuovi palinsesti di La7 per la stagione 2024/2025 – che parte il prossimo 9 settembre – dal presidente Urbano Cairo in persona. Che ha annunciato alla stampa tutte le novità della stagione. Due le notizie più importanti: la conferma di Enrico Mentana alla direzione del tg per altri due anni e l’arrivo di Flavio Insinna.
L’informazione quotidiana del TgLa7 sarà ancora a cura di Enrico Mentana, confermato al timone del Tg fino a tutto il 2026. Oltre alla conduzione dell’edizione delle 20.00 proporrà anche Speciali e le sue ormai celebri #maratonementana, in grado di proporre un genere apprezzatissimo, anche in occasione delle elezioni europee con risultati notevolissimi.
Il canale, secondo la valutazione di cairo, gode di ottima salute, reduce dalla stagione migliore di sempre e con il raggiungimento nel 2023 di un – piccolissimo ma significativo – utile di 100mila euro. «La7 di oggi è anche la migliore di sempre per conduttori, qualità di programmi e palinsesto – ha sottolineato Cairo – e il pubblico sta molto apprezzando».
L’arrivo di Insinna
Flavio Insinna arriva a La7 con Family Feud, gameshow come traino al tg di Mentana, che andrà in onda dal 7 ottobre:«È una novità assoluta, un progetto sul quale abbiamo ragionato per anni – ha spiegato l’editore -. Abbiamo ottenuto un accordo con questo personaggio straordinario della tv italiana per fare un game show prima del tg. Flavio Insinna sarà su La7 tutti i giorni dal lunedì al sabato per un game show dalle 18.35 alle 19.55. Per noi è un acquisto importantissimo sul quale puntiamo molto».
L’addio di Giletti
«Mi fa piacere per Giletti e la sua opportunità in Rai». Quello che è successo in passato, «è superato, passerei altro e mi occuperei di altre cose». Sono le esatte parole di Cairo che non hanno bisogno di ulteriore commento.
Una squadra di grandi elementi
Dopo aver concluso la migliore stagione di sempre lunedì 9 settembre torna Lilli Gruber con Otto e Mezzo Dal 16 settembre, di lunedì torna pure La Torre di Babele di Corrado Augias. Martedì (dal 17 settembre) DiMartedì di Giovanni Floris. Mercoledì (dal 9 ottobre) Una Giornata Particolare di Aldo Cazzullo. Giovedì (dal 12 settembre) Piazzapulita di Corrado Formigli. Venerdì (dal 13 settembre) Propaganda Live di Diego Bianchi (in arte Zoro). Sabato e domenica (dal 14 settembre) In Altre Parole di Massimo Gramellini con Roberto Vecchioni. Riconfermati David Parenzo alla guida de L’Aria che tira e Tiziana Panella a Tagadà, che hanno firmato una stagione di grande successo e in grande crescita di ascolti.
L’appuntamento estivo col Palio di Siena
Tra gli eventi dell’estate confermato anche il Palio di Siena (prossima corsa il 16 agosto) commentato da Pierluigi Pardo e Giovanni Mazzini, che tornerà anche nella prossima stagione con i due appuntamenti estivi.
Lo sport non rappresenta un asset primario per La7
Per il calcio, spiega sempre Cairo «abbiamo appena fatto un accordo con Dazn e Sky che è un accordo quinquennale, che parte praticamente adesso. Cinque anni sono un periodo lungo per intervenire e apportare miglioramenti», per esempio per quanto riguarda «gli stadi». La7 «non è interessata a scendere in campo sullo sport, anche se mi piacerebbe molto. Credo molto che lo sport sia un elemento di attrazione, ma lo sport è limitato moltissimo e tutto va sulle piattaforme. Non credo che noi potremo avere la forza di sopportare l’investimento sullo sport».
Tirando le somme
«Siamo reduci dalla stagione migliore di sempre – ha proseguito – Undici anni sono passati dopo la prima conferenza del 2013 seguente all’acquisto di La7 ed è una rete molto in salute. Siamo molto, molto contenti per una stagione molto speciale, per noi la migliore di sempre, è un momento molto bello per noi – ha concluso -. È la La7 migliore di sempre, con una ricchezza di palinsesto e conduttori, che il pubblico sta apprezzando». Buona visione a tutti.
