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Lifestyle

Estate: il fascino del bagno in mare a mezzanotte!

L’estate porta con sé una serie di tradizioni incantevoli, e una delle più affascinanti è senza dubbio il bagno in mare a mezzanotte. Questo rituale, praticato da chi ama la combinazione di avventura e tranquillità, offre un’esperienza unica e indimenticabile.

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    Cosa rende così speciale un tuffo nell’acqua sotto il cielo notturno?
    Innanzitutto, la sensazione di libertà. Lontani dalla calca delle spiagge affollate diurne, ci si trova spesso soli o in compagnia di pochi amici, immersi in un’atmosfera quasi surreale. La luce della luna riflessa sulla superficie del mare crea un gioco di luci e ombre che conferisce al tutto un tocco di magia.

    La temperatura dell’acqua è solitamente più calda rispetto a quella dell’aria, avvolgendo i corpi in un abbraccio piacevole e ristoratore. Il silenzio notturno, rotto solo dal dolce sciabordio delle onde, contribuisce a una sensazione di pace e serenità difficile da trovare altrove.
    Inoltre, c’è un aspetto avventuroso in questo rituale. Nuotare nel buio, con solo la luna e le stelle come guida, stimola un senso di connessione primordiale con la natura. È un momento di introspezione e riflessione, in cui ci si sente parte integrante dell’universo.

    Per coloro che non hanno ancora provato questa esperienza, l’invito è di lasciarsi tentare almeno una volta. Prendete un telo, un costume e dirigetevi verso il mare. Scoprirete un mondo nuovo, dove ogni problema sembra lontano e ogni pensiero trova una dimensione più leggera.

    Il bagno in mare a mezzanotte non è solo un semplice tuffo, ma un rito estivo che celebra la bellezza della notte, la forza della natura e la magia delle piccole cose. Provare per credere.

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      Cucina

      Giorgione lo chef strappato alla terra è diventato un influencer suo malgrado in tv, Facebook e Instagram

      La sua visione della cucina come esperienza conviviale e gioiosa, e non solo come nutrimento fisico, è illuminante. Giorgione rifiuta l’idea che l’alimentazione debba essere noiosa o monotona e crede fermamente che il cibo debba essere gustoso e appagante.

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        Romano de Roma, sessantasette anni Giorgio Barchiesi, più conosciuto come Giorgione, deve il suo successo ai piatti che serve nel suo ristorante di Montefalco in provincia di Perugia, Ristorante alla Via di Mezzo da Giorgione. Ma anche alla sua rubrica televisiva “Giorgione. Orto e cucina” in onda su Gambero Rosso Channel e al suo approccio alla cucina e alla vita. Una persona genuina che riflette una profonda conoscenza e un profondo rispetto per il cibo e le tradizioni culinarie italiane. Prima di diventare ristoratore e anche chef televisivo faceva il veterinario. I suoi nemici? Il sovranismo alimentare che reputa una stupidaggine come tutti i sovranismi.

        Star in tv e star sui social

        Da Instagram a Facebook è seguito e noto dai 5 ai 90 anni, un successo di cui è consapevole che reputa carico di problemi e inquietudini. Quando ha iniziato a occuparsi della sua immagine e ha deciso di studiare l’uso dei social, circa sedici anni non avrebbe mai scommesso un centesimo “Sulla vita che sto facendo ora“, dice. Non era sua intenzione fare l’influencer. Il successo è arrivato in maniera fortuita, per caso. Sedici anni aveva fatto una festa in casa con amici e amici di amici. Alcuni di loro avevano un ristorantino nel borghetto a Montefalco, in Umbria.

        Fu allora“, dice, “che l’occasione della mia vita mi corse incontro. Gli amici dei miei amici volevano lasciar perdere e allora l’ho rilevato, e anche per pochi soldi, anzi pochissimi“. Giorgione allora non faceva il cuoco nel senso che non era uno chef con tanto di corsi e di scuola. No lui amava cucinare in casa per amici e tavolate intere ma solo per stare insieme e gustare i suoi piatti preferiti cercando di stare in buona compagnia e fare divertire.

