Sport
Luna Rossa e Ineos Britannia si sfidano a suon di velocità: è già 1-1 nella finale della Luis Vuitton Cup
La seconda regata è appannaggio degli inglesi, ma la prima ha visto Luna Rossa trionfare grazie a una partenza perfetta di Bruni e Spithill. Velocità record e condizioni estreme mettono alla prova i team. Francesco Bruni: “Gara complicata, ma il team ha fatto un grande lavoro”
Sono già scintille in mare tra Luna Rossa e Ineos Britannia, che dopo la prima giornata della finale della Luis Vuitton Cup si trovano in perfetta parità. Nella seconda regata è stata la barca inglese a prevalere, mentre nella prima è stata Luna Rossa a dominare, tagliando il traguardo con un vantaggio di 46 secondi. Decisiva la partenza fulminante del team italiano guidato da Francesco Bruni e Jimmy Spithill, che ha permesso loro di mantenere il controllo della gara senza rischiare, nonostante il mare mosso e il vento quasi al limite della regatabilità.
Adrenalina e tecnica: Luna Rossa tocca i 100 km/h
La prima regata si è svolta in condizioni estreme, con punte di velocità impressionanti che hanno visto Luna Rossa toccare i 100 km/h. “È stato davvero complicato a causa delle condizioni del vento e del mare mosso. Abbiamo fatto un grande lavoro, sono orgoglioso del team,” ha dichiarato Francesco Bruni al termine della gara. “Abbiamo recuperato anche qualche piccolo errore commesso. È normale, qui in acqua si volava e ci sono dei momenti di perdita di controllo,” ha aggiunto il timoniere palermitano, sottolineando la difficoltà di una gara che ha messo a dura prova i riflessi e la coordinazione dell’equipaggio.
La sfida continua: il livello è altissimo
Dopo il trionfo nella prima prova, Luna Rossa ha dovuto cedere il passo agli inglesi di Ineos Britannia nella seconda regata, che hanno saputo sfruttare al meglio le condizioni meteo più favorevoli. L’equilibrio tra i due team rende questa finale della Luis Vuitton Cup avvincente e imprevedibile, con entrambe le squadre pronte a giocarsi ogni carta pur di strappare il titolo di Challenger ufficiale di Team New Zealand in Coppa America.
INSTAGRAM.COM/LACITY_MAGAZINE
Calcio
Maldini 3.0: arriva il turno di Daniel in azzurro, anche se il pareggio col Belgio scombina le carte
Arriva la terza generazione dei Maldini ad indossare la maglia della nazionale di calcio. Tra i 23 convocati di Luciano Spalletti per le sfide di Nations League c’è anche Daniel Maldini. Per lui si tratta della prima chiamata in azzurro. Anche se il tanto sperato esordio di ieri sera è stato rimandato, probabilmente contro Israele nel prossimo incontro.
Dopo nonno Cesare e papà Paolo, Daniel Maldini, terza generazione della leggendaria famiglia del pallone, è al settimo cielo: «Penso che questa convocazione sia arrivata al momento giusto, un momento perfetto, mi sento bene in campo e sto bene con la mia squadra». Purtroppo ieri sera, dopo un avvio eccellente da parte degli Azzurri sul 2-0 (reti di Cambiaso e Retegui), l’espulsione di Pellegrini al 40′ ha stravolto i piani di Spalletti che non ha potuto farlo scendere in campo, come si pensava alla vigilia. Stessa sorte toccata al difensore del Milan Gabbia. Ma per loro due il debutto è solo rimandato.
Il regalo della convocazione
Così aveva commentato a Coverciano la prima chiamata in Nazionale dove rappresenta la terza generazione dopo il nonno Cesare e il papà Paolo. «Mio padre era contento ma non mi ha detto nulla di particolare – ha continuato il talento del Monza che proprio oggi compie 23 anni – Cosa vorrei per il mio compleanno? Già essere qui è un regalo. Sono contento e orgoglioso. Fa effetto vedere a Coverciano le foto dei miei familiari».
Appuntamento a lunedì con Israele
“Continuità” aveva chiesto Luciano Spalletti alla sua Italia a punteggio pieno in Nations League dopo le vittorie esterne con Francia e Israele conquistate a settembre dopo il fallimento europeo. Continuità di risultati e prestazioni che ieri sera col Belgio si sono concretizzate a meta, col risultato finale di 2-2. Lunedì a Udine contro l’Israele i nostri avranno la possibilità di incrementare il vantaggio sulle inseguitrici in previsione del rush decisivo di novembre.
