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Sicilia da sogno: come costano le vacanze da “picciotta” di Alessia Marcuzzi a Baia L’Aura!

L’estate italiana è finalmente cominciata, sia quella dei comuni mortali che quella dei vip. E col sole che torna a splendere sulla penisola, i volti noti del mondo dello spettacolo iniziano a godersi qualche lussuoso giorno di relax. Tra i primi a dare ufficialmente il via alla stagione estiva c’è Alessia Marcuzzi, che ha scelto di trascorrere il ponte del 2 giugno in un angolo paradisiaco del sud della Sicilia, lontana dallo stress cittadino e immersa nella quiete della natura.

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    Niente mete scontate o location ultra affollate: la conduttrice romana ha optato per Baia L’Aura, una maxi villa a picco sul mare nel territorio di Ispica, sulle splendide spiagge di Porto Ulisse, a due passi da Noto e Siracusa. Una zona che negli ultimi anni ha conquistato i viaggiatori più esigenti, italiani e internazionali, grazie al suo fascino selvaggio e autentico.

    Un rifugio esclusivo per una vacanza tra yoga, mare e silenzio

    Attraverso le sue stories su Instagram, Alessia ha condiviso alcuni scorci della vacanza: la terrazza mozzafiato con vista sull’acqua cristallina, le passeggiate mattutine in spiaggia, le escursioni in Sup tra le onde e persino le sessioni di yoga allestite nel patio della villa. Tutto in compagnia di alcune amiche fidate e della figlia Mia, per una vacanza tra donne all’insegna del benessere e della natura.

    All’insegna dell’esclusività

    Baia L’Aura è molto più di una semplice villa: è un vero e proprio retreat esclusivo. Composta da una casa principale con ampie zone giorno e tre dependance private immerse nel verde, è circondata da un giardino rigoglioso collegato da passerelle in legno e sentieri che creano un’atmosfera intima e raffinata. Ogni ospite può così godere del proprio spazio riservato senza rinunciare alla convivialità.

    Il prezzo del lusso: quanto costa vivere come Alessia per una settimana

    Ma quanto costa concedersi una settimana in questo angolo di paradiso? Secondo le tariffe ufficiali disponibili su Booking, il soggiorno minimo è di 7 notti, per un totale di 8.134 euro nel mese di giugno. La villa può ospitare fino a 8 persone, il che la rende perfetta per gruppi di amici o famiglie in cerca di una vacanza esclusiva.

    Vista-mare da colpo al cuore

    Il cuore pulsante della proprietà è la grande terrazza sul mare, naturalmente attrezzata di tutto punto con lettini, aree d’ombra e una zona pranzo all’aperto con vista sull’infinito. Il tutto accompagnato da un accesso privato alla spiaggia, vero lusso in un’epoca in cui il silenzio e la privacy valgono oro.

    Dove lo sfarzo incontra l’essenziale: la nuova idea di vacanza delle star

    Alessia Marcuzzi non è nuova a viaggi “stilosi” e perfettamente documentati, ma questa volta sembra aver puntato su qualcosa di diverso: meno apparenza, più autenticità. La sua scelta di valorizzare le bellezze italiane e concedersi un soggiorno “slow”, a contatto con la natura e con se stessa, è in linea con un nuovo trend che vede molte celebrità allontanarsi dal caos per ritrovare un contatto più profondo con i luoghi e le persone. In un’estate che promette di essere lunga e calda, la Sicilia – e in particolare la zona tra Noto e Ispica – si conferma ancora una volta una delle mete più amate da chi cerca il connubio perfetto tra cultura, mare e charme discreto.

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      Tra fede e digitale: perché Francesco è ancora ovunque

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        Emblematico è il fenomeno dei numerosi video realizzati con l’intelligenza artificiale che vedono protagonista Papa Francesco, a testimonianza di quanto la sua figura continui a risuonare nell’immaginario di tutti. Anche se generati digitalmente, questi contenuti rappresentano un desiderio profondo di rivederlo, ascoltarlo ancora, sentirlo vicino. Segno che il suo pontificato non è solo storia ma memoria viva ed ispirazione per il presente e il futuro della Chiesa. La fantasia di questo ennesimo creator lo immagina in Paradiso, mentre incontra una serie di personaggi fra i più diversi: Martin Luther King, la Regina Elisabetta, John Lennon e George Harrison dei Beatles, Steve Jobs, Elvis Presley ed altri.

        Un faro in questi tempi oscuri

        Bergoglio senza dubbio resterà una figura profondamente incisa nella memoria dei fedeli per gli anni a venire, non solo per il suo ruolo istituzionale, ma per la forza del suo carisma e la radicalità evangelica con cui ha vissuto il pontificato. Il suo stile diretto ed informale, la scelta di vivere la Chiesa come “ospedale da campo”, la predilezione particolare e costante per gli ultimi, hanno segnato una svolta nel cuore di milioni di credenti e non credenti. Anche ora che un nuovo pontefice guida la Chiesa, l’immagine di Papa Francesco continua ad accompagnare il cammino spirituale di molti, come un faro che illumina la fede quotidiana con semplicità e autenticità.

        Non è nostalgia… è ricordo che ispira

        La sua capacità di comunicare coi gesti più che con le parole, il sorriso mite ma deciso, le sue prese di posizione coraggiose su pace, ambiente, giustizia sociale, hanno dato corpo a una visione della Chiesa vicina, compassionevole, presente nel mondo reale. Il suo ricordo va inteso non come nostalgia… ma come ispirazione viva. Le sue omelie, i suoi messaggi, le sue scelte di vita, persino i suoi momenti divertenti rappresentano punti di riferimento per milioni di cattolici.

