Spettacolo
Prime immagini dal set della fiction più attesa
“Faremo un bellissimo lavoro, probabilmente un capolavoro”, dichiara Can Yaman che presto ricoprirà il ruolo del protagonista nella serie televisiva “Sandokan”. Esclusive, anticipazioni e curiosità!

Le prime e uniche immagini esclusive dal set della fiction più attesa
Grande riserbo da parte della produzione riguardo ai particolari delle riprese di “Sandokan”, ma, siamo riusciti lo stesso a catturare le prime immagini del set delle acrobazie a cavallo, che l’attore e modello, Can Yaman, sta affinando.
Per un’interpretazione autentica di Sandokan, è essenziale che Yaman acquisisca familiarità con l’equitazione e le tecniche di combattimento a cavallo, in modo da poter trasmettere al pubblico l’essenza del personaggio in modo convincente. Le lezioni di stunt di equitazione che sta seguendo, ci garantiranno magnifiche scene equestri realistiche e spettacolari.
La serie televisiva “Sandokan”, prodotta da Lux Vide in collaborazione con RaiFiction e con il sostegno della Calabria Film Commission, promette di riportare in vita uno dei personaggi più amati della televisione italiana.
Prima Kabir e ora Can
La serie televisiva basata sui romanzi di Emilio Salgari ha trasportato gli spettatori in un’avventura epica attraverso gli oceani e le giungle dell’Oriente, con il mitico Kabir Bedi nel ruolo del pirata Sandokan nel 1976. L’interpretazione fu una magnifica presenza magnetica e capacità di incarnare l’eroico pirata con coraggio e fascino.
La sua capacità di coinvolgere il pubblico e la sua dedizione al lavoro, promettono di rendere la sua interpretazione di Sandokan indimenticabile e di portare nuova vita a questo personaggio amato.

Le riprese della serie inizieranno fine maggio e si terranno in varie località della Calabria ritenute suggestive per la produzione della serie. La costruzione della colonia inglese di Labuan a Lamezia Terme promette di essere una scenografia adatta per le riprese e rappresenterà solo una delle molte location coinvolte nel progetto.


