Televisione
Pechino Express 2026, un cast da record: da Fiona May e Patrick Stevens da Chanel Totti e Jo Squillo
Tra i viaggiatori ci saranno Fiona May con il marito Patrick Stevens, Mattia Stanga con Elisa Maino, Biagio Izzo e Francesco Paolantoni, Jo Squillo con Michelle Masullo, le sorelle argentine Solórzano e la giovane coppia Chanel Totti-Filippo Laurino. Confermati anche i rapper Dani Faiv e Tony 2Milli. A guidare l’avventura, Costantino della Gherardesca con tre inviati speciali.

Il conto alla rovescia è partito e Pechino Express 2026 promette un’edizione memorabile. Il reality on the road più seguito della televisione italiana ha svelato altre due coppie di concorrenti, confermando un cast che appare già tra i più variegati e sorprendenti di sempre.
A cimentarsi con prove estreme e paesaggi mozzafiato ci sarà la campionessa olimpica Fiona May, icona dell’atletica leggera italiana, in gara insieme al marito Patrick Stevens, ex velocista belga di livello internazionale. Una coppia affiatata che unisce sport, disciplina e complicità. Accanto a loro, una delle sorprese più attese dalla Gen Z: il duo social formato da Mattia Stanga ed Elisa Maino, influencer amatissimi con milioni di follower tra Instagram e TikTok.
Il cast, però, non si ferma qui. Tra i primi nomi ufficializzati spiccano Biagio Izzo e Francesco Paolantoni, comici napoletani legati da un’amicizia di lunga data e dalla capacità di mescolare ironia e improvvisazione in qualsiasi contesto. A rendere il viaggio ancora più colorato ci saranno Jo Squillo e Michelle Masullo, legate da un rapporto speciale che loro stesse definiscono “madre e figlia elettiva”: l’una simbolo della musica e dell’attivismo dagli anni Ottanta, l’altra dj e volto televisivo dal profilo internazionale.
Dall’Argentina arrivano invece le sorelle Candelaria e Camila Solórzano: la prima dj e modella in giro per festival internazionali, la seconda Miss Argentina 2012 con una lunga esperienza di viaggi zaino in spalla. Un binomio tra glamour e avventura che promette scintille.
E ancora, Chanel Totti, figlia di Francesco Totti e Ilary Blasi, affronterà il percorso accanto all’amico di sempre Filippo Laurino, videomaker e amante della natura, con una passione singolare per serpenti e rospi che potrebbe rivelarsi utile nelle tappe più selvagge. A completare la squadra, i rapper Dani Faiv e Tony 2Milli, pronti a portare energia e spirito urban nelle strade d’Oriente.
L’itinerario scelto per il 2026 attraverserà tre Paesi asiatici mai esplorati insieme dal programma: Indonesia, Cina e Giappone. Un percorso che unirà tradizione, modernità e sfide culturali, spingendo i concorrenti al limite tra resistenza fisica e capacità di adattamento.
A guidare il viaggio ci sarà ancora Costantino della Gherardesca, affiancato da tre inviati speciali: Lillo, per il tocco comico, Giulia Salemi, volto amato dal pubblico social, e Guido Meda, giornalista sportivo con l’esperienza dei motori. Le riprese partiranno in autunno, ma l’attesa è già alle stelle: Pechino Express 2026 si annuncia come un’avventura da non perdere.
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Televisione
Alfonso Signorini, addio al Grande Fratello e sì al matrimonio con Paolo
Dopo sei anni alla guida del reality di Canale 5, il giornalista lascia il testimone a Simona Ventura. Una scelta dettata dalla stanchezza, ma anche dal desiderio di dedicare più tempo alla sua vita privata.

