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Spettacolo

Il cast di Sandokan si impossessa di Lamezia e le fan si scatenano per Can Yaman

Can Yaman arriva in Calabria dove incarna il leggendario pirata Sandokan, un eroe moderno che porta con sé il fascino dell’avventura e la passione travolgente dell’amore.

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    Sandokan e i pirati della Calabria

    Sandokan “approda” in Calabria e scoppia la febbre Can Yaman! Lux Vide, con il sostegno di Rai Fiction, Freemantle e della Film Commission e della Regione Calabria che sono stati partner fondamentali per l’operazione, ha ufficialmente aperto il set di quella che si annuncia come la più grande produzione italiana di fiction dei prossimi anni.

    Una serie destinata ad essere esportata in tutto il mondo e che porterà le bellezze della Calabria a “travestirsi” da sud est asiatico per fare da sfondo all’immortale saga della Tigre della Malesia. Le scenografie che faranno da sfondo alla storia d’amore tra il pirata e la bella Lady Maryam, sono state realizzate a Lamezia Terme, nella cui area industriale è stato costruito un intero porto ottocentesco. 

    Il primo ciak

    Il primo ciak è stato dato nello scenario della suggestiva Le Castella, nel Comune di Isola di Capo Rizzuto in provincia di Crotone. Sandokan sarà intepretato dal bello per eccellenza delle fiction, quel Can Yaman, affascinante attore turco, capace di far smuovere i cuori di milioni di fan al femminile in tutto il mondo.

    Se la vedrà con Kabir Bedi

    Non risulterà facile a Yaman il confronto con il grandissimo Kabir Bedi, che proprio sulla figura di Sandokan costruì la sua fortuna di attore internazionale dopo lo sceneggiato Rai degli anni 70 che tenne l’intera Italia incollata al televisore. E decretò un successo mai più ripetuto nelle tante rivisitazioni dell’eroe salgariano per eccellenza.

    Distribuita all’estero

    La serie, nata da un’idea di Luca Bernabei, è l’adattamento della storica saga scritta da Emilio Salgari, sviluppata per la televisione da Alessandro Sermoneta, Scott Rosenbaum e Davide Lantieri. La regia è affidata a Jan Maria Michelini e Nicola Abbatangelo e andrà in onda prossimamente su Rai1 e sarà distribuita in tutto il mondo da Fremantle International.

    Una delle location scelte per la serie – Isola Capo Rizzuto (KR)

    Sandokan è un racconto di avventura e di amore, in cui i protagonisti scopriranno se stessi e capiranno di appartenere a una storia molto più grande, fatta di rivoluzione, di amore per la natura e di lotta per la libertà. 

    Il ciclo di romanzi di Emilio Salgari racconta le avventure del pirata ribelle Sandokan che, dalla sua isola Mompracem sfida i colonialisti inglesi di Lord James Brooke, il governatore inglese senza pietà. Siamo a metà del 1800, nel paradiso naturale abitato dalle tribù native dei Dayak, tagliatori di teste. La Togre della Malesia combatte per la libertà insieme alla sua ciurma di pirati e al fidato Yanez da Gomera, un avventuriero portoghese.

    Sandokan e Marianna

    Ma la sua vita cambia quando, durante un’incursione, incontra Marianna, la bella figlia del console britannico di Labuan. È l’inizio di una storia d’amore impossibile tra due anime inaspettatamente simili: Marianna, di sangue nobile, ma con lo spirito selvaggio di chi è cresciuto in un paradiso tropicale, e Sandokan, leader pirata e avventuriero, che porta in sé il sangue di re guerrieri. Sulle loro tracce si metterà il leggendario cacciatore di pirati, Lord Brooke, che non si fermerà davanti a niente pur di catturare il ribelle e riportare a casa Marianna.

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      Musica

      I Jalisse non mollano mai: dopo il 29° no di Sanremo esce “Taratata”, il brano rifiutato dal Festival

      Ancora un rifiuto dal Festival di Sanremo, il ventinovesimo, ma Alessandra Drusian e Fabio Ricci non si fermano. Il 19 dicembre esce “Taratata”, il brano proposto a Carlo Conti e non selezionato. Ironia, ostinazione e una storia che continua a far parlare.

