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Calcio

La guardia del corpo di Ronaldo svela lo stipendio: “Oltre 1000 euro al giorno, il miglior capo che abbia mai avuto”

Il contractor rivela i segreti del mestiere e la generosità di CR7: “Un capo generoso e attento. Ho imparato tanto dalla sua disciplina e umiltà”

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    La vita di una guardia del corpo è fatta di rischi, strategie e… stipendi importanti, soprattutto se il cliente si chiama Cristiano Ronaldo. Hichman Bukhari, ex bodyguard del campione portoghese, ha raccontato a ‘Telecinco’ quanto guadagnava ogni giorno per proteggere CR7 e la sua famiglia: ben 850 sterline al giorno, oltre 1000 euro al cambio attuale, per un totale di più di 350mila euro l’anno.

    Bukhari, contractor di una PMC (compagnia militare privata) e operatore di protezione ravvicinata (CPO), ha lavorato con Ronaldo durante gli anni d’oro del calciatore al Real Madrid, dal 2009 al 2018. Nonostante la cifra da capogiro, il professionista assicura che la vita accanto a CR7 era meno “ad alto rischio” di quanto si possa immaginare: “Non c’erano minacce di morte, nessuno voleva ucciderlo – spiega – Il pericolo più grande erano i paparazzi e i fan un po’ troppo invadenti”.

    Le parole di Bukhari svelano non solo i retroscena di un mestiere tanto affascinante quanto pericoloso, ma anche il profilo di un datore di lavoro decisamente generoso: “È il miglior capo che abbia mai avuto – ha dichiarato – Molto diverso da come viene dipinto. Generoso, rispettoso, attento: lavorare con lui è stata un’esperienza unica”.

    Il lavoro di una guardia del corpo, racconta Bukhari, richiede sempre massima attenzione: “Bisogna sapere dove si va, chi ci sarà, avere chiari punti di contatto, entrata e uscita. La vita del cliente è la tua responsabilità e, a volte, devi essere pronto a dare la tua vita per proteggerlo”.

    La protezione di un uomo come Cristiano Ronaldo, per quanto apparentemente meno pericolosa rispetto a clienti con minacce concrete, non lascia comunque spazio a errori: “La calma è fondamentale – aggiunge Bukhari – Devi avere la capacità di pensare in fretta e risolvere i problemi. E, se serve, usare le armi”.

    Nonostante i riflettori sempre puntati su Ronaldo, Bukhari ricorda con un sorriso la normalità e la semplicità dell’uomo fuori dal campo: “Abbiamo avuto incidenti con qualche fan scatenato o con i paparazzi, ma nulla di grave. È stato un onore lavorare per un campione così umano e rispettoso”.

    Un racconto che svela un lato meno conosciuto del mondo delle celebrità, dove dietro la fama e i lustrini si nascondono sacrifici, regole ferree e… qualche rischio calcolato. E, almeno in questo caso, anche un capo con un cuore grande.

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      Calcio

      Cristian Totti dice addio al calcio a soli 19 anni: «Essere figlio di Francesco è stato un peso insostenibile»

      Dopo una breve carriera tra Roma, Frosinone, Spagna e Olbia, Cristian Totti ha detto basta: non reggeva più il confronto con papà Francesco. Ma resta nel calcio, lavorando nell’accademia di famiglia.

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        La sua ultima apparizione è stata con l’Olbia, in Serie D. Sei partite, una sola ammonizione e pochi minuti per lasciare il segno. Eppure, gli occhi erano sempre tutti su di lui. Cristian Totti, 19 anni, figlio del mitico numero 10 della Roma, ha deciso di dire basta con il calcio giocato. Un addio silenzioso, sussurrato alla stampa locale e confermato senza giri di parole: «Sì, smetto. Ho preso questa scelta».

        Una scelta sofferta, ma lucida. Cristian non ce la faceva più a convivere con l’etichetta di “figlio di”. Ogni gesto, ogni tocco, ogni mancata convocazione diventavano materia di paragoni, giudizi, aspettative. Cresciuto tra i vivai di Roma e Frosinone, con una parentesi anche in Spagna nel settore giovanile del Rayo Vallecano, non è mai riuscito a scrollarsi di dosso il fantasma del padre.

        Nel 2024 era approdato all’Olbia, dopo una breve firma con l’Avezzano. A portarlo in Sardegna era stato Marco Amelia, ex portiere della Nazionale e suo allenatore ai tempi del Frosinone. «Cristian aveva qualità, visione, intelligenza tattica», ha spiegato Amelia. Ma il contesto – a detta del tecnico – era difficile. Amelia è stato esonerato dopo poche settimane, e Totti jr ha rescisso il contratto a dicembre.

        Ora Cristian cambia campo ma non abbandona il pallone. Lavorerà nell’accademia fondata da suo padre, oggi gestita dallo zio Riccardo. Si occuperà di scouting e formazione, cercando giovani talenti che magari, come lui, amano il calcio senza dover portare il peso di un’eredità impossibile.

        Nel frattempo, resta l’amaro per una carriera mai davvero cominciata. E il paradosso di un cognome che doveva aprire porte e invece, spesso, le ha chiuse.

