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Salute

Farmaci per il trattamento della depressione come funzionano

Dagli SSRI agli SNRI, fino ai triciclici: l’efficacia degli antidepressivi è dimostrata, ma non per tutti e non in ogni situazione. Ecco cosa dicono gli studi e quali sono i reali benefici e limiti.

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Farmaci per il trattamento della depressione

    Negli ultimi anni il ricorso ai farmaci antidepressivi è aumentato in molti Paesi, Italia compresa. Secondo dati dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), il consumo nazionale è cresciuto costantemente nell’ultimo decennio, segno di una maggiore attenzione al benessere psicologico ma anche di una persistente confusione su cosa questi medicinali facciano davvero.
    Gli antidepressivi non sono semplici “regolatori dell’umore” e, soprattutto, non agiscono come una scorciatoia emotiva: sono farmaci veri e propri, che intervengono sui meccanismi neurochimici alla base della depressione e di altri disturbi correlati.

    Come funzionano: il ruolo della serotonina e degli altri neurotrasmettitori

    La maggior parte degli antidepressivi di nuova generazione appartiene alla categoria degli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina). Il loro compito è impedire la ricaptazione della serotonina — un neurotrasmettitore legato alla regolazione dell’umore, del sonno e dell’ansia — prolungandone la disponibilità nel cervello.
    Esistono poi gli SNRI, che agiscono anche sulla noradrenalina; i triciclici e gli IMAO, più datati e oggi usati solo in casi specifici; e farmaci più recenti che modulano diversi sistemi neurochimici.

    Gli studi scientifici confermano che questi medicinali sono efficaci soprattutto nelle forme moderate e gravi di depressione. Nelle forme lievi, invece, possono non essere più efficaci di un placebo, motivo per cui le linee guida internazionali raccomandano spesso un approccio psicologico come primo intervento.

    Cosa curano davvero — e cosa no

    Contrariamente a un’opinione diffusa, gli antidepressivi non eliminano la tristezza normale né rendono “felici”. Sono indicati per quadri clinici ben precisi:

    • depressione maggiore
    • disturbo d’ansia generalizzato
    • disturbo ossessivo-compulsivo
    • attacchi di panico
    • disturbo post-traumatico da stress
    • alcune forme di dolore cronico (per esempio neuropatico)

    Non sono invece utili per le difficoltà emotive comuni, lo stress passeggero o le crisi relazionali. In questi casi, l’uso improprio può portare a trattamenti non necessari, mentre un supporto psicologico sarebbe più indicato.

    Non agiscono subito: servono settimane

    Molti pazienti credono che gli antidepressivi producano un effetto rapido, ma non è così: richiedono 2–6 settimane per manifestare benefici significativi. Questo periodo serve al cervello per adattarsi ai cambiamenti neurochimici. Proprio per questo le terapie devono essere seguite con costanza e sotto supervisione.

    Effetti collaterali e miti da sfatare

    Gli antidepressivi moderni sono considerati sicuri e ben tollerati, ma possono comunque causare effetti indesiderati come nausea, insonnia, alterazioni dell’appetito e riduzione della libido. Nella maggior parte dei casi questi disturbi si attenuano nelle prime settimane.

    Un mito persistente riguarda la “dipendenza”: gli antidepressivi non creano dipendenza fisica come le benzodiazepine; tuttavia, una sospensione brusca può provocare sintomi da interruzione. Per questo la riduzione del dosaggio deve essere graduale e gestita da un medico.

    Perché la diagnosi è fondamentale

    La depressione è un disturbo complesso e multifattoriale, influenzato da genetica, ambiente, stress e vita sociale. Nessun farmaco può da solo affrontarne tutte le cause. Per questo gli specialisti raccomandano spesso una combinazione di terapia farmacologica e psicoterapia, ritenuta la più efficace nel prevenire ricadute e migliorare la qualità di vita.

    La scelta più efficace è quella personalizzata

    Gli antidepressivi sono strumenti preziosi per molte persone, ma la loro efficacia dipende dalla correttezza della diagnosi, dalla tipologia del farmaco e dalla risposta individuale.
    In un periodo in cui la salute mentale è al centro del dibattito pubblico, conoscere come davvero funzionano — al di là dei pregiudizi — aiuta a fare scelte più consapevoli e a chiedere aiuto in modo adeguato.