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        Ci sono artisti che al primo no si fermano. E poi ci sono i Jalisse, che al ventinovesimo continuano dritti per la loro strada. Ancora una volta il Festival di Sanremo ha detto no al duo formato da Alessandra Drusian e Fabio Ricci, ma la risposta è arrivata puntuale: “Taratata”, il singolo rifiutato, esce ufficialmente il 19 dicembre in radio e su tutte le piattaforme digitali.

        Il brano, scritto, arrangiato e interpretato dai Jalisse, era stato proposto a Carlo Conti per il prossimo Festival di Sanremo 2026. Non è stato accettato, diventando così l’ennesimo capitolo di una storia ormai unica nella musica italiana. Ventinove esclusioni, una presenza sul palco dell’Ariston nel 2024 come ospiti e la voglia, mai nascosta, di riprovarci ancora.

        Il no che diventa canzone
        “Taratata” nasce come risposta ironica e quotidiana a una realtà che i Jalisse conoscono fin troppo bene. Il brano racconta una storia con leggerezza, quasi a fotografare il quotidiano, e diventa simbolo di un atteggiamento che li accompagna da anni: trasformare ogni rifiuto in un nuovo inizio. Niente lamenti pubblici, ma musica che continua a uscire.

        Una coppia che resiste al tempo
        Alessandra Drusian e Fabio Ricci sono una coppia nella vita e nel lavoro, un dettaglio che rende il loro percorso ancora più compatto. Dopo la vittoria nel 1997 con Fiumi di parole, il loro rapporto con Sanremo si è trasformato in una lunga rincorsa. Ogni anno, all’annuncio del cast, i loro post diventano un piccolo evento social, atteso e commentato.

        Il rituale del “no” diventato virale
        Negli anni hanno imparato a raccontare l’esclusione con ironia. Lo scorso anno avevano stappato birre in diretta Instagram, quest’anno hanno scelto una scenetta con palloncini rossi, gonfiati per festeggiare il “29mo compleanno di no”. Un modo leggero per ribaltare una delusione e farla diventare racconto condiviso.

        “Non ci arrendiamo” come manifesto
        Sempre sorridenti, Ricci e Drusian hanno spiegato senza giri di parole la loro posizione: “Tanto noi non ci arrendiamo. Continuiamo a portare avanti la nostra musica, i nostri progetti e anche i nostri sogni”. E poi la speranza, detta senza sarcasmo: “Chissà che il prossimo anno si riesca a festeggiare il nostro trentennale sul palco dell’Ariston”.

        Che Sanremo li voglia o no, i Jalisse restano lì, puntuali, testardi e perfettamente riconoscibili. E mentre il Festival passa, “Taratata” arriva. Il resto, come sempre, lo dirà il tempo.

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          Musica

          Mahmood firma “Le Cose non Dette”, la canzone originale del nuovo film di Muccino tra musica, cinema e silenzi che pesano

          Una canzone che nasce per il cinema e diventa parte del racconto. Mahmood è la voce e l’autore di “Le Cose non Dette”, brano originale dell’omonimo film di Gabriele Muccino, con un cast corale e una colonna sonora diretta da Paolo Buonvino.

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            Quando cinema e musica si incontrano sul terreno delle emozioni non dette, il risultato difficilmente passa inosservato. Mahmood interpreta e firma “Le Cose non Dette”, la canzone originale dell’omonimo nuovo film di Gabriele Muccino, mettendo la sua voce al servizio di una storia che ruota attorno a parole mancate, scelte sospese e legami complessi.

            Il brano accompagna un film corale che vede protagonisti Stefano Accorsi, Miriam Leone, Claudio Santamaria e Carolina Crescentini, volti diversi ma complementari di un racconto che, già dal titolo, promette introspezione e tensione emotiva. La musica non è un semplice contorno: è parte integrante della narrazione, un filo invisibile che lega le scene e ne amplifica il peso.

            Mahmood tra pop e cinema
            Per Mahmood non si tratta solo di prestare la voce, ma di entrare nel cuore del progetto anche come autore. “Le Cose non Dette” nasce pensata per il film, cucita su immagini e atmosfere, lontana dall’idea di una canzone inserita a posteriori. La sua scrittura, spesso attenta alle fragilità e ai silenzi, trova qui un terreno naturale, dialogando con il linguaggio cinematografico di Muccino.

            Il mondo emotivo di Muccino
            Il cinema di Gabriele Muccino ha sempre fatto delle relazioni e dei conflitti interiori il proprio centro gravitazionale. Affidare la canzone originale a Mahmood significa puntare su una sensibilità affine, capace di raccontare l’irrisolto senza urlarlo. Il titolo condiviso tra film e brano rafforza questa fusione, trasformando la musica in una sorta di voce parallela della storia.