        Uno che si diverte e fa divertire

        Uno di suoi motti è: l’alimentazione è sana quando non è noiosa.A casa spesso le persone mangiano sempre le stesse cose. E’ triste“. La tavola non deve essere solo ingurgitare alimenti a caso nella giusta quantità che contengono gli elementi nutritivi, sali minerali, vitamine, amminoacidi, etc. “A chi va in farmacia a caccia di integratori io dico caro mio mangia di tutto e vedrai non ti serve niente”. Inoltre Giorgione reputa il pasto che sia serale o a pranzo un momento sacro. Che deve essere gestito e vissuto bene. In armonia con il giusto tempo. “Ci siamo ridotti che oggi a tavola non si parla più, si mangia e non si chiacchiera e magari si è distratti dalla tv che ci distoglie da quello che stiamo mangiando e non ci fa assaporare nel giusto modo il cibo“.

        Ma come si è guadagnati a sua fama?

        Suo padre voleva che facesse il liceo, ma lui scelse l’istituto agrario. Poi si iscrissi a veterinaria. Anche sua moglie ha studiato all’agrario. “Stiamo insieme dal 1975 e siamo sposati dal 1981“, dice. Per 20 anni ha fatto il veterinario agricolo in un’azienda. Proprio in quella lunga esperienza che ha avuto modo di conoscere la materia prima, gli ortaggi, la frutta, i grani. E la carne. “E’ stato fondamentale“. All’inizio degli anni Ottanta, per lo scandalo dei bovini allevati con antibiotici ed estrogeni che coinvolse la Plasmon e gli omogeneizzati per i bambini non si vendeva più carne.

        Lavoravo come veterinario in una azienda, che aveva tanti animali da vendere in un periodo di crisi“, ricorda. Per superare quel momento creò una cooperativa che iniziò a confezionare e vendere i primi pacchetti di carne “pronta da cuocere”. “Indossai il camice da macellaio e tolsi quello da veterinario e mi misi a vendere la carne che ci fece guadagnare una buona fama almeno nella zona d Roma“.

        Prezzi contenuti e alta qualità

        Nel ristorante di Giorgione il prezzo è sempre quello. Trentotto euro bevande escluse in un’epoca in cui i ristoranti hanno fatto salire i loro prezzi a cifre inavvicinabili. E in più le cucine super stellate propongono menu da capogiro. “Sono dell’idea che trentasei euro bevande escluse sia un prezzo ragionevole per la nostra qualità e quantità“. Nel menù a prezzo fisso di Giorgione si trovano trippa, lingua, nervetti, lampredotto, formaggi da spizzicare. E poi due primi, due secondi, due contorni e un tris di dolci.

        Ma si mangia quello che vuole lui in maniera insindacabile. “Attenzione si mangia quello che diciamo noi: quello che arriva, arriva, non c’è alcuna trattativa. Non si può scegliere. Non facciamo porzioni ma portiamo vassoi e se non basta la quantità non è un problema, perché aumentiamo“. Sono questi i motivi per cui il conto da lui è ancora abbordabile. Naturalmente per chi soffre di intolleranze alimentari Giorgione ha predisposto una serie di alternative.

        Pur essendo uno strenuo difensore della tradizione culinaria, è contro l’idea di sovranismo alimentare. “Certo perché il seme del sovranismo è inquietante e trova un terreno fertile per germogliare. Credo che in cucina bisogna provare con curiosità sempre. Come la carne non carne che comunque nasce e si sviluppa da una trasformazione in laboratorio da cellule animali per cui se buona perché non mangiarla per di più produrla non inquina. Così come essere a priori contro l’utilizzo degli insetti è sbagliato. Bisogna sempre provare. Ricordiamoci che c’è gente che muore di fame, che il cibo è cosa seria e che in tempi di guerra…“.

