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Televisione

L’avevamo già detto tempo fa: la nuova Isola dei Famosi avrà al timone una vera e propria “iena”

A maggio 2025 torna su Canale 5 L’Isola dei Famosi, con una grande novità alla conduzione, che peraltro noi avevamo in precedenza già segnalato: Veronica Gentili prende il posto di Ilary Blasi. Il reality si propone di riscoprire l’autenticità e l’avventura del format originale, con un cast ancora da definire. Tra indiscrezioni e ipotesi sui concorrenti, cresce l’attesa per la nuova edizione dello show.

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    La nuova stagione de L’Isola dei Famosi segna un’importante svolta: al timone del reality arriva Veronica Gentili, giornalista e volto di Mediaset, già protagonista di altre esperienze televisive, tra cui la conduzione temporanea de Le Iene. La scelta della rete punta a riportare il programma alle sue origini, esaltandone gli aspetti più estremi e avventurosi. L’appuntamento è fissato per maggio 2025, con il debutto in prima serata su Canale 5. Sebbene la data ufficiale non sia ancora stata confermata, si ipotizza che la prima puntata possa andare in onda mercoledì 7 maggio.

    Naufraghi pronti alla sfida in Honduras

    Anche quest’anno i concorrenti saranno messi alla prova in un’esperienza di sopravvivenza estrema nell’arcipelago di Cayo Cochinos, in Honduras. Senza alcun comfort e con risorse limitate, dovranno affrontare fame, condizioni climatiche difficili e dure prove fisiche per ottenere ciò di cui hanno bisogno per sopravvivere. Come sempre, strategie, alleanze e colpi di scena saranno elementi fondamentali per la dinamica del gioco, e solo uno tra i naufraghi riuscirà a conquistare la vittoria finale.

    Opinionisti e cast: i rumors sui protagonisti

    Mentre la produzione lavora agli ultimi dettagli, rimane il mistero su chi affiancherà Veronica Gentili in studio nel ruolo di opinionista. Tra le ipotesi più accreditate, spiccano i nomi del giornalista Dario Maltese e di Vladimir Luxuria, che potrebbe tornare dopo aver già ricoperto il ruolo nelle precedenti edizioni.

    Chi naufragherà?

    Per quanto riguarda i concorrenti, circolano numerose indiscrezioni, ma il cast ufficiale non è ancora stato svelato. Tra i nomi più discussi troviamo il ballerino Angelo Madonia, noto per la sua partecipazione a Ballando con le Stelle e per la sua relazione con Sonia Bruganelli. La tennista Camila Giorgi, l’ex velina Maddalena Corvaglia e la soubrette Sylvie Lubamba sono tra le candidate più probabili. Anche l’ex tronista di Uomini e Donne Teresanna Pugliese e la ciclista Letizia Paternoster potrebbero far parte del gruppo. Per la categoria maschile, si parla di Loris Karius, portiere tedesco e marito di Diletta Leotta.

    SuperSimo smentisce la sua partecipazione

    Un nome che ha fatto molto discutere è quello di Simona Ventura, che però ha smentito categoricamente un suo ritorno da concorrente. La selezione del cast si è rivelata più complessa del previsto, complice la riduzione del budget dovuta al calo di ascolti registrato nella passata edizione. Nonostante le difficoltà, la produzione sta lavorando per mettere insieme una squadra di naufraghi capace di catturare l’interesse del pubblico e riportare il programma ai fasti di un tempo. L’attesa cresce e gli appassionati del reality sono pronti a seguire le avventure dei nuovi protagonisti in una stagione che promette di essere ricca di sfide e colpi di scena.

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      Televisione

      Diletta Leotta: “Ho perso amici falsi, ma ho trovato quelli veri”

      La conduttrice di Dazn e speaker radiofonica ha raccontato ai microfoni di Radio 105 come il matrimonio con Loris Karius e la nascita della figlia Arya abbiano cambiato radicalmente la sua cerchia di amicizie.

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      Diletta Leotta
      Diletta Leotta: “Ho perso amici falsi, ma ho trovato quelli veri”

        In una recente puntata di Radio 105, la giornalista sportiva e volto di Dazn si è lasciata andare a uno sfogo sincero sul tema delle amicizie. Secondo il suo racconto, il percorso personale intrapreso dal matrimonio con il portiere tedesco Loris Karius, celebrato nel 2024, e dall’arrivo della piccola Arya, avrebbe contribuito a ridefinire profondamente chi merita di far parte della sua vita.