            Un cast che moltiplica i punti di vista
            Accorsi, Leone, Santamaria e Crescentini compongono un mosaico di personaggi che promette dinamiche intrecciate e sguardi differenti sullo stesso nodo emotivo. In questo contesto, la canzone diventa un elemento di raccordo, un commento emotivo che attraversa le traiettorie dei protagonisti senza sovrapporsi ai dialoghi.

            La colonna sonora firmata Buonvino
            A dare unità all’universo musicale del film è Paolo Buonvino, che produce e dirige l’intera colonna sonora. Il suo intervento garantisce coerenza e respiro cinematografico, creando uno spazio sonoro in cui “Le Cose non Dette” di Mahmood può risuonare senza stonature, inserita in un disegno più ampio e strutturato.

            Cinema, musica e parole taciute si intrecciano così in un progetto che punta tutto sull’emozione trattenuta. E quando le cose non vengono dette, spesso è la musica a farsi carico di raccontarle.

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              Televisione

              Red Carpet accende Prime: Federica Nargi, Alba Parietti, Pamela Prati, Giulia Salemi e Flavia Vento diventano vip da proteggere

              Federica Nargi, Alba Parietti, Pamela Prati, Giulia Salemi e Flavia Vento sono le protagoniste della nuova edizione di Red Carpet su Prime. Al loro fianco, nei panni di bodyguard decisamente fuori dagli schemi, arrivano Gli Autogol e una squadra di comici pronti a trasformare la protezione in spettacolo.

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                Il tappeto rosso si trasforma in un percorso a ostacoli e la parola “protezione” assume contorni decisamente ironici. Dal 23 gennaio su Prime torna Red Carpet con una nuova squadra di vip pronte a mettersi in gioco e una scorta che promette più risate che sicurezza. A sfilare sotto i riflettori saranno Federica Nargi, Alba Parietti, Pamela Prati, Giulia Salemi e Flavia Vento, cinque nomi molto diversi tra loro ma accomunati dalla voglia di sorprendere.

                Il format gioca proprio su questo: prendere volti iperconosciuti e affidarli a bodyguard improbabili, capaci di trasformare ogni ingresso scenografico in uno show a metà tra performance, gag e imprevisto. Il tappeto rosso diventa così un terreno narrativo dove tutto può succedere, e spesso succede davvero.

                Cinque vip, cinque stili diversi
                Federica Nargi porta con sé l’immagine glamour costruita tra moda e televisione. Alba Parietti è l’esperienza, il carisma e la battuta pronta. Pamela Prati resta una figura iconica, capace di catalizzare l’attenzione anche solo con un passo. Giulia Salemi rappresenta il presente social e televisivo, mentre Flavia Vento aggiunge quella componente imprevedibile che rende ogni scena potenzialmente virale. Insieme, il mix è studiato per far parlare.

                Bodyguard fuori controllo
                A occuparsi della loro “sicurezza” arrivano Gli Autogol, Alessandro Betti, Valentina Cardinali, Alessandro Ciacci, Scintilla, Antonio Ornano e Giulia Vecchio. Una squadra che ha poco a che fare con la serietà delle scorte tradizionali e molto con il mondo della comicità. Il risultato è una protezione che diventa spettacolo puro, fatta di dialoghi surreali, momenti slapstick e situazioni che sfuggono rapidamente di mano.

                Il tappeto rosso come palcoscenico
                In Red Carpet non conta solo arrivare a destinazione, ma come lo si fa. Ogni ingresso è costruito come un piccolo evento, con i bodyguard che diventano coprotagonisti e i vip chiamati a reagire, improvvisare e giocare con la propria immagine pubblica. È qui che il format trova la sua forza, ribaltando le aspettative e trasformando il red carpet in un vero set comico.

                Prime punta sullo show leggero
                Con il debutto fissato al 23 gennaio, Prime scommette su un intrattenimento leggero, pop e ad alto tasso di condivisione. Red Carpet si candida a essere uno di quei programmi che vivono anche fuori dallo schermo, tra clip, commenti e momenti pronti a rimbalzare sui social.

                Vip da proteggere, bodyguard improbabili e un tappeto rosso che promette di non essere mai una semplice passerella. Il gioco è tutto qui.

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