Televisione
“With Love, Meghan”: la docuserie di Netflix che non fa battere il cuore (ma concilia il sonno)
E mentre si moltiplicano le accuse di plagio (i biscotti di Meghan sarebbero incredibilmente simili a quelli venduti nei negozi di souvenir di Re Carlo III), una domanda aleggia tra i corridoi di Netflix: ha ancora senso investire nei Sussex? Il verdetto finale non è ancora arrivato, ma una cosa è certa: se Meghan voleva riconquistare il pubblico, con questa serie ha ottenuto l’effetto opposto.
Se l’obiettivo era quello di conquistare il pubblico con uno show intimo, elegante e ispirazionale, il risultato è stato diametralmente opposto. “With Love, Meghan”, la nuova docuserie di Netflix con protagonista la duchessa di Sussex nei panni di esperta di lifestyle, ha raccolto un’accoglienza che definire gelida è un eufemismo.
Uscita in pompa magna sulla piattaforma di streaming, la serie prometteva un viaggio nella quotidianità di Meghan Markle versione casalinga-miliardaria, tra brunch esclusivi e raffinati momenti di condivisione con le amiche. Ma se da un lato l’intento era quello di regalare un’immagine più autentica e accessibile della duchessa, dall’altro la realtà emersa è quella di una donna completamente scollegata dalla vita delle persone normali.
Invece di avvicinare il pubblico, Meghan è riuscita nell’impresa di allontanarlo ancora di più, dipingendo un mondo ovattato e inaccessibile in cui le colazioni iniziano con macedonie di frutta perfettamente affettata e decorata con fiori commestibili, servite su tavoli da sogno in ville hollywoodiane che poco hanno a che fare con la sua reale quotidianità. Il risultato? Un clamoroso boomerang mediatico, condito da critiche feroci e numeri di visualizzazioni tutt’altro che entusiasmanti.
Se i Royal Watcher avevano già osservato With Love, Meghan con una certa diffidenza, il vero boomerang mediatico è arrivato dalle mamme britanniche, quelle che la Markle avrebbe voluto sedurre con il suo lifestyle da duchessa (ormai ex) dal tocco “casalingo”. E invece, più che empatia, ha scatenato un’ondata di sarcasmo e irritazione.
I social sono diventati il tribunale spietato della serie: chiunque abbia figli e una vita reale fatta di sveglie all’alba, cartelle scolastiche da preparare e colazioni ingurgitate in fretta ha accolto con sgomento l’idea di una mattina ideale secondo Meghan, fatta di frutta tagliata con precisione millimetrica e macedonie impreziosite da petali di fiori commestibili.
Le critiche si sono moltiplicate a ritmo serrato: qualcuno si è chiesto chi mai abbia il tempo di dedicarsi a decorazioni floreali prima delle otto del mattino, altri hanno sottolineato che sì, Meghan è madre, ma con uno staff alle spalle pronto a renderle la vita più semplice di quanto voglia far credere. Il risultato? Più che un’ispirazione, With Love, Meghan è sembrato a molti un manuale su come vivere in una realtà dorata e irraggiungibile, lontana anni luce da quella della gente comune.
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Televisione
Roberta Bruzzone, il dietrofront che sorprende tutti: dopo l’addio annunciato torna a sorpresa a Quarto Grado da Gianluigi Nuzzi
Roberta Bruzzone aveva risposto seccamente sui social a chi le chiedeva di non andare più a Quarto Grado: “Tranquilli, lì non mi vedrete più”. Una promessa che sembrava definitiva. Venerdì sera, però, la criminologa è riapparsa proprio nello studio di Gianluigi Nuzzi, riaccendendo curiosità, ironie e inevitabili domande sul suo improvviso cambio di rotta.
A volte i post restano scolpiti nella memoria collettiva come promesse granitiche. A maggio, Roberta Bruzzone aveva risposto senza giri di parole a chi, sui social, le chiedeva di interrompere la collaborazione con Quarto Grado: «Tranquilli, lì non mi vedrete più». Una frase netta, che molti avevano interpretato come un addio definitivo al programma di Gianluigi Nuzzi.