        Lo sfogo in diretta

        Durante il programma radiofonico, la conduttrice catanese ha spiegato senza giri di parole: «In realtà non ho perso amici, ho trovato gli amici veri, perché prima ero circondata da persone che si approfittavano della mia disponibilità. Io sono una ragazza buona e forse troppo generosa, e alcuni ne approfittavano».
        Un chiarimento che mette in luce la sua visione: non una perdita, ma un guadagno in autenticità.

        Prima e dopo il matrimonio

        Con il tono di chi guarda indietro con maggiore consapevolezza, Leotta ha fatto un confronto con la sua vita precedente: «Quando sei single organizzi cene, apri la tua casa a tante persone. Ti ritrovi in mezzo a persone che fanno finta di essere amiche, ma in realtà non lo sono». Dopo il matrimonio e la maternità, invece, il cerchio si è ristretto: «Ora sono poche le amicizie che mi sono rimaste, ma so che sono reali».

        Il tema delle amicizie interessate

        Quello sollevato dalla conduttrice non è un tema nuovo per chi vive sotto i riflettori. Nel mondo dello spettacolo, le relazioni spesso rischiano di essere viziate dall’opportunismo: cene, feste, inviti e occasioni mondane diventano terreno fertile per rapporti poco sinceri. Leotta ha raccontato di essersene resa conto proprio negli ultimi anni, preferendo oggi circondarsi di chi la sostiene davvero nei momenti importanti.

        L’eco sui social

        Il suo racconto ha trovato immediata risonanza sui social network. Su TikTok, molti utenti hanno espresso vicinanza, condividendo esperienze simili. “Pienamente d’accordo, quando avevo i soldi ero circondato da amici. Ora ne ho pochi ma veri”, ha scritto Fabrizio. Un altro utente, Roby, ha aggiunto: “Il successo confonde, l’importante è trovare il proprio equilibrio. È una brutta realtà, ma purtroppo la gente è così”.

        Una nuova consapevolezza

        Il cambiamento nelle relazioni personali di Diletta Leotta si inserisce in un percorso più ampio di crescita personale e familiare. Oggi, tra carriera televisiva e radiofonica, il matrimonio e la maternità, la conduttrice sembra aver trovato la forza di selezionare con cura le persone da tenere al suo fianco. E il messaggio che lascia ai suoi fan è chiaro: meglio poche amicizie autentiche che tante relazioni superficiali.

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          Televisione

          Striscia la notizia, ultimatum di Mediaset: o la prima serata o addio allo storico tg satirico

          Il futuro del programma di Antonio Ricci appeso a un filo. Dopo il successo de La ruota della fortuna, Piersilvio Berlusconi avrebbe imposto condizioni drastiche: cambiare fascia o rinunciare. Intanto Jimmy Ghione rassicura: «Torniamo a novembre, impossibile tenerci a casa».

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            Per trentasei anni è stato un appuntamento fisso dell’access prime time di Canale 5. Ora, per Striscia la notizia, il futuro è incerto come non mai. Dopo un’edizione segnata da ascolti deludenti e dalla concorrenza schiacciante di Affari Tuoi su Rai 1, i vertici Mediaset hanno deciso di cambiare rotta. Al posto del tg satirico di Antonio Ricci è arrivata La ruota della fortuna, affidata a Gerry Scotti, che in poche settimane ha riportato numeri record nella fascia più delicata della giornata televisiva.

            L’indiscrezione, lanciata dal giornalista Lorenzo Pugnaloni, parla chiaro: oggi 8 settembre sarebbe il giorno decisivo. Piersilvio Berlusconi avrebbe dato un ultimatum allo storico creatore di Striscia: accettare un trasferimento in prima serata, con meno puntate e un’impostazione rinnovata, oppure rinunciare alla messa in onda. Una scelta drastica, dettata dalla necessità di cavalcare il successo del game show vintage che sta regalando a Mediaset vittorie su vittorie contro Stefano De Martino.

            I dati confermano il trend: la puntata del 7 settembre ha visto Gerry Scotti superare quota 4 milioni di telespettatori, battendo ancora una volta Affari Tuoi, che naviga in acque agitate. Un ribaltamento storico, con Rai 1 costretta a inseguire e Canale 5 che ritrova il ruolo di protagonista dell’access prime time.