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      Beauty

      Halo Hair: la nuova colorazione “sacra” lanciata da Rosalía conquista i saloni di tutto il mondo

      Dalla promozione del suo nuovo album Lux alla diffusione virale sui social, l’Halo Hair sta trasformando il concetto stesso di colorazione: audace, iconica e studiata fin nei minimi dettagli.

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      Halo Hair

        Dietro ogni trend beauty di grande successo c’è spesso una popstar capace di catturare l’immaginario collettivo. Questa volta è toccato a Rosalía, artista che negli ultimi anni ha influenzato non solo la musica internazionale, ma anche la bellezza e la moda. La cantante catalana ha lanciato una nuova colorazione, l’Halo Hair, in cui una sottile aureola bionda viene tracciata attorno alla testa creando un effetto grafico e luminoso. Il risultato è un look d’impatto, quasi “mistico”, che sta rapidamente conquistando i saloni di mezzo mondo.

        La scelta non è casuale. Rosalía, nota per il suo stile sempre in evoluzione, ha abbracciato un’estetica sacra per accompagnare il suo ultimo progetto discografico, Lux. Il disco, uscito nel 2024, è caratterizzato da forti riferimenti simbolici, dalla spiritualità cristiana alle radici della musica liturgica. La stessa cantante ha raccontato in più interviste come questo percorso la stesse portando a sperimentare anche nel beauty, cercando un modo per trasferire nei capelli l’aura evocata dal nuovo lavoro.

        Una tecnica che unisce creatività e precisione

        Il merito del look va anche al suo hairstylist di fiducia, Serpiente, che ha condiviso sui social il processo creativo. Nel video del backstage si vede la testa di Rosalía avvolta da una miscela colorante, utilizzata per disegnare un cerchio perfetto che attraversa la sommità del capo. Una volta rimosso il transfer, compare una linea bionda netta e luminosa che contrasta con il castano naturale della cantante.

        A differenza di tecniche più diffuse come balayage o colpi di sole, l’Halo Hair non punta al naturale: il suo obiettivo è dichiaratamente artistico, quasi performativo. Non è un gioco di schiariture, ma una vera e propria “firma visiva”. Come confermano numerosi professionisti, la precisione richiama alcune tecniche già note nel mondo del hair tattooing, dove si lavora con forme geometriche sulla chioma.

        Un look simbolico che racconta un album

        L’immagine di Rosalía nella cover di Lux la mostra vestita con abiti che ricordano l’iconografia religiosa, con una mantiglia bianca e un’estetica che dialoga apertamente con le tradizioni mediterranee. L’Halo Hair completa questa narrazione: una sorta di aureola permanente, simile a quelle dipinte nell’arte sacra.

        Non è la prima volta che l’artista usa i capelli come strumento espressivo. Ai tempi di Motomami aveva adottato tinte rosse e dettagli provocatori, mentre ora vira verso una delicatezza solenne. Il cambiamento, spiegano i critici musicali, è coerente con la svolta spirituale del nuovo album, che include anche brani in ebraico e richiami a melodie liturgiche.

        Dai social ai parrucchieri: la tendenza esplode

        Come spesso accade, la viralità è immediata. Su TikTok e Instagram migliaia di utenti hanno iniziato a replicare o reinterpretare l’Halo Hair. I parrucchieri, soprattutto negli Stati Uniti e in Spagna, hanno raccontato un aumento delle richieste, spesso rielaborando la tecnica con colori personalizzati: aureole platino per le bionde, cerchi ramati per le rosse, versioni pastello per chi ama i toni più eccentrici.

        Secondo i professionisti intervistati da riviste di settore come Allure e Vogue, non si tratta solo di una moda momentanea, ma di un esempio perfetto di statement hair: un’acconciatura che comunica una storia prima ancora che uno stile.

