Televisione
“The Couple” chiuso in anticipo: il flop degli ascolti? Secondario. Pier Silvio Berlusconi non ha gradito il format
La fine brusca di The Couple porta la firma diretta di Pier Silvio Berlusconi: il programma non avrebbe convinto per contenuti e tono. Intanto si apre l’interrogativo sul futuro in Mediaset di Ilary Blasi

The Couple è stato cancellato. Non chiuso, non sospeso: cancellato. L’8 maggio, senza alcun preavviso al pubblico, il reality condotto da Ilary Blasi ha terminato la sua corsa su Canale 5 senza un vincitore, senza una puntata finale e senza l’assegnazione del montepremi da un milione di euro, poi destinato in beneficenza all’ospedale Gaslini di Genova.
Non chiude per il flop
Ma non sono stati i bassi ascolti a decretarne la fine anticipata: la decisione sarebbe arrivata direttamente dall’amministratore delegato di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, che avrebbe espresso un chiaro giudizio negativo sul programma. The Couple non avrebbe rispettato le aspettative editoriali dell’azienda: i meccanismi narrativi sono stati giudicati deboli, le prove poco avvincenti, e soprattutto non sarebbe emersa quell’autenticità nei rapporti di coppia che doveva essere il cuore stesso del format.
Non ha superato l’esame
La linea è stata netta: nessuna concessione ai reality “copia e incolla”. Nessuna indulgenza per produzioni che non si distinguano con un’identità chiara. E The Couple non ha superato l’esame. Dopo la chiusura, la diretta h24 su Mediaset Extra è stata oscurata e i concorrenti hanno lasciato la casa in silenzio, riprendendo i cellulari e tornando alla vita reale senza nemmeno un saluto al pubblico.
Il colpo è arrivato anche per Ilary Blasi, che aveva accettato la conduzione del programma come nuova sfida post-Isola dei Famosi. Ma ora il suo futuro in Mediaset è meno scontato. L’assenza di un comunicato ufficiale, la freddezza con cui si è chiusa l’esperienza e il fatto che il programma sia stato stoppato nonostante fosse ancora in onda, gettano più di un’ombra sul rapporto tra la conduttrice e l’azienda.
Cosa succederà ora? La Blasi resterà nella rosa dei volti di punta dell’intrattenimento Mediaset o questa sarà l’occasione per cambiare rotta? Di certo, dopo il repulisti voluto da Pier Silvio Berlusconi, il reality The Couple diventerà un caso di studio su come un format può essere bloccato non per ciò che fa ascolti, ma per ciò che rappresenta. E in un clima di rifondazione editoriale, nessuno – nemmeno un volto storico come Ilary – può dirsi davvero al sicuro.
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Televisione
Addio Marge, ma con ironia: i Simpson “uccidono” la mamma più iconica della TV
Dopo 36 stagioni di successo planetario, i creatori dei Simpson hanno deciso di farci un bello scherzetto, dal gusto molto amaro: la conclusione dell’ultima stagione ha mandato in tilt i fan, svelando la presunta morte di Marge. L’episodio finale, dal titolo parodico Estranger Things, ha giocato con il tempo, proiettandoci in un futuro dove Lisa è diventata una donna di successo e Bart… gestisce una casa di riposo fuorilegge

Il pubblico si aspettava risate, ma ha ricevuto un testamento emotivo. Letteralmente. Durante l’episodio, una Lisa adulta scopre una lettera di Marge da aprire “solo dopo la mia morte”. Nella missiva, Marge esprime il desiderio che i suoi figli rimangano uniti e che si prendano cura di Homer, il marito non proprio facile da gestire (anche da morto, figuriamoci da vivo). Il momento clou? Marge che sorride dal cielo su una nuvola, accanto a… Ringo Starr. Sì, proprio lui, dei Beatles. Perché nei Simpson, anche l’aldilà prevede le guest star. Quindi anche il nasuto batterista ex Beatles – vivo e vegeto – deve fare gli opportuni scongiuri?!?
Ma Marge è davvero morta?
La domanda rimbalza da un fan forum all’altro. La serie non mostra la sua morte in modo esplicito. Anzi, la presenza di Marge nel finale è più simbolica che reale. È un addio? Un sogno? Un’allucinazione da ciambella? Nessuno lo sa con certezza, ma una cosa è chiara: Marge se n’è andata prima di Homer, e questo basta per far saltare i nervi ai fan più fedeli.
La mamma (quasi) immortale dei Simpson
Creata da Matt Groening e ispirata a sua madre Margaret, Marge Simpson è stata per decenni la colonna morale della famiglia più disfunzionale della TV. Con quella sua voce nasale (grazie alla doppiatrice Julie Kavner) e l’inconfondibile chioma blu, ha tenuto insieme una casa che sarebbe esplosa mille volte senza il suo buonsenso. La sua scomparsa, anche solo ipotetica, segna una svolta storica.
I social in rivolta (e un po’ in lutto)
Su X (ex Twitter), TikTok e Reddit, le reazioni sono esplose: tra meme, lacrime e teorie complottiste (“Marge tornerà come clone, vedrete”), i fan non l’hanno presa bene. D’altronde, chi è cresciuto con Marge che cucina waffle mentre Homer distrugge il divano, non può accettare che la mamma perfetta possa davvero morire.
Televisione
Redenzione in vista per Diletta Leotta, la vedremo in Don Matteo 14: Amen!
La popolare conduttrice, apprezzata per la sua spigliatezza ma anche – diciamolo – per la sua avvenenza – entra nella storica fiction Rai per una puntata speciale. Tra podcast, calcio, baby Aria e… una tonaca di troppo, Diletta è ovunque. Anche a Spoleto.

