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Se al microfono c’è Belen… l’interesse si impenna!
Anno dopo anno, stagione dopo stagione, scandalo dopo scandalo, Belen Rodriguez resta sempre lì: saldamente seduta sul trono dell’immaginario erotico collettivo italiano. Ma com’è possibile che nel 2025 nessuna riesca nemmeno ad avvicinarsi? Una domanda che puzza un po’ di disperazione… e di routine.
Showgirl? Forse. Artista? Uhm…
Diciamocelo: non canta bene, prova a recitare, non balla (non troppo, almeno), ma riempie palinsesti e feed Instagram come poche. Sarà merito del “carisma”? Del “misterioso fascino argentino”? O forse solo di qualche selfie ben calibrato? Intanto, la concorrenza latita. O forse semplicemente si arrende.
Nessuna sfidante all’orizzonte?
Possibile che in tutta Italia, patria di milioni di donne brillanti, belle, ironiche e con contenuti veri, nessuna riesca a rubare la scena? Forse il problema non è Belen… ma gli italiani medi, quelli che ancora cercano nel mondo dello spettacolo la velina perfetta da sogno erotico pomeridiano, non la performer completa.
All’italiano medio interessa solo… quello
Cultura? Ironia? Talento? No grazie. L’algoritmo maschile nostrano pare rispondere a un solo stimolo. Belen lo sa, ci gioca, ci vive. E mentre lei continua a guadagnare like e cachet, il paese si chiede (o forse no): ma davvero non abbiamo di meglio da idolatrare?
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Duetto a luci rosse fra Elodie e la Nannini: guarda cosa è successo…

Succede che un giorno Elodie — regina di glitter, sensualità e cardio musicale — decide di unire le sue forze con Gianna Nannini, la rocker più iconica e graffiata (graffiante forse un tempo…) della musica italiana. Il risultato? Un duetto a San Siro sulle note di America che ha fatto tremare più di una protesi e risvegliare anche le panchine di cemento armato dello stadio.
America, sesso e rock’n’roll
Sul palco, Elodie si muove come se il microfono fosse un amante segreto e i riflettori una promessa. Gianna, invece, sembra la madrina di un’orgia rock dove il volume è l’unico dress code. Quando parte America, il brano del 1979 che già allora faceva arrossire le suore, l’atmosfera si impenna come se ci fosse il riscaldamento acceso ad agosto. Sguardi, movenze e carezze allusive… e quella sensazione che tra un acuto e una smorfia, da qualche parte sia esploso un sex shop.
Duetto o scena tagliata da un film di Tarantino?
Tra la voce garrula di Gianna e l’eleganza spudorata di Elodie, il duetto si trasforma in una sorta di western erotico postmoderno: due pistole cariche, nessun prigioniero. La Nannini si esalta, Elodie ride di gusto, San Siro applaude, forse anche implorando una doccia fredda collettiva. Un duetto che resterà negli annali come il momento in cui “America” è tornata a essere non solo una canzone, ma una categoria dello spirito… e del desiderio.
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Realpolitik o Politici Punk? Quando, nella fantasia, il Parlamento incontra il pogo

Ma ve li immaginate i nostri politici nelle vesti dei punk ribelli che negli anni ’70 rivoluzionarono la musica e il costume, sia in Inghilterra che negli Stati uniti? Altro che compromessi e coalizioni: qui si parla di anarchia nel Senato e di pogo alla Camera!
Come sarebbe
Giorgia Meloni che urla “God Save the Nazione”, vestita in pelle e borchie, mentre Elly Schlein si presenta in aula con una spilla dei Dead Kennedys e un megafono. Matteo Salvini? Probabilmente impegnato a tradurre i testi degli incendiari Ramones o dei Damned in dialetto padano, con la felpa dei Sex Pistols sopra la camicia di flanella. La realpolitik lascia spazio al real pogo, e la democrazia parlamentare si trasforma in un concerto in un locale sordido che puzza di birra e anche di qualcos’altro. Invece delle mozioni, si vota a colpi di chitarra distorta e urla in faccia al sistema. Altro che dibattiti moderati…
T-shirt sdrucita o abito scuro?
Il dilemma è attuale: meglio un governo che “scende a compromessi” o una politica che rompe tutto e riparte da zero? La realpolitik ha prodotto stabilità ma anche immobilismo. Il punk, invece, non cercava il consenso: cercava il corto circuito generale, urlando sul muso ai benpensanti “No Future”. E forse è per questo che oggi i politici preferiscono la giacca e la cravatta. Ma sotto sotto, un po’ di cresta qualcuno potrebbe ancora avercela…
Immaginare non costa nulla, almeno per ora…
Nel Paese delle infinite commissioni e delle leggi “rimandate a settembre”, forse servirebbe davvero un po’ di quella attitudine. Non per mettere a fuoco Montecitorio, ma almeno per dire le cose come stanno, urlarle se serve. Magari con una chitarra elettrica al posto del microfono istituzionale. Naturalmente è solo un gioco confezionato con l’ausilio dell’AI… ma, visto che ci volete togliere tutto, lasciateci almeno l’immaginazione.
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Ritmo a fior di pelle… nuda: la notte si accende con dj Aniram

Da ballerina a dj, passando per le passerelle: ecco come si costruisce una carriera… una serata alla volta, ammaliando l’audience danzerina. Marina Dainotto, in arte dj Aniram – che letto al contrario fa comunque “energia pura” – non è una semplice disk jockey. Rappresenta un concentrato di luci stroboscopiche, jungle terror e pieghe perfette. Nata artisticamente come ballerina (perché prima si sgambetta, poi si suona), a 16 anni era già il volto di una linea di prodotti per capelli.
Dalla consolle al calendario, passando per i corsi professionali
Quando ha iniziato a frequentare le discoteche milanesi, invece di optare per uno spritz ha chiesto: “Scusate, ma la consolle chi la manovra?”. Ed è lì che deve aver realizzato: niente più balli, meglio comandare la pista. Ma Marina non si accontenta di fare play/stop: si iscrive a corsi per dj produttori e inizia a mischiare generi musicali come una fashion blogger con i filtri di Instagram. Jungle terror e drops? Sì, grazie, con contorno di beat e determinazione.
La bellezza salverà il mondo, ma intanto infiamma i club italiani
Sui social è seguitissima e non solo per la musica: diciamolo, l’obiettivo la ama (e anche il pubblico). Ha posato per il calendario Noktilux di Enrico Ricciardi, confermando che può essere esplosiva anche senza casse da 18 pollici. Ma attenzione: dietro la chioma perfetta e lo sguardo magnetico, c’è una donna con le idee chiare, che non ha bisogno di luci psichedeliche per brillare. Anche se, va detto, aiutano…
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