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Televisione

Simona Ventura a Verissimo: “Il Grande Fratello è la mia nuova sfida. Ai miei figli dico sempre: abbiate un piano B”

A Verissimo, Simona Ventura si racconta tra emozione e determinazione: “È un ritorno al futuro. Dopo 14 anni torno ai reality, ma con la maturità di oggi”. Poi parla della famiglia, di Giovanni Terzi e dei figli: “Sono felici per me. Ho insegnato loro a finire sempre ciò che iniziano e a non avere paura di cambiare strada”.

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    «Tutto inaspettato, tutto una corsa. Ma bellissimo». Così Simona Ventura, ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, descrive il suo ritorno in prima serata come conduttrice del Grande Fratello. Una nuova sfida che segna il debutto di “SuperSimo” al timone del reality più longevo della televisione italiana. «Sono molto emozionata e anche un po’ ansiosa — racconta —. Durante L’Isola dei Famosi mi proposero un provino per un nuovo format. Io dissi subito di sì, senza sapere che si trattava del Grande Fratello. Poi, quando me lo hanno detto, mi è sembrato un segno del destino: 25 anni del Gf, un ritorno al futuro».

    Accanto a lei, un trio di opinionisti “da leggenda”: Cristina Plevani, la prima vincitrice della storia del reality («la Jannik Sinner dei reality», scherza Simona), Ascanio Pacelli e Floriana Secondi. «Tre persone che hanno vissuto il Gf da dentro, con passione e autenticità. Io sono una novellina del programma, ma voglio portare energia e curiosità, proprio come fosse la mia prima volta».

    Il ritorno di Simona Ventura a un grande reality segna anche una rinascita personale. Dopo anni di conduzioni, palchi, televisione e momenti di difficoltà, la conduttrice sembra aver ritrovato il suo equilibrio. Merito, racconta, anche dell’amore con Giovanni Terzi: «Siamo una squadra. Abbiamo lavorato tanto per unire le nostre famiglie, e oggi i nostri figli vanno d’accordo. Sono felici per questa mia nuova avventura e io lo sono per loro. Ho cercato di trasmettere valori solidi: la curiosità, la determinazione e il coraggio di reinventarsi».

    Mamma orgogliosa, Simona parla con tenerezza della più piccola, Caterina: «Si è appena diplomata, e sono tanto felice. Ai miei figli dico sempre di avere un piano B, perché la vita può cambiare da un giorno all’altro. Bisogna finire le cose che si iniziano, ma essere pronti a ricominciare».

    Da Bentivoglio a Miss Italia, da Mai dire Gol a Le Iene, la carriera di Simona Ventura è un romanzo televisivo lungo quasi quarant’anni. E ora, a 59 anni, con l’energia di sempre, si prepara a tornare davanti al pubblico che l’ha sempre amata. «La tv — conclude — è la mia casa. E al Grande Fratello voglio accendere di nuovo la luce».

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      Televisione

      Magalli senza filtri contro la Rai: “Ci lavorano persone con la fedina televisiva da brivido. Dopo il mio linfoma, sono spariti tutti”

      Dai retroscena sul divorzio Baudo-Ricciarelli alle frecciate contro la Rai di oggi, Giancarlo Magalli si racconta con la lingua affilata di sempre. Sessant’anni di carriera, cinquanta programmi all’attivo, e la sensazione di essere stato messo da parte: “Ho detto la verità, e la verità in tv non è di moda”.

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        Giancarlo Magalli non ha mai avuto bisogno di filtri. Né in video, né nella vita. A 77 anni suonati, con sessant’anni di carriera alle spalle, è ancora capace di far tremare le scrivanie dei dirigenti Rai con una battuta. Stavolta l’occasione è un’intervista a ruota libera, dove il conduttore si toglie più di un sassolino dalle scarpe, a partire proprio dal suo silenzioso addio alla tv pubblica: «La Rai è simpatica e caruccia – dice con sarcasmo – ma oggi fa lavorare persone con una “fedina televisiva” da brivido, tipo Teo Mammucari. Hanno insistito per anni con Cattelan, fanno scelte curiose, da interpretare».

        Poi l’affondo più amaro: «Io ho fatto più di 50 programmi, ho lavorato per sessant’anni tra radio e tv. Dopo che sono guarito dal linfoma che ho avuto, sono spariti tutti. Ma soprattutto – sottolinea – sono cambiati, e quelli nuovi non li ho mai incontrati».

