Spettacolo
Prime immagini dal set della fiction più attesa
“Faremo un bellissimo lavoro, probabilmente un capolavoro”, dichiara Can Yaman che presto ricoprirà il ruolo del protagonista nella serie televisiva “Sandokan”. Esclusive, anticipazioni e curiosità!

Le prime e uniche immagini esclusive dal set della fiction più attesa
Grande riserbo da parte della produzione riguardo ai particolari delle riprese di “Sandokan”, ma, siamo riusciti lo stesso a catturare le prime immagini del set delle acrobazie a cavallo, che l’attore e modello, Can Yaman, sta affinando.
Per un’interpretazione autentica di Sandokan, è essenziale che Yaman acquisisca familiarità con l’equitazione e le tecniche di combattimento a cavallo, in modo da poter trasmettere al pubblico l’essenza del personaggio in modo convincente. Le lezioni di stunt di equitazione che sta seguendo, ci garantiranno magnifiche scene equestri realistiche e spettacolari.
La serie televisiva “Sandokan”, prodotta da Lux Vide in collaborazione con RaiFiction e con il sostegno della Calabria Film Commission, promette di riportare in vita uno dei personaggi più amati della televisione italiana.
Prima Kabir e ora Can
La serie televisiva basata sui romanzi di Emilio Salgari ha trasportato gli spettatori in un’avventura epica attraverso gli oceani e le giungle dell’Oriente, con il mitico Kabir Bedi nel ruolo del pirata Sandokan nel 1976. L’interpretazione fu una magnifica presenza magnetica e capacità di incarnare l’eroico pirata con coraggio e fascino.
La sua capacità di coinvolgere il pubblico e la sua dedizione al lavoro, promettono di rendere la sua interpretazione di Sandokan indimenticabile e di portare nuova vita a questo personaggio amato.

Le riprese della serie inizieranno fine maggio e si terranno in varie località della Calabria ritenute suggestive per la produzione della serie. La costruzione della colonia inglese di Labuan a Lamezia Terme promette di essere una scenografia adatta per le riprese e rappresenterà solo una delle molte location coinvolte nel progetto.


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Spettacolo
Miss Italia 2025 è Katia Buchicchio: la 18enne lucana conquista la corona. Per la prima volta la Basilicata porta a casa il titolo
Studentessa di odontoiatria, fidanzata e legatissima ai suoi cari, Katia Buchicchio dedica il trionfo al padre e rivendica il legame con la sua terra. «Sono orgogliosa di essere lucana».

