Fedez e Clara in vetta ai tormentoni dell’estate 2025: “Scelte stupide”, la sfida per la hit più ballata è appena cominciata
In anticipo sui primi bagni e sui festival di piazza, la musica ha già decretato i primi protagonisti dell’estate 2025. Scelte stupide, il duetto di Fedez e Clara, è partito a razzo, ma tanti altri brani sono pronti a contendersi il titolo di tormentone estivo. Da ascoltare sotto l’ombrellone, o in macchina con i finestrini abbassati.
Non serve aspettare giugno: l’estate, per la musica, è già cominciata. Le radio lo sanno, i DJ pure, e anche Spotify ha iniziato a riempirsi di playlist dal titolo inequivocabile: Summer 2025. E come da tradizione, il tormentone è dietro l’angolo, pronto a perseguitarci – si fa per dire – fino a ottobre. A guidare la carica quest’anno c’è Scelte stupide, il brano che ci offrono Fedez e Clara, già campione di passaggi in radio e streaming nelle prime settimane di maggio.
Una coppia che arriva dall’ultimo Sanremo
Una coppia inedita ma azzeccata: lui reduce da un anno turbolento, lei uscita rafforzata dalla vetrina di Sanremo e dalla serie di successi firmati in autonomia. Insieme hanno trovato il giusto equilibrio tra pop e malinconia, tra orecchiabilità e testo generazionale. Il risultato è una canzone che funziona da subito, con un ritornello che resta appiccicato e un mood perfetto per l’estate che arriva.
Altre potenziali hit incombono
Ma Scelte stupide non è l’unica candidata alla colonna sonora della stagione. All’orizzonte si affacciano anche Elodie, Annalisa, Tananai, e non mancherà il contributo dei big internazionali. Alcuni brani sono già in rotazione, altri aspettano solo il primo caldo vero per esplodere. E poi ci sono le sorprese: quelle hit che nessuno aveva previsto e che diventano virali grazie a TikTok o a una storia Instagram azzeccata.
Il bello dei tormentoni è proprio questo: li ritrovi ovunque, che tu voglia o no. Alla radio del bar, nello stereo dell’amico, nei trenini da spiaggia, nei karaoke improvvisati in macchina. Piacciono anche a chi dice di detestarli. Perché alla fine, quando parte il pezzo giusto, è quasi impossibile non muovere almeno un piede.
E quest’anno, a quanto pare, la playlist è già pronta.
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Un giorno potrò dire “Io c’ero”…

In Piazza San Pietro, durante ogni evento epocale, si accende una marea di telefonini, pronti a catturare immagini da tramandare ai posteri. È il trionfo della cultura del “io c’ero“, dove ogni fedele, turista o curioso alza il proprio smartphone al cielo per immortalare l’istante. Tuttavia, quelle stesse foto e video, spesso sfocate o identiche a migliaia di altre, finiranno dimenticate tra i giga occupati nella memoria del cellulare.
Eppure, l’esigenza di documentare e condividere è più forte che mai, segno di un’epoca in cui la testimonianza visiva sostituisce quella emotiva. Piazza San Pietro diventa così non solo luogo di spiritualità, ma anche palcoscenico digitale, dove la presenza si misura in pixel.
L’immagine rubata, più che conservare il ricordo, certifica la partecipazione. È la memoria 2.0, dove il valore del momento si misura in like… ma il rischio dietro l’angolo è quello di perdere il significato profondo dell’esperienza vissuta.
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Trump “a caldo” sul papa connazionale, il primo a stelle e strisce della storia

La prima reazione ufficiale di Donald Trump all’elezione di Prevost come Papa – il primo pontefice americano nella storia della Chiesa cattolica – non si è fatta attendere. In un comunicato diffuso sui suoi canali ufficiali e rilanciato dai media internazionali, Trump ha definito l’elezione “un momento storico per gli Stati Uniti e per il mondo cristiano”.
Ha poi aggiunto: “È un onore vedere un americano, finalmente, assumere il ruolo di leader spirituale globale. Conosco Prevost, è un uomo di grande fede e determinazione.” L’ex presidente ha sottolineato come questa elezione rifletta “l’influenza crescente dell’America nei valori spirituali globali”.
Il messaggio, pur elogiativo, ha anche un sottotesto politico. Con Trump che ha accennato al fatto che “i leader americani, quando motivati da fede e patriottismo, possono guidare anche le istituzioni più antiche”. Una reazione che unisce orgoglio nazionale, spiritualità e la consueta retorica trumpiana.
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La tanto attesa fumata bianca in versione TikTok

Sul popolare social spopola il video di un giornalista di Repubblica che, emozionato, annuncia la fumata bianca: è stato eletto Papa Leone XIV. In pochi secondi, la notizia rimbalza da San Pietro agli smartphone di mezzo mondo, con milioni di visualizzazioni e reaction in tempo reale. È il segno evidente che la nomina papale è sempre più social.
Questa elezione segna non solo un nuovo pontefice, ma anche una nuova era digital per la Chiesa di Roma. Dai balconi ai feed, dalle omelie alle live, il linguaggio cambia. Il Vaticano sembra voler dialogare con una generazione abituata agli hashtag e alle stories, senza però rinunciare alla propria solennità. Papa Leone XIV eredita non solo la tiara simbolica, ma anche la sfida di rendere attuale un messaggio antico. E la fumata bianca, oggi, non si leva solo dai comignoli, ma anche dai pixel. Il futuro della fede è anche una questione di connessione: spirituale… e Wi-Fi!
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