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Curiosità

Là in mezzo al ciel ci sta un asteroide che luccica… Lo dice la Nasa lanciata alla conquista di 16 Psyche

Asteroide da miliardi di dollari, scoperto nel 1852, 16 Psyche: è una miniera di metalli preziosi. La Nasa ha avviato la missione che si concluderà nel 2029.

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    La solita NASA, la solita e imperitura idea di conquistare lo Spazio, il solito dilemma: siamo soli nell’Universo…? Lo scorso anno, non avendo null’altro a cui pensare, quelli della NASA si sono inventati un nuovo progetto. Ovvero partire dalla Terra per raggiungere l’asteroide denominato 16 Psyche che sarebbe una fonte di ricchezza illimitato.

    In viaggio verso 100mila quadrilioni di dollari

    La missione NASA che renderebbe tutti gli umani molto più ricchi di quanto già lo siamo è iniziata nel 2023. L’obiettivo è quello di raggiungere l’asteroide, considerato una vera e propria miniera d’oro dello spazio. Addirittura qualche scienziato ha ipotizzato che se lo portassimo sulla Terra, diventeremmo tutti milionari. E se lo dicono loro…

    Sette anni per sognare

    Sembra proprio che questo 16 Psyche, sia talmente ricco di materiali preziosi come oro, ferro e nickel, da superare qualunque cifra raggiungibile dalla ricchezza presente oggi sulla Terra. Hanno calcolato addirittura la cifra esatta: 100mila quadrilioni di dollari – che sfidiamo chiunque solo a immaginarseli, Sarebbe questo l’ammontare del suo valore stimato dagli americani (chi altri?). Ma per arrivare a questo Eldorado dell’Universo c’è da attendere fino al 2029 quando la navicella inviata lo scorso anno arriverebbe sull’asteroide. O nei paraggi. Segnatevelo, mi raccomando.

    Un corpo celeste scoperto nel 1852

    Il corpo celeste, scoperto nel 1852 dall’astronomo italiano Annibale de Gasparis, ha un diametro di circa 220 chilometri e si trova nella cintura degli asteroidi tra Marte e Giove. La navetta lanciata dalla NASA non farà una tirata unica. Dividerà il suo viaggio in tappe. Prima arriverà su Marte per un meritato check up poi, nel 2029, dovrebbe raggiungere questo bengodi dell’Universo.

    Ma non pensate di agganciarlo…

    la NASA ha già chiarito in partenza che si tratta di una missione esplorativa. Nel senso che non si prevede di riportare l’asteroide sulla Terra. Una impresa fantascientifica che comunque viene valutata da alcune menti particolarmente creative e immaginifiche. La NASA, per ora, vuole soltanto valutare il valore potenziale dei materiali estratti utilizzando la sua massa totale che per la prima volta consentirò uno studio approfondito.

    E per quanto riguarda la sua enorme ricchezza?

    La sua possibile ricchezza la lasciamo lì dove sta. Per ora. Anche perché alcuni economisti hanno ipotizzato dal punto di vista finanziario che se un giorno diventassimo improvvisamente tutti ricchi, (per esempio se vincessimo in contemporanea una grossa somma alla lotteria) l’economica mondiale probabilmente crollerebbe. E rimarremmo tutti con un pezzo di asteroide in mano. Nulla di più.

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      Lacrime a fiumi: ogni anno produciamo una “vasca da bagno” di pianto, ma le donne battono gli uomini 47 a 7

      Le statistiche parlano chiaro: le donne piangono quasi 50 volte all’anno, mentre gli uomini appena 7. Le differenze emozionali e culturali sono ancora profonde, ma le lacrime – vere protagoniste – hanno un ruolo cruciale nella gestione delle nostre emozioni.

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        Un fiume di lacrime scorre ogni anno dai nostri occhi: secondo le ultime stime, una persona media produce dai 60 ai 110 litri di lacrime all’anno, praticamente il volume di una vasca da bagno. Una quantità sorprendente che testimonia come il pianto sia un processo fisiologico tanto comune quanto importante per la nostra salute emotiva. Nell’arco della vita, questo numero cresce fino a cifre quasi incredibili: si stima che ognuno di noi possa produrre fino a 9.000 litri di lacrime.

        Ma non siamo tutti uguali di fronte al pianto, e qui emerge un aspetto interessante: le donne piangono in media 47 volte all’anno, mentre gli uomini soltanto 7. Un dato che non solo rispecchia un’abitudine culturale e sociale radicata, ma che apre anche a domande sulle differenze emozionali tra i generi. Perché piangiamo e perché alcuni piangono più di altri? Le risposte coinvolgono tanto la biologia quanto la cultura.

