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Televisione

Carlo Conti vuole Pio e Amedeo al Festival di Sanremo 2025: trattativa al rush finale

Carlo Conti punta a portare Pio e Amedeo sul palco dell’Ariston per una serata all’insegna del divertimento. Secondo il settimanale Oggi, la trattativa sarebbe ormai giunta alle battute finali. Con il permesso di Mediaset, i due comici potrebbero tornare al Festival per regalare al pubblico momenti di irriverente comicità, senza lasciare rimpianti ai fan delle edizioni di Amadeus.

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    Carlo Conti sta definendo gli ultimi dettagli per l’edizione 2025 del Festival di Sanremo, in programma dall’11 al 15 febbraio, e tra le possibili sorprese della kermesse ci sarebbe anche il ritorno sul palco di Pio e Amedeo. I due comici, che nel 2019 avevano già fatto un’apparizione al Festival sotto la conduzione di Claudio Baglioni, sono ora al centro di una trattativa “giunta al rush finale” per tornare all’Ariston, questa volta per volere di Conti, che spera di regalare al pubblico un momento di comicità sfacciata e pungente.

    Secondo quanto riportato dal settimanale Oggi, Carlo Conti sarebbe in trattative serrate con Mediaset, detentrice dell’esclusiva sui due comici, per ottenere il nulla osta necessario. Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di Mediaset, sembra disposto a concedere loro il permesso, consapevole del valore aggiunto che Pio e Amedeo porterebbero al palco più celebre d’Italia. “Sta facendo fuoco e fiamme per averli”, si legge sul settimanale, sottolineando l’impegno del conduttore per evitare che il pubblico rimpianga il successo delle edizioni targate Amadeus.

    Per Conti, questa è solo una delle tante scelte delicate che sta affrontando per rendere Sanremo 2025 un evento indimenticabile. Oltre alla selezione degli ospiti, infatti, il conduttore è alle prese con la scelta dei Big in gara, che rappresentano il vero cuore del Festival. Alla fine di settembre, ha rivelato a RTL 102.5 che questa fase, in cui ascolta tutte le proposte degli artisti, è per lui la “più entusiasmante”, spiegando come “il succo vero del Festival sia la scelta delle canzoni”. Dopo aver già annunciato i finalisti di Sanremo Giovani, Conti sta ora ultimando le selezioni per i Big, con un occhio di riguardo verso la musica italiana più innovativa e di qualità.

    La possibile partecipazione di Pio e Amedeo ha già suscitato curiosità tra i fan del Festival, che si aspettano momenti di irriverenza e battute taglienti dai due comici pugliesi. La loro comicità, ben nota al grande pubblico, aggiungerebbe un tocco di leggerezza e spettacolo alle serate di Sanremo, con gag che promettono di scatenare il pubblico e di vivacizzare il clima del Festival.

    Per ora, però, nulla è ancora definitivo, e i dettagli della trattativa rimangono riservati. Ma se Conti riuscirà a portare a casa questo colpo, l’Ariston si prepara ad accogliere uno show ancora più brillante e memorabile, continuando la tradizione di ospitare i più amati volti dello spettacolo italiano.

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      Televisione

      Perché Roberto Bolle non è mai stato ad Amici: l’invito c’è stato, la risposta arriva da Cattelan

      Ospite di Alessandro Cattelan, Roberto Bolle rompe un piccolo tabù televisivo e spiega perché non è mai stato ad Amici. Altro che rifiuti o snobismi: gli inviti ci sono stati, ma il calendario e la Rai hanno sempre inciso più di ogni altra cosa.

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        La domanda prima o poi doveva arrivare, e quando arriva passa sempre per la via più diretta. Alessandro Cattelan la piazza senza troppi giri di parole: perché Roberto Bolle non è mai stato ad Amici di Maria De Filippi? Una curiosità che circola da anni, tra pubblico, addetti ai lavori e appassionati di danza. La risposta, però, è molto meno polemica di quanto qualcuno immaginasse.

        Bolle, un po’ imbarazzato ma sorridente, mette subito le cose in chiaro: “No, devo dire la verità, mi è stato anche chiesto di andare. Non come cast o professore, come ospite”. Fine del mistero sugli inviti mancati: Amici ha bussato alla porta del ballerino più famoso d’Italia, e non una volta sola.

