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Televisione

Pier Silvio Berlusconi scrive a Maria De Filippi: “Amici è una scuola di vita. Il tuo lavoro lascia il segno”

Dopo la finale da record, l’amministratore delegato di Mediaset ringrazia pubblicamente la conduttrice con un messaggio raro e sentito. Non solo ascolti, ma un impatto culturale che dura da oltre vent’anni.

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    Quando a Mediaset si muove Pier Silvio Berlusconi in prima persona, significa che il messaggio è importante. E quello rivolto a Maria De Filippi dopo la finale della ventiquattresima edizione di Amici è di quelli che non passano inosservati. Un riconoscimento non solo televisivo, ma umano, educativo, culturale. Dopo il trionfo del ballerino Daniele Doria, seguito da quasi 3,8 milioni di spettatori con uno share del 26,87%, l’amministratore delegato del Biscione ha voluto rompere il protocollo con un messaggio diretto alla conduttrice, cuore pulsante del talent show più longevo e amato della tv italiana.

    “Grazie Maria”, scrive Pier Silvio. “Tu e tutta la tua squadra avete dimostrato ancora una volta che la televisione può emozionare, ispirare e lasciare il segno”. Parole nette, affettuose e dense di stima. Non una frase di circostanza, ma un tributo alla coerenza e alla visione con cui Maria De Filippi, da più di vent’anni, trasforma una gara tra giovani in un laboratorio di formazione, resilienza, crescita.

    Il messaggio tocca un punto fondamentale: “Amici non è solo uno show. È una scuola vera, dove si impara a cadere e rialzarsi. Dove il talento si unisce alla disciplina, e il sogno si costruisce giorno per giorno”. Un endorsement chiaro non solo alla qualità del prodotto, ma anche all’etica con cui viene portato avanti. In un panorama televisivo sempre più fluido e frammentato, dove la durata di un programma si misura spesso in stagioni lampo, Amici resta un punto fermo. Una macchina che non smette di produrre volti, ma soprattutto valori.

    Daniele Doria, ballerino casertano cresciuto sotto la guida di Alessandra Celentano, è l’ultimo simbolo di questo successo. La sua vittoria non è arrivata a furia di urla o teatrini, ma con il sudore, la tecnica e la timidezza di chi crede davvero nel lavoro più che nella visibilità. Oltre ai 207mila euro in premi, Daniele si è portato a casa la gratitudine del pubblico e l’abbraccio sincero di una comunità televisiva che, nel tempo, è diventata famiglia per milioni di italiani.

    Il messaggio di Pier Silvio Berlusconi chiude un cerchio e lo apre, allo stesso tempo. Riconosce il valore insostituibile di Maria De Filippi all’interno della galassia Mediaset. Ma soprattutto, conferma che Amici non è soltanto un talent. È un presidio culturale, un contenitore che forma generazioni, educa all’impegno, e racconta i sogni in diretta.

    Con buona pace di chi ancora fatica a capire perché funzioni così tanto.

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      Televisione

      Giovanna Civitillo esclusa da “È sempre Mezzogiorno”: la reazione di Amadeus accende il caso

      L’addio di Giovanna Civitillo a “È sempre Mezzogiorno” scatena un polverone. La Rai minimizza, ma Amadeus risponde con una frecciata sui social. E Sonia Bruganelli insinua: «Davvero non è evidente chi ci sia dietro?». Tra colpi di scena e retroscena velenosi, si riaccende lo scontro silenzioso tra Viale Mazzini e l’ex volto simbolo di Sanremo.

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        Giovanna Civitillo non farà parte della nuova stagione di “È sempre Mezzogiorno”, il popolare programma di RaiUno condotto da Antonella Clerici. La notizia, trapelata nelle ultime ore, ha immediatamente alimentato sospetti, ipotesi e – inutile dirlo – polemiche. Perché quando in gioco c’è Amadeus, ogni mossa diventa politica.

        Secondo i ben informati, l’esclusione della moglie dell’ex conduttore di Sanremo sarebbe l’ennesima dimostrazione del “clima di ostilità” nei confronti del presentatore, oggi passato al Nove. Una sorta di silenziosa rappresaglia che, pur senza dichiarazioni ufficiali, lascia intendere molto.

        La Rai, dal canto suo, ha cercato di raffreddare gli animi parlando di “normali cambiamenti nel cast” e anticipando l’arrivo di “altre novità”. Tra queste, il nome che circola con insistenza è quello di Carlotta Mantovan, vedova amatissima di Fabrizio Frizzi, che potrebbe entrare nel team portando con sé una nuova ondata di affetto popolare.

        Ma a rendere incandescente l’atmosfera ci ha pensato Amadeus stesso, che ha risposto via social con un post criptico quanto diretto: una foto in ascensore, accompagnata dal brano “Io” di Marracash. Il passaggio scelto? “L’ipocrisia è l’invenzione del secolo. Svendi la tua verità per la loro bugia”. Un caso? Difficile crederlo, visto il tempismo. Il messaggio appare come una frecciata tagliente indirizzata a chi – secondo lui – avrebbe orchestrato l’allontanamento della moglie.

        E a rincarare la dose ci ha pensato Sonia Bruganelli, che senza mezzi termini ha scritto: “Davvero non è evidente chi ci sia dietro?”. Nessun nome, ma un’accusa pesante che ha fatto scattare immediatamente il tam tam online. Chi è il bersaglio? La Rai? La Clerici? O magari qualcun altro nei corridoi che contano?

