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Tennis

Giovani, belli e vincenti: Jannik Sinner e Anna Kalinskaya, l’amore che trasforma

Mentre New York si fa piccola per i sogni di gloria di Jannik Sinner, la relazione con Anna Kalinskaya si rivela un toccasana per entrambi. Tra vittorie e complici momenti lontani dai riflettori, la coppia sfida le voci e si conferma unita più che mai, suggellando il tutto con un bacio pubblico dopo il trionfo agli Us Open.

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    In un mondo dove le luci della ribalta spesso oscurano la vera essenza delle storie personali, quella tra Jannik Sinner e Anna Kalinskaya è una di quelle che vale la pena raccontare. Due giovani, belli e innamorati, che stanno vivendo un periodo magico non solo nelle loro carriere, ma anche nella loro vita privata. Il trionfo di Jannik agli Us Open è solo l’ultimo capitolo di un romanzo che sembra arricchirsi giorno dopo giorno, grazie anche al sostegno e alla complicità della fidanzata russa.

    L’amore che trasforma

    Non è un segreto che dietro ogni grande uomo ci sia una grande donna, e per Jannik Sinner questa donna è Anna Kalinskaya. Ventitré anni lui, quasi ventisei lei, entrambi sono riusciti a costruire una relazione solida e riservata, lontana dalle chiacchiere dei social e dai riflettori che inevitabilmente li circondano. La loro storia ha iniziato a prendere forma durante il Masters 1000 di Roma, quando sono iniziate a circolare le prime voci su un possibile legame tra i due. Da allora, sia Jannik che Anna hanno vissuto un crescendo di successi: lui è diventato il numero uno del mondo, mentre lei ha raggiunto la quattordicesima posizione del ranking WTA, il suo miglior risultato in carriera.

    Ma la loro relazione non è stata solo una favola di successi. Entrambi hanno dovuto affrontare momenti difficili, come la notizia della positività di Jannik al Clostebol, un episodio che avrebbe potuto mettere a dura prova anche la coppia più affiatata. Tuttavia, Anna è rimasta al fianco di Jannik, sostenendolo in ogni momento e aiutandolo a superare le difficoltà.

    Una relazione che fa bene a entrambi

    La coppia ha dimostrato di essere unita e compatta, anche quando le voci di una possibile rottura hanno iniziato a circolare. Dopo una vacanza in Sardegna, i social hanno iniziato a speculare su un possibile allontanamento tra i due, ma la realtà era ben diversa. Impegni professionali e tornei che si sovrapponevano hanno semplicemente impedito a Jannik e Anna di essere sempre presenti nel box dell’altro, ma non c’è mai stata una vera crisi tra di loro.

    Anzi, Anna ha seguito Jannik a New York dopo essere uscita al terzo turno degli Us Open, e ha continuato a stargli vicino durante tutto il torneo, fino alla vittoria finale. Il bacio che i due si sono scambiati dopo il trionfo di Jannik è stato il sigillo di un amore che cresce giorno dopo giorno, e che sembra portare fortuna a entrambi.

    Un amore sotto i riflettori

    La storia d’amore tra Jannik e Anna non è solo una questione privata, ma ha iniziato a interessare anche i media e i fan. I due hanno iniziato a mostrarsi sempre più spesso insieme, confermando di fatto la loro relazione. A partire dalla finale di Halle, passando per Wimbledon e arrivando agli Us Open, i due non hanno mai nascosto il loro affetto reciproco, anche se hanno sempre cercato di mantenere una certa riservatezza.

    La loro storia è ormai alla luce del sole, e i fan non possono fare a meno di tifare per questa coppia che rappresenta la bellezza e la forza della gioventù. In un mondo dove tutto è amplificato dai social, Jannik e Anna sono riusciti a mantenere una certa discrezione, mostrando che si può essere felici e innamorati senza dover per forza esporre tutto al pubblico.

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      Tennis

      Djokovic lascia la Serbia, porta il torneo ATP in Grecia e viene bollato come traditore dai media di Vucic

      Novak Djokovic ha sostenuto gli studenti che protestavano contro la corruzione dopo la tragedia di Novi Sad e per questo è stato preso di mira dai tabloid filo-Vucic. Ora si trasferisce in Grecia, iscrivendo i figli a scuola ad Atene e portandosi dietro il torneo ATP di Belgrado. Intanto c’è chi lo celebra come nuovo volto del liberalismo filo-europeo, ma le sue radici restano nazionaliste.