Per sei anni è stato il volto simbolo del Grande Fratello, accompagnando milioni di spettatori attraverso dirette fiume e serate televisive da record. Ora Alfonso Signorini ha deciso di chiudere quel capitolo, salutando il reality show di Canale 5 e affidandolo a un’amica di lunga data, Simona Ventura. Una decisione meditata a lungo, raccontata dal direttore editoriale di Chi in una recente intervista al Corriere della Sera: “Sono stati sei anni matti e disperatissimi, per dirla con Leopardi. Conducevo sei mesi di fila due prime time alla settimana, dirette da quattro ore. Facevo il pendolare tra Milano e Roma, dormendo pochissimo. È stata un’esperienza importante, ma logorante”.
Signorini ha più volte manifestato all’azienda la sua stanchezza, e Pier Silvio Berlusconi ha accolto le sue richieste, affidando il programma a Simona Ventura. “A differenza di tanti colleghi che vivono il passaggio di consegne come un affronto, io ne sono stato felice. Ancor più sapendo che a condurre sarebbe stata Simona, una mia amica. Le ho fatto subito gli auguri: se non l’avessi fatto, avrei avuto qualche rotella fuori posto”.
Liberarsi dal peso del reality, però, non è stata soltanto una questione professionale. Questo nuovo tempo libero ha permesso a Signorini di riscoprire la quotidianità accanto al compagno di una vita, Paolo Galimberti. “Abbiamo passato weekend in macchina, viaggiando tra Alsazia e Foresta Nera. In uno di quei momenti ci siamo detti: perché non ci sposiamo? E così festeggeremo i nostri 25 anni insieme con un matrimonio. Perché è giusto così”.
La storia con Paolo Galimberti dura dal 2004, anche se non è stata sempre lineare. In passato, i due avevano affrontato una crisi, raccontata anche in tv a Verissimo: “Ci hanno paparazzato a Cortina, dopo un ritorno importante. Abbiamo avuto un momento difficile, ma siamo tornati insieme. Allora non dicevo nulla sul matrimonio. Oggi invece sì: il tempo è arrivato”.
Ma chi è l’uomo che presto sposerà il conduttore? Paolo Galimberti, classe 1968, è un imprenditore brianzolo con una lunga esperienza nel settore della distribuzione elettronica: dal 1997 siede nel consiglio di amministrazione di Euronics Italia Spa. Ha avuto un ruolo attivo in politica, come senatore del Popolo della Libertà nel 2013 e vicepresidente di Forza Italia in Lombardia.
L’annuncio delle nozze rappresenta un cambio di prospettiva per Signorini, che per anni ha raccontato le storie d’amore degli altri sulle pagine patinate del suo settimanale. Questa volta, invece, a finire sotto i riflettori è la sua vita privata. “Ci siamo ritrovati, abbiamo scelto di dedicarci più tempo. Dopo anni passati a correre tra studi televisivi e treni, ora posso godermi il mio compagno. E celebrare il nostro amore come merita”.
Un passo che segna un nuovo inizio: meno prime time televisivi e più vita vissuta, con la consapevolezza che dopo aver raccontato tanti matrimoni, è arrivato il momento di vivere il proprio.
Televisione
«Parrucchiere gay cercasi»: Uno Mattina finisce nel tritacarne dei pregiudizi
Un annuncio discriminatorio in Abruzzo scatena un acceso dibattito in studio su Rai 1. Tra stereotipi, “radar per riconoscere i gay” e scuse che non bastano: sui social esplode la polemica.

