Televisione
Ludovico Di Martino racconta la svolta dark della serie. Mare Fuori 5, meno love story e più prigione vera: “È un ritorno alle radici”
Svolta più cruda e introspettiva per Mare Fuori: basta con l’atmosfera da college, i ragazzi dell’IPM dovranno fare i conti con la durezza della prigionia e con loro stessi. Anche Ciro Ricci porterà una svolta imprevista.
Dirigere una delle serie italiane più seguite degli ultimi anni, quella che ha conquistato milioni di spettatori e monopolizzato le conversazioni social, è una responsabilità non da poco. E Ludovico Di Martino, subentrato a Ivan Silvestrini nella regia di Mare Fuori 5, lo sa bene. Ma il nuovo regista, già autore di una fortunata stagione di Skam Italia, ha deciso di affrontare la sfida portando la serie verso una svolta: meno amori adolescenziali e più realtà carceraria, più introspezione e meno estetica da college. In poche parole, un ritorno alle origini della serie, che fin dalla prima stagione aveva affascinato il pubblico per il suo racconto crudo e sincero della vita dietro le sbarre.

“Ho cercato di costruire un carcere più reale, più vicino a quello che ho visto con i miei occhi a Nisida,” spiega Di Martino. “Ho voluto trasmettere quel senso di claustrofobia e abbandono che ho percepito parlando con i ragazzi detenuti.” In questa quinta stagione, quindi, l’IPM torna a essere protagonista assoluto: meno fughe d’amore e più celle spoglie, più angoli bui e spazi ristretti. La sala comune, ad esempio, è stata ridisegnata per diventare più piccola e opprimente, mentre i cortili esterni si sono trasformati in veri e propri recinti. “L’obiettivo era rendere tangibile la sensazione di prigionia”, aggiunge il regista.

Una scelta, questa, che sembra voler rispondere anche alle critiche di chi, nelle stagioni precedenti, aveva notato una deriva “teen drama” della serie, con dinamiche sentimentali e amicali che finivano per oscurare l’aspetto più duro e realistico della vita carceraria. “La realtà degli IPM italiani sta cambiando, e non in meglio”, precisa Di Martino, riferendosi al cosiddetto Decreto Caivano che ha innalzato sensibilmente il numero di minori detenuti. “C’è sempre meno rieducazione e sempre più repressione, e Mare Fuori non può ignorare questa realtà.”

Il regista ha voluto trasmettere questa tensione anche agli attori, spingendoli a immedesimarsi nei loro personaggi in maniera più profonda. Tra gli esercizi proposti durante le prove, uno in particolare ha colpito il cast: rinunciare al telefono per un’ora, seduti da soli al tavolo di un bar. “Per alcuni è stato scioccante. Viviamo costantemente connessi e disconnettersi, anche solo per poco, li ha messi a disagio. Ho voluto che provassero sulla loro pelle cosa vuol dire restare soli con i propri pensieri, senza distrazioni. In carcere è così.”

E proprio l’introspezione dei protagonisti sarà uno degli elementi chiave di Mare Fuori 5. I personaggi, anche quelli nuovi che subentrano a volti storici ormai usciti di scena, saranno chiamati a fare i conti con se stessi, con i propri sensi di colpa e le proprie responsabilità. “È una stagione più cupa, più implosiva”, ammette Di Martino. “Un vero ‘mare dentro’, dove ogni detenuto sarà costretto a guardarsi allo specchio.”

