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Televisione

Isola dei Famosi riconfermata per la prossima edizione. Senza Vladimir Luxuria

Nonostante le critiche, Pier Silvio Berlusconi annuncia che L’Isola dei Famosi tornerà su Canale Cinque, ma con un cast rinnovato e cambiamenti nella conduzione

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    Dopo il deludente risultato dell’ultima edizione de L’Isola dei Famosi, per un po’ si era parlato di una possibile chiusura definitiva del programma. Pier Silvio Berlusconi, in una conferenza stampa, ha ammesso di non essere soddisfatto della passata stagione, criticando la mancanza di storie profonde e la scelta del cast. Tuttavia, ha confermato che il reality show tornerà nella prossima stagione, con una richiesta chiara agli autori per un cambiamento significativo.

    Critiche e aspettative

    Berlusconi ha espresso il suo disappunto per le “cadute di stile” dell’ultima edizione, sottolineando che in Spagna il format continua a ottenere ottimi risultati. Ha affermato che il format non è “arrivato alla frutta” e che il problema principale è stato il cast. Per la prossima stagione, si aspetta storie più profonde che mettano in evidenza la sopravvivenza e la fame, elementi fondamentali del reality.

    Novità sulla conduzione

    Durante la presentazione dei palinsesti autunno-inverno di Mediaset, Berlusconi ha annunciato che Vladimir Luxuria non sarà riconfermata come conduttrice. Il futuro del programma dipenderà molto dai cambiamenti apportati dagli autori e da una possibile nuova conduzione che sarà valutata successivamente.

    Grande Fratello confermato

    Parallelamente, Pier Silvio Berlusconi ha confermato anche la nuova stagione del Grande Fratello, che inizierà tra il 16 e il 23 settembre. Il programma partirà subito con il doppio appuntamento settimanale, per poi tornare alla singola puntata. Alla conduzione è stato riconfermato Alfonso Signorini.

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      Televisione

      Pippo Baudo, l’ultimo applauso: Militello si ferma per il Maestro della tv

      Il vescovo Peri e il padre spirituale Albanese hanno celebrato i funerali insieme ad altri quattordici parroci. Cori e letture scelte personalmente dal conduttore hanno reso unico il rito. Lorella Cuccarini, Al Bano e Gigi D’Alessio in prima fila tra le lacrime e gli applausi.

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        Il santuario della Madonna della Stella non era mai stato così gremito. Militello in Val di Catania ha dato l’ultimo addio a Pippo Baudo in una cerimonia che resterà nella memoria collettiva. Centinaia di persone non hanno trovato posto in chiesa e hanno seguito il rito dal maxi schermo allestito nella piazza antistante, inondata dal sole e dal silenzio interrotto soltanto dagli applausi all’ingresso del feretro.

        La liturgia è stata presieduta dal vescovo di Caltagirone, Calogero Peri, insieme al parroco, padre Giuseppe Luparello, a don Giulio Albanese – padre spirituale di Baudo arrivato da Roma – e ad altri quattordici sacerdoti dei paesi vicini. «Carissimo Pippo – ha detto il vescovo – ti auguriamo di splendere come stella non soltanto nel firmamento degli uomini, ma soprattutto in quello di Dio. Perché solo l’amore resta ed è per sempre».

        L’omelia è stata affidata a don Albanese, che con voce rotta ha ricordato le confidenze dell’amico: «Poco prima di morire mi ha detto che il successo non basta a riempire il cuore. Pippo lo sapeva bene: ciò che conta davvero è l’amore che si dona, la giustizia che si cerca, la legalità che si difende. Questo è l’insegnamento che lascia a tutti noi».

        I canti hanno aggiunto intensità al rito. Il coro polifonico Maris Stella ha eseguito i brani scelti con cura, usando il pianoforte che Baudo regalò nel 1998. «Eccomi» all’ingresso, «Se tu mi accogli» all’offertorio, «Panis Angelicus», «Ave Verum» e l’«Ave Maris Stella» di Nino Rota alla comunione. Infine «Maria Mamma Nostra», inno tradizionale della patrona del paese. «Sicuramente Pippo l’avrà cantata tante volte», ha raccontato Salvatore, uno dei coristi.

        Le letture non sono state casuali. Dal Libro della Sapienza il passo che dice «Agli occhi degli stolti parve che morisse… ma essi sono nella pace»; dal Vangelo di Matteo le Beatitudini: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli». Parole che hanno risuonato tra le navate come un testamento spirituale.

        In prima fila i figli Tiziana e Alessandro, visibilmente provati, e l’inseparabile assistente Dina Minna. Tra i volti dello spettacolo Lorella Cuccarini, inseguita dai cronisti, Al Bano, Michele Guardì, Gigi D’Alessio. «Finalmente si sono accorti della sua grandezza», ha detto Al Bano. «Pippo era alto in tutto quello che faceva. Ho una vita con lui, non un ricordo». E D’Alessio ha aggiunto: «La Rai ha perso la sua R. Pippo era della gente, era uno di noi. Una volta mi chiese un concerto per Militello: ora sono qui per una cosa più triste, ma so che da lassù continuerà a dirigere».

        Non è mancata la rappresentanza istituzionale: il presidente del Senato Ignazio La Russa, il ministro Adolfo Urso, il sottosegretario Gianmarco Mazzi, il governatore Renato Schifani e il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. «Siamo qui – ha spiegato il vescovo Peri – per salutare non solo un personaggio, ma un amico. Pippo ha portato la Sicilia nel cuore di tutti gli italiani».