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          Curiosità

          Quel respiro profondo che svela chi siamo: lo studio che legge il carattere dal respiro

          Gli schemi respiratori di ciascuno sono unici e possono rivelare ansia, depressione e perfino tratti della personalità.

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            Il modo in cui respiriamo potrebbe dire molto di più su di noi di quanto pensiamo. Secondo uno studio pubblicato su Current Biology, gli scienziati del Weizmann Institute of Science in Israele hanno scoperto che ogni individuo ha una sorta di “impronta digitale del respiro”, unica come le impronte digitali, e che può rivelare dettagli sulla salute fisica ed emotiva. Utilizzando un dispositivo indossabile leggero, i ricercatori hanno monitorato il flusso d’aria nasale di 100 volontari per 24 ore consecutive, raccogliendo dati sulle loro variazioni respiratorie durante le attività quotidiane e il sonno. Con una precisione del 96,8%, il team ha dimostrato che è possibile identificare una persona solo in base al suo schema respiratorio.

            La mente rivela il respiro o il respiro modifica la mente?

            Ma il dettaglio più intrigante della ricerca riguarda il legame tra respirazione e stato mentale. Gli studiosi hanno notato che i partecipanti con livelli più alti di ansia tendevano ad avere inspirazioni più brevi e una maggiore variabilità tra un respiro e l’altro, specialmente di notte. Inoltre, la respirazione sembra essere strettamente collegata al peso corporeo, al ritmo sonno-veglia e ai tratti comportamentali. Ciò che sorprende è l’inversione di prospettiva. Normalmente si pensa che stress, ansia o depressione influenzino il modo di respirare, ma il team israeliano suggerisce che potrebbe essere il contrario. E se il modo in cui respiriamo contribuisse a generare stati emotivi negativi? Se fosse così, imparare a regolare il proprio schema respiratorio potrebbe diventare un nuovo metodo per migliorare il benessere mentale, con implicazioni che potrebbero rivoluzionare la psicologia e la medicina.

            Gli studiosi stanno già testando questa ipotesi. Modificando consapevolmente il proprio modo di respirare, potrebbe essere possibile ridurre ansia e depressione, aprendo nuove strade nella terapia del benessere psicologico.

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              Viaggi

              Ristoranti con vista? Sì, ma sotto il mare: la moda dei locali subacquei

              Dalle Maldive alla Norvegia, cresce la tendenza dei ristoranti subacquei: si mangia circondati da pesci tropicali o squali, a metri di profondità. Ma tra lusso, scenografia e sostenibilità, il format divide.

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                Cena a lume di candela… tra i coralli. Oppure tartare di tonno con vista squali. È l’esperienza offerta dai ristoranti subacquei, sempre più diffusi tra resort di lusso e capitali del turismo. L’idea è semplice: costruire strutture in vetro rinforzato a qualche metro sotto il livello del mare e servire piatti gourmet mentre i clienti ammirano murene e mante. Un sogno per molti, una provocazione per altri.

                Tra i più noti c’è Under, in Norvegia: un cubo di cemento semi-affondato nell’Oceano Atlantico, dove si mangia a cinque metri di profondità. Alle Maldive, il Ithaa è stato il primo al mondo a offrire cene tra i pesci tropicali, con coperti limitati e un dress code elegantissimo (ma senza scarpe).

                Il fascino è indiscutibile, ma le polemiche non mancano. C’è chi accusa questi locali di sfruttare ambienti delicatissimi per fini commerciali, e chi teme l’impatto ambientale delle strutture. Altri, più pragmaticamente, storcono il naso davanti ai prezzi: una cena per due può superare i 600 euro.

                Eppure, la moda cresce. Forse perché il mare ci affascina, forse perché Instagram vuole il suo tributo. O forse perché, almeno lì sotto, lontani da suonerie e stress, si può vivere l’illusione perfetta: quella di essere davvero in un altro mondo.

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