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Televisione

Myrta Merlino lascia “Pomeriggio 5”: voci, saluti e toto-conduttori. Chi prenderà il suo posto?

La giornalista ha concluso il suo percorso nel talk show pomeridiano di Canale 5, voluto da Pier Silvio Berlusconi per cambiare rotta dopo l’era D’Urso. Ma chi erediterà ora lo studio? Tra conferme e suggestioni, ecco chi sono i nomi più chiacchierati…

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    Alla fine, è arrivato l’addio. Myrta Merlino ha salutato il pubblico di “Pomeriggio 5” con un discorso commosso e personale, chiudendo così due stagioni che hanno segnato la svolta sobria (ma non sempre premiata) del pomeriggio di Canale 5. Un’uscita di scena elegante, ma che lascia aperto un interrogativo bollente: chi prenderà ora le redini del programma?

    Durante la sua ultima puntata, andata in onda venerdì 6 giugno, Merlino ha voluto accanto a sé cinque volti amici: Davide Maggio, Vladimir Luxuria, Marina La Rosa, Ludovica Frasca e altri ancora. Un saluto intenso, più da congedo che da pausa estiva. “Questo è un dono prezioso che mi porto via”, ha detto con voce rotta, parlando di relazioni vere nate dietro le quinte. Il tono era chiaro: il viaggio si chiude qui.

    E ora? Ora si apre la caccia al sostituto – o alla sostituta – di quella che, con tutta la buona volontà, non è riuscita a rimpiazzare nel cuore degli spettatori la regina del pomeriggio trash, Barbara D’Urso. La svolta voluta da Pier Silvio Berlusconi nel 2023, con l’addio alla D’Urso e la scelta più rigorosa della Merlino, ha portato ordine in studio, ma anche qualche crollo negli ascolti. Missione compiuta? Non del tutto.

    Nel frattempo, per l’estate ci sarà Alessandra Viero, già vista alla guida di programmi come “Quarto Grado”. Una conduzione a tempo o la prova generale per l’autunno? Il suo nome circola da mesi come quello della “riserva di lusso” pronta a scendere in campo se la Merlino avesse lasciato. Ma non è la sola.

    Secondo il giornalista Alberto Dandolo, tra i nomi più corteggiati ci sarebbe quello di Cesara Buonamici. Volto rassicurante del Tg5, opinionista impeccabile al GF, la Buonamici ha tutto per incarnare il nuovo volto sobrio e autorevole che Pier Silvio ha in mente per la rete. Ma il suo doppio ruolo, già molto esposto, potrebbe renderla una scelta rischiosa. “Pier Silvio la vorrebbe, ma i giochi non sono ancora chiusi”, ha detto Dandolo.

    Altri nomi? Per ora solo suggestioni. Ma una cosa è certa: la poltrona è calda e Mediaset dovrà decidere in fretta se mantenere la rotta sobria o se, magari, riportare un pizzico di pepe nel pomeriggio degli italiani. Perché se il rigore non fa ascolti, il trash – purtroppo o per fortuna – ha sempre il suo pubblico.

    E nel frattempo, Myrta Merlino può voltare pagina. Con dignità, sobrietà e una certa malinconia.

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      Pier Silvio punta su Scanzi, ma la Toffanin dice no: aria tesa a Mediaset

      Silvia Toffanin non gradirebbe la presenza del giornalista tra i volti di Cologno: troppo simile al suo stile, troppo invadente il possibile talk. E così, il sogno di Pier Silvio si scontra con i malumori in famiglia

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        Aria di tempesta nei corridoi laccati di Mediaset. La rete del Biscione, che negli ultimi mesi sta facendo incetta di volti nuovi (ultimo arrivo Max Giusti), ora avrebbe messo gli occhi addosso a uno dei nomi più discussi e divisivi del giornalismo italiano: Andrea Scanzi. L’obiettivo? Dare una rinfrescata al palinsesto con un volto capace di parlare ai cinquantenni nostalgici di Che tempo che fa, ma anche di far discutere il pubblico dei social.

        Il problema? Ha un nome, un cognome e soprattutto una poltrona ben salda nella domenica di Canale 5: Silvia Toffanin.

        Secondo un’indiscrezione rilanciata da Fanpage, la conduttrice di Verissimo non avrebbe gradito l’eventualità che Scanzi possa approdare a Mediaset con un programma di interviste. Non un talk politico — che per la verità non interesserebbe nemmeno al diretto interessato — ma qualcosa di molto simile al suo stile. E cioè un salottino chic, ospiti importanti, atmosfera ovattata. Praticamente un clone del suo show, ma condotto da uno con molta più visibilità e, diciamolo, più veleno in tasca.

