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Televisione

Marco Bellocchio dirige la serie tv Portobello: si torna a parlare di Enzo Tortora

Rivivremo le vicende di un uomo perbene come Enzo Tortora che, ingiustamente, conobbe il carcere per alcune dichiarazioni false da parte di collaboratori di giustizia.

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    Proseguono le riprese di Portobello, inziziate a settembre a Roma. Si tratta di una nuova serie tv diretta da Marco Bellocchio – che vedremo prossimamente – basata sulle vicende del celebre conduttore arrestato a Napoli, accusato ingiustamente di essere associato alla camorra. La lavorazione interessa anche il territorio della Campania, che all’epoca rappresentò un palcoscenico privilegiato di questa storia di mala-giustizia.

    Uno degli errori giudiziali più clamorosi della nostra storia

    La serie si articola su 6 episodi. Raccontando la vicenda di Enzo Tortora, celebre conduttore del programma televisivo Portobello, che venne accusato di fare parte di un’associazione camorristica. Con infamanti accuse da parte di alcuni collaboratori di giustizia di essere coinvolta nel traffico di droga.

    Ammanettato come un pericoloso criminale

    Arrestato presso la sua casa di Milano, ammanettato come un pericoloso malvivente, Tortora fu tradotto in carcere. Poi processato per anni prima di essere definitivamente assolto da ogni accusa. Il caso è tuttora ricordato come uno degli errori giudiziari più eclatanti della storia italiana. Oltre ad esser diventato un importantissimo caso mediatico che spesso viene citato.

    Diventò presidente del Partito Radicale

    Considerato tra i padri fondatori della tv in Italia, tra i suoi lavori più importanti in televisione anche la conduzione de La Domenica Sportiva. E, come già citato, l’ideazione e conduzione del fortunato programma Portobello. Dopo sette mesi di reclusione, nel gennaio del 1984 la tanto desiderata libertà. Ma il 17 settembre 1985 i due pubblici ministeri del processo, Lucio Di Pietro e Felice Di Persia, ottennero la condanna a dieci anni di carcere.

    L’assoluzione piena nel 1987

    La sua innocenza fu riconosciuta il 15 settembre 1986. In quella data assolto dalla Corte d’appello di Napoli, con sentenza confermata dalla Corte di cassazione nel 1987. Fu durante questo periodo che Tortora, facendosi coinvolgere dalla politica per denunciare i torti subiti, viene eletto europarlamentare nelle fila del Partito Radicale, di cui diventa anche presidente. Tortora morì nel 1988, un anno dopo la sua definitiva assoluzione. Sicuramente sul suo stato di salute pesarono i patimenti di una situazione personale davvero assurda.

    Le parole del regista Marco Bellocchio

    «Tortora subì una grande ingiustizia: arrestato, processato e condannato, fu completamente assolto solo dopo una lunga odissea giudiziaria. Era un lottatore, ma la lotta lo fece ammalare e morire. Non ne farò un santino, scaverò dentro di lui in una serie perché un film non può contenerlo».

    Gifuni sarà Tortora

    L’eclettico Fabrizio Gifuni ricopre il ruolo di Enzo Tortora. Si ricostituisce così la coppia Gifuni-Bellocchio. Un duo artistico che il pubblico italiano ha avuto modo do apprezzare l’anno scorso nella serie tv dedicata al rapimento e all’uccisione dell’onorevole Aldo Moro. Nel cast anche Lino Musella, Romana Maggiora Vergano, Barbora Bobulova, Alessandro Preziosi e Fausto Russo Alesi.

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      Televisione

      Adelina Tattilo, la Hugh Hefner de’ noantri: la donna che con “Playmen” liberò l’Italia dal tabù del sesso

      Editrice visionaria, giornalista e provocatrice, Adelina Tattilo portò in edicola un erotismo elegante, unendo nudo e cultura. Con Playmen batté Playboy e fece scandalo con lo scoop di Jacqueline Kennedy nuda. Poi il declino, ma la sua lezione resta: la libertà può essere un’impresa editoriale.

