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Lifestyle

L’evoluzione dell’idratazione: dalla Roma antica alle borracce intelligenti

Scopri l’importanza dell’idratazione per la salute umana e come il mercato offre soluzioni sempre più innovative, dalle borracce d’acqua arricchite di elettroliti a quelle riutilizzabili dotate di sensori avanzati. Esplora l’evoluzione del settore dell’idratazione, con un focus crescente sulla sostenibilità e sull’innovazione tecnologica.

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    Eco friendly
    Tecnologia e marchi di prestigio giustificano il costo se la borraccia soddisfa le proprie esigenze e preferenze personali, attenendosi sempre al tema di tollerabilità ambientale.

    Loro già lo sapevano
    Gli antichi romani hanno introdotto un sofisticato sistema di acquedotti per fornire acqua potabile alle città, sottolineando l’importanza fondamentale dell’idratazione per la salute umana. Oggi, questa consapevolezza è cresciuta, e la promozione di un’adeguata idratazione rimane una sfida significativa nella società contemporanea.

    La moda delle borracce agli elettroliti
    Il mercato dell’idratazione offre una vasta gamma di opzioni, dalle bottiglie d’acqua arricchite di elettroliti alle borracce dotate di capsule, fino alle bottiglie d’acqua di design con varie caratteristiche. Tuttavia, c’è un crescente interesse per soluzioni sostenibili, come le borracce riutilizzabili, che contribuiscono a ridurre l’uso di bottigliette di plastica monouso.

    Tutto sotto controllo
    L’innovazione tecnologica gioca un ruolo cruciale nel mercato dell’idratazione, con previsioni che indicano un aumento delle borracce sostenibili dotate di sensori per monitorare la temperatura dell’acqua, sistemi di filtraggio avanzati e indicatori di idratazione. Queste soluzioni multifunzionali rispecchiano l’evoluzione del mercato verso prodotti che integrano funzionalità avanzate per soddisfare le esigenze dei consumatori moderni.

    Sempre e solo acqua
    In breve, il settore dell’idratazione è in costante evoluzione, con un’attenzione crescente all’ecologia, all’innovazione tecnologica e alle esigenze dei consumatori. Assicurati di scegliere le opzioni di idratazione che meglio si adattano al tuo stile di vita e alle tue preferenze personali per garantire una corretta idratazione e una buona salute generale.

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      Cucina

      Parmigiana leggera un corno: anche d’estate la melanzana si tuffa nel pomodoro e gode come sempre

      Dalla versione classica e bollente a quella fredda con stracciatella e basilico, la parmigiana d’estate resta la regina dei piatti italiani. Fritta, grigliata, scomposta o alla napoletana: ogni casa ha la sua liturgia, e guai a toccarla.

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        C’è un momento preciso in cui la parmigiana smette di essere solo un piatto e diventa una posizione esistenziale: è quando fuori ci sono 32 gradi, il ventilatore tossisce, il forno arroventa l’aria e tu, con un gesto da martire del gusto, scegli di prepararla lo stesso. Perché la parmigiana d’estate non è più una semplice pietanza: è un atto di fede. O meglio, di gola.

        Melanzane, pomodoro, mozzarella, basilico. E sopra tutto, un profumo che sa di Sud, di domeniche lunghe, di madri e nonne che “oggi solo due forchettate” e intanto ti affogano l’anima nel ragù. Ma con l’arrivo del caldo, anche lei, la regina, si reinventa. E si divide in almeno cinque correnti di pensiero.

        1. La classica (o integralista): fritta, afosa, irresistibile

        La melanzana si frigge. Punto. Al forno sì, ma solo dopo. Niente cotture light, niente rivisitazioni: qui si frigge in olio bollente, si stratifica con sugo e mozzarella e si inforna fino a quando il bordo non caramella. È pesante, è rovente, è uno schiaffo al fegato e un abbraccio al cuore. Si mangia tiepida, o il giorno dopo, da sola o col pane. E se non si unge il piatto, non è parmigiana.

        2. La grigliata (per chi ci crede ancora)

        Versione estiva, più gentile ma non meno dignitosa. Le melanzane si affettano sottili e si grigliano, una a una, come in una Via Crucis gastronomica. Poi si compongono a strati con mozzarella (meglio fiordilatte, ben scolato) e sugo fresco di pomodoro appena saltato con aglio e basilico. Si può evitare il forno: basta lasciarla riposare in frigo e mangiarla fredda. Funziona. Ma guai a chiamarla parmigiana davanti a una nonna del Sud.

        3. La scomposta (figlia di MasterChef)

        Melanzane a cubetti saltate in padella, quenelle di ricotta o stracciatella, pomodorini confit, gocce di pesto, crumble di pane. Esteticamente perfetta, ma a rischio bestemmia. È buona, sia chiaro. Ma è un’altra cosa. Come il gelato al basilico: interessante, ma non chiamiamolo basilico.

        4. La napoletana (con l’uovo dentro, e chi si azzarda a dire niente)

        A Napoli la parmigiana ha le uova sbattute tra gli strati. Non sempre, ma spesso. E c’è chi aggiunge anche il salame. In pratica, una bomba calorica che però ha senso anche d’estate. Soprattutto se la mangi fredda, come si fa il giorno dopo, tagliata a quadrotti, con la crosticina che scricchiola sotto i denti e il pomodoro che ha avuto il tempo di sposarsi con tutto. Matrimonio perfetto.

        5. La light (o “salutista da terrazza”)

        Melanzane cotte al vapore (già qui qualcuno storce il naso), pomodorini crudi, fiocchi di latte o yogurt greco, basilico e un filo d’olio. Freschissima, veloce, ottima per chi vuole restare in forma. Ma diciamocelo: è un’altra cosa. Una bellissima insalata di melanzane, ma non una parmigiana. Lei, la vera, la riconosci perché ti chiede un sorso di vino rosso, una fetta di pane e mezz’ora di riposo sul divano dopo averla mangiata.


