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Televisione

Selvaggia Lucarelli affonda la D’Urso: “Cinica, performativa, incapace di dire ciò che pensa davvero”

“L’ho vista ballare in tv, disse: ‘Io sono la più forte di tutte’. Una rara verità detta in pubblico”, scrive Selvaggia Lucarelli. Poi l’affondo: “Una delle persone meno capaci di rilasciare interviste autentiche. Creava dinamiche mortificanti e si dissociava in diretta. Fingeva di parlare al popolo, ma accumulava potere”.

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    Non è la prima volta che Selvaggia Lucarelli affonda il colpo, ma questa volta lo fa con la lama più affilata. A riaccendere la miccia è stato un ricordo personale condiviso sui social, in cui la giornalista racconta l’ultima apparizione tv di Barbara D’Urso con lei in studio: “Aveva ballato (benino) con un ballerino portato da casa”, scrive, “commentai che la trovavo in forma e che in fondo questo le interessava, essere la più forte di tutte. Lei mi diede una risposta fulminante: ‘Io sono la più forte di tutte’. Fu una delle poche verità assolute che le scapparono in pubblico, credo”.

    Lucarelli ne approfitta per fare un ritratto senza sconti di una delle figure più divisive della televisione italiana. “Una persona meno capace di rilasciare interviste in cui davvero dica ciò che le passi per la testa, non l’ho vista mai”, scrive, accusando la D’Urso di costruire costantemente un personaggio a uso e consumo del pubblico, senza mai lasciar intravedere la vera sé.

    Poi l’attacco più diretto: “La sua tv era quella in cui lei creava dinamiche spesso mortificanti per ospiti o spettatori e poi ‘io mi dissocio’. Che è un po’ come spingere qualcuno giù dalle scale e poi dire ‘Ma io gli avevo chiamato l’ascensore’”. Per Lucarelli, D’Urso è sempre stata cinica e abilmente manipolatrice: una regina dell’empatia “performativa”, capace di mostrare compassione solo per ottenere ascolti.

    E se il suo celebre saluto alle “donne che stirano” sembrava un gesto popolare e accogliente, per Lucarelli era solo l’ennesima costruzione. “Fingeva di essere una del popolo mentre accumulava potere”. Una carriera costruita tra lacrime in diretta e drammi in prima serata. Ma ora che la televisione è cambiata, scrive Lucarelli, “Barbara è rimasta sempre più sola”. E la maschera, forse, non basta più.

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      Televisione

      Michelle Hunziker torna su Canale 5 con Io Canto Family: «Un restyling completo e grandi nomi in giuria»

      Al fianco di Michelle Hunziker ci saranno Patty Pravo e Noemi come giudici e i capisquadra Giusy Ferreri, Sal Da Vinci, Serena Brancale ed Ermal Meta. La formula resta la sfida tra coppie di familiari, con storie emozionanti e un montepremi di 50mila euro.

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        Il 16 settembre 2025 segna il ritorno di Io Canto Family, lo show musicale che Canale 5 affida a Michelle Hunziker, pronta a guidare una nuova edizione rinnovata nei meccanismi e nel cast. La conduttrice svizzera, intervistata da Tv Sorrisi e Canzoni, ha raccontato con entusiasmo le novità del programma: «Abbiamo fatto un bel restyling dello show, sia come meccanismo, sia come grandi nomi nel cast. In giuria avremo Noemi e Patty Pravo e i capisquadra sono Serena Brancale, Sal Da Vinci, Giusy Ferreri ed Ermal Meta. Le coppie dei partecipanti appartengono allo stesso nucleo familiare e daremo tanto spazio alle loro storie perché sono emozionanti, commoventi».

        La formula resta quella che ha decretato il successo della trasmissione: quattro squadre, ciascuna guidata da un caposquadra, per un totale di 24 coppie di concorrenti, tutte appartenenti allo stesso nucleo familiare. L’obiettivo è arrivare in finale e aggiudicarsi il montepremi di 50mila euro. Una sfida musicale che non si limita alle esibizioni, ma che mette al centro i legami familiari, trasformando il palcoscenico in un luogo di emozioni condivise.

        La direzione artistica è affidata ancora a Roberto Cenci, che ha voluto rafforzare l’impianto del programma puntando su storie capaci di coinvolgere il pubblico. La Hunziker, con la sua naturale capacità di mediare tra leggerezza e commozione, sarà il volto ideale per condurre una trasmissione che si gioca tanto sulle sfumature emotive quanto sulla competizione canora.

        Parlando di musica, Michelle ha ricordato quanto sia sempre stata presente nella sua vita: il padre Rudolf le cantava da piccola le melodie romantiche italiane degli anni ’50 e ’60, mentre la colonna sonora della sua prima gravidanza fu inevitabilmente la voce di Eros Ramazzotti, con cui oggi mantiene un ottimo rapporto. Nessun ritorno di fiamma però, precisa la conduttrice: il suo presente sentimentale si chiama Nino Torchetti Provera, relazione che Michelle difende con discrezione dalle cronache rosa.

        Con queste premesse, la nuova edizione di Io Canto Family promette di intrecciare spettacolo, musica e sentimenti in un format che unisce generazioni e storie personali, puntando a diventare uno dei titoli di punta della stagione televisiva di Mediaset.

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          Televisione

          Francesco Gabbani debutta a X Factor: «Temo di dire no ai ragazzi, ma i rifiuti aiutano a crescere»

          «Sono contento di vivere questa nuova avventura. Ho paura di ferire i ragazzi, ma i no fanno bene. Un artista è unico quando non copia nessuno. All’Arena di Verona festeggerò dieci anni di carriera, sarà magico».