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        Quando nel 1967 Adelina Tattilo lanciò Playmen, l’Italia bigotta e cattolica scoprì che anche l’erotismo poteva essere cultura. Nata a Manfredonia nel 1928, la Tattilo fu una pioniera: una donna sola contro i pregiudizi, capace di costruire un impero editoriale partendo da una rivista che mescolava sensualità, ironia e impegno civile. Sessant’anni dopo, Netflix le dedica la serie Mrs Playmen, interpretata da Carolina Crescentini, in uscita il 12 novembre.

        La rivoluzione del porno-chic

        Playmen non era solo una rivista “per uomini”. Tra le sue pagine, accanto alle modelle in pose audaci, comparivano disegni di Jacovitti, articoli di Luciano Bianciardi e interviste a giganti come Fred Astaire, Umberto Eco, Leonardo Sciascia e Fellini. Tattilo spiegava così il suo progetto: “Volevo combattere i bigottismi e affermare una cultura libertaria e socialista. Il sesso è parte della vita, non un peccato”.

        Lo scandalo e il successo

        Nel 1969 Playmen pubblicò la foto di Jacqueline Kennedy nuda nella piscina di Onassis a Skorpios, uno scoop che fece il giro del mondo. Ma anche tante dive italiane – da Ornella Muti a Patty Pravo, da Brigitte Bardot ad Amanda Lear – scelsero di posare per la rivista, contribuendo a farne un simbolo di emancipazione. Negli anni Settanta Tattilo toccò il record di 400.000 copie vendute a settimana e sfidò persino Playboy, che le intentò una causa per il nome, vinta solo nel 1982 negli Stati Uniti.

        Dall’erotismo alla cultura pop

        Quando arrivarono le videocassette hard e poi Internet, Playmen perse terreno. Ma Adelina non si arrese: convertì la sua casa editrice a nuovi settori – tecnologia, fotografia, bricolage – continuando a pubblicare con lo stesso spirito di curiosità.

        Oggi, a distanza di decenni, la sua eredità è quella di una donna che seppe portare il sesso in edicola senza volgarità, anticipando le battaglie femministe e libertarie. In un Paese che ancora arrossiva davanti a un bikini, Adelina Tattilo inventò la rivoluzione più difficile di tutte: quella della libertà di guardare, pensare e desiderare.

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          Televisione

          Alessia Marcuzzi smonta le fake news sulla sua vita privata: «Dicono che ho avuto figli da cento uomini»

          Alessia Marcuzzi rivela a Chi come vive i rapporti oggi: niente miti sulla perfezione e zero leggenda metropolitana sui “cento figli da cento uomini”. La conduttrice parla del tradimento, dei suoi criteri per scegliere un partner, dei rimpianti e del desiderio di una tv che faccia incontrare anime gemelle.

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            Alessia Marcuzzi è tornata nel suo habitat naturale: la tv. E lo ha fatto con The Traitors, il gioco dei doppi fondi su Prime Video che sembra disegnato per lei. «Io scopro tutto, sono tremenda», racconta a Chi. «Studio le espressioni, leggo il labiale, ho memoria. Se penso qualcosa di qualcuno, difficilmente mi sbaglio». Una self-confession da investigatrice consumata, che però si arrende solo sull’amore: «Non ho mai beccato un tradimento. Spero perché non c’è stato».

            “Il vero tradimento? Quando tradisci te stesso”
            La Marcuzzi non gira intorno alle parole. Per lei il tradimento non è solo una questione di cuore: «È quando vieni meno ai tuoi valori, al tuo modo di essere». E quando si parla di fedeltà, non cade nelle romanticherie: «L’essere umano non è fatto per essere fedele. Essere fedeli è un lavoro che si fa insieme. È lì che si misura la forza di un legame». Una dichiarazione che sembra la sintesi perfetta della Marcuzzi di oggi: lucida, pragmatica, ma ancora profondamente sentimentale.

