La rossa Noemi torna sul palco – stavolta quello di Che tempo che fa – e lo fa con l’energia di chi ha appena lanciato un singolo destinato a diventare uno dei tormentoni dell’estate 2025: Non sono io. E non è sola. Il cast del talk show di Fabio Fazio, in onda sul Nove, ha accolto la cantante con entusiasmo degno di una finale di Sanremo, facendo di fatto un ironico e affettuoso endorsement collettivo al nuovo brano.

Il suo dopo Sanremo riguarda i… robot

Dopo il successo sanremese di Se ti innamori muori, Noemi rilancia con un pezzo che unisce elettronica e riflessione: è ancora possibile amarsi in un mondo dominato dalla tecnologia? La canzone – firmata da Riccardo Zanotti (Pinguini Tattici Nucleari), Zef e Alessandro La Cava – suona come una provocazione moderna, che parte da una frase fulminante: “Sarà vero o no che pure i robot esprimono desideri se cadono i satelliti?”.

Tormentone annunciato

Un momento di vera connessione umana tra l’artista e il suo pubblico, proprio mentre Noemi si chiede se questo collegamento esista ancora. E a giudicare dall’entusiasmo di Luciana Littizzetto e della banda di Fazio, la risposta sembra essere affermativa. In un mix perfetto tra pop, poesia e un pizzico di nostalgia analogica, Non sono io punta dritto al cuore (e alla playlist) degli italiani. E mentre Noemi si gode il successo e sogna la maternità, l’Italia si chiede: sarà davvero lei la regina dell’estate 2025?

Altro che Fantozzi che, al suo risveglio feriale, doveva calcolare ogni cosa al secondo per evitare di dover prendere l’autobus al volo… In questo video della serie Joseph’s Machines tutto è pensato in una logica di completa meccanizzazione.

Joseph’s Machines è il perfetto incrocio tra un genio della meccanica e un bambino iperattivo con troppo tempo libero… e colla a caldo. I suoi video social spopolano su YouTube, Instagram e TikTok, dove trasforma le azioni più semplici – come versarsi il latte o togliersi i calzini – in imprese epiche degne di un laboratorio pazzoide. Le sue “macchine inutili” sono veri capolavori di ingegneria creativa: cucchiai volanti, elmetti con spaghetti, trenini che attivano catapulte… il tutto condito da un umorismo silenzioso alla Mr. Bean.

Dietro all’apparente caos, però, si nasconde una precisione millimetrica e una fantasia fuori scala. Ogni video è un viaggio tra ingranaggi, leve e trovate geniali che tengono milioni di spettatori incollati allo schermo. Non è solo intrattenimento: è una celebrazione dell’inutile fatto bene, un inno al “perché no?” che ci fa ridere, stupire e – segretamente – desiderare di costruirne una anche noi in cucina.

Sembrava tutto normale, ma non lo era. Durante la seconda semifinale dell’Eurovision Song Contest 2025, l’esibizione della cantante israeliana Yuval Raphael è stata accolta non da applausi, bensì da fischi, cori “Free Palestine” e versi che esprimevano dissenso. Il pubblico presente ha reagito con forza alla partecipazione di Israele, ma a casa non si è sentito nulla. Perché? La regia ha coperto tutto con applausi registrati.

Sui social, però, la realtà è venuta a galla. Decine di video mostrano chiaramente le proteste pro Gaza, bandiere palestinesi sventolate sotto il palco e una ragazza che urla: “Palestina libera!”. Le telecamere ufficiali? Inquadrature prudenti, come se tutto filasse liscio. Ma le clip amatoriali raccontano un altro Eurovision. Yuval Raphael, sopravvissuta all’attacco del 7 ottobre, ha cantato mentre la sala si spaccava tra musica e politica. Una situazione esplosiva, ben oltre le note.

Intanto online il dibattito non si placa: “Hanno aggiunto applausi finti”, scrivono in tanti. E l’Eurovision si ritrova di nuovo a fare da palcoscenico – in tutti i sensi – a tensioni globali che nemmeno le luci stroboscopiche riescono più a nascondere.