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            «È tutta una nuova avventura da vivere. Sono contento di fare il giudice, mi stimola l’idea di intraprendere un’esperienza diversa. Ho solo un timore: dover dire dei no. È faticoso, soprattutto nella parte delle audition, quando c’è la scrematura degli artisti».

            «Loro arrivano con tutti i loro sogni e, dal loro punto di vista, si giocano il tutto per tutto. Sento molto questa responsabilità, so che mi farà male».

            «Ho metabolizzato questa sofferenza pensando al mio percorso. I no ricevuti lì per lì mi hanno ferito, ma poi mi hanno fatto un gran bene. Nella costruzione di una vita artistica, per trovare la propria strada, sono più importanti i no dei sì».

            «I rifiuti ti fanno rendere conto di quanto tieni a quello che fai. Dopo i no è più difficile andare avanti e dunque capisci se hai la determinazione e la motivazione per proseguire. Servono a misurarsi e a prendere consapevolezza di se stessi. Lo spiegherò ai ragazzi».

            «Vorrei trasferire ai concorrenti un messaggio chiaro: siate voi stessi. La naturalezza arriva al pubblico: fai breccia nel cuore delle persone se sei coerente e sei soddisfatto di quello che fai».

            «Io cercherò di spiegare loro che è meglio dire no alle sovrastrutture, è meglio non costruire alter ego artistici che illudono. Inutile scimmiottare artisti famosi, simulare, copiare. Un artista è tale perché è unico».

            «Li aiuterò a essere consapevoli dei propri limiti, non tanto per superarli ma per sguazzarci dentro. Questo è il segreto».

            «Le critiche ai talent ci stanno: bruciare subito le carriere, troppo show televisivo. Però è estendibile a tutto. Il talent è solo una modalità per riconoscere talenti. Risente della società di oggi che va veloce, segue i social, vive di estetica e immagine. Il rischio c’è, ma è relativo. Il talent è una delle poche vetrine per i ragazzi e questo canale va sfruttato con consapevolezza. L’importante è che puntino a fare musica e non a diventare famosi».

            «Ho condotto Ci vuole un fiore perché aveva una connessione con la musica. Se mi avessero proposto di fare solo il conduttore, non l’avrei fatto».

            «Nel 2017 ho vinto Sanremo da outsider davanti a Fiorella Mannoia e mi sono sentito quasi in colpa, mi sono inginocchiato davanti a lei e quell’immagine mi è rimasta dentro. Ma il momento cruciale è stato l’anno precedente: mi avevano eliminato per un errore di votazione elettronica, poi mi hanno ripreso e ho vinto il Festival. Il momento del ripescaggio e della rimessa in gara è stata la mia sliding doors».

            «Sarà davvero un momento speciale, l’Arena di Verona è un luogo magico. Mia madre mi ha detto: “Canti all’Arena davvero? Allora vengo a vederti”».

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              Televisione

              Striscia la notizia, ultimatum di Mediaset: o la prima serata o addio allo storico tg satirico

              Il futuro del programma di Antonio Ricci appeso a un filo. Dopo il successo de La ruota della fortuna, Piersilvio Berlusconi avrebbe imposto condizioni drastiche: cambiare fascia o rinunciare. Intanto Jimmy Ghione rassicura: «Torniamo a novembre, impossibile tenerci a casa».

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                Per trentasei anni è stato un appuntamento fisso dell’access prime time di Canale 5. Ora, per Striscia la notizia, il futuro è incerto come non mai. Dopo un’edizione segnata da ascolti deludenti e dalla concorrenza schiacciante di Affari Tuoi su Rai 1, i vertici Mediaset hanno deciso di cambiare rotta. Al posto del tg satirico di Antonio Ricci è arrivata La ruota della fortuna, affidata a Gerry Scotti, che in poche settimane ha riportato numeri record nella fascia più delicata della giornata televisiva.

                L’indiscrezione, lanciata dal giornalista Lorenzo Pugnaloni, parla chiaro: oggi 8 settembre sarebbe il giorno decisivo. Piersilvio Berlusconi avrebbe dato un ultimatum allo storico creatore di Striscia: accettare un trasferimento in prima serata, con meno puntate e un’impostazione rinnovata, oppure rinunciare alla messa in onda. Una scelta drastica, dettata dalla necessità di cavalcare il successo del game show vintage che sta regalando a Mediaset vittorie su vittorie contro Stefano De Martino.

                I dati confermano il trend: la puntata del 7 settembre ha visto Gerry Scotti superare quota 4 milioni di telespettatori, battendo ancora una volta Affari Tuoi, che naviga in acque agitate. Un ribaltamento storico, con Rai 1 costretta a inseguire e Canale 5 che ritrova il ruolo di protagonista dell’access prime time.

                In questo scenario, il destino di Striscia sembra appeso a un filo. Eppure, dall’interno del programma arrivano messaggi rassicuranti. Jimmy Ghione, uno degli inviati più longevi del tg satirico, ha dichiarato pubblicamente che la trasmissione non è affatto cancellata: «Ma come si fa a tenere a casa un programma come Striscia? È stato per anni il più visto di Canale 5 e noi ricominceremo. Torniamo nella seconda settimana di novembre, proprio in coincidenza con l’anniversario della prima puntata».

                Un ritorno che, se confermato, segnerebbe la sopravvivenza dello storico format, ma con un ruolo diverso e forse meno centrale di un tempo. Perché l’access prime time, oggi, parla la lingua della ruota di Gerry Scotti. E convincere il pubblico a tornare ai “pacchi” e ai “velini” potrebbe essere la vera scommessa del prossimo autunno televisivo.

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