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          Calcio

          Calhanoglu fa pace con Lautaro e blinda il futuro all’Inter: “Sono felice, voglio restare qui”

          Dopo settimane di voci e silenzi, Hakan Calhanoglu è tornato ad Appiano Gentile e ha chiarito tutto: dal presunto gelo con Lautaro Martínez al pressing dei club turchi. “Voglio vincere con l’Inter, il mio futuro è qui”. E sul rinnovo lascia uno spiraglio: “Vediamo cosa succede, ma il mio obiettivo è restare”.

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            Hakan Calhanoglu torna a parlare, e lo fa per spegnere sul nascere tutte le polemiche e le voci di mercato. Il regista turco, assente per infortunio durante il Mondiale per Club, ha raggiunto Appiano Gentile per iniziare la nuova stagione con l’Inter, mettendo subito le cose in chiaro. A partire dai presunti dissapori con Lautaro Martínez, nati dopo le dichiarazioni post-eliminazione nella rassegna araba.

            «Abbiamo parlato – ha chiarito –. Siamo professionisti, non c’è alcun problema. Quando tornerà dalle vacanze lo abbraccerò. Avevamo la testa piena, oggi siamo tutti più rilassati e guardiamo avanti». Un modo elegante per sotterrare l’ascia di guerra, dopo settimane in cui il gelo tra i due sembrava aver incrinato gli equilibri nello spogliatoio nerazzurro.

            E a chi gli chiedeva del pressing dei club turchi, in particolare Galatasaray e Fenerbahce, Calhanoglu ha risposto con fermezza: «Ogni anno escono voci di mercato, ma non ho mai detto nulla perché volevo che i tifosi vedessero che sono tornato. Non è giusto fare sempre dichiarazioni. Sono un giocatore dell’Inter e voglio continuare qui».

            Il centrocampista ha voluto così ribadire la sua fedeltà al progetto nerazzurro, con cui ha vinto lo scudetto e conquistato la stima di compagni e tifosi. E se sul tema rinnovo ha preferito non sbilanciarsi troppo, lasciando tutto in sospeso con un “speriamo, vediamo cosa succederà”, ha però ribadito con convinzione: «Il mio obiettivo è vincere qui».

            La stagione è appena iniziata, ma Calhanoglu ha già lanciato un segnale forte. L’Inter può contare su di lui. E il passato, dissapori compresi, è già archiviato.

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              Azzurro sbiadito: l’Italia fuori dalla Top 10 Fifa. Ora è dietro anche alla Croazia

              Perde due posizioni la Nazionale italiana nel nuovo ranking Fifa. E intanto la Croazia ci supera, il Belgio resta inspiegabilmente tra i big, e l’Argentina continua a guardare tutti dall’alto.

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                L’azzurro si scolora, ancora una volta. La nuova classifica Fifa, pubblicata in queste ore, è una doccia fredda per i tifosi italiani: l’Italia è ufficialmente fuori dalla Top 10. Dopo un Europeo balbettante e una serie di prestazioni in chiaroscuro, la Nazionale scivola all’undicesimo posto, perdendo due posizioni rispetto alla graduatoria del 3 aprile. Un tonfo che arriva dopo oltre 200 partite internazionali disputate nei mesi di maggio e giugno, e che racconta di un’Italia in evidente affanno.

                Il cambio in panchina, con l’addio di Luciano Spalletti e l’arrivo di Gennaro Gattuso, ha portato con sé l’ennesimo scossone. L’esordio del nuovo ct è stato amaro: sconfitta contro la Norvegia nelle qualificazioni ai Mondiali del 2026 e vittoria sofferta contro la Moldova. Troppo poco per tenere il passo delle grandi.

                In testa al ranking mondiale resta l’Argentina, seguita da Spagna, Francia, Inghilterra e Brasile. A ruota, Portogallo e Olanda si scambiano il sesto e settimo posto. Il Belgio continua a mantenere saldamente l’ottava posizione, un mistero calcistico ormai da anni: niente finali, niente trofei, ma sempre tra i migliori dieci. Dietro, la Germania risale fino al nono posto, mentre la Croazia rientra in Top 10 proprio scavalcando l’Italia.

                Subito dietro gli azzurri, il Marocco resta stabile al dodicesimo posto, ma il Messico fa un bel salto in avanti grazie alla vittoria nella Gold Cup, superando gli Stati Uniti e portandosi al tredicesimo posto. Stabili anche Colombia e Senegal, mentre Uruguay e Giappone perdono terreno.

                Tra le nazionali in maggiore ascesa, spicca la Costa Rica, che grazie ai quarti raggiunti nella Gold Cup guadagna 14 posizioni, piazzandosi al 40° posto. Bene anche Norvegia (33°) — proprio la squadra che ha affossato l’Italia — Macedonia del Nord (62°) e Zambia (83°), tutte in crescita di cinque posizioni.

                Insomma, il calcio italiano continua a perdere terreno anche nei numeri. E se l’estate 2024 ha lasciato l’amaro in bocca, l’autunno dovrà portare più di una scossa. Gattuso è già al lavoro per ridare grinta, punti… e un po’ di lustro a quell’azzurro che oggi sembra davvero troppo stinto.

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