Nuova linfa per l’Italia che verrà
Intanto il commissario tecnico prosegue nella ricerca di nuovi talenti da inserire nell’Italia presente e futura: dal romanista Niccolò Pisilli al milanista Matteo Gabbia («Essere qui è una grande responsabilità, questa maglia va onorata in ogni momento» ha detto) fino a Daniel Maldini, prima volta nella Nazionale maggiore 61 anni dopo nonno Cesare e 22 anni dopo il padre Paolo.
Il papà è felice
Brillantini alle orecchie, risposte brevi e compostezza nel descrivere l’emozione di questa prima volta ai cronisti. «Sono molto orgoglioso, è stato un bell’effetto entrare a Coverciano e vedere le foto del nonno e di papà. Ora voglio concentrarmi e fare bene, vivo alla giornata. Se mio padre mi ha detto qualcosa? Era felice ma abbiamo parlato poco. Questa convocazione credo sia arrivata al momento giusto, perché mi sento bene in campo e con la mia squadra».
Il glorioso nonno
Ammettendo di essere stato contattato pure dal Venezuela viste le origini della madre, dice: «Ho sempre preferito aspettare e fare una scelta giusta, penso sia valsa la pena. Se ricordo qualcosa di quel che diceva nonno Cesare parlando della Nazionale? Sono passati troppi anni, di sicuro è sempre stato vicino».
Sport
Una maglia da 13 milioni di dollari. Vanno all’asta i cimeli di Babe Ruth
L’offerta attuale di 13,3 milioni di dollari potrebbe salire fino a 30 milioni entro il 24 agosto. Il precedente record di 12,6 milioni apparteneva a una figurina di Mickey Mantle. Un cimelio di Michael Jordan era il precedente detentore per i capi di abbigliamento, con 10,1 milioni.
Una maglia appartenuta alla leggenda del baseball americano Babe Ruth ha battuto il record mondiale per l’oggetto sportivo più costoso venduto all’asta. L’offerta più alta per l’indumento indossato dal fuoriclasse dei New York Yankees è attualmente di 13,3 milioni di dollari, commissioni e spese incluse. Già ora, dunque, la maglia supera tutti i precedenti record stabiliti negli ultimi anni.
Il primato precedente spettava ad una figurina raffigurante un altro grande degli Yankees, Mickey Mantle, venduta per 12,6 milioni di dollari nell’agosto 2022.
Record precedente
Tornando ai capi di abbigliamento, il record d’asta è stato stabilito a settembre 2022 quando una maglia indossata dal giocatore di basket Michael Jordan durante la partita 1 delle finali NBA del 1998 è stata venduta per 10,1 milioni di dollari da Sotheby’s. La maglia da record di Ruth è stata indossata dal battitore degli Yankees durante una partita storica contro i Chicago Cubs durante le World Series del 1932.
Il grande Babe
Ma chi era Babe Ruth? George Herman “Babe” Ruth Jr. (1895-1948) è considerato uno dei più grandi giocatori di baseball di tutti i tempi. Conosciuto affettuosamente come “Il Bambino” e “Il Sultano dello Swing”, Ruth ha iniziato la sua carriera come lanciatore per i Boston Red Sox prima di diventare un leggendario battitore per i New York Yankees.
Durante la sua carriera, ha stabilito numerosi record, molti dei quali sono rimasti imbattuti per decenni. È famoso non solo per la sua potenza di battuta e il suo stile di gioco, ma anche per il suo carisma e la sua personalità fuori dal campo, che hanno contribuito a trasformare il baseball in uno sport popolare in America e nel mondo.
Sport
Luna Rossa, dopo la grande delusione lancia la sfida al futuro
Mentre i tifosi italiani si interrogano sui motivi che hanno portato la nostra imbarcazione a perdere l’America’s Cup, i nostri velisti si preparano per le prossime sfide. Augurandosi sempre che ci sia… buon vento.
Metteteci tutto… le previsioni meteo sbagliate, le varie rotture di parti dell’imbarcazione ed errori vari a condire il tutto. Fatto sta che Luna Rossa ha perso… e si è persa. La Coppa America è un gioco complesso nel quale convergono fattori tra i più diversi. Come la tecnologia, la meteorologia, il management, l’equipaggio, gli allenatori, la logistica e pure la squadra che rimane a terra. Con una componente psicologica molto complessa. Può infatti succedere di avere una barca veloce e le migliori vele, come è successo a noi… e di non riuscire nemmeno a conquistare la Louis Vuitton Cup. Abbiamo parlato di questo ed altro con un velista esperto come Massimo Bucceri, che ci ha aiutato a capire una serie di dinamiche.
Tempi stretti per prendere confidenza con la barca
Considerate che ogni equipaggio ha davvero poco tempo per imparare a far funzionare al meglio la sua barca. Oltre al fatto che le regate di selezione – per arrivare a essere lo sfidante ufficiale – rappresentano davvero il primo momento di incontro tra imbarcazioni che possono essere molto diverse. Molti degli AC75 impegnati erano addirittura stati varati poche settimane prima di essere imbarcati per la Spagna.