        Pare che Silvia, ben prima del via libera, abbia fatto sentire la sua voce dietro le quinte. Nessuna opposizione plateale, certo, ma quanto basta per far comprendere che quel tipo di concorrenza interna non sarebbe gradita. Neppure se arriva dal compagno di vita, Pier Silvio Berlusconi, che Scanzi l’ha adocchiato da tempo e lo vorrebbe incastonare nel puzzle di una Mediaset più “adulta” e meno trash.

        Dal canto suo, il giornalista di Cartabianca ha negato ogni trattativa ufficiale, ma senza chiudere la porta: “Se mi arrivasse una proposta seria per un programma tipo Che tempo che fa, la valuterei”. E in effetti, il suo sogno — dichiarato più volte — è quello di realizzare un talk morbido, fatto di conversazioni con nomi della cultura, del cinema, della musica. Tutto, tranne che politica. “Quel genere è morto e sepolto”, ha detto.

        Resta il fatto che, per ora, la trattativa è congelata. A Cologno, qualcuno sussurra che ci sia ancora margine per convincere la first lady del weekend. Ma tra i sorrisi in video e i veti fuori onda, non è detto che il semaforo diventi mai verde.

        E Pier Silvio, stavolta, si ritrova a giocare una partita delicatissima: tra auditel, ambizioni personali e quieto vivere domestico.

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          Adinolfi rapato a zero, fame a mille: l’Isola dei Famosi diventa una grigliata con rasoio

          In una delle puntate più surreali de L’Isola dei Famosi, Mario Adinolfi si è lasciato rasare a zero in diretta per una bistecca, mentre Teresanna Pugliese, in perfetta modalità revenge, non gliela fa passare liscia. Tra prove al limite del paradossale, nomination al vetriolo e frecciatine che fanno più male del sole di Cayo Cochinos.

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            Sull’Isola dei Famosi non si mangia, si sopravvive. Ma se l’odore di una succulenta bistecca arriva dritto al cervello, anche i principi morali possono vacillare. Così è stato per Mario Adinolfi, che durante l’ultima diretta ha accettato senza pensarci due volte la proposta di Veronica Gentili: radersi completamente a zero in cambio di una bistecca che, va detto, sembrava appena uscita da un sogno carnivoro.

            Quando la fame chiama, Adinolfi risponde col rasoio

            Un gesto estremo? Forse. Ma quando la carne chiama, il capello cade. E così, in pochi secondi, il giornalista si è ritrovato calvo come un uovo e felice come un bue nel prato.

            Teresanna Pugliese e il perdono negato: il voto che brucia

            Mentre Adinolfi sognava la brace, Teresanna Pugliese pensava alla vendetta. Interpellata per la consueta nomination, la naufraga non ha avuto dubbi: “Mario.” Il motivo? Una lunga lista di provocazioni, strategie da “giocatore esperto” e frasi velenose che, a detta di Teresanna, hanno rotto ogni possibile tregua. “Ho fatto un errore a non nominarlo la scorsa settimana,” ha dichiarato con tono da ex pentita. Ora però, Teresanna torna alle origini, in modalità vendicativa e fiera di esserlo. Nessun perdono, nessun passo indietro. Altro che carne: qui si servono vendette a fuoco lento.

            Chiara, l’ombra e l’ennesimo scontro all’orizzonte

            La tensione aumenta quando entra in scena Chiara, amica di Teresanna e nuova scintilla per l’ennesima lite. Adinolfi la definisce “l’ombra” di qualcun altro, insinuando una mancanza di personalità. Teresanna, come una sorella maggiore, insorge difendendo a spada tratta il legame nato su Playa Dos e sottolineando: “Tra noi c’è un bel rapporto, nonostante la differenza d’età. E proprio lì, mentre il pubblico da casa si divide tra team bistecca e team nomination, Adinolfi colpisce ancora con una delle sue: “Detto da colei che definiva Alessia la mia ancella…” Una frecciatina velenosa che rimbomba in studio e accende gli applausi.

            Reality o teatro dell’assurdo? Il dubbio rimane

            Che L’Isola dei Famosi sia diventata più una performance teatrale che un reality di sopravvivenza è ormai chiaro. Dove un tempo si lottava per il cocco, oggi si baratta la dignità (e la chioma) per una bistecca. Dove una volta si stringevano alleanze, oggi si lanciano accuse come fossero cocchi rotti. La puntata ha offerto di tutto e di più: umiliazioni a basso costo, drammi relazionali, monologhi da Oscar e rivalità che farebbero impallidire gli show d’oltreoceano. E il pubblico? Applaude, commenta, twitta. Perché l’Isola non è più un programma, è una saga familiare con molto sale in zucca e ancora più pepe sulla carne.

            Più costate, meno certezze

            Mario Adinolfi ha sacrificato la chioma per una bistecca, ma ha guadagnato una nuova nemica: Teresanna. Mentre il pubblico ride, giudica e prende posizione, l’Isola dimostra ancora una volta di essere il posto dove tutto può succedere. Anche che un rasoio diventi protagonista assoluto della prima serata.