            In questo scenario, il destino di Striscia sembra appeso a un filo. Eppure, dall’interno del programma arrivano messaggi rassicuranti. Jimmy Ghione, uno degli inviati più longevi del tg satirico, ha dichiarato pubblicamente che la trasmissione non è affatto cancellata: «Ma come si fa a tenere a casa un programma come Striscia? È stato per anni il più visto di Canale 5 e noi ricominceremo. Torniamo nella seconda settimana di novembre, proprio in coincidenza con l’anniversario della prima puntata».

            Un ritorno che, se confermato, segnerebbe la sopravvivenza dello storico format, ma con un ruolo diverso e forse meno centrale di un tempo. Perché l’access prime time, oggi, parla la lingua della ruota di Gerry Scotti. E convincere il pubblico a tornare ai “pacchi” e ai “velini” potrebbe essere la vera scommessa del prossimo autunno televisivo.

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              Eurovision tra pace e guerra: quattro Paesi pronti al boicottaggio se partecipa Israele, l’Europa divisa davanti a Gaza

              Dopo i precedenti di Bielorussia e Russia, l’Ebu si trova davanti a un dilemma che non è musicale ma politico: difendere Israele o preservare la credibilità del concorso.

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                L’Eurovision, nato negli anni Cinquanta per cucire le ferite della guerra con la musica, rischia di trasformarsi nell’ennesimo terreno di scontro politico e diplomatico. Entro dicembre le emittenti dovranno confermare la propria partecipazione all’edizione 2026 di Vienna, ma quattro Paesi hanno già annunciato il boicottaggio: Irlanda, Islanda, Slovenia e Olanda non saliranno sul palco se Israele sarà ammesso in gara.

                Il colpo più rumoroso è arrivato dall’Olanda. La tv pubblica Avrotros ha motivato la scelta con «la sofferenza umana a Gaza, la limitazione della libertà di stampa e l’uccisione di numerosi giornalisti». Parole che pesano come macigni in un contesto che, almeno in teoria, dovrebbe essere fatto solo di note, glitter e leggerezza.

                Il direttore del concorso Martin Green ha provato a mediare: «Spetta a ciascun Paese decidere se partecipare e rispetteremo le scelte di ognuno». Ma il precedente non fa ben sperare. Nel 2021 la Bielorussia fu esclusa dopo le elezioni truccate di Lukashenko, nel 2022 la Russia per l’invasione dell’Ucraina. In entrambi i casi l’Ebu non si mosse spontaneamente: la decisione arrivò solo dopo la minaccia di un boicottaggio da parte di altri Paesi.

                Israele, però, non è un concorrente qualsiasi. Dal 1973 partecipa al festival, trasformandolo in un palcoscenico diplomatico oltre che musicale. Quattro vittorie, decine di finali, un pubblico fedele: per Tel Aviv l’Eurovision è sempre stato il modo per ribadire l’appartenenza all’Occidente. Ma la guerra a Gaza, con decine di migliaia di vittime civili, ha incrinato quell’immagine.

                Il nodo passa anche da Kan, l’emittente pubblica israeliana. Creata dopo lo smantellamento della vecchia Iba considerata “troppo di sinistra”, Kan è spesso accusata dal governo Netanyahu di non essere abbastanza allineata. Più volte è stata minacciata di privatizzazione, ipotesi che violerebbe i requisiti per la partecipazione: il concorso è infatti riservato a televisioni pubbliche indipendenti.

                Gli analisti ricordano che l’Ebu nacque negli anni Cinquanta per sostenere i media pubblici delle democrazie liberali contro i regimi autoritari. «Per questo – spiega lo scrittore Chris West – l’organizzazione tende a difendere Israele. Ma così rischia di minare la credibilità dell’intero marchio Eurovision».

                La pressione internazionale cresce. A maggio anche il premier spagnolo Pedro Sánchez aveva invocato l’esclusione di Israele. Se il fronte del boicottaggio si allargasse, l’edizione di Vienna rischierebbe di trasformarsi in una disfatta simbolica. Ma cacciarlo significherebbe per l’Ebu esporsi ad accuse di parzialità e discriminazione.

                Un festival nato per unire i popoli si trova così davanti a un bivio: restare una festa musicale o diventare l’ennesimo campo di battaglia geopolitico.

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