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Televisione

Il ritorno di Pino Insegno a Reazione a Catena: un flop auditel che fa rumore

I risultati della stagione estiva 2024 del quiz show Rai, condotto da Pino Insegno, mostrano un netto calo rispetto all’edizione precedente firmata Marco Liorni.

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    La stagione estiva 2024 di “Reazione a Catena” ha visto il ritorno di Pino Insegno alla conduzione, dopo il felice quinquennio di Marco Liorni. Tuttavia, i risultati Auditel hanno segnato un calo significativo, in particolare nel mese di agosto, con numeri che palesano una differenza marcata rispetto alla precedente stagione. La sfida con Liorni, a livello di ascolti, si è dimostrata particolarmente ardua per Insegno, che ha registrato una media di share inferiore su quasi tutti i fronti.

    Giugno 2024: Un inizio equilibrato

    Nel mese di giugno 2024, Pino Insegno ha registrato un andamento degli ascolti relativamente stabile rispetto all’anno precedente. Su 11 confronti diretti, il conduttore è riuscito a mantenere il ritmo con 5 vittorie contro 6 di Liorni. Lo share medio si è attestato intorno al 20.41% – 23.62%, contro il 22.9% – 25.25% dell’edizione 2023. Tuttavia, luglio ha rappresentato una svolta negativa.

    Luglio 2024: Il calo si intensifica

    Con l’arrivo di luglio, la situazione si è aggravata. Su 31 confronti diretti, Insegno ha prevalso solo in 3 occasioni, con lo share che ha continuato a scendere. La media mensile è scesa al 20.6% – 23.3%, a fronte del 22.5% – 26.6% dell’anno precedente. La differenza si è accentuata ulteriormente in agosto.

    Agosto 2024: Il mese nero di “Reazione a Catena”

    Agosto è stato il mese più critico per Insegno. Su 28 confronti, il conduttore ha perso 27 volte, con l’unica vittoria registrata il 27 agosto. Lo share medio è precipitato al 18% – 21.3%, segnando un crollo netto rispetto al 22.2% – 26.7% dell’agosto 2023.

    Bilancio finale: un ritorno con più ombre che luci

    Considerando l’intero periodo dal 19 giugno al 28 agosto 2024, lo share medio si è fermato al 19.6% – 22.6%, nettamente inferiore al 22.5% – 26.18% dell’anno scorso. Questo calo significativo di ascolti ha alimentato ulteriori polemiche, già infiammate dalla decisione della Rai di affidare nuovamente la conduzione a Insegno, amico della premier Giorgia Meloni. Nonostante i risultati deludenti, il conduttore non sembra destinato a lasciare il palinsesto Rai, con una promozione già prevista per il 2025.

    Un futuro incerto?

    Il flop di “Reazione a Catena” con Pino Insegno apre una riflessione sull’efficacia delle scelte editoriali della Rai e sul futuro del conduttore. Dopo il clamoroso insuccesso di “Il Mercante in Fiera” e i risultati deludenti di questa edizione del quiz show, la Rai ha comunque deciso di premiare Insegno con un nuovo programma in prima serata. Una strategia rischiosa che potrebbe compromettere ulteriormente l’immagine del conduttore e la fiducia del pubblico.

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      Televisione

      Uomini e Donne, Gemma Galgani perdona Mario e balla con lui: lo studio esplode tra accuse, polemiche e applausi

      Gemma Galgani e il cavaliere Mario si riavvicinano dopo settimane di incomprensioni: un ballo scatena la bufera in studio. Tina Cipollari e Gianni Sperti lo accusano di cercare visibilità, altri cavalieri lo attaccano, mentre Gemma difende il gesto: “È stata una cosa carina”.

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        A Uomini e Donne basta poco per far partire un incendio, e questa volta a scaldare l’atmosfera ci ha pensato Gemma Galgani. Dopo un ballo inaspettato con Mario, Maria De Filippi ha colto al volo l’occasione per chiedere conto dell’avvicinamento. Gemma, serena come non la si vedeva da tempo, ha confermato: «Abbiamo ballato insieme… abbiamo fatto la pace». Una frase semplice che ha fatto rumoreggiare l’intero studio. «Cosa c’è di male?», ha replicato lei, pronta a difendere il momento.

        Il ritorno di fiamma (televisiva) che divide lo studio
        La pace tra i due non è piaciuta agli opinionisti. Gianni Sperti è stato il primo ad affondare: «Questa non è una balera…». A ruota è intervenuta un’altra dama, convinta che il cavaliere avesse giurato di non voler più creare equivoci con Gemma. Ma lo scontro più acceso è arrivato da un altro cavaliere, che ha puntato il dito su Mario con una frase che ha infiammato la sala: «Credo siano finite le macchine dell’autosalone e quindi ti riattacchi a Gemma per visibilità». Il pubblico ha applaudito a scena aperta.

        Gemma si difende, Tina attacca
        Lei però non si scompone: «È stata una cosa carina… non c’è niente di tutto questo». Ma Tina Cipollari, tornando dal suo recente affondo contro Gemma durante l’ospitata a Verissimo, non gliela fa passare: «Lo sai benissimo che ballando con Gemma avresti suscitato polemiche. E l’hai detto anche a Renata che non volevi ballare con lei per evitare fraintendimenti».

        Le spiegazioni di Mario: “L’ho vista in difficoltà”
        Mario ha tentato di respingere gli attacchi spiegando il motivo reale del gesto: «L’ho vista avvilita quando Piero ha fatto quell’uscita. Avrei voluto abbracciarla, ma mi sono trattenuto. Oggi l’ho fatto. Che c’è di male?». Gesto nobile o strategia di visibilità? Lui assicura di non provare interesse sentimentalmente, ma il parterre resta diviso.