        Non c’è rabbia nelle sue parole, piuttosto una consapevolezza disincantata, quella di chi ha visto passare generazioni di dirigenti e conduttori. «Non posso farci niente, amo dire le cose come stanno – confessa – e questo mi ha portato tanti guai. Ma è un lusso che continuo a concedermi, anche se lo pago volentieri».

        Un Magalli in versione combattiva, dunque, che non risparmia nessuno. Nemmeno la collega Katia Ricciarelli, finita al centro delle polemiche dopo le sue dichiarazioni su Pippo Baudo e la storica assistente Dina Minna. «Katia si è lamentata di non essere stata avvertita della morte di Pippo – racconta – ma non ha molto senso come rimostranza. Non è ancora stato istituito un comitato per la comunicazione dei lutti alle ex mogli. E poi la morte di Baudo è una di quelle notizie che si diffondono da sole».

        Quando gli chiedono del famoso ricovero di Pippo, Magalli va dritto: «Lei lo sapeva benissimo, ma era all’estero. Si presentò tre giorni dopo l’operazione e Pippo la cacciò via furioso. Da lì partì la lettera dell’avvocato per chiedere la separazione. Penso volesse solo un gesto di riconciliazione, ma lui colse la palla al balzo. Fu l’inizio della fine».

        E sulla presunta carriera internazionale della soprano? Nessuna pietà: «In Croazia per dei concerti? Ma quali concerti. Sono anni che non canta più, ha avuto problemi di voce e si è data ai reality. Credo fosse là per giocare. Le piaceva il brivido dei casinò. Il guaio è che, se smetti di guadagnare ma continui a spendere come prima, il bilancio diventa preoccupante».

        Il tono cambia solo quando ricorda l’amico Pippo, con cui condivideva la passione per il teatro. «Negli ultimi anni vedeva poco, faceva fatica a muoversi, ma aveva ancora quella curiosità da eterno debuttante. Andavamo insieme a teatro, sempre più vicini al palco perché non ci vedeva più bene. Quando gli amici gli fecero trovare la sedia a rotelle al compleanno di Pingitore, lui non stava male, era solo un po’ malandato. Ma le foto, pubblicate sui social, fecero pensare al peggio. Pippo non meritava quella spettacolarizzazione».

        Oggi Magalli, che nella vita ha attraversato tutti i generi – dal varietà alla satira, dai quiz al talk show – si definisce “ospite professionista”: «La prossima stagione guarderò la tv. Andrò ospite qua e là, un po’ per non sparire del tutto, un po’ per guadagnare qualcosa. Ho conquistato il ruolo di ospite, che è già un traguardo».

        Ma dietro la battuta si percepisce la malinconia di un uomo che ha dato tanto alla televisione e che oggi fatica a riconoscerla. «Una volta c’era più rispetto, più ironia e meno faziosità. Ora sembra tutto in mano a una Tele-Meloni, dove la fedeltà politica pesa più del talento. Non mi stupisce, ma non mi appartiene».

        Eppure, quando gli chiedono se tornerebbe, risponde senza esitazione: «Se avessero bisogno di uno che sappia ancora parlare al pubblico senza urlare, io ci sarei. Ma non chiameranno. Ormai cercano solo chi si accontenta di fare rumore».

        Poi sorride, con quella punta di cinismo che lo ha reso inimitabile: «Ho imparato che in Rai non serve essere bravi, serve essere alla moda. Io, per fortuna, non lo sono mai stato».

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          Televisione

          Barbara d’Urso “mangia il pulcino”: scintille a La Vita in Diretta tra Milly Carlucci, Matano e Luca Tommassini

          Alla vigilia della nuova edizione di Ballando con le stelle, la conduttrice racconta il suo “nido di pulcini” mentre Matano provoca e Tommassini risponde con la battuta più virale del giorno: “Barbara un pulcino? Lei se lo magna il pulcino!”.

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            Un salotto pomeridiano, una conduttrice leggendaria e una battuta destinata a fare il giro del web. È bastato questo perché la presentazione di Ballando con le stelle 2025 diventasse un piccolo show dentro La Vita in Diretta. Ospite di Alberto Matano, Milly Carlucci è arrivata in studio con l’entusiasmo di sempre e la grazia da signora della tv. “Loro sono come una nidiata di pulcini che devono sbocciare”, ha detto riferendosi al cast del suo programma, in partenza il 27 settembre su Rai1.