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Televisione
Erica Martinelli e Rosa Chemical a Bella Ma: “D’Urso e La Rocca sopravvalutati”, risposta confusa e stoccata a Magnini
Erica Martinelli e Rosa Chemical accendono lo studio di Bella Ma con commenti diretti e poco allineati. Barbara d’Urso e Pasquale La Rocca definiti “sopravvalutati”, poi una risposta che spiazza tutti e la frecciata a Filippo Magnini, accusato di essere “un po’ rosicone”.
A Bella Ma il clima si fa leggero solo in apparenza, perché basta una domanda per far partire una sequenza di dichiarazioni che lasciano il segno. Erica Martinelli e Rosa Chemical non girano intorno ai giudizi e, parlando delle coppie rimaste in gara, indicano senza troppi filtri Barbara d’Urso e Pasquale La Rocca come “la coppia più sopravvalutata”.
La frase rimbalza subito in studio, ma è quello che arriva dopo a trasformare il momento in un piccolo caso televisivo. Alla richiesta di spiegare meglio, Martinelli prova a ritrattare, o forse a correggere il tiro, con una risposta che finisce per confondere più che chiarire: “Io non me ne intendo di ballo, non capisco niente, sopravvalutati non lo so? Boh“.
La risposta che spiazza anche Diaco
Una replica che suona talmente fuori asse da diventare protagonista del momento. Tanto che lo stesso Pierluigi Diaco non resiste e glielo fa notare, con una battuta che diventa immediatamente virale: “Questa risposta è più paraguro di me e ce ne vuole eh, è pazzesco“. Lo studio ride, ma il non sense resta lì, sospeso tra ironia e imbarazzo.
Il risultato è un giudizio lanciato e subito ritirato, come se la parola “sopravvalutati” fosse uscita prima del ragionamento. Una dinamica che in tv funziona sempre: dire, correggere, smentire senza smentire davvero.
Rosa Chemical e il capitolo Magnini
A rimettere benzina sul fuoco ci pensa Rosa Chemical, che sposta il mirino su un altro nome. Per lui, il concorrente più “rosicone” sarebbe Filippo Magnini. “Non si accontenta delle cose, è un po’ lamentoso”, dice senza mezzi termini. Ma subito dopo arriva la precisazione che smussa il colpo: “Io sono sempre dalla sua parte, anche io sono un po’ rosicone“.
Una critica che si trasforma in autocritica, rendendo il giudizio meno tagliente e più complice. Il classico commento che sembra una frecciata, ma prova a restare sul terreno della simpatia.
Giudizi sparati e parole che restano
Tra risposte confuse, battute fulminanti e commenti che si correggono da soli, Bella Ma si conferma il luogo perfetto per questo tipo di momenti. Opinioni espresse di getto, ripensamenti immediati e quella sensazione costante che, una volta dette, le parole inizino a camminare da sole.
In studio si ride, fuori si commenta, e i nomi citati finiscono inevitabilmente al centro del chiacchiericcio. Perché in tv, anche quando si prova a fare un passo indietro, la frase detta resta sempre un passo avanti.
Televisione
Perché Roberto Bolle non è mai stato ad Amici: l’invito c’è stato, la risposta arriva da Cattelan
Ospite di Alessandro Cattelan, Roberto Bolle rompe un piccolo tabù televisivo e spiega perché non è mai stato ad Amici. Altro che rifiuti o snobismi: gli inviti ci sono stati, ma il calendario e la Rai hanno sempre inciso più di ogni altra cosa.
La domanda prima o poi doveva arrivare, e quando arriva passa sempre per la via più diretta. Alessandro Cattelan la piazza senza troppi giri di parole: perché Roberto Bolle non è mai stato ad Amici di Maria De Filippi? Una curiosità che circola da anni, tra pubblico, addetti ai lavori e appassionati di danza. La risposta, però, è molto meno polemica di quanto qualcuno immaginasse.
Bolle, un po’ imbarazzato ma sorridente, mette subito le cose in chiaro: “No, devo dire la verità, mi è stato anche chiesto di andare. Non come cast o professore, come ospite”. Fine del mistero sugli inviti mancati: Amici ha bussato alla porta del ballerino più famoso d’Italia, e non una volta sola.
Gli inviti ci sono stati
Il punto non è mai stato un no ideologico o una distanza dal format di Maria De Filippi. Bolle lo dice chiaramente, sgombrando il campo da qualsiasi lettura maliziosa. Nessuna proposta di entrare nel cast fisso, nessuna cattedra da professore, solo inviti come ospite. Insomma, il classico passaggio celebrativo che molti si aspettavano da tempo.