La corona più ambita del concorso di bellezza italiano cambia testa e scrive una pagina di storia. Katia Buchicchio, 18 anni, è Miss Italia 2025. La proclamazione è arrivata al PalaSavelli di Porto San Giorgio, nelle Marche, davanti a una platea gremita che ha assistito all’ultima fase della competizione. Già vincitrice del titolo di Miss Basilicata, Katia ha superato in finale Miss Umbria, Fanny Tardioli, e Miss Marche, Asia Campanelli, conquistando la giuria e il pubblico.
Alta un metro e settantacinque, occhi scuri e lineamenti mediterranei, Katia proviene da Anzi, un piccolo centro della provincia di Potenza. È iscritta al primo anno di odontoiatria e protesi dentaria e, nonostante la giovane età, ha mostrato grande maturità e determinazione nel corso di tutte le tappe che l’hanno portata alla vittoria. Fidanzata con Michael, ha dedicato il titolo al padre Antonio: «Il mio manager – ha detto emozionata – che mi ha accompagnato in tutte le selezioni a cui ho partecipato».
La Basilicata non aveva mai vinto Miss Italia nei suoi 85 anni di storia. Per la prima volta una ragazza lucana porta a casa il titolo, dando alla sua regione una ribalta che mancava. «Continuerò gli studi e lavorerò per tenere alto il nome della mia regione, che sono orgogliosa di rappresentare, così come sono onorata di questo titolo», ha dichiarato subito dopo l’incoronazione.
Il trionfo di Katia assume quindi un valore doppio: personale e collettivo. La mamma Rosanna l’ha descritta come «paziente e rispettosa, legata alle tradizioni, alla famiglia e alla sua terra. Caparbia e determinata, a volte un po’ ostinata, ma la sua forza è stata prendere questa esperienza come un gioco». Sul palco, appena dopo la proclamazione, la giovane si è stretta in un lungo abbraccio con la madre, il padre e la sorella Lucrezia.
Miss Italia resta un fenomeno che, nonostante le critiche e i cambiamenti dei costumi, continua a rappresentare un tassello importante dell’immaginario popolare. Dal 1939 a oggi il concorso ha lanciato decine di carriere nel mondo dello spettacolo e del cinema. Basti pensare a Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Anna Valle, Cristina Chiabotto e Miriam Leone, tutte passate per quella passerella che ha fatto la storia della televisione e della cultura italiana.
Le statistiche parlano chiaro: il Lazio guida la classifica con 13 titoli, seguito da Lombardia e Sicilia con 11, Veneto e Toscana con 6, Friuli, Calabria e Piemonte con 5. Le Marche e la Campania hanno collezionato 4 corone, Emilia-Romagna, Liguria, Sardegna, Umbria e Trentino Alto Adige 2, Puglia e Abruzzo una soltanto. Mancano all’appello Molise e Valle d’Aosta, le uniche regioni mai premiate. La Basilicata, con Katia Buchicchio, rompe finalmente un tabù e si iscrive all’albo d’oro.
Dietro a ogni incoronazione ci sono sacrifici, rinunce, sogni coltivati con ostinazione. Nel caso di Katia, il percorso è stato lineare ma non privo di ostacoli. Ha partecipato alle selezioni locali con determinazione, seguita passo dopo passo dal padre che lei stessa definisce «il suo manager». Una presenza costante, che l’ha aiutata a mantenere i piedi per terra e a non perdere di vista la priorità degli studi universitari.
Miss Italia ha sempre oscillato tra passerella e trampolino. Per alcune ragazze resta un ricordo da custodire, per altre diventa l’inizio di una carriera nello spettacolo. Katia ha già chiarito che il suo futuro resta legato alla professione medica: «Il mio obiettivo è continuare l’università e diventare odontoiatra. Ma intanto onorerò questa fascia come ambasciatrice della Basilicata».
La serata di Porto San Giorgio ha consacrato una reginetta che porta con sé i valori della sua terra: attaccamento alle radici, rispetto per la famiglia, caparbietà e ambizione. Tra applausi, flash e telecamere, la 18enne lucana ha regalato alla sua regione un primato che mancava e all’Italia una nuova Miss pronta a scrivere la sua storia.
Musica
Noemi, dal talento alla resilienza: “Il dolore mi ha insegnato a sciogliere i nodi”
La cantante romana sarà giurata nella nuova edizione di Io Canto Family, in onda dal 16 settembre su Canale 5. In un’intervista ha raccontato la sua battaglia contro la derealizzazione e la sua visione della musica e della vita.

Non più solo voce, ma anche esempio di forza personale. Noemi, 42 anni, tra le interpreti più amate del panorama italiano, si prepara a un nuovo capitolo televisivo: sarà infatti nella giuria del talent Io Canto Family, accanto a Patty Pravo e ad altri volti della musica italiana. Prima del debutto in tv, però, l’artista ha scelto di raccontarsi a cuore aperto in un’intervista a La Stampa, svelando le difficoltà che ha affrontato e la strada che l’ha portata a trasformare le fragilità in risorse.
La battaglia contro la derealizzazione
Noemi ha rivelato di aver sofferto di un disturbo neurologico poco conosciuto, la derealizzazione: «All’improvviso non riuscivo più a mettere a fuoco la realtà intorno a me. Mi sentivo come un fantasma in un mondo ovattato. Era il corpo che mi costringeva a guardarmi dentro». Un blocco che l’ha costretta a fermarsi, ma anche ad affrontare ciò che cercava di ignorare.
Nessun vittimismo, però: la cantante ha trasformato quel momento in un’occasione di crescita. «Le difficoltà ci insegnano chi siamo. Nel buio sei solo, perché solo tu puoi cambiare ciò che non va. Se eviti il dolore diventa un’armatura pesante, se lo affronti impari a crescere».
La riflessione sull’arte e sul mercato discografico
Dalle sue esperienze personali Noemi trae una visione più ampia sul mondo della musica. «Molti giovani artisti oggi si trovano in crisi: il mercato non concede loro il tempo di costruire un’identità. Si lavora sul singolo, nella logica del “buona la prima o tutti a casa”. È naturale che qualcuno crolli», osserva.
La cantante sottolinea anche come la musica stia rischiando di ridursi a semplice intrattenimento. «Adoro Lady Gaga e i tormentoni estivi, ma credo che una canzone debba anche far riflettere. Non tutto può esaurirsi in un ballo da spiaggia».
Un cambiamento personale radicale
Noemi non nasconde di aver compiuto scelte profonde anche sul piano personale. «Sono sempre stata una giovane vecchia, rigida e discreta. Ora però sono stanca: ieri ero quadrata, oggi ho deciso di essere tonda», afferma con una metafora che ben rappresenta la sua voglia di leggerezza e rinnovamento.
Dalla pubblicità al successo in musica
La carriera di Noemi non è stata immediata. Prima del debutto musicale, la sua presenza sul piccolo schermo si era notata quasi per caso, in uno spot televisivo. Oggi invece è tra le voci più riconoscibili della scena italiana, con un percorso che unisce il pop d’autore a collaborazioni prestigiose e numerose partecipazioni al Festival di Sanremo.
Il nuovo ruolo da giurata a Io Canto Family rappresenta un’ulteriore tappa di una carriera che non ha mai smesso di evolversi. Non solo artista, ma anche donna capace di raccontare le proprie vulnerabilità senza paura, trasformandole in un messaggio di forza e autenticità.
Personaggi e interviste
Emma Marrone risponde all’hater che la invita a fare figli “alla vecchia maniera”: “Servono le ovaie che non ho”
Emma Marrone si confessa: la difficoltà di concepire un figlio e il tabù della procreazione medicalmente assistita in Italia. Alle insinuazioni sull’adozione o sul “metodo tradizionale”, la risposta è tagliente e commovente.