Nonostante la sua giovane età – ha appena 32 anni – Di Martino conosce bene i tormenti dell’adolescenza e delle periferie, ed è proprio questa sua vicinanza ai sentimenti giovanili che gli ha permesso di instaurare un rapporto speciale con il cast. “Mi sento ancora più vicino al loro mondo che a quello degli adulti”, dice sorridendo. “Quello che ho visto lavorando a Napoli è stata una sorprendente fiducia nel futuro. C’è una fame di riscatto che a Roma, dove vivo, vedo meno nei ragazzi.”
Tuttavia, non mancano anche le ombre: la visita a Nisida ha lasciato in lui un senso di disagio difficile da scrollarsi di dosso. “Quando entri lì dentro e poi esci, sapendo che loro restano, ti senti in colpa. C’è una solitudine che ti entra dentro, perché anche i ragazzi più aperti, quelli con cui riesci a instaurare un dialogo, abbassano lo sguardo al momento dei saluti. E Nisida è tra gli istituti più virtuosi del Paese.”
Infine, inevitabile la domanda sulla narrazione che avanza e sulle possibili sorprese di questa quinta stagione. Senza sbilanciarsi troppo, Di Martino promette un colpo di scena legato a Ciro Ricci, personaggio chiave e amatissimo dai fan della serie: “Succederà qualcosa di totalmente inatteso. Ma posso dire che questa stagione guarda avanti, non torna indietro.”
Meno romanticismo, più carcere. Meno sogni e più scontri con la realtà. Mare Fuori 5 si preannuncia come la stagione che potrebbe far maturare ulteriormente la serie, restituendo un’immagine più fedele – e forse più scomoda – della condizione dei minori in detenzione. E, per Ludovico Di Martino, è solo l’inizio di una nuova sfida.
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Televisione
Belve apre ai non famosi: Francesca Fagnani lancia il casting per la gente comune
L’annuncio è arrivato nel finale della prima puntata della nuova stagione: “Cerchiamo persone autentiche, con storie vere, curiose o coraggiose”. Candidarsi è semplice: basta scrivere alla redazione e raccontare la propria esperienza.
Francesca Fagnani cambia le regole del gioco. Belve, il talk cult di Rai 2, apre ufficialmente ai non famosi. Dopo aver portato nello studio nomi di primo piano — da Maria De Filippi a Belen Rodriguez, passando per politici e imprenditori — la conduttrice ha annunciato una rivoluzione: anche la gente comune potrà diventare protagonista delle interviste più temute (e desiderate) della tv italiana.
L’annuncio è arrivato durante la prima puntata della nuova stagione, andata in onda il 28 ottobre 2025, e ha subito catturato l’attenzione del pubblico. «Vogliamo ascoltare storie vere, persone autentiche, capaci di emozionare e sorprendere con la loro esperienza di vita», ha spiegato Fagnani, sottolineando come Belve voglia ora allargare il suo sguardo oltre la celebrità.
Non più solo vip e personaggi noti, ma uomini e donne comuni, pronti a raccontarsi con sincerità e coraggio davanti alle sue domande dirette, spesso spiazzanti. Un cambio di prospettiva che trasforma il programma in una sorta di specchio del Paese reale, dove a essere messo a nudo non è solo il personaggio, ma l’essere umano.
Per partecipare al casting basta inviare una mail all’indirizzo belveprovini@rai.it, scrivendo i propri dati e una breve descrizione della propria storia personale. La redazione valuterà ogni candidatura e contatterà i prescelti per un primo colloquio conoscitivo.
Chi verrà scelto potrà vivere l’esperienza più iconica del programma: sedersi sul celebre sgabello davanti a Francesca Fagnani e rispondere alle sue domande “senza rete”. Niente copioni, niente filtri, solo verità e presenza scenica.
Un esperimento televisivo che punta a restituire spazio alle storie comuni, quelle che spesso restano fuori dai riflettori ma che raccontano meglio di qualsiasi reality cosa significa essere “belve” nella vita di tutti i giorni.
E, conoscendo Francesca Fagnani, c’è da scommettere che anche i nuovi protagonisti — famosi o meno — non avranno scampo davanti al suo sguardo affilato e curioso.
Televisione
Francesca Fagnani: «Ho invitato Papa Francesco, ma dissero che non era possibile». E su Maria De Filippi: «Le sarò sempre grata»
«È un atto di generosità, l’ho corteggiata a lungo» racconta la Fagnani. Tra gli ospiti anche Belen e Rita De Crescenzo: «Non si giudica prima di ascoltare». E sulle donne in tv: «Mai vittimista, esistono gli strumenti per ribellarsi».
«Non svelo nulla, vedrete tutto stasera». Francesca Fagnani sorride, ma dietro il riserbo c’è una grande soddisfazione: Maria De Filippi sarà l’ospite più attesa della nuova stagione di Belve. Il volto simbolo di Canale 5, per la prima volta, siederà nello studio di Rai2. «Sono onoratissima di vederla entrare in studio» confessa la conduttrice. «Accettare il mio invito è stato un atto di grandissima generosità. Le sarò sempre grata. L’ho corteggiata a lungo… ma sono una che ha invitato persino Sua Santità».
L’invito al Papa e la conquista di Maria