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        Da eroe nazionale a “traditore” della patria, il passo è stato breve. Novak Djokovic, 24 volte vincitore Slam e simbolo del tennis mondiale, ha scelto di lasciare la Serbia e trasferirsi in Grecia, portando con sé moglie, figli e perfino il torneo ATP di Belgrado, di proprietà della sua famiglia. Una decisione che ha il sapore della rottura definitiva con il presidente Aleksandar Vucic e con i media che ne sostengono il governo.

        Il peccato originale? Aver preso posizione. Dopo il crollo della pensilina ferroviaria di Novi Sad, che a dicembre ha provocato 16 morti e acceso la protesta degli studenti contro la corruzione, Djokovic si è schierato apertamente con i ragazzi. Prima con un post sui social: «Credo profondamente nel potere dei giovani e nella loro voglia di futuro. Le loro voci vanno ascoltate». Poi con gesti simbolici: la dedica di una vittoria agli Australian Open a uno studente ferito, la felpa con la scritta “Gli studenti sono campioni”, le immagini condivise delle piazze in rivolta.

        Apriti cielo. I tabloid filogovernativi lo hanno definito “falso patriota”, accusandolo di sostenere la “rivoluzione colorata”. Un affronto per un Paese che fino a ieri voleva dedicargli addirittura un museo a Belgrado in vista dell’Expo 2027.

        Le contraddizioni sono tutte lì. Lo stesso Djokovic che nel 2023 aveva scritto sulla telecamera del Roland Garros «Il Kosovo è il cuore della Serbia», lo stesso che si è fatto fotografare accanto a nazionalisti compromessi con il genocidio di Srebrenica, oggi si ritrova al fianco di studenti che denunciano corruzione e appalti truccati. Un fervente nazionalista che si scontra col presidente nazionalista.

        Intanto la famiglia ha già messo radici ad Atene: i figli sono stati iscritti a una scuola privata e Nole sembra pronto a una nuova vita, lontano da Belgrado. Sullo sfondo, il futuro in politica: c’è chi lo immagina come un nuovo leader populista, chi lo vede come volto del liberalismo filo-UE.

        Giuliano Ferrara, su X, lo ha già celebrato come il “GOAT del liberalismo europeo”. Ma la verità è che Djokovic resta un uomo diviso, complesso, figlio di un Paese che porta ancora addosso le cicatrici delle guerre balcaniche. Per ora ha messo la racchetta tra sé e il potere serbo. Domani, chissà, potrebbe usarla come clava in politica.

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          Tennis

          Anna Kalinskaya, l’ex di Sinner e Kyrgios spara a zero: “Rune mi ha scritto dieci volte, i tennisti sono egoisti”

          La russa, oggi numero 24 al mondo, racconta a First&Red il lato oscuro del circuito: colleghi fissati solo sui risultati, vita privata impossibile e un Holger Rune che “ci prova con tutte”.

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            Non solo dritti e rovesci. Anna Kalinskaya, 25 anni, talento russo e volto noto anche per i gossip sentimentali che l’hanno legata prima a Nick Kyrgios e poi a Jannik Sinner, ha deciso di parlare senza filtri. Lo ha fatto in un’intervista a First&Red, che sta facendo il giro del circuito non tanto per i suoi colpi da fondo campo quanto per le stoccate fuori dal campo.

            La prima frecciata è per Holger Rune, enfant terrible del tennis scandinavo: «Mi ha scritto dieci volte – racconta Kalinskaya – ma mi dicono che scrive a tutte. Ha una considerazione troppo alta di sé. Non è l’unico a comportarsi così». Un attacco diretto che conferma la fama di dongiovanni del danese e mette pepe in uno spogliatoio che già non brilla per armonia.