        Il trucco della nonna: mai usare mozzarella troppo fresca. Va lasciata a sgocciolare in frigo per almeno tre ore. O vi ritroverete un lago al centro della teglia. E se proprio volete una parmigiana perfetta, fatela riposare. Come la vendetta, è un piatto che dà il meglio di sé freddo o tiepido. O, meglio ancora, il giorno dopo.

        E allora sì, anche con 35 gradi all’ombra, mentre l’insalata vi fissa dal piatto di fianco, voi affondate la forchetta nella parmigiana e capite che certe passioni, d’estate, non si spengono. Anzi, si sciolgono. Con la mozzarella.

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          Cucina

          Grigliatori seriali: storie vere di uomini e barbecue al limite della legalità

          C’è il carbonizzatore compulsivo, il talebano delle marinature, l’hipster del carbone bio e il filosofo della griglia. L’estate li scatena tutti: armati di carne, birra e superiorità morale. Viaggio semiserio tra i fanatici del barbecue da giardino.

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            A Ferragosto non è una semplice grigliata. È una guerra di ego, fumo e salsicce. In ogni quartiere, condominio o casa vacanze, appena arriva l’estate, si risveglia l’istinto tribale del grigliatore seriale. E no, non parliamo solo di cucina: parliamo di maschi alfa in bermuda e sandali che si trasformano in sciamani del barbecue.

            Il più pericoloso è il carbonizzatore compulsivo: quello che ti promette “cottura perfetta” e poi serve pollo che potresti usare per incidere la pietra. Quando gli fai notare che il wurstel ha preso fuoco, risponde “Così è più saporito”.

            Poi c’è il maniaco delle marinature, che inizia a preparare tutto due settimane prima, usa sette tipi di spezie sconosciute e ti vieta di toccare la carne perché “non si gira prima dei quattro minuti e trentadue secondi per lato”. Se osi chiedere il ketchup, ti guarda come se avessi bestemmiato in latino.

            Il più snob? Il bio-grigliatore esteta, che compra solo carbone attivato da quercia del Madagascar, usa griglie in acciaio chirurgico e serve tofu affumicato su ardesia. Sostiene che la carne sia una violenza ma ti punta comunque la pinza contro se non apprezzi il suo burger di ceci e miso.

            Infine c’è lui, il filosofo della griglia: griglia poco, parla tanto. Ti racconta la storia del barbecue dalle caverne a oggi, ti spiega la simbologia del fumo e poi ti serve un’arista cruda, perché “è il simbolo dell’incompletezza dell’uomo moderno”.

            E intanto le mogli, le fidanzate, i figli e i poveri invitati mangiano patatine e pregano che almeno l’anguria sia commestibile. Perché il vero rito del barbecue non è mangiare bene: è vedere un uomo (o una donna, ma più raramente) sentirsi onnipotente davanti a una griglia rovente e a una birra calda.

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              Lifestyle

              Sole, aria aperta e… relax, come organizzare il picnic perfetto!

              Con le giornate di sole, per evadere dalla routine quotidiana e trascorrere del tempo di qualità in un ambiente rilassante, il picnic è un’occasione speciale per riscoprire il piacere di stare all’aria aperta, godersi la bellezza della natura e condividere momenti di gioia e convivialità con amici e familiari.

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                Con l’arrivo della bella stagione, il richiamo dell’aria aperta e del sole si fa irresistibile. Basta con le giornate chiuse tra quattro mura! È tempo di rispolverare cestini, sandali, borse frigo, plaid e salviettoni, racchettoni e quella pila di libri che aspetta solo di essere letta. È il momento di organizzare una giornata di puro relax, di quelle in cui non devi pensare a niente se non a te stesso, al cielo che si stende sopra di te e al piacere di stare all’aria aperta.

                Organizzare un picnic è davvero semplice
                Scegli il luogo ideale: un parco, un bosco, una spiaggia o anche il tuo giardino possono essere lo scenario perfetto.
                Prepara cibo sfizioso: panini, tramezzini, insalate, frutta e verdura sono sempre graditi. Ma puoi anche sbizzarrirti con ricette più elaborate, torte salate o piatti di formaggi e salumi.
                Non dimenticare le bevande: acqua, succhi di frutta, tè o caffè sono essenziali per dissetarsi durante la giornata.
                Porta tutto il necessario: coperta, cuscini, ombrellone, stoviglie usa e getta e un sacchetto per la spazzatura sono indispensabili per un picnic ben organizzato.
                Pensa alle attività: se vuoi trascorrere una giornata all’insegna del divertimento, porta con te giochi da tavolo, frisbee o un pallone.
                Un picnic può essere un’esperienza semplice o elaborata, a seconda dei tuoi gusti e delle tue esigenze. L’importante è godersi il momento, staccare la spina dalla routine e immergersi nella bellezza della natura.

                Ecco alcune idee per rendere il vostro picnic ancora più speciale:
                Scegliere un tema: un picnic hawaiano, un picnic country o un picnic letterario possono rendere l’esperienza ancora più divertente.
                Preparare un cestino personalizzato: un cestino vintage o un cestino fatto a mano renderanno il vostro picnic ancora più speciale.
                Portare con sé la musica: creare una playlist con le vostre canzoni preferite per rendere l’atmosfera ancora più piacevole.
                Scattare foto e video: immortalare i momenti più belli del vostro picnic per riviverli in futuro.

                Che sia al mare, in montagna o in campagna, il picnic è un modo semplice e divertente per trascorrere una giornata all’insegna del relax e della convivialità.

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