La dichiarazione che sembrava un addio
Quel commento, secco e privo di sfumature, aveva fatto il giro dei social e degli ambienti televisivi. Nessuna spiegazione, nessun “forse”. Solo una certezza apparente: Bruzzone non sarebbe più tornata a Quarto Grado. E per mesi quella scelta è rimasta lì, come una linea tracciata senza possibilità di ripensamento.
Il ritorno in diretta che spiazza tutti
Poi venerdì sera, a sorpresa, il colpo di scena. Roberta Bruzzone è riapparsa proprio nello studio di Quarto Grado, ospite di Gianluigi Nuzzi. Nessun annuncio preventivo, nessuna anticipazione. Solo la realtà che smentisce le parole scritte mesi prima. Il pubblico se n’è accorto subito e sui social il ritorno è diventato immediatamente argomento di discussione.
Il corto circuito tra social e televisione
Il contrasto tra il “non mi vedrete più” e la presenza in diretta ha acceso ironie, commenti, domande. C’è chi parla di ripensamento, chi di semplice evoluzione delle scelte, chi sottolinea quanto oggi le dichiarazioni sui social siano spesso più istintive che definitive. Fatto sta che il ritorno ha creato un piccolo corto circuito tra ciò che era stato scritto e ciò che è andato in onda.
Una presenza che fa sempre discutere
Roberta Bruzzone è da anni una figura centrale nel dibattito televisivo sui casi di cronaca, e ogni sua presenza porta con sé consensi e critiche. Anche questo ritorno non fa eccezione: per alcuni è un normale cambio di idea, per altri una smentita clamorosa di una posizione che sembrava inattaccabile.
Quando le promesse diventano reversibili
La vicenda dimostra ancora una volta quanto, nel mondo dello spettacolo e dell’informazione televisiva, nulla sia davvero immutabile. Le parole restano, le immagini anche. E venerdì sera, davanti alle telecamere di Quarto Grado, è andata in scena tutta la distanza tra un post scritto mesi fa e una scelta presa oggi.
Televisione
Sandokan giace tra ruggine ed erbacce: il set pagato 560mila euro con fondi pubblici abbandonato a Lamezia
È LaC News24, con un reportage di Alessia Principe e Francesco La Luna, a rivelare per prima le condizioni del set di Sandokan acquistato per 560mila euro dalla Calabria Film Commission. Solo dopo l’inchiesta televisiva di Striscia la notizia ha ripreso la vicenda. Oggi la scenografia è ancora lì: stoccata a cielo aperto tra erbacce, ferri arrugginiti e silenzio amministrativo.
Sandokan in tv corre tra palme, avventure ed effetti speciali. A terra, a Lamezia Terme, tra capannoni industriali e sterpaglie, resta invece un set vero, pagato 560mila euro con fondi pubblici e lasciato a marcire all’aperto. A documentare per prima questa situazione è stata LaC News24, con un reportage esclusivo firmato da Alessia Principe e Francesco La Luna, che ha portato alla luce lo stato reale della scenografia acquistata dalla Calabria Film Commission come “opera d’arte unica”.

L’inchiesta di LaCNews24
Solo dopo quell’inchiesta, la vicenda è approdata anche su Striscia la notizia, che ha ripreso il caso mostrando ulteriori passaggi amministrativi e le anomalie presenti sul sito dell’ente. Ma la fotografia iniziale resta quella dei colleghi di LaC News: pannellature verticali esposte alle intemperie, una recinzione bassa e deformata con varchi liberi, il piazzale in terreno battuto invaso da infestanti e detriti solidi, nessun telo industriale, nessuna vera copertura, solo un cartello di divieto ormai inghiottito dall’erba.
25 milioni di euro
Eppure parliamo di una Film Commission che negli ultimi cinque anni avrebbe speso circa 25 milioni di euro. L’acquisto della scenografia di Sandokan per 560mila euro è solo una voce di quella lista. Una voce che sul sito ufficiale dell’ente risulta poco comprensibile, mentre emerge chiaramente nel portale dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, dove l’appalto è registrato come “opera d’arte unica”. Un’opera che, nei fatti, non ha nulla di museale: è stoccata a cielo aperto nella zona industriale di Lamezia, protetta solo da cancelli arrugginiti e catene ossidate.
