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Quando il beat è divino: la suora brasiliana che fa beatbox meglio di un DJ

Una tranquilla intervista su un canale cattolico brasiliano si trasforma in un mini concerto hip-hop, con protagonista una suora che fa beatbox. Irmã Marizele, microfono alla mano (o meglio, alla bocca), ha scatenato l’inferno… musicale, ovviamente! Ad accompagnarla, un prete ballerino e una consorella danzante. Il video? Ovviamente dilagando sulla rete in tutto il mondo: una specie di… miracolo social. Chi ha detto che religione e ritmo non possono convivere? Suor Marizele ci ha dimostrato che anche in abito talare si può spaccare il beat con carità, ma anche con groove. In fondo, “dove c’è musica, c’è speranza”… e pure un po’ di viralità.

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    Tutto è iniziato in modo assolutamente sobrio: un’intervista sulla TV Pai Eterno per promuovere un ritiro vocazionale femminile. Argomento serio, pubblico devoto, atmosfera contemplativa… almeno fino a quando Irmã Marizele non ha deciso che era il momento di evangelizzare a colpi di beat!

    Liturgia danzante

    Nel giro di pochi secondi, l’intervista è diventata uno show improvvisato: suoni gutturali, ritmi sincopati, e una consorella – suor Marisa Paula de Neves – che ha iniziato a danzare con un prete al seguito, trasformando lo studio televisivo in una versione liturgica di “Italia’s Got Talent”.

    Beatbox con featuring dello Spirito Santo

    A soli 44 anni, Irmã Marizele ha più flow di una playlist su Spotify. Appartiene alla Congregazione della Copiosa Redenzione, nome già perfetto per un gruppo gospel-trap. Ma la vera rivelazione è il suo background musicale: cresciuta in una famiglia di artisti fai-da-te – nonno liutaio, zie cantanti radiofoniche, sorelle coriste da cucina – non sorprende che abbia affinato le sue doti vocali col karaoke più che col canto gregoriano. E ora, a Goiana, la sua missione ha un doppio scopo: salvare anime e farle ballare.

    La fede che fa battere il piede

    Per chi crede che la musica sacra debba limitarsi all’organo e al canto corale, il video è uno shock mistico. Ma per il resto del mondo, è un inno alla gioia con tanto di loop vocale. L’effetto virale non si è fatto attendere: nel giro di poche ore, migliaia di condivisioni, meme e remix hanno consacrato Irmã Marizele come la “Sister Beat” della rete.

    Suore in consolle: il nuovo trend spirituale?

    Questa scena ci apre gli occhi su una possibilità finora sottovalutata: e se il futuro dell’evangelizzazione passasse dai beatbox e non dai bollettini parrocchiali? Per ora è solo un’idea, ma non stupitevi se tra qualche mese vedrete un deejay in San Pietro, al cospetto di Papa Leone…

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      Cake art estrema: le torte che non ti aspetti…

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        I dolci, prima di tutto, devono essere buoni. Ma non dimentichiamo che l’aspetto è altrettanto importante. Su un tavolo imbandito di dessert, la vostra scelta cadrà, molto probabilmente, su quello più bello, è normale.

        Oggi l’arte dolciaria non si limita al sapore: entra in gioco l’estetica, la sorpresa, l’illusione visiva. E la cosiddetta cake art è diventata una vera e propria forma d’arte contemporanea, capace di stupire tanto quanto un’installazione museale.

        È in questo scenario che si muovono alcuni cake artist in rete, diventando famosi sui social per le loro incredibili creazioni. Dolci che sono delle vere e proprie illusioni ottiche: sembrano qualsiasi cosa, tranne che dolci. Dalle scarpe da calcio agli zainetti per la scuola, dai pacchetti di patatine a oggetti di uso quotidiano, ogni realizzazione inganna lo sguardo e sorprende al taglio: sotto quella che sembra plastica, stoffa o cartone, si nasconde un interno soffice, farcito e profumatissimo.