            Poi arriva il giudizio generale, ancora più tagliente: «Frequentare colleghi tennisti? Ti causa depressione. Sono fissati sui risultati, vivono solo per quello. Se falliscono un obiettivo per loro è la fine del mondo. Tra i primi dieci al mondo, il programma è rigidissimo e diventa impossibile costruire una vita privata. I giocatori di tennis sono un po’ egoisti. Non ti diranno mai le cose in faccia».

            Parole che pesano come macigni in un ambiente dove spesso le relazioni nascono e muoiono nei corridoi dei tornei. Kalinskaya, oggi numero 24 al mondo, conosce bene le dinamiche di chi vive con la valigia in mano e con la classifica come ossessione quotidiana. Con Sinner la storia è durata qualche mese, chiusa nel silenzio. Con Kyrgios, invece, i riflettori erano sempre accesi. Ora, senza più legami dichiarati, sceglie la sincerità e mette a nudo il lato tossico di un tennis che raramente lascia spazio a fragilità e sentimenti.

            Un racconto che divide: c’è chi la accusa di puntare più sui titoli dei giornali che sui titoli in campo, e chi invece vede nelle sue parole un’istantanea fedele del tour. Di certo, nel circuito WTA e ATP, l’intervista ha già fatto rumore. E probabilmente continuerà a rimbalzare negli spogliatoi ancora a lungo, tra un torneo e l’altro.

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              Tennis

              La notte brava di Carlos Alcaraz a New York: dopo il trionfo contro Sinner: modelle mozzafiato e una misteriosa compagna

              Il nuovo numero uno del tennis mondiale si è scatenato al club più esclusivo di Manhattan, tra champagne e selfie da star. Critiche per i bagordi? Alcaraz non si scompone: “Ho 22 anni, chi non si è divertito a quell’età?”.

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                Appena 24 ore dopo aver battuto Jannik Sinner nella finale degli US Open e aver riconquistato lo scettro di numero uno del mondo, Carlos Alcaraz ha dimostrato che la sua voglia di vincere non si ferma ai campi da tennis. La sua seconda partita si è giocata a Manhattan, sotto le luci del Chez Margaux, club super esclusivo riservato ai soci, dove ha organizzato una cena con trenta amici, invitato dal proprietario Michael Cayre.

                Il clima da celebrazione è subito esploso in festa quando il campione spagnolo si è spostato all’afterparty ufficiale degli US Open, organizzato da Raising Cane’s. Stavolta a fare gli onori di casa c’era il fondatore Todd Graves, che non ha resistito a condividere su Instagram gli scatti con Alcaraz e gli altri ospiti illustri. Perché non era una festa qualsiasi: al tavolo e in pista c’erano star hollywoodiane come Jamie Foxx, la rapper Cardi B, l’attrice Lupita Nyong’o e una batteria di modelle pronte a fare da cornice al nuovo re del tennis. Tra loro spiccavano i nomi di Brianna Bardhi e Tika Camaj, già protagoniste di foto che hanno fatto il giro dei social.

                Champagne, musica e selfie hanno fatto da cornice a una serata che qualcuno ha bollato come “eccessiva”. Ma Alcaraz, a cui l’etichetta di ragazzo prodigio non ha mai tolto la naturalezza, ha risposto senza giri di parole: «È vero, mi piace godermi la vita. Ma a chi non piace? Chi non si è divertito a 22 anni?».

                E mentre l’eco dei festeggiamenti attraversava i tabloid di mezzo mondo, un dettaglio ha acceso la curiosità dei fan: il campione è stato visto lasciare il locale a bordo di un SUV insieme a una donna misteriosa. Nessun nome, nessuna conferma, solo l’immagine di un ritorno a casa che alimenta il gossip.

                Sul fronte sentimentale, Alcaraz ha chiarito di recente al Sunday Times: «Sono single. Sto cercando qualcuno. Per un tennista può essere difficile incontrare la persona giusta perché sei sempre in viaggio». Dichiarazioni che non hanno fatto altro che moltiplicare le speculazioni su chi fosse la “compagna di ritorno” dopo la notte newyorchese.

                Tra un trofeo, un afterparty da star e un futuro tutto da scrivere, il murciano dimostra di avere già la stoffa del campione globale: talento sul campo, carisma fuori. E anche un pizzico di mistero che non guasta mai.

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