La notizia è ufficiale: Diletta Leotta reciterà in Don Matteo 14, accanto a Raoul Bova. Sì, proprio quella Diletta: volto (e corpo) della TV sportiva italiana, conduttrice, influencer da milioni di follower e, da oggi, anche attrice nella fiction che da vent’anni sforna preti, misteri e guest star inaspettate. Dopo aver indossato la giacca da bordo campo e le cuffie da podcast, è tempo di indossare… il copione.
Un’apparizione (per ora) ma che fa rumore
Secondo quanto rivelato da Santo Pirrotta su Vanity Fair, la partecipazione sarà limitata a un episodio della nuova stagione, ma basta per mandare in tilt fan e telespettatori affezionati al prete-detective. Quale ruolo interpreterà Diletta? Per ora non si sa, tutto è ancora top secret. Ma tra chi scommette sulla “bella forestiera” e chi ipotizza una giornalista in incognito, una cosa è certa: la Leotta porterà a Spoleto una ventata di biondo platino e share assicurato.
Don Matteo: da Terence Hill a Belen, ora tocca a Diletta
Che la fiction di Rai1 ami le belle donne con un pizzico di glamour è cosa nota. Dopo Belen Rodriguez (che fece un’apparizione lampo anni fa), ora è il turno di Diletta. Non è proprio una debuttante: ha già calcato i set cinematografici in 7 ore per farti innamorare e Chi ha incastrato Babbo Natale?, dove se l’è cavata egregiamente. La fiction di casa Rai, però, è un’altra cosa: qui si risolve un caso a settimana e non si sbaglia mai il look nemmeno sotto la pioggia.
Diletta multitasking: tra calcio, radio e… pannolini
Se pensate che recitare sia l’unico impegno della Leotta, vi sbagliate. È conduttrice su Dazn, voce di Radio 105, host del podcast Mamma Dilettante e soprattutto mamma della piccola Aria, nata dal matrimonio con il calciatore tedesco Loris Karius. E niente tate stellari: ad aiutarla, c’è la madre. Sì, la nonna, vera manager delle emergenze.
Da San Siro a Spoleto, il passo è breve
Perché fermarsi alla panchina quando puoi finire direttamente in parrocchia? Con un curriculum così, Diletta è pronta a tutto, anche a tenere testa a Raoul Bova in tonaca nera. Se la puntata andrà bene (e i social esploderanno, com’è certo), chissà: potremmo ritrovarla a indagare misteri nella canonica con stile, selfie e forse un’intervista da inserire nel suo prossimo podcast.
Televisione
Michele Placido su Papa Francesco: “Il suo sostegno morale per la mia fiction su Livatino è stato prezioso”
Durante l’Italian Global Series Festival, Michele Placido ha raccontato il suo incontro privato con Papa Francesco in occasione della preparazione della serie su Rosario Livatino. Un confronto intenso, che ha offerto alla produzione un appoggio etico fondamentale. In un mondo sempre più disorientato, l’assenza del Pontefice dal dibattito pubblico si fa sentire più che mai.

Durante l’evento Masters on Storytelling a Riccione, l’attore e regista Michele Placido ha rivelato un momento speciale:
“Due o tre anni fa mi chiamò Papa Bergoglio. Pensava fosse importante conoscere chi avrebbe diretto la serie su Livatino. Doveva durare mezz’ora, ma parlammo per più di un’ora. Mi ha dato un forte sostegno morale ed etico”.
Parole che raccontano non solo la grandezza spirituale di Papa Francesco, ma anche il valore che attribuisce alla cultura, al cinema e alla memoria della giustizia.
Una serie tra crime e fede
La miniserie Il giudice e i suoi assassini, prodotta da Goldenart con Rai Fiction, sarà composta da quattro puntate da 50 minuti. Sul set da settembre, il progetto mira a raccontare una figura chiave nella lotta alla mafia: Rosario Livatino, il “giudice ragazzino” ucciso nel 1990 e beatificato nel 2021. Placido promette un taglio diverso dal film del 1994: “Sarà un crime, ma anche un racconto di fede. Livatino scoprì meccanismi incredibili nella criminalità organizzata. È un esempio di coraggio e spiritualità”.
Un’eredità spirituale che oggi manca
Nel contesto di una società affaticata, la presenza e le parole di Papa Francesco rappresentano un faro per molti. L’incontro con Placido è il simbolo di un ponte tra Chiesa, cultura e giustizia. Oggi, mentre Bergoglio è meno presente sulla scena mediatica a causa delle sue condizioni di salute, la sua voce si sente mancare, soprattutto in momenti in cui servirebbero guida e discernimento morale.
Dal successo de La Piovra al ritorno dietro la macchina da presa
Placido ha ricordato anche la sua storica interpretazione del commissario Cattani ne La Piovra: “Dopo la quarta stagione non ne potevo più. Quando è morto Cattani, perfino la Pravda scrisse che lo avrebbero protetto”. Ora il regista guarda avanti, pronto a dirigere ma non più a recitare, salvo forse un ritorno in teatro.
Un incontro che ha lasciato un segno indelebile
Tra cinema, memoria e spiritualità, la serie su Livatino si preannuncia come un progetto di forte impatto civile. E in questo cammino, l’incontro con Papa Francesco ha lasciato un segno profondo. Oggi, in un’epoca di incertezze, la sua assenza dal discorso pubblico pesa come una silenziosa nostalgia.
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