        Non si tratta solo di talento tecnico, ma di sfide tra realtà e finzione, tra cucina e scultura. Esempi estremi e affascinanti di come la pasticceria moderna stia abbracciando sempre più linguaggi visivi contemporanei, trasformando la torta da semplice fine pasto a spettacolo memorabile. In fondo, mangiamo anche con gli occhi. E quando una torta ti fa dubitare di ciò che vedi… è chiaro che siamo di fronte a un’opera d’arte, anche se realizzata con pan di spagna, frutta candita e panna montata!

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          Annalisa autoironica a Le Iene: “Sorchissima io”? C’è dell’eccitazione in rete…

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            La popstar italiana ormai diventata vera icona di stile e sensualità, ha fatto scintille durante la sua recente apparizione a Le Iene. In un servizio tutto da ridere, la cantante ha letto ad alta voce alcuni dei commenti più “coloriti” ricevuti sui social. Il tono? Ironico, scanzonato e con una buona dose di autoironia, come solo lei sa fare.

            Tra un “sorchissima” e un “dea”, Annalisa se la ride di gusto

            Durante il segmento, che potete vedere nel nostro video, Annalisa ha sciorinato ad alta voce messaggi che la definiscono, senza troppi giri di parole, “sorchissima”, “gnocca spaziale”, “dea in terra”. Commenti diretti, senza filtro, che la cantante ha accolto con una risata sincera e una prontezza disarmante. Senza imbarazzo, anzi: Annalisa ha cavalcato l’onda dell’entusiasmo social, dimostrando quanto sia a suo agio con la propria immagine.

            “In rete c’è fame di donne”: la risposta che conquista tutti

            Con il suo solito sorriso ironico, Annalisa ha chiuso il siparietto con una battuta che ha fatto il giro del web. Una frase semplice, ma perfetta per fotografare la realtà dei social di oggi, dove la sensualità viene celebrata (a volte in modo un po’ sopra le righe) con entusiasmo travolgente. Dimostrandosi per l’ennesima volta capace di giocare con la propria immagine pubblica senza mai prendersi troppo sul serio. Saper ridere di sé, trasformare anche i commenti più “spinti” in un momento di divertimento condiviso: è qui che si vede la stoffa delle vere star.

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              Al Bano canta in terra russa, un gesto audace che a molti non è piaciuto

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                Al Bano in Russia, nel 2025. Un gesto audace, quasi da romanzo di spionaggio, se il romanzo fosse scritto da un fan dei talent show. In un momento storico in cui la diplomazia si gioca tra sanzioni, embargo e conferenze infuocate, lui prende l’aereo — e va a cantare Felicità a Mosca. Felicità, davvero.

                C’è chi ha gridato allo scandalo, chi ha invocato l’ergastolo culturale, chi ha cercato di boicottare le sue bottiglie di vino (che, poverine, non c’entrano nulla). Ma Al Bano non si scompone: dice che la musica unisce i popoli. Dimenticando che, a volte, i popoli non hanno la minima voglia di cantare… ma di capire da che parte stai. E così, mentre l’Europa discute di armi, gas e diritti umani, lui intona Nostalgia Canaglia davanti a una platea di oligarchi con le lacrime agli occhi. Sarà per la canzone, o per la vodka?!?

                Del resto, Al Bano è un veterano del paradosso geopolitico: è stato Cavaliere in Italia, Artista del Popolo in Russia e probabilmente verrà beatificato in Bielorussia. Ha la magica capacità di essere ovunque e con chiunque, purché ci sia un palco e una tastiera MIDI. Chissà… forse ha ragione lui. Forse la pace mondiale comincerà con un duetto con Putin. Magari sulle note di Ci sarà. O magari no. Ma intanto, un italiano canta in Russia, come se nulla fosse. Ed è proprio questo il problema.

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