        Intanto, Giovanna Civitillo tace. Nessuna dichiarazione, nessun commento. Ma in molti notano l’amarezza dietro quell’uscita di scena improvvisa, che arriva proprio mentre il marito si prepara al grande debutto sulla nuova rete.

        Tra strategie, ripicche e addii mascherati da “scelte editoriali”, il caso Civitillo rischia di essere solo l’inizio. Perché in Rai, si sa, niente è mai davvero solo televisione.

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          Televisione

          Squid Game 3 conquista Netflix: la serie coreana batte tutti i record e rilancia la potenza della K-culture

          Il nuovo capitolo della serie è già nella Top 10 globale di sempre. L’attore Wi Ha-jun spiega il segreto del successo delle produzioni coreane, mentre Lee Jung-jae invita i fan di tutto il mondo a scoprire la Corea. Tra passato doloroso, desiderio e autenticità, la K-drama revolution continua.

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            Sessanta milioni di visualizzazioni in soli tre giorni. È con questi numeri che la terza stagione di Squid Game, rilasciata il 27 giugno su Netflix, ha frantumato ogni record per i contenuti non in lingua inglese. In sole 72 ore, ha totalizzato 368,4 milioni di ore viste, portando la serie direttamente nella Top 10 globale dei titoli più visti di sempre. Un traguardo che conferma non solo la potenza del brand, ma anche l’attrazione sempre più forte esercitata dalla cultura coreana sull’immaginario internazionale.

            L’effetto nostalgia ha contagiato anche le stagioni precedenti: Squid Game 1 è tornata tra i più visti con altri 1,7 milioni di visualizzazioni, mentre la seconda stagione ne ha raccolte 2,8 milioni in una settimana. L’interesse per la saga non è mai stato così alto. Secondo l’attore Wi Ha-jun, che interpreta il poliziotto sotto copertura, il segreto sta tutto in una parola coreana intraducibile: “han”. Un termine che racchiude dolore, desiderio, malinconia e speranza. «Il nostro pubblico sente quella verità emotiva», ha spiegato, «è questo che lo lega così tanto alle nostre storie».

            Intanto, il successo della serie continua ad aprire nuove porte alla serialità coreana. Da produzioni raffinate come Pachinko su Apple TV+ a successi più pop come All of Us Are Dead – Non siamo più vivi, Avvocata Woo, Dr. Brain e King the Land, il pubblico globale è ormai affascinato dalla varietà e dalla qualità dei K-drama. Il protagonista Lee Jung-jae ha dichiarato: «Dopo Squid Game, tante persone vogliono conoscere meglio la Corea. La nostra cultura, la nostra cucina, la nostra storia. E io dico sempre: venite a visitarci».

            L’effetto Squid Game è tutt’altro che concluso. Anzi, potrebbe essere solo l’inizio di una nuova stagione d’oro per la Corea del Sud e per quella narrazione che sa trasformare il dolore in bellezza.

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              Mentana resta il volto di La7, Insinna saluta: nel nuovo palinsesto arrivano Saviano e Gratteri

              Cairo conferma il direttore del Tg fino al 2026 e blinda l’informazione in prime time. Al posto di Insinna arriva la serie tv Grantchester. Spazio anche a nuove firme: da Saviano a Gratteri, fino a Gifuni e Mauro

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                «Enrico Mentana resta con noi ed è felice di farlo». Con queste parole Urbano Cairo ha aperto la presentazione dei nuovi palinsesti di La7, blindando uno dei suoi volti più iconici. Il contratto del direttore del Tg scade nel 2026, ma il rapporto – assicura l’editore – è solido e destinato a continuare. Le celebri maratone, gli speciali e l’appuntamento delle 20 restano dunque al centro dell’offerta informativa della rete, che archivia una stagione record: +9% nel prime time, con uno share medio del 6,3% e oltre 1,2 milioni di spettatori.

                A tenere il punto sono anche tutti gli altri protagonisti dell’approfondimento. Da Gruber a Gramellini, da Formigli a Floris, passando per Cazzullo, Augias e Zoro: tutti confermati, molti già rinnovati fino al 2030. Lo scheletro del palinsesto settimanale non cambia, né quello del day time, dove resistono Omnibus, Coffee Break, L’Aria che Tira e Tagadà.

                Tra le novità, due ingressi che fanno rumore: Roberto Saviano arriva con La giusta distanza, sei puntate in prima serata; Nicola Gratteri debutterà con Lezioni di Mafie, quattro episodi pensati per raccontare il crimine organizzato con rigore e chiarezza. Ezio Mauro porterà due biografie speciali (su Putin e Papa Francesco), mentre Fabrizio Gifuni – con Gherardo Colombo – racconterà la storia della loggia massonica P2.

                L’unico addio è quello di Flavio Insinna, che chiude l’esperienza di Famiglie d’Italia: «Ha fatto un ottimo lavoro – spiega Cairo – ma il game show non è in sintonia con il nostro pubblico». Al suo posto, in autunno, andrà in onda il poliziesco britannico Grantchester.

                Infine, Cairo respinge l’etichetta di “rete d’opposizione”: «Siamo una tv libera, non un partito. Invitiamo tutti, ma ci piacerebbe che più esponenti di governo accettassero». Un’apertura che suona come un invito, da una rete che, numeri alla mano, continua a parlare a una fetta sempre più ampia del Paese.

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