        Gli inviti ci sono stati
        Il punto non è mai stato un no ideologico o una distanza dal format di Maria De Filippi. Bolle lo dice chiaramente, sgombrando il campo da qualsiasi lettura maliziosa. Nessuna proposta di entrare nel cast fisso, nessuna cattedra da professore, solo inviti come ospite. Insomma, il classico passaggio celebrativo che molti si aspettavano da tempo.

        Il nodo Rai e il calendario
        Il motivo dell’assenza, spiega Bolle, è molto più pratico che simbolico: “Ancora non ci sono stato principalmente perché ho sempre fatto il programma su Rai Uno ed è sempre capitato in quel periodo”. Una questione di tempi televisivi che si sovrappongono, più che di scelte editoriali. In particolare, aprile torna come un mese chiave, spesso occupato dagli impegni Rai legati alla danza.

        La giornata della danza come spartiacque
        Bolle cita un esempio preciso: “Ad esempio ad aprile per la giornata della danza”. Un appuntamento che per lui è diventato quasi una tradizione televisiva su Rai Uno, difficile da aggirare senza creare conflitti di palinsesto. Quando Amici è in piena corsa, lui è già impegnato altrove, sotto un’altra insegna.

        Nessun veto, solo incastri mancati
        Il racconto restituisce un quadro molto più semplice di quanto si sia detto negli anni. Nessun veto incrociato, nessuna rivalità tra reti, nessuna presa di distanza dal talent più longevo della tv italiana. Solo una serie di coincidenze che, stagione dopo stagione, hanno reso impossibile quell’incontro tanto atteso.

        Alla fine, la risposta di Bolle smonta il mito dell’assenza “scelta” e lo riporta su un terreno concreto: quello dei palinsesti. E lascia aperta una possibilità implicita. Perché se gli inviti ci sono stati e il problema è sempre stato il calendario, allora non è detto che, prima o poi, quel debutto ad Amici non possa davvero accadere.

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          Televisione

          Da Striscia a Realpolitik: Vittorio Brumotti riparte da Rete 4 e diventa presenza fissa del talk di Labate

          Archiviata l’esperienza a Striscia la Notizia, Vittorio Brumotti trova una nuova collocazione televisiva. Dal 19 novembre è una presenza fissa di Realpolitik, il talk politico condotto da Tommaso Labate su Rete 4, segnando un cambio di passo netto nella sua carriera televisiva.

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            C’è chi sparisce dai radar e chi, invece, cambia campo e riparte. Vittorio Brumotti ha scelto la seconda strada. Dopo la “cacciata” da Striscia la Notizia, l’ex inviato simbolo del programma satirico di Canale 5 è riapparso in modo tutt’altro che timido su Rete 4, diventando una presenza fissa di Realpolitik, il talk politico condotto da Tommaso Labate in prima serata.

            L’approdo è datato 19 novembre, una data che segna uno spartiacque televisivo per Brumotti. Niente più servizi in bici, niente blitz ad alta adrenalina: il contesto è quello del confronto politico, della discussione in studio, dei temi caldi dell’attualità. Un cambio di registro che non passa inosservato.

            Addio Striscia, senza nostalgie pubbliche
            L’uscita da Striscia la Notizia è stata tutt’altro che morbida e ha fatto discutere. Brumotti, però, ha evitato polemiche plateali e regolamenti di conti in diretta. Nessuna lunga autodifesa, nessun racconto dettagliato del retroscena. Il passaggio a Realpolitik sembra piuttosto una risposta indiretta: voltare pagina, mostrando un’altra versione di sé.

            Il nuovo ruolo a Realpolitik
            Nel talk di Tommaso Labate, Brumotti non è una semplice comparsa. La sua presenza è ormai stabile e riconoscibile, inserita in un contesto che richiede interventi più misurati e meno istintivi rispetto al passato. Il programma, abituato a ospitare politici, analisti e giornalisti, assorbe la sua figura in modo diverso, mettendolo alla prova su un terreno più istituzionale.