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Personaggi e interviste
Alberto Angela rompe il tabù del “per sempre in Rai”: ascolti in calo e un futuro che non è più scontato
«Mio padre diceva: nasco e muoio in Rai. Io no, sono altri tempi»: con questa frase, affidata a La Stampa, Alberto Angela apre scenari fino a ieri impensabili. Con ascolti non più irresistibili e un clima mediatico più nervoso del solito, il divulgatore più amato della tv italiana lascia intravedere la possibilità di un futuro lontano dal servizio pubblico.
Per una vita Alberto Angela è stato percepito come un pilastro immovibile della Rai, erede naturale – e amatissimo – della grande stagione della tv culturale costruita da Piero Angela. Oggi, però, il quadro non appare più così granitico. Il divulgatore ha rotto uno dei tabù più intoccabili: l’idea che la sua carriera fosse indissolubilmente legata al servizio pubblico.
“Io non sono mio padre”: il cambio di paradigma
Intervistato da La Stampa, Angela è stato chiarissimo: «Se lavorerò fino all’ultimo come mio padre? Sì. Non penso di andare in pensione. Mio padre però diceva: nasco e muoio in Rai. Io no, sono altri tempi». Parole che pesano, perché arrivano in un momento delicato, con un contratto biennale “in attesa di rinnovo” e un contesto televisivo che sta cambiando rapidamente, tra politica, budget e strategia editoriale.
Il nodo ascolti e l’aria che tira in Viale Mazzini
Negli ultimi mesi, i numeri di share hanno mostrato segnali meno brillanti rispetto alle stagioni d’oro. Non un tracollo, ma abbastanza da alimentare discussioni interne e riflessioni sul futuro del marchio Angela in Rai. E in un’azienda dove gli equilibri sono sempre sensibili, basta poco perché un simbolo diventi improvvisamente un “tema” da gestire.
Carriera, libertà e un futuro aperto a tutto
Angela non parla di rottura, ma di realismo. Sottolinea che i tempi sono cambiati, che il rapporto con la Rai resta forte ma non più eterno per definizione. È il segno di una fase nuova: meno appartenenza assoluta, più libertà, più consapevolezza del proprio valore in un mercato in cui oggi anche la divulgazione culturale è contesa e corteggiata.
La domanda che resta
Lui dice che continuerà “finché si potrà”. Tradotto: finché condizioni, ascolti e contratti lo permetteranno. Il pubblico, intanto, osserva. La Rai ascolta. E per la prima volta, l’idea che Alberto Angela possa fare televisione altrove non appare più fantascienza, ma un’ipotesi concreta che qualcuno, a Viale Mazzini, farebbe bene a non sottovalutare.
Televisione
Sanremo, Samira Lui tra sogni e frenate: “Al Festival sarebbe un azzardo”, parola di Pier Silvio Berlusconi
La voce corre da tempo: Samira Lui, amatissima “supervalletta” de La Ruota della Fortuna, sarebbe potuta sbarcare al Festival di Sanremo accanto a Carlo Conti. Un’ipotesi che ha acceso speranze e desideri, ma che Pier Silvio Berlusconi avrebbe raffreddato con parole molto chiare: “Se fossi Samira sarei prudente, sarebbe una mossa azzardata”. Il festival, però, resta per lei un traguardo possibile e simbolico.
Il suo sorriso ha conquistato il pubblico, la popolarità sul piccolo schermo è cresciuta in modo rapido e Samira Lui è diventata uno dei volti televisivi più riconoscibili del momento. Da mesi il suo nome è accostato a quello del Festival di Sanremo, in un continuo susseguirsi di indiscrezioni, ipotesi e sussurri di corridoio. L’idea? Vederla accanto a Carlo Conti sul palco del Teatro Ariston, in una delle vetrine più importanti d’Italia.
Il freno di Pier Silvio Berlusconi
Proprio quando l’ipotesi sembrava prendere corpo, è arrivata una frenata improvvisa. Durante il tradizionale party natalizio Mediaset, Pier Silvio Berlusconi avrebbe commentato con prudenza il possibile coinvolgimento di Samira in Rai, definendo la scelta “azzardata”. Un messaggio chiaro, che suona come un invito alla cautela: la giovane conduttrice è oggi un volto forte del Biscione e un passaggio al Festival potrebbe trasformarsi in un rischio strategico, più che in un’opportunità immediata.
Ambizione, talento e quella tentazione chiamata Ariston
Samira Lui però resta un personaggio in ascesa, capace di mescolare freschezza, presenza scenica e capacità comunicativa. Per molti, Sanremo non sarebbe solo una sfida professionale, ma un vero riconoscimento del percorso fatto finora. Un palco che consacra, un trampolino che trasforma. E il pubblico, che la segue con affetto, continua a immaginarla al centro della scena, tra canzoni, emozioni e riflettori puntati.
Tra realtà e desiderio, il futuro resta aperto
Al momento non ci sono conferme ufficiali, ma anche nessuna chiusura definitiva. La sensazione è che, più che di uno stop netto, si tratti di equilibri delicati tra reti, strategie televisive e progetti personali. Intanto la voce corre, il suo nome resta caldo e l’idea di vedere Samira Lui all’Ariston continua a restare sul tavolo, come un premio possibile, forse solo rimandato.
Cinema
Checco Zalone travolge tutti: “Buen Camino” supera i 20 milioni e umilia Avatar al botteghino
Tre giorni, oltre 6 milioni di incasso nella singola giornata, 759 mila spettatori in 748 sale e un totale che vola sopra i 20 milioni di euro. “Buen Camino”, il ritorno di Checco Zalone diretto da Gennaro Nunziante, è ufficialmente il fenomeno cinematografico dell’inverno italiano. Un risultato che non è solo economico, ma culturale: il pubblico ha scelto di nuovo un titolo italiano come evento collettivo, superando perfino i kolossal internazionali.
Al terzo giorno “Buen Camino” piazza un altro colpo da record: 6.129.000 euro, 759.000 spettatori, quasi 1000 persone per sala. Il totale vola a 20.097.000 euro, numeri da dominatore assoluto del box office e, a questo punto, impresa difficilmente raggiungibile da chiunque, almeno in Italia. Zalone resta il solo capace di trasformare un film in un rito collettivo.
Non è Buñuel, ma riempie i cinema
Non sarà “La via lattea” di Buñuel, non avrà la furia dissacrante degli esordi, ma il risultato è uno soltanto: le sale sono piene. Italiani, anzi pugliesi, che fanno saltare ogni previsione. Ed è una risposta clamorosa alle tesi di certa politica culturale: alla faccia della nuova egemonia di destra, alla faccia delle polemiche sul tax credit, alla faccia dei produttori che oggi stringono i denti.
Un fenomeno che va oltre il film
Qualcuno parla di calo fisiologico rispetto ai primi due giorni. Vero. Ma siamo comunque a un +96% rispetto allo stesso giorno dell’anno precedente. Succede solo con Zalone. Succede solo quando il cinema diventa evento popolare. È il rito collettivo: come Sanremo, come la Nazionale, come quelle cose che in Italia spostano ancora masse vere.
Zalone vs Cameron: non c’è partita
Nel frattempo James Cameron guarda dal secondo posto. “Avatar: Fuoco e cenere” incassa 1.388.000 euro con 147.000 spettatori in 608 sale. Totale: 13.622.000 euro. Dignitoso, certo. Ma resta nettamente dietro a Checco. Un film evento mondiale battuto da un film italiano ambientato tra famiglia, soldi, difetti nostri e santi in paradiso.
“Buen Camino” non è solo un successo. È la conferma di una verità semplice: quando c’è qualcosa che gli italiani sentono loro, il cinema torna vivo.
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