        Un malore per un carabiniere in alta uniforme, subito soccorso tra gli applausi, ha interrotto per pochi minuti il rito. Poi l’uscita della bara ha riportato l’attenzione su di lui: applausi lunghi, mani tese, lacrime. Un addio che ha avuto il calore di uno show corale, senza telecamere ma con lo stesso pathos di una diretta televisiva. Pippo Baudo ora riposa nella tomba di famiglia al cimitero di Militello, tra la sua gente.

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          Televisione

          Heather Parisi svela l’inedito con Pippo Baudo: ricordi, paure e quel sogno di rinascere come una farfalla

          Trentacinque minuti registrati nel 2008 e pubblicati oggi da Heather Parisi per mantenere una promessa fatta a Pippo Baudo: un’intervista privata, tra risate e riflessioni profonde, in cui il presentatore si racconta senza filtri, tra paure, televisione e il desiderio di tornare un giorno come una farfalla.

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            Non un’intervista classica, ma il documento affettuoso di un rapporto che andava oltre la televisione. Heather Parisi ha pubblicato sui suoi canali social e su YouTube un video rimasto inedito per 17 anni: trentacinque minuti registrati nel 2008, nel salotto di casa, con protagonista Pippo Baudo. Un piccolo tesoro, conservato per onorare una promessa fatta al conduttore che più di tutti ha segnato la storia della tv italiana.

            Il video si apre con una scena quasi surreale, che restituisce l’atmosfera giocosa del momento. Baudo si sfila le scarpe, Heather si diverte e gli bacia i piedi. Da lì parte una conversazione che ha il tono intimo di due amici che chiacchierano sul divano, lontani dalle luci dello spettacolo. “Diciassette anni fa, nella quiete di casa, mi hai regalato un’intervista che custodisco nel cuore”, ha scritto Parisi. “Vorrei mi facessi un regalo”, le disse Baudo, con il suo sorriso inconfondibile. “Quale?”, chiese lei. E lui, serio ma dolce: “Tienila per un giorno lontano lontano”.

            Quel giorno è arrivato, e Heather ha scelto di mantenere la parola data, condividendo il filmato con i suoi follower. “Io sento solo un arrivederci”, ha commentato, ricordando quanto il conduttore fosse per lei non solo un maestro ma anche un punto di riferimento umano.

            Nell’intervista Baudo parla di televisione e del suo Sanremo, di un mondo che corre e litiga troppo, di un Paese che avrebbe bisogno di più rispetto reciproco. Ma soprattutto confida le sue paure più intime: “Sarò molto egoista, ma mi preoccupa l’idea di non esserci più, di sparire, di non lasciare un segno, di non diventare un fiore, una palma”. Alla domanda di Heather “Se tornassi, cosa ti piacerebbe essere?”, Pippo risponde con una semplicità che commuove: “Una farfalla, quelle belle colorate”.

            Un’immagine leggera e potente allo stesso tempo, che oggi assume un valore speciale. Non l’ennesimo ricordo agiografico, ma il ritratto vivo di un uomo capace di mescolare ironia e fragilità, consapevolezza e poesia. Perché, a modo suo, Pippo Baudo una farfalla lo è sempre stato: capace di volare oltre i decenni, restando impresso nei cuori di chi lo ha ascoltato e amato.

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              Televisione

              Amanda Knox su Disney+: corvi, orge e un procuratore indemoniato, la fiction che ridicolizza l’Italia

              Prodotta da Knox con Monica Lewinsky, la serie su Disney+ non racconta il caso Kercher: lo traveste da melodramma grottesco, dipingendo l’Italia come un Paese di bigotti superstiziosi e Mignini come un prete invasato.

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                Non un legal drama, non una riflessione sul circo mediatico, ma una giostra kitsch. The Twisted Tale of Amanda Knox, otto episodi in arrivo il 20 agosto su Disney+, trasforma il delitto di Perugia in un fumettone pieno di simboli grossolani. La promessa era un’analisi spietata sugli errori giudiziari: il risultato è un carnevale macabro in cui corvi sbattono alle finestre della Procura e libri prendono fuoco da soli.

                Amanda Knox e il marito Christopher Robinson hanno prodotto la serie insieme a Monica Lewinsky, ma il taglio è tutto meno che serio. La protagonista diventa un’eroina perseguitata, il processo un melodramma con moventi sessuali da rotocalco e un procuratore trasformato in stregone visionario. Giuliano Mignini appare come un inquisitore che parla con Gesù e invoca i santi, un ritratto che scivola nel ridicolo e che offende la memoria di chi quella tragedia l’ha vissuta davvero.

                La verità giudiziaria – l’assoluzione definitiva della Cassazione – passa in secondo piano. Meglio la favola nera: Amanda vittima sacrificale, Sollecito fantoccio e Meredith ridotta a comparsa. Il racconto cancella la complessità, rilanciando le stesse accuse che i tribunali hanno demolito.

                I media, vero bersaglio dichiarato, sono dipinti come avvoltoi che trasformarono “Foxy Knoxy” in un mostro erotico. Ma la serie non è diversa: si nutre degli stessi cliché che finge di criticare. Invece di spiegare, spettacolarizza; invece di analizzare, gonfia. Così l’Italia diventa la caricatura di se stessa: processi da Medioevo, religione come superstizione, giornalisti in caccia di sangue.

                Il problema non è solo l’approssimazione, ma la spocchia. Knox non cerca un dibattito: pretende un risarcimento simbolico, una rivincita personale. Disney+ le offre il palcoscenico globale, ma a pagare è la verità. E soprattutto l’immagine di un Paese ridotto a teatrino gotico, tra orge inventate e corvi digitali.

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