            Un’immagine dolcissima, quasi da romanzo rosa, che ha spinto Matano a stuzzicarla: “Anche Barbara d’Urso è così tenera? Perché c’è molta attesa per vedere lei che scende in pista. Vi immaginate Barbara come un piccolo pulcino?”.

            Risata generale. Poi la risposta di Luca Tommassini, direttore artistico dello show, che non ha resistito alla tentazione di servire la battuta perfetta: “Barbara un pulcino? Lei se lo magna il pulcino!”. Studio in delirio, Milly che finge di sgridarlo, e il pubblico che già pregusta la rivalità più esplosiva della stagione.

            La curiosità, in effetti, è alle stelle: Barbara d’Urso è l’asso nella manica di questa edizione. Dopo anni lontana dalla Rai, la conduttrice è pronta a tornare in prima serata, questa volta non dietro una scrivania ma con i tacchi da tango e la grinta che l’ha resa un personaggio unico.

            Ma Ballando non sarà solo la sua rinascita televisiva: Milly promette sorprese, duelli e “più di un ballerino per una notte”. Già nella prima puntata arriveranno le ragazze della Nazionale italiana di calcio femminile, con tanto di allenatore al seguito, pronte a infiammare la pista.

            Tra paillettes, ironia e tensione da vigilia, Ballando con le stelle si prepara a un debutto che profuma di evento. Milly coccola i suoi “pulcini”, Barbara affila le unghie e il pubblico si gode lo spettacolo prima ancora che le luci della pista si accendano.

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              Televisione

              Amanda Lear contro HBO: “Enigma è un vergognoso tentativo di guadagnare su di me, farò causa”

              Il film “Enigma”, diretto da Zackary Drucker, accosta la vita di Lear a quella dell’attivista trans April Ashley. L’artista parla di violazione contrattuale e diffida già inviata. HBO respinge le accuse: “Nessun limite sui temi”.

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                Amanda Lear torna al centro della scena, ma questa volta non per una canzone o una mostra, bensì per una battaglia legale. L’artista 85enne ha annunciato di voler citare in giudizio HBO, colpevole a suo dire di aver oltrepassato i limiti nel documentario Enigma, uscito a fine giugno, che ripercorre la sua carriera accostandola a quella della modella e attivista trans April Ashley.

                Lear contesta soprattutto il riferimento al presunto “dead name” Alain Tap e alla voce secondo cui avrebbe subito un’operazione chirurgica di riassegnazione del sesso a Casablanca. “Sono vittima di transvestigation”, ha dichiarato a Il Messaggero, accusando i produttori di aver violato clausole contrattuali che avrebbero escluso quei temi. “I miei avvocati hanno inviato una diffida, ma loro se ne sono fregati. In America fare causa è un incubo”.

                La regista Zackary Drucker difende invece il film, definendolo “un documentario d’amore” verso una figura da lei ammirata. “Volevo sapere chi fosse davvero la mia icona, perché c’è sempre un’ombra di dubbio”, ha spiegato. HBO, dal canto suo, afferma che l’accordo firmato non limitava in alcun modo i contenuti e sostiene di non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale di diffida.

                Nel documentario compaiono anche vecchi spezzoni televisivi, tra cui uno con Gianni Boncompagni che le chiede apertamente se sia un uomo: Lear, con il suo consueto tono ironico, si limita a rispondere “Ma Gianni!”. In un’altra clip, racconta a Mara Venier di aver alimentato le voci sul suo passato solo per gioco, dicendo: “Il prossimo uomo che mi vedrà nuda sarà il medico legale”.

                Amanda Lear ha sempre giocato sull’ambiguità, senza mai confermare né smentire del tutto le speculazioni. In passato, in un’intervista con Maurizio Costanzo, aveva ricordato come un servizio fotografico di nudo avesse infranto quel velo di mistero che al pubblico piaceva coltivare: “La gente preferiva credere alla favola, piuttosto che guardare la realtà”.

                Oggi, con Enigma, la questione si riapre. Per i fan, è l’ennesimo capitolo di una biografia segnata dall’ambiguità; per Lear, invece, è un attacco alla sua immagine e al suo diritto a decidere cosa raccontare di sé. Una battaglia legale che si annuncia lunga e complessa, e che riaccende il dibattito su confini, identità e diritti d’immagine nel mondo dello spettacolo.

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