Più la barca è “difficile” è più l’armo si impegna
Da considerare anche che è più facile imparare ad usare al meglio barche dai disegni più «normali», come Luna Rossa o Alinghi, mentre linee più «difficili» come American Magic o Ineos Britannia, a cui hanno lavorato team di designer della Formula 1, richiedono un periodo maggiore. I pessimi risultati iniziali di Ineos vanno letti in questo senso: una barca difficile che l’equipaggio si è impegnato a fondo a conoscere e migliorare. E questo ha permesso loro di raggiungere performance che non ci aspettavamo.
Le vittorie iniziali
Il fatto di essere partiti male nelle prime regate ha rappresentato un grande stimolo per Ineos, motivandoli per quelle successive. Di contro la serie di regate tutte vincenti non è stata la cosa migliore che potesse capitare ai nostri, che forse hanno sottovalutato il quadro generale.
Capitolo “rotture”
La nostra Vuitton Cup è stata purtroppo segnata dalle rotture a bordo. Insieme ad errori nella scelta della vela di prua mentre su Ineos nulla è stato rotto. Viene da domandarsi chi abbia dato previsioni meteo non corrette al team di Luna Rossa. Che si è trovato con un fiocco da vento forte, quando il vento addirittura era in calando (nella prima regata del 2 ottobre). Un fiocco – va spiegato per i non addetti ai lavori – che non aveva abbastanza potenza per superare l’avversario di bolina e che non permetteva di raggiungere la massima velocità in poppa. Chi aveva previsto vento ben superiore ai 20 nodi, che poi è risultato soffiare a 17… forse dovrebbe rivedere qualcosa nel suo lavoro.
Per quanto riguarda la rottura della randa, le cause possono essere diverse: un pezzo difettoso, una non adeguata manutenzione preventiva o un design della randa stessa, non adeguato per sostenere le forze in gioco in quel preciso punto. La rottura in coperta del 2 ottobre è stata invece causata da un errore di manovra del braccio del foil. Il nostro equipaggio inq uel frangente ha dimostrato una grande abilità ad intervenire nell’emergenza, anche se la regata è stata persa comunque.
Il futuro passerà ancora attraverso Max Sirena
Anche se Luna Rossa è fuori dalle finali delle Selezioni Challenger, il Presidente del team Patrizio Bertelli ha fatto il punto sulla situazione attuale e sul futuro del team, assicurando che la nostra imbarcazione continuerà la sua avventura in Coppa America con Max Sirena alla guida. A conferma della fiducia nel team da lui creato nel 1997, che non solo ha avuto importanti risultati sportivi, facendo uscire l’Italia «dalla periferia per portarla al centro della vela internazionale», ma è stato anche una importante fucina di nuovi talenti. «In tre anni con Max Sirena abbiamo ricreato un team forte che ricorda quello di partenza del 2000», ha detto, «dove il senso di appartenenza è prioritario, in cui c’è molta passione, molta tecnologia e anche molti giovani – non solo velisti, ma anche tecnici – per cui credo che abbiamo una piattaforma ottima con cui ripartire per la prossima sfida».
Due settimane negative ed errori più degli avversari
Concludendo il suo intervento con una riflessione sul risultato finale: «La verità oggettiva è che passa il turno la barca che ha fatto meno errori. Ci sarà tempo per giudicare quello che è successo, ma certamente il problema non era la barca lenta. La nostra era una barca molto veloce, anzi, credo sia la più veloce che abbia mai avuto in tutte le mie sfide. La Coppa America è così, il livello è alto. Noi abbiamo imbroccato due settimane negative, abbiamo fatto degli errori, non siamo in finale perché abbiamo commesso più errori degli altri».
-
Speciale Olimpiadi 20242 mesi fa
Fact checking su Imane Khelif, la pugile al centro delle polemiche. Davvero è trans?
-
Cronaca Nera3 mesi fa
Bossetti è innocente? Ecco tutti i lati deboli dell’accusa
-
Gossip7 mesi fa
Elisabetta Canalis, che Sex bomb! è suo il primo topless del 2024 (GALLERY SENZA CENSURA!)
-
Moda e modi2 mesi fa
L’estate senza trucco di Belén Rodriguez
-
Sport3 mesi fa
Tra le medaglie di Tokyo e quelle che verranno
-
Gossip4 mesi fa
È crisi tra Stefano Rosso e Francesca Chillemi? Colpa di Can?
-
Cronaca4 mesi fa
Big Mac non è più solo McDonald’s: persa l’esclusiva sul marchio!
-
Gossip3 mesi fa
Sexy Can Yaman, pronto a brillare di nuovo a Venezia?