        Un trend che divide, ma affascina

        Come ogni scelta audace, l’Halo Hair divide il pubblico tra chi lo considera geniale e chi lo giudica troppo radicale. Ma il dato è certo: Rosalía, ancora una volta, ha imposto un nuovo linguaggio visivo, dimostrando che i capelli possono diventare un mezzo narrativo potente quanto una canzone.

        In tempi di sperimentazione continua, questa aureola dorata non è solo una colorazione, ma un simbolo di identità, creatività e coraggio estetico. E la domanda resta una sola: oseresti portare anche tu un’aureola tra i capelli?

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          Benessere

          I cibi amici della memoria: cosa mangiare per mantenere il cervello giovane

          Mangiare bene non serve solo a mantenere il corpo in salute, ma anche a proteggere il cervello dal decadimento cognitivo. Ecco gli alimenti che gli esperti consigliano per stimolare la memoria e favorire la concentrazione.

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          memoria

            Un cervello che si nutre bene

            Il nostro corpo ha bisogno di nutrienti per funzionare al meglio, e il cervello non fa eccezione. Alcuni alimenti possono aiutare a migliorare memoria e concentrazione, oltre a ridurre il rischio di malattie neurodegenerative. La dieta mediterranea, ricca di pesce, frutta, verdura, olio d’oliva e legumi, è considerata una delle migliori per la salute cerebrale.

            Il pesce e gli omega-3

            Quando i genitori dicevano “mangia pesce, così ti ricordi le cose”, non avevano tutti i torti. Non è il fosforo, come si credeva un tempo, ma gli acidi grassi omega-3 a rendere il pesce un alleato della memoria. Questi nutrienti sono fondamentali per il buon funzionamento del cervello: favoriscono la concentrazione e riducono il rischio di Alzheimer e altre malattie neurodegenerative. I pesci più ricchi di omega-3 sono salmone, tonno, sgombro, sardine, aringhe e trote.

            Frutta e verdura: vitamine e antiossidanti

            Frutta e verdura restano sempre indispensabili, ma alcune varietà sono particolarmente utili al cervello. I frutti rossi, come mirtilli e fragole, sono ricchi di antiossidanti che proteggono le cellule nervose. Le arance apportano vitamina C, utile al sistema immunitario e alla circolazione. Tra le verdure, invece, broccoli e spinaci migliorano l’apporto di ferro e aiutano a combattere stanchezza e cali di attenzione.

            Anche la frutta secca gioca un ruolo importante: noci, mandorle e nocciole contengono acidi grassi sani, vitamina E e antiossidanti che proteggono le cellule cerebrali e aiutano a mantenere la memoria attiva.

            Olio extravergine di oliva: solo a crudo

            L’olio extravergine di oliva non è solo un condimento. Usato a crudo, aiuta la circolazione sanguigna del cervello e riduce l’infiammazione dei neuroni. È uno dei pilastri della dieta mediterranea e contribuisce al benessere generale, ma va consumato senza cottura per mantenere intatte le sue proprietà.

            I legumi: energia per la mente

            Ceci, lenticchie, fagioli, piselli e fave sono alimenti semplici ma preziosi. Contengono acido folico, fibre e proteine che favoriscono il funzionamento del cervello e aiutano la memoria. Inserirli più volte alla settimana nella dieta è una scelta salutare ed economica.

            Cioccolato fondente: un piacere che fa bene

            Non tutti i dolci sono nemici della salute: il cioccolato fondente, con almeno l’85% di cacao, è un alleato della memoria. Contiene flavonoidi, sostanze antiossidanti che migliorano la circolazione e hanno un effetto positivo sul cervello. La quantità consigliata è di 20-30 grammi al giorno, da gustare senza sensi di colpa.

            La memoria non dipende solo dallo studio o dall’esercizio mentale, ma anche da ciò che portiamo in tavola. Scegliere alimenti ricchi di nutrienti come pesce, verdura, frutta, olio d’oliva, legumi e cioccolato fondente può fare la differenza. Non si tratta di diete drastiche o complicate, ma di piccoli gesti quotidiani che aiutano a mantenere il cervello giovane e pronto ad affrontare le sfide di ogni giorno.

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