        A Uomini e Donne, come sempre, basta un ballo per far scoppiare una rivoluzione.

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          Televisione

          Can Yaman dimagrisce 10 chili per Sandokan e racconta l’incidente sul set: «Sono rimasto intrappolato sott’acqua»

          Can Yaman presenta la sua versione di Sandokan, lontana dal remake di Kabir Bedi e costruita con mesi di preparazione estrema. Racconta il digiuno intermittente che lo ha fatto scendere di oltre dieci chili, l’incidente sott’acqua che lo ha terrorizzato e la scelta di girare senza controfigure. E sulle scene intime: «Mi imbarazzo solo quando l’attrice è a disagio».

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            Il ritorno di Sandokan non è stato un viaggio semplice. Quattro anni di set interrotti, rinvii, stop and go continui: ma ora la Tigre di Mompracem è pronta a ruggire su Rai1 dal 1° dicembre, con Can Yaman nel ruolo che fu di Kabir Bedi. Un paragone inevitabile, che l’attore turco spezza subito: «Non è un remake. È una versione completamente diversa, non abbiamo mai pensato di rifare la serie del ’76».

            Dieci chili in meno per diventare Sandokan
            Per entrare nella pelle — e nei muscoli — del nuovo eroe, Yaman è passato da un cambio fisico notevole. «Quando ho girato Il Turco pesavo 102 chili. Sandokan invece è felino, asciutto. Ho perso più di dieci chili in un mese, non mangiavo quasi nulla. Ho seguito il digiuno intermittente». Una preparazione durissima, unita a un lavoro emotivo altrettanto intenso: «Sandokan è un combattente con il sorriso, un eroe che non uccide se non serve. Dovevo tirarne fuori l’anima».

            L’incidente che ha spaventato tutti
            Tra gli aneddoti del set, uno ha fatto tremare anche i più esperti. «Giravo la scena dell’esplosione della canoa. Sono finito in acqua e il costume ha fatto effetto vela: mi ha avvolto tutto. Mi sono sentito intrappolato». A salvarlo è stato il regista, Jan, che stava filmando sott’acqua: «Ha capito subito che c’era un problema e mi ha aiutato. Non uso controfigure… sì, lo so, sono un po’ pazzo».

            Le scene intime e l’imbarazzo inatteso
            In Sandokan tornano anche i momenti romantici. Can, abituato alle passioni travolgenti delle sue serie turche, li affronta con naturalezza, ma confessa un limite: «Affronto le scene intime come quelle d’azione: sono parte della storia. Ma mi imbarazzo se l’attrice è a disagio».

            Sandokan sta per tornare, e anche questa volta Yaman promette di far parlare di sé: tra fisico scolpito, stunt senza rete e un personaggio che vive di carisma e contraddizioni.

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              Televisione

              Adelina Tattilo, la Hugh Hefner de’ noantri: la donna che con “Playmen” liberò l’Italia dal tabù del sesso

              Editrice visionaria, giornalista e provocatrice, Adelina Tattilo portò in edicola un erotismo elegante, unendo nudo e cultura. Con Playmen batté Playboy e fece scandalo con lo scoop di Jacqueline Kennedy nuda. Poi il declino, ma la sua lezione resta: la libertà può essere un’impresa editoriale.

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                Quando nel 1967 Adelina Tattilo lanciò Playmen, l’Italia bigotta e cattolica scoprì che anche l’erotismo poteva essere cultura. Nata a Manfredonia nel 1928, la Tattilo fu una pioniera: una donna sola contro i pregiudizi, capace di costruire un impero editoriale partendo da una rivista che mescolava sensualità, ironia e impegno civile. Sessant’anni dopo, Netflix le dedica la serie Mrs Playmen, interpretata da Carolina Crescentini, in uscita il 12 novembre.

                La rivoluzione del porno-chic

                Playmen non era solo una rivista “per uomini”. Tra le sue pagine, accanto alle modelle in pose audaci, comparivano disegni di Jacovitti, articoli di Luciano Bianciardi e interviste a giganti come Fred Astaire, Umberto Eco, Leonardo Sciascia e Fellini. Tattilo spiegava così il suo progetto: “Volevo combattere i bigottismi e affermare una cultura libertaria e socialista. Il sesso è parte della vita, non un peccato”.

                Lo scandalo e il successo

                Nel 1969 Playmen pubblicò la foto di Jacqueline Kennedy nuda nella piscina di Onassis a Skorpios, uno scoop che fece il giro del mondo. Ma anche tante dive italiane – da Ornella Muti a Patty Pravo, da Brigitte Bardot ad Amanda Lear – scelsero di posare per la rivista, contribuendo a farne un simbolo di emancipazione. Negli anni Settanta Tattilo toccò il record di 400.000 copie vendute a settimana e sfidò persino Playboy, che le intentò una causa per il nome, vinta solo nel 1982 negli Stati Uniti.

                Dall’erotismo alla cultura pop

                Quando arrivarono le videocassette hard e poi Internet, Playmen perse terreno. Ma Adelina non si arrese: convertì la sua casa editrice a nuovi settori – tecnologia, fotografia, bricolage – continuando a pubblicare con lo stesso spirito di curiosità.

                Oggi, a distanza di decenni, la sua eredità è quella di una donna che seppe portare il sesso in edicola senza volgarità, anticipando le battaglie femministe e libertarie. In un Paese che ancora arrossiva davanti a un bikini, Adelina Tattilo inventò la rivoluzione più difficile di tutte: quella della libertà di guardare, pensare e desiderare.

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