Già, Papa Francesco. «Dal Vaticano mi risposero con una lettera, dicendo che non era possibile. Peccato» racconta ridendo. Il tono è quello ironico e schietto che ha reso celebre la conduttrice. Dopo il successo delle scorse stagioni, Belve torna con una formula fedele a se stessa: interviste taglienti, empatia e curiosità sincera. E una padrona di casa che non si nasconde dietro la compostezza televisiva.
Belen, Rita De Crescenzo e i nuovi volti di “Belve”
Ad aprire la stagione sarà Belen Rodriguez, che la Fagnani descrive come «una donna intelligente, con tanti registri diversi». Nella stessa puntata ci sarà Rita De Crescenzo, scelta che ha già fatto discutere. «È giusto intervistare un personaggio divisivo raccontandone anche le ombre. Viene a titolo personale, non a nome di una comunità» precisa. «Ha avuto una vita segnata da violenza, abbandono e droga, ma ha trovato un suo riscatto. I giudizi si danno dopo, non prima».
Politici in fila, Barbara D’Urso esclusa
«Negli anni sono aumentate le autocandidature, anche tra i politici» spiega. «Hanno capito che Belve è una vetrina diversa, dove mostrare le fragilità può renderti più umano. Ma preferisco evitare di virare sulla politica: ci sono già due programmi che lo fanno il martedì».
Quanto a Barbara D’Urso, la conduttrice taglia corto: «Quest’anno no, è già molto esposta con Ballando con le stelle. Preferisco volti meno presenti in tv».
Sul ruolo delle donne nel piccolo schermo, la Fagnani è netta: «Non abbraccio mai un approccio vittimistico. Se esiste una tentazione di relegarle a ruoli marginali, esistono anche tutti gli strumenti per ribellarsi».
E intanto Belve è pronta a graffiare ancora, tra confessioni, scomode verità e un’ironia che — come lei — non si fa mai addomesticare.
Televisione
Rita De Crescenzo shock a Belve: «Sono stata violentata da tre ragazzi»
Un’intervista cruda e surreale, tra momenti di commozione e gag irresistibili. Rita si difende dalle accuse di spaccio e sogna un film con Christian De Sica: «Sono passata dalle stalle alle stelle. La gente mi tiene come una Madonna».
La nuova stagione di Belve si apre con una delle ospiti più controverse del momento: Rita De Crescenzo, 46 anni, tiktoker napoletana da milioni di follower e un passato che sembra scritto per un film. Davanti a Francesca Fagnani, la “showget” (come si definisce lei) mette a nudo le ferite della sua vita, alternando confessioni drammatiche a momenti di comicità irresistibile. «Sono passata dalle stalle alle stelle», dice con orgoglio. «La gente mi tiene come una Madonna».
Ma dietro il personaggio sopra le righe si nasconde una storia segnata da abusi e dipendenze. «Ho avuto un figlio a 13 anni», racconta con voce ferma. «Mia madre era ricoverata per schizofrenia. La mia infanzia è stata bruttissima: trent’anni di droga e psicofarmaci». Fagnani non si ferma e chiede qual è il ricordo più doloroso. Rita abbassa lo sguardo: «Quando sono stata violentata da tre ragazzi di colore alla stazione centrale di Napoli. In quel momento ho capito che se non avessi smesso con la droga sarei morta».
Un racconto crudo, senza filtri, che spiazza il pubblico e restituisce l’immagine di una donna sopravvissuta ai propri inferni. «Oggi vivo da sette anni», spiega. «La mia vita comincia da quando ho smesso con la droga. Sto studiando, vengono a farmi lezioni a casa. Voglio crescere mentalmente».
La conduttrice le ricorda i processi ancora aperti: De Crescenzo è imputata per spaccio di droga (fu arrestata nel 2017) e per diffamazione nei confronti di un deputato e di un ristoratore. Lei nega con forza: «Ho sempre detto che ho fatto uso di sostanze, ma non ho mai spacciato». Poi aggiunge: «Non mi vergogno del mio passato. Serve per far capire che nella vita si può cambiare».
E tra una confessione e l’altra, emerge anche il lato più surreale della tiktoker che – nonostante tutto – riesce a far ridere Fagnani e il pubblico. «Il mio sogno è girare un film con Christian De Sica, magari un bel cinepanettone napoletano», dice sorridendo. «Io lo adoro da sempre». La giornalista la incalza: «Che trama immagina?». «Una commedia di Natale!», risponde entusiasta, mentre il pubblico esplode in una risata.
Non manca il momento cult della serata: il racconto della presunta parentela con Massimo Ranieri, che secondo lei deriverebbe dalla nonna “Giuseppa di Zazzariello”. Fagnani prova a seguirla, ma l’intreccio genealogico si perde tra aneddoti e risate. «È una lontana parentela, ma c’è», insiste Rita.
E quando parla di politica, l’assurdo torna a bussare alla porta. «Il mio sogno sarebbe portare la gente del popolo a votare. Organizzerei dei pullman e andrei casa per casa». «Ma non c’è bisogno dei pullman, si vota sotto casa», la corregge Fagnani. Lei replica, serissima: «Io invece li organizzo lo stesso».
Tra candore e caos, dolore e ironia, Rita De Crescenzo ha firmato una delle interviste più forti di questa stagione televisiva. La donna che dice di aver “vissuto solo sette anni” ha spiazzato tutti, mostrando che dietro la “tiktokana” che balla e urla nei video c’è un passato di ferite e una sorprendente voglia di riscatto.
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