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          Uomini ai piedi delle donne: il feticismo che fa audience

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            Da sempre l’universo maschile è affascinato da dettagli apparentemente secondari del corpo femminile. Tra questi, il piede occupa un posto speciale, tanto da essere celebrato, desiderato e persino sacralizzato. Il feticismo del piede femminile, lungi dall’essere una moda recente, ha radici profonde nella storia della sessualità europea. Uno dei suoi pionieri fu Monsieur Rétif de la Bretonne, scrittore e libertino francese del XVIII secolo, che dedicò pagine e pagine all’adorazione di caviglie, alluci e scarpe da donna.

            L’intellettuale ai piedi dell’amore

            Nato nel 1734, Nicolas-Edme Rétif, noto come Rétif de la Bretonne, è considerato uno dei primi a raccontare apertamente il desiderio erotico per i piedi femminili. Nelle sue opere autobiografiche, come Le Pied de Fanchette, il piede diventa simbolo di seduzione e oggetto di culto. In un’epoca in cui parlare di sesso era ancora tabù, Rétif trasformava ogni passo di una donna in un’occasione letteraria per il desiderio.

            La TV lo sa: il piede funziona (anche in prime time)

            Passano i secoli, ma la passione resta. Anzi, oggi più che mai. Le donne dello spettacolo sono perfettamente consapevoli di questa attrazione e la sfruttano con intelligenza. Tacchi vertiginosi, primi piani sui piedi durante talk show o reality, gesti apparentemente casuali come togliersi la scarpa in diretta… nulla è lasciato al caso. In un’era dominata dai social e dalla visibility, ogni parte del corpo può essere valorizzata, monetizzata, desiderata. Il piede non fa eccezione: è diventato un elemento centrale della narrazione visiva.

            SEO e seduzione: i piedi battono il clickbait

            Chi cerca “piedi belli in TV”, “attrici piedi nudi” o “conduttrici con sandali” su Google non è un caso isolato. È una nicchia ampia, fidelizzata e ben servita da contenuti sempre più espliciti. Le piattaforme lo sanno, i brand pure: dalle pubblicità di sandali alle inquadrature mirate, il piede è oggi una stella silenziosa dell’intrattenimento.

            Il piede è ovunque… ma non calpesta mai il desiderio

            Quello che fu un feticismo, oggi è parte integrante dell’immaginario erotico e mediatico. I piedi femminili non solo camminano, ma conquistano, seducono, convertono. E mentre Rétif osserva compiaciuto da una nuvola di cipria settecentesca, il pubblico continua ad inginocchiarsi, metaforicamente, davanti a un bel paio di piedi ben curati.

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              Non è un inno alla sbronza, è un’ode alla vita: Vasco riporta ‘Vita Spericolata’ nel cuore di chi la capisce davvero

              Quando, in una sera di inizio giugno, allo Stadio Olimpico di Torino parte Vita Spericolata… non è solo l’inizio – a sorpresa, anche se i fan l’aspettavano – di un live: è l’inizio di un rito collettivo. Davanti al suo popolo, Vasco inaugura il suo tour 2025 restituendo dignità e verità a una canzone troppo spesso fraintesa, usata come slogan da chi – forse – non l’ha mai davvero ascoltata.

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                Vita Spericolata non è un elogio dell’autodistruzione, ma della vita pienamente vissuta con coraggio, con amore e anche con i rischi,” spiega il Komandante nel backstage. E non è difficile credergli, perché chi lo segue da decenni sa che Vasco canta per chi ha sbagliato, ha amato, ha pianto. Per chi è caduto, eppure è ancora lì, insieme a lui a cantare. A vivere.

                Lacrime, rabbia, fuochi d’artificio: il concerto come rito laico

                Il sole tramonta su Torino mentre parte la prima nota del nuovo tour. Le prime lacrime cadono nei volti del pubblico, seguite da urla che sono dichiarazioni d’amore e di appartenenza. “Ognuno col suo viaggio, ognuno diverso, e ognuno in fondo perso dentro i fatti suoi” risuona come un manifesto generazionale, eterno e trasversale. Perché Vasco, come sempre, dice ad alta voce quello che molti non riescono nemmeno a pensare.

                “Ce la farete tutti”: il finale che è già leggenda

                Sul finale del brano d’apertura, il colpo al cuore. “Ce la farete tutti”, dice Vasco prima di chiudere la canzone. Sembra una frase semplice, magari un po’ ruffiana… ma nello stadio vibra come una profezia. Una carezza collettiva lanciata a un popolo che ogni giorno combatte, spesso senza riconoscimenti, spesso senza forze. Ma ce la farà. Perché se te lo dice Vasco, un po’ ci credi per davvero.

                Pace… a modo suo

                E se all’apertura si piange, con Gli spari sopra è l’indignazione a farsi sentire in tutta la sua drammatica potenza. “A tutti i farabutti che governano questo mondo”, urla Vasco, mentre sul maxischermo appare la scritta “FUCK WAR” e tra il pubblico sventola una bandiera della Palestina. Non è mai stato solo rock: è sempre stata visione, protesta, identità.

                Donne libere, amori imperfetti e la speranza che resta

                Nel suo eterno oscillare tra ribellione e dolcezza, il rocker di Zocca riesce a essere anarchico e romantico al contempo. Celebra le donne libere e “selvagge” in Rewind, canta il nostro tempo imperfetto, fatto di Buoni o cattivi, ricordando a tutti che Va bene, va bene così, anche quando niente va bene davvero.

                Non è il Messia

                Vasco non finge di avere risposte. Non offre la soluzione, ma tiene accesa la miccia: quella di chi continua a vivere anche quando è rotto, confuso, stanco. Quando canta Vivere non lo fa da guru, ma da essere umano spaccato a metà tra paradiso e inferno, che però ha ancora voglia di provarci.

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