Il nodo Rai e il calendario
Il motivo dell’assenza, spiega Bolle, è molto più pratico che simbolico: “Ancora non ci sono stato principalmente perché ho sempre fatto il programma su Rai Uno ed è sempre capitato in quel periodo”. Una questione di tempi televisivi che si sovrappongono, più che di scelte editoriali. In particolare, aprile torna come un mese chiave, spesso occupato dagli impegni Rai legati alla danza.
La giornata della danza come spartiacque
Bolle cita un esempio preciso: “Ad esempio ad aprile per la giornata della danza”. Un appuntamento che per lui è diventato quasi una tradizione televisiva su Rai Uno, difficile da aggirare senza creare conflitti di palinsesto. Quando Amici è in piena corsa, lui è già impegnato altrove, sotto un’altra insegna.
Nessun veto, solo incastri mancati
Il racconto restituisce un quadro molto più semplice di quanto si sia detto negli anni. Nessun veto incrociato, nessuna rivalità tra reti, nessuna presa di distanza dal talent più longevo della tv italiana. Solo una serie di coincidenze che, stagione dopo stagione, hanno reso impossibile quell’incontro tanto atteso.
Alla fine, la risposta di Bolle smonta il mito dell’assenza “scelta” e lo riporta su un terreno concreto: quello dei palinsesti. E lascia aperta una possibilità implicita. Perché se gli inviti ci sono stati e il problema è sempre stato il calendario, allora non è detto che, prima o poi, quel debutto ad Amici non possa davvero accadere.
Televisione
Da Striscia a Realpolitik: Vittorio Brumotti riparte da Rete 4 e diventa presenza fissa del talk di Labate
Archiviata l’esperienza a Striscia la Notizia, Vittorio Brumotti trova una nuova collocazione televisiva. Dal 19 novembre è una presenza fissa di Realpolitik, il talk politico condotto da Tommaso Labate su Rete 4, segnando un cambio di passo netto nella sua carriera televisiva.
C’è chi sparisce dai radar e chi, invece, cambia campo e riparte. Vittorio Brumotti ha scelto la seconda strada. Dopo la “cacciata” da Striscia la Notizia, l’ex inviato simbolo del programma satirico di Canale 5 è riapparso in modo tutt’altro che timido su Rete 4, diventando una presenza fissa di Realpolitik, il talk politico condotto da Tommaso Labate in prima serata.
L’approdo è datato 19 novembre, una data che segna uno spartiacque televisivo per Brumotti. Niente più servizi in bici, niente blitz ad alta adrenalina: il contesto è quello del confronto politico, della discussione in studio, dei temi caldi dell’attualità. Un cambio di registro che non passa inosservato.
Addio Striscia, senza nostalgie pubbliche
L’uscita da Striscia la Notizia è stata tutt’altro che morbida e ha fatto discutere. Brumotti, però, ha evitato polemiche plateali e regolamenti di conti in diretta. Nessuna lunga autodifesa, nessun racconto dettagliato del retroscena. Il passaggio a Realpolitik sembra piuttosto una risposta indiretta: voltare pagina, mostrando un’altra versione di sé.
Il nuovo ruolo a Realpolitik
Nel talk di Tommaso Labate, Brumotti non è una semplice comparsa. La sua presenza è ormai stabile e riconoscibile, inserita in un contesto che richiede interventi più misurati e meno istintivi rispetto al passato. Il programma, abituato a ospitare politici, analisti e giornalisti, assorbe la sua figura in modo diverso, mettendolo alla prova su un terreno più istituzionale.
Da inviato d’assalto a volto da studio
Il salto è netto. Per anni Brumotti è stato identificato con l’azione, con l’irruzione, con la denuncia spettacolarizzata. A Realpolitik il ritmo è un altro: contano le parole, le posizioni, la capacità di stare dentro una discussione senza forzarla. Un banco di prova che racconta la volontà di non restare incasellato in un solo ruolo televisivo.
Rete 4 come nuova casa
La scelta di Rete 4 non è casuale. La rete negli ultimi anni ha puntato forte sull’informazione e sul dibattito politico in prima serata, costruendo un pubblico fedele e molto identitario. Inserire Brumotti in questo contesto significa offrirgli una seconda chance televisiva, lontana dalla satira e più vicina al racconto diretto dell’attualità.
Il percorso è appena iniziato, ma il segnale è chiaro: Brumotti non è scomparso dopo Striscia. Ha cambiato palco, linguaggio e pubblico. E, nel bene o nel male, è tornato a farsi vedere.
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