Per raggiungerla bisogna attraversare la periferia produttiva, costeggiare i capannoni della Fondazione Terina, superare i cantieri dei futuri Studios cinematografici da quasi 22 milioni di euro. Pochi metri più in là, nascosta da un canneto, appare la “Mompracem calabrese”, che sembra uscita più da un film di Eli Roth che da una produzione Rai.
Anche Striscia riprende LaCNews24
Nel servizio di Striscia, l’inviato aveva chiesto conto direttamente al presidente della Film Commission delle modalità di acquisto e della gestione di questo bene. Già allora erano emerse criticità sulla trasparenza degli atti, con documenti non cliccabili e delibere non scaricabili. Oggi, lo stato di abbandono raccontato in esclusiva da LaC News24 completa il quadro.
Mentre la serie con Can Yaman va in onda e rilancia l’immaginario di Sandokan, sul territorio resta una scenografia da mezzo milione di euro che nessuno protegge, nessuno valorizza, nessuno spiega. In tv scorre l’epica. A terra restano ferri, ruggine e fondi pubblici sepolti tra le erbacce.
Televisione
Escort Boys conquista anche l’Italia: la serie francese cult è ora gratis su Mediaset Infinity con tutti e sei gli episodi
Escort Boys, la serie francese che sta facendo discutere pubblico e critica, arriva gratuitamente su Mediaset Infinity con l’intera prima stagione. Sei episodi intensi che raccontano la storia di quattro giovani amici costretti a reinventarsi in modo radicale per salvare la loro azienda di famiglia. Tra sensualità, ironia e camei d’eccezione, la produzione è già diventata un piccolo caso.
Escort Boys è una di quelle serie che non passano inosservate. E ora che è disponibile gratuitamente su Mediaset Infinity con tutti e sei gli episodi della prima stagione, anche il pubblico italiano può scoprire perché in Francia ha acceso un dibattito così acceso. La storia si muove tra commedia, dramma e provocazione, con un ritmo veloce e una narrazione che non cerca scorciatoie.
Una crisi che cambia tutto
Siamo in Camargue, tra paesaggi aperti e un’azienda familiare che rischia di crollare sotto il peso dei debiti. Protagonisti sono Ben, Zack, Mathias e Ludo: quattro amici legati da una vita in comune, costretti a inventarsi una soluzione estrema per non perdere tutto. L’idea che nasce è tanto inaspettata quanto scomoda: vendere il proprio corpo. Da qui prende forma una doppia vita che ribalta equilibri, identità e rapporti.
Amicizia, segreti e nuove regole
La forza della serie sta nella dinamica tra i quattro protagonisti. Non sono eroi, non sono martiri: sono ragazzi che sbagliano, che tentano, che si spaventano. La loro scelta li mette di fronte a una realtà che non avevano minimamente immaginato, fatta di compromessi, silenzi e nuove regole da imparare in fretta. L’amicizia diventa la vera linea di resistenza mentre tutto intorno cambia.
I camei che alzano il livello
A rendere Escort Boys ancora più pepata sono due apparizioni d’eccezione: Caterina Murino e Amanda Lear, che interpretano due clienti e regalano al pubblico momenti sorprendenti. Non semplici partecipazioni per fare rumore, ma presenze che si inseriscono con intelligenza nel racconto e ne amplificano il gioco di seduzione e ambiguità.
Una serie che divide e incuriosisce
Critica e pubblico si sono divisi: c’è chi ha parlato di serie coraggiosa, chi di prodotto volutamente provocatorio. Ma una cosa è certa: Escort Boys funziona perché non cerca di piacere a tutti. Sceglie un tema scomodo, lo racconta con leggerezza solo apparente e costruisce personaggi che restano addosso.
Ora gratis anche in Italia
La disponibilità su Mediaset Infinity rende la serie facilmente accessibile e spalanca la porta a un pubblico nuovo, pronto a scoprire una storia che mescola eros, amicizia, crisi economica e scelte radicali. Sei episodi che scorrono veloci e che, puntata dopo puntata, spingono a chiedersi fino a che punto si è disposti ad arrivare per salvare ciò che si ama.
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