            Da inviato d’assalto a volto da studio
            Il salto è netto. Per anni Brumotti è stato identificato con l’azione, con l’irruzione, con la denuncia spettacolarizzata. A Realpolitik il ritmo è un altro: contano le parole, le posizioni, la capacità di stare dentro una discussione senza forzarla. Un banco di prova che racconta la volontà di non restare incasellato in un solo ruolo televisivo.

            Rete 4 come nuova casa
            La scelta di Rete 4 non è casuale. La rete negli ultimi anni ha puntato forte sull’informazione e sul dibattito politico in prima serata, costruendo un pubblico fedele e molto identitario. Inserire Brumotti in questo contesto significa offrirgli una seconda chance televisiva, lontana dalla satira e più vicina al racconto diretto dell’attualità.

            Il percorso è appena iniziato, ma il segnale è chiaro: Brumotti non è scomparso dopo Striscia. Ha cambiato palco, linguaggio e pubblico. E, nel bene o nel male, è tornato a farsi vedere.

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              Televisione

              “Sarà Sanremo” dal Casinò: i Big sfilano, rivelano il titolo e svaniscono. J-Ax porta la busta e punge

              È il rito di “Sarà Sanremo”: passerella rapida, «Ciao, ci vediamo a febbraio» come mantra. Tra autobiografie (Raf), nomi nuovi bollati sui social e la busta di J-Ax, spuntano frasi-meme e mantri d’autore: titoli rivelati, emozioni promesse, poi tutti via.

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                Dal Teatrino del Casinò di Sanremo va in onda “Sarà Sanremo” e l’effetto è quello di una sfilata senza brividi: i Big entrano, rivelano il titolo del brano e spariscono. «Ciao, ci vediamo a febbraio», il mantra. Un assaggio rapidissimo che sembra più un appello che un’anteprima.

                A rompere il ghiaccio è Raf. «Voglio divertirmi», dice, ricordando che per lui è la quinta volta all’Ariston e che «l’ultima è stata nel 2015, sempre un festival targato Conti». Il pezzo si intitola Ora e per sempre e racconta «la storia d’amore di due persone che si sono conosciute negli anni 80 e si confrontano con un mondo completamente cambiato». Carlo Conti chiede: «Leggermente autobiografica?». Raf risponde: «Molto».

                Nuovi nomi, vecchia etichetta: “illustri sconosciuti”
                Tra i trenta, a suscitare più curiosità sono Samurai Jay, Sayf, Nayt, Eddie Brock e Bambole di Pezza, inseriti tra i Big. Magari sono fenomeni, ma la reazione vista sui social è sintetica: “illustri sconosciuti”. Più che giudicare, in molte case si prova prima a “riconoscere”.

                J-Ax e la busta “starter pack” che salva il ritmo
                In una serata fatta di titoli detti al volo, J-Ax prova a fare scena con Italia starter pack e una busta in mano per spiegare cos’è un pacchetto base. Poi la stoccata su Conti: «Nel pacco di Conti c’è la camomilla, la tessera per il centro abbronzatura e le scaldaorecchie per non sentire le mia stonature». È uno dei pochi momenti che spezza davvero la liturgia.

                Tra corsa, sogni e mantri: le frasi che restano
                Tredici Pietro, un disco di platino e prima volta al Festival, dice che si prepara correndo (come il papà Gianni Morandi) e andando dal fisioterapista. Il titolo è Uomo che cade. «Per il poco che so della vita è tutto nel percorso… abbiamo questo brutto vizio, noi esseri umani, di non accontentarci». Patty Pravo, all’undicesimo Festival, alla domanda su come si prepara risponde: «Vengo, mi vesto, canto». Il suo brano è Opera, nata «in un sogno, perché tutti noi siamo delle opere d’arte».

                Sesto festival per Malika Ayane: «Canto Animali notturni, siamo tutti noi». Conti chiude con una battuta asciutta: «Io di solito dormo». E nel finale arrivano Fedez e Marco Masini con Male necessario. «È un mantra per ricordare che le tempeste che si affrontano possono essere opportunità», spiega Fedez. Masini si aggancia: «Passare dal dolore è importante per riconoscere la felicità». Poi di nuovo il saluto e la sparizione: ci vediamo a febbraio.

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