Un piccolo annuncio su Facebook, poi la discussione in diretta su Rai 1. È bastato un cartello: “Parrucchiere gay cercasi” — un salone di Montesilvano, in provincia di Pescara, ha pubblicato un’offerta di lavoro riservata esplicitamente a persone gay, suscitando subito reazioni.
I giorni successivi all’annuncio, il messaggio è stato rimosso, ma il dibattito ha trovato nuova vita nello studio di Uno Mattina in Famiglia. La conduttrice Ingrid Muccitelli ha aperto il confronto chiedendo agli ospiti come Concita Borrelli e Alessandro Cecchi Paone se un parrucchiere gay possieda per forza più manualità, sensibilità o charme rispetto a uno eterosessuale.
Le reazioni in studio
Concita Borrelli ha risposto che «detto così mi fa i brividi», dicendo di non considerare l’orientamento sessuale una categoria professionale. Tuttavia, ha aggiunto che ha notato una maggiore predisposizione estetica tra le persone omosessuali e che il senso estetico. La sensibilità verso il bello siano tratti spesso associati nella percezione comune.
La domanda che ha acceso maggiormente il dibattito è stata: «Ma il gay, come si riconosce?». Borrelli ha risposto: «Si riconosce, dai… usciamo da tutte le ipocrisie. Io ho i radar». Più precisamente: “basta un gesto, una parola, un ammiccamento della bocca, si vede…”
Cecchi Paone ha preso una posizione più cauta: ha detto che, pur comprendendo la domanda provocatoria, non è possibile stabilire un metodo affidabile per riconoscere una persona gay. Ha messo in guardia sul rischio che tali affermazioni alimentino stereotipi dannosi, specialmente per chi vive in ambienti piccoli o più conservatori. Ha sottolineato che esistono soldati, camionisti e professionisti in settori tradizionalmente “maschili” che sono omosessuali, segno che l’orientamento sessuale non definisce la professione.
Critiche esterne e richieste di intervento
Le frasi pronunciate in diretta hanno subito generato scalpore sui social. Esponenti di organizzazioni per i diritti civili, il sindacato dei giornalisti (Usigrai) e la Commissione Pari Opportunità della Rai hanno denunciato che quelle affermazioni siano «una sequela di stereotipi e luoghi comuni».
Il consigliere del CdA della Rai, Roberto Natale, ha definito alcune battute «indegne del servizio pubblico». Ha rimarcato che il contratto di servizio e il codice etico della Rai richiedono tutela delle minoranze e rispetto nella comunicazione, anche nelle trasmissioni “di intrattenimento”.
Contesto e implicazioni
L’episodio riflette questioni più ampie: il confine tra libertà di espressione e responsabilità mediatica. Il ruolo del servizio pubblico nel prevenire discriminazioni non esplicite, la difficoltà di superare stereotipi anche involontari nel linguaggio comune.
Non è il primo caso in cui annunci di lavoro specificano criteri legati all’orientamento sessuale: la legge italiana vieta discriminazioni basate su identità di genere o orientamento sessuale, ma l’applicazione pratica resta complessa quando si tratta di “preferenze” che si giustificano con stereotipi (sensibilità, manualità, empatia).
Il dibattito sollevato a Uno Mattina in Famiglia non è solo “rissa da social”. Mette in evidenza come certi stereotipi — che sembravano superati — siano ancora ben radicati e pronti a riaffiorare, anche in contesti che si credono più consapevoli.
Parlare di “radar per riconoscere i gay” non è neutralità: è riaffermare che vi sia qualcosa da “indovinare”, da etichettare, anziché accettare la complessità dell’identità umana.
Il pubblico servizio radiotelevisivo ha il dovere di educare anche attraverso le parole, non solo con i palinsesti. E questo scontro dimostra quanto sia necessaria una riflessione seria sul linguaggio, sui cliché quotidiani, sulle differenze tra desiderio di inclusione e perpetuazione di etichette.
Televisione
Andrea Giambruno cambia casa (professionale): lascia Rete 4 e approda a Tgcom24, ma resta a Roma
A quasi due anni dal caso mediatico dei “threesome” e del “pacco”, Giambruno rientra a pieno titolo nel circuito Mediaset, ma non tornerà per ora in video. L’obiettivo è ripartire dal lavoro redazionale, lontano dai riflettori e dalle polemiche.

Andrea Giambruno trasloca, ma senza cambiare città. L’ex compagno della premier Giorgia Meloni lascia il talk Diario del Giorno, in onda su Rete 4, per assumere un nuovo incarico nella redazione romana di Tgcom24, il canale all news del gruppo Mediaset. Una mossa interna, senza clamori, che sancisce il ritorno operativo del giornalista nella macchina informativa dell’azienda dopo mesi di basso profilo.

Un rientro che arriva a quasi due anni dai celebri fuorionda diffusi da Striscia la notizia, in cui Giambruno si lasciò andare a battute spinte con le colleghe — i famosi “threesome” e riferimenti al “pacco” — che gli costarono la sospensione e la fine prematura della sua carriera da volto televisivo. Da allora, il giornalista ha scelto la via del silenzio: nessuna intervista, nessuna ospitata, solo qualche partecipazione discreta come moderatore di eventi e convegni.
La rottura con Giorgia Meloni, annunciata pubblicamente dalla premier nell’ottobre 2023 con il celebre post “La mia libertà non è negoziabile”, ha contribuito a spostare l’attenzione su di lui, rendendolo – suo malgrado – protagonista di un gossip politico-mediatico di proporzioni nazionali.





Ora, con l’ingresso a Tgcom24, Giambruno torna a fare il cronista, lontano dalle luci dello studio televisivo. Nessuna conduzione, almeno per ora: il suo ruolo sarà redazionale, incentrato sulla produzione di contenuti, servizi e approfondimenti per il palinsesto informativo del canale.
Una scelta di continuità più che di ribalta. A Mediaset, spiegano fonti interne, non ha mai interrotto i rapporti né con i colleghi né con i vertici. La nuova collocazione viene letta come una “riabilitazione professionale”, un modo per reinserirlo gradualmente nel gruppo senza riaccendere polemiche o titoli facili.
L’ex “ciuffo” di Canale 5, dunque, riparte dal giornalismo puro. Niente prime serate, niente talk: solo redazione, scrivania e notizie. Per chi lo conosce, è il modo più intelligente — e forse più elegante — per rimettere insieme i cocci dopo la tempesta.
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