            “Ho avuto due figli e due padri. Il resto è fantasia”
            Sulle voci continue che la circondano, Alessia sceglie l’ironia: «Dicono che ho avuto 100 figli da 100 uomini diversi… ma in realtà i figli sono due e i padri pure». Una battuta che taglia come un laser e spazza via anni di gossip immaginario. E aggiunge: «Le mie storie importanti si contano sulle dita di una mano».

            Oggi cerca altro: complicità, calma, verità
            La Marcuzzi racconta di essersi trasformata: «Ho una consapevolezza diversa. Adesso valuto anche altre cose: complicità, condivisione, curiosità. Cerco ciò che mi fa stare bene». Prima di esporsi, però, vuole essere certa: «Non mi mostro con qualcuno se non mi interessa davvero». E ammette che ora non ha bisogno di completarsi attraverso un’altra persona: «Adesso sto bene. Mi sento libera».

            Il sogno tv: far incontrare chi si ama
            Nonostante anni e anni di programmi diversi, un piccolo desiderio è rimasto: «Vorrei una trasmissione dove far incontrare anime gemelle. Non mi sono mai liberata da Colpo di fulmine».

            Le fake news possono dire ciò che vogliono. Alessia, invece, sembra più chiara che mai: due figli, poche storie vere, e una vita che adesso si sceglie da sola, passo dopo passo.

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              Gerry Scotti svela il messaggio segreto di Samira Lui: «È stata dolcissima con me» e la Ruota della Fortuna si ferma in un momento tenerissimo

              Durante la scalinata iniziale della Ruota della Fortuna, Gerry Scotti rivela che Samira Lui gli ha inviato un messaggio “tenerissimo”, ringraziandola davanti a tutti dopo averla difesa nelle recenti polemiche. Tra aneddoti adolescenziali, dichiarazioni mancate e ironie in studio, Samira conquista ancora una volta il pubblico.

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                Alla Ruota della Fortuna il clima da game show si è trasformato per un attimo in una scena da commedia romantica. Mentre scendeva la scalinata con Samira Lui, Gerry Scotti ha scelto di condividere un piccolo retroscena privato con il pubblico: «Ieri sera mi ha mandato un messaggio dolcissimo», ha detto con un sorriso commosso, senza però rivelarne il contenuto. Quello che conta, ha aggiunto, è che Samira «è una persona deliziosa» e che tra loro si è creato un rapporto di affetto e stima reciproca.

                La difesa dopo le polemiche
                Negli ultimi giorni il conduttore aveva difeso la collega dalle critiche nate dopo alcune dichiarazioni di Claudia Gerini sulle “vallette”. Scotti aveva messo i puntini sulle i: «Sei milioni e mezzo di italiani vedono tutte le sere che Samira è alla mia altezza… anzi più alta di venti centimetri». E ancora: «È una mia socia a tutti gli effetti. Il ruolo della valletta è finito negli anni Novanta». Una presa di posizione che, a giudicare dal messaggio “segreto”, Samira deve aver apprezzato parecchio.

                Il bigliettino d’amore mai arrivato
                Nella stessa puntata, Samira ha regalato al pubblico un aneddoto tenerissimo dei suoi tredici anni: aveva scritto un bigliettino per dichiararsi al ragazzo che le piaceva, ma non ricevette mai risposta. Il colpo di scena è arrivato anni dopo: lo ha rincontrato e lui le ha confessato che quel biglietto non era mai arrivato nelle sue mani. «L’offerta è ancora valida?», ha scherzato. Gerry, ovviamente, ha colto la palla al balzo: «C’è un ragazzo fisso qua fuori da tre mesi…».

                Samira e le voci sui ritocchini
                Tra il gioco, le gag e le confessioni, la conduttrice ha risposto anche alle insinuazioni sul suo aspetto, ammettendo solo piccoli ritocchi e liquidando così settimane di gossip estetico.

                Un mix perfetto di ironia, tenerezza e complicità, che conferma quanto la coppia Scotti–Lui funzioni non solo sul palco, ma anche fuori dai riflettori.

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