            E noi? Aspettiamo la prossima puntata. Sperando che qualcuno, prima o poi, si rasi anche il sarcasmo.


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              Televisione

              Bossetti e Fagnani: scontro in diretta a “Belve Crime” tra verità processuali e un uomo che si dice innocente

              Nella prima puntata dello spin-off di “Belve”, la giornalista mette all’angolo l’uomo condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Tra ammissioni di bugie e silenzi inquietanti, la tensione si taglia a fette e divide il pubblico, mentre la televisione si fa ancora una volta tribunale.

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                La televisione ha riaperto un vecchio ferita e il pubblico non si è perso neanche un respiro. Nella prima puntata di “Belve Crime”, spin-off del noto programma di Francesca Fagnani, è andato in scena un duello in punta di lingua, ma con fendenti letali. Da un lato Massimo Bossetti, il muratore di Mapello condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio. Dall’altro la Fagnani, che non si è fatta scrupolo a incalzare e svelare contraddizioni.

                Bossetti si è presentato con il solito copione: l’innocenza sbandierata, il tono pacato da uomo qualunque. Ma la Fagnani non era lì per fargli da cassa di risonanza. Fin dalle prime battute lo ha inchiodato alla prova regina, il Dna trovato sugli slip della vittima. “Il Dna nucleare non mente”, ha scandito la giornalista, e in quel momento la tensione si è fatta palpabile.

                Lui ha provato a ribattere, a sollevare dubbi, a rimestare nell’ombra: “Chi lo dice che era il mio?”, ha ripetuto. “La scienza e la legge”, ha chiuso la Fagnani, gelida. Un siparietto che ha scatenato i social: da chi la osanna come paladina della verità a chi l’accusa di essere un pubblico ministero in diretta. “Bossetti freddo e cinico, ma la Fagnani non molla un centimetro”, scrivono alcuni. “Troppo giudicante, doveva lasciarlo parlare di più”, ribattono altri.

                Il momento più teso? Quando Bossetti, con aria offesa, ha evocato il padre di Yara: “Mi stupì che venne in cantiere a vedermi”. La Fagnani lo ha fulminato: “Come può giudicare un padre che ha perso la figlia?”. Lui si è barricato dietro la solita retorica del genitore modello: “Io non sarei tornato a casa finché non l’avessi ritrovata”. Ma l’aria era già carica di sospetto, di parole che suonavano come un esercizio di difesa disperata.

                Certo, l’ex muratore non ha mancato di raccontare la sua versione delle “piccole bugie” – come quel tumore al cervello che si era inventato per giustificare le assenze dal lavoro. “Mi pareva l’unica scusa plausibile”, ha ammesso con un ghigno che ha fatto rabbrividire molti. E quando la Fagnani gli ha ricordato il soprannome “favola” – affibbiatogli dai colleghi di cantiere proprio per queste menzogne – lui ha scrollato le spalle. “Chi non ne racconta?”, ha detto. Una frase che, da sola, spiega molto.

                Non sono mancati i momenti in cui il dolore si è affacciato. La giornalista ha citato i tradimenti della moglie Marita, svelati a Bossetti quando era già in carcere. “È la cicatrice più grande”, ha sospirato lui, con un’espressione finalmente meno sicura. Ma di fronte al peso di un ergastolo e alla verità di un Dna che non sparisce, anche le ferite del cuore sembrano secondarie.

                A colpire di più, in questa intervista, è stata la linea sottile su cui si è mossa la Fagnani: mai indulgente, mai complice. Ha lasciato spazio alle parole di Bossetti, ma non ha concesso scappatoie. La differenza con il documentario Netflix – che a molti era sembrato un tentativo di riabilitare l’immagine di Bossetti – è stata evidente. “Qui si parla di un uomo condannato per l’omicidio di una ragazzina”, pareva dire ogni domanda. E la Fagnani non ha mai mollato la presa.

                Il risultato? Uno share altissimo, il più alto della stagione per il format di Rai2: 12,4% con 1,5 milioni di spettatori. Un segnale che il pubblico vuole vederci chiaro, anche se – come sempre nei grandi casi di cronaca – la verità processuale e quella “mediatica” non coincidono mai del tutto.

                Francesca Fagnani, però, ha mostrato di saper gestire la sottile linea tra il racconto e l’inchiesta, tra la cronaca e la sfida morale. E lo ha fatto con la consapevolezza che questo è un tema che non finirà di far discutere. Perché quando si parla di Yara, e di un uomo che continua a proclamarsi innocente mentre la scienza dice il contrario, il confine tra la pietà e la rabbia si fa sempre più labile. E le interviste, come i processi, diventano un campo di battaglia dove ognuno cerca la sua verità.

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