Emma Marrone torna a parlare apertamente del suo desiderio di maternità e delle difficoltà che ha incontrato nel realizzarlo. In un’intervista rilasciata a Vanity Fair, la cantante ha raccontato il suo rapporto con un tema delicato, segnato da esperienze personali dolorose: “In Italia devo rinunciare per forza. Dovrei sottopormi alla procreazione medicalmente assistita, ma non ho un compagno e quindi non posso. E per l’adozione, senza un marito, la strada è chiusa”.
Le dichiarazioni hanno suscitato un’ondata di solidarietà, ma anche commenti spiacevoli. Un utente su X, con toni superficiali, ha scritto: “Cara Emma Marrone, ti stimo molto ma, per fare un figlio, c’è anche la ‘vecchia maniera’, eh? Poi, se proprio vuoi diventare genitore, si può pensare anche all’adozione (ma non so se ci sono difficoltà)”.
La risposta di Emma non si è fatta attendere ed è stata tanto tagliente quanto illuminante: “Caro tesoro bello, per la ‘vecchia maniera’ servono le ovaie che non ho. Vabbè dai, ma che te lo spiego a fare. Manco all’asilo”.
Una battaglia personale
Emma non ha mai nascosto il suo passato segnato dalla malattia. Già in un’intervista a Le Iene, aveva raccontato il momento drammatico in cui scoprì di avere un tumore alle ovaie. “Ero andata ad accompagnare una mia amica per una visita ginecologica. Lei mi convinse a fare un controllo, così, per scrupolo. La dottoressa cambiò espressione e da lì è stato un inferno”.
Quella battaglia si è ripetuta più volte, fino all’intervento che le ha salvato la vita ma l’ha privata delle ovaie. “Ho affrontato tutto con coraggio, ma so cosa ho perso. E nonostante questo, trovo ancora persone che si permettono di giudicare o dare consigli non richiesti”.
Un desiderio che resta vivo
Nonostante le difficoltà, Emma non ha mai nascosto il suo desiderio di diventare madre, anche se le opzioni in Italia sembrano limitate. Parlando di fecondazione eterologa, ha ammesso: “Dovrei pagare e non mi sembra corretto verso tutte le donne che sono nella mia stessa situazione e non possono permetterselo. È un tema che andrebbe affrontato con più attenzione e meno giudizi”.
Sull’adozione, la cantante ha sollevato una questione cruciale: “In Italia, se non hai un marito, l’adozione è praticamente impossibile. È una strada che tante donne single vorrebbero percorrere, ma le porte restano chiuse”.
Un tema che divide
La vicenda di Emma Marrone accende ancora una volta i riflettori sulle difficoltà che le donne incontrano quando si tratta di realizzare il proprio desiderio di maternità in Italia. Tra i limiti normativi, i tabù culturali e le esperienze personali dolorose, il percorso spesso si trasforma in una battaglia solitaria e complessa.
Emma, con la sua forza e la sua schiettezza, continua a sensibilizzare l’opinione pubblica, offrendo un punto di vista sincero e toccante su un tema che riguarda tante donne, spesso silenziosamente.
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