        Perché piangiamo? Un atto terapeutico

        Il pianto è un fenomeno naturale, che si manifesta non solo per tristezza o dolore, ma anche per gioia, stress o addirittura frustrazione. Psicologi e studiosi concordano nel dire che le lacrime hanno una funzione catartica: liberano tensione, permettono al corpo di rilassarsi e aiutano a stabilizzare le emozioni. In effetti, la composizione chimica delle lacrime varia in base all’emozione, con livelli diversi di ormoni dello stress e di altre sostanze biologicamente attive.

        In particolare, piangere può abbassare i livelli di manganese, un minerale che influisce sull’umore. Per questo, dopo un pianto liberatorio, ci si sente spesso più leggeri e sollevati, come se il corpo avesse espulso le emozioni negative.

        Lacrime femminili e lacrime maschili: le ragioni dietro la differenza

        Le statistiche sulla frequenza del pianto tra uomini e donne sono sorprendenti, e non poco: 47 pianti all’anno per le donne contro appena 7 per gli uomini. Le spiegazioni sono molteplici. Da un lato, vi sono fattori biologici legati agli ormoni: la prolattina, un ormone presente in maggiori quantità nelle donne, è associata a una maggiore predisposizione al pianto. Dall’altro, la cultura gioca un ruolo fondamentale: gli uomini sono spesso educati a reprimere il pianto, considerato come segno di debolezza, mentre le donne ricevono un’accettazione sociale maggiore verso l’espressione di emozioni visibili.

        Il risultato è che le lacrime maschili sono rare, ma non per questo meno significative. «Quando un uomo piange – spiega una psicologa specializzata in dinamiche di genere – esprime un’emozione profonda che ha probabilmente accumulato per lungo tempo. Le lacrime, in questi casi, diventano una vera e propria valvola di sfogo».

        Le lacrime: un linguaggio universale, ma diverso per ciascuno

        Le lacrime ci accomunano, ma ogni persona piange a modo proprio e per motivi diversi. Ci sono coloro che si commuovono facilmente guardando un film o leggendo un libro, e chi, invece, versa lacrime solo in circostanze di forte impatto emotivo. Il pianto è un linguaggio universale, uno dei pochi che non richiede parole, ma allo stesso tempo rimane personale e unico per ciascuno di noi.

        Nel mondo attuale, in cui l’espressione delle emozioni è sempre più incoraggiata, è probabile che questi dati sulle lacrime cambieranno nel tempo. Forse, in futuro, piangeremo meno per stress o dolore e di più per la pura gioia di sentirci vivi e connessi agli altri.

        In ogni caso, la prossima volta che una lacrima scorrerà sul viso, non consideriamola solo un segno di fragilità: è una risposta naturale, parte della nostra esperienza umana, e come tale merita di essere accolta.

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          Musica e cibo! Ascolta rhythm and blues e mangi meglio!

          Musica e cibo, ecco come la melodia influisce sul gusto e sull’esperienza gastronomica. L’interessante connubio può modulare la percezione del gusto, dell’odore e della vista durante i pasti.

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            La connessione tra musica e cibo è stata oggetto di diversi studi nel campo della neurogastronomia, rivelando interessanti correlazioni tra le melodie udite e la percezione sensoriale del gusto, dell’odore e della vista durante i pasti. Sebbene non esistano riscontri specifici riguardanti uno studio in particolare, la ricerca suggerisce una relazione diretta tra i toni delle note musicali e la percezione del sapore del cibo.

            Influenza della Musica sul Gusto
            Studi hanno dimostrato che la musica può modulare la percezione del sapore, con ritmi veloci e allegri che tendono ad accentuare il dolce o il salato degli alimenti, mentre melodie dolci e rilassanti promuovono una sensazione di calma e tranquillità durante il pasto. La musica ad alto volume può aumentare la percezione di intensità del sapore, mentre quella rilassante può migliorare l’esperienza gastronomica complessiva.

            Implicazioni della Neurogastronomia
            La neurogastronomia è una disciplina scientifica che studia l’influenza reciproca tra musica, cervello e sistema del gusto, esplorando il modo in cui la musica modula le nostre esperienze sensoriali e gastronomiche e il suo impatto sul nostro benessere generale.

            Interazioni Sensoriali
            Oltre alla percezione del gusto, la musica può anche influenzare l’odore e la vista degli alimenti. Ascoltare determinati generi musicali può alterare la sensibilità agli odori e la percezione estetica del cibo, contribuendo ad arricchire ulteriormente il piacere di mangiare.

            La musica, quindi, non è solo un semplice accompagnamento durante i pasti, ma svolge un ruolo significativo nel modulare le nostre esperienze sensoriali e gastronomiche. Questa interazione tra musica e cibo offre interessanti possibilità per nuove scoperte culinarie e per arricchire ulteriormente il piacere del mangiare.

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              Il Papa-autografo in asta: Leone XIV firma una palla da baseball, attese migliaia di dollari

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              Leone XIV

                Un oggetto che unisce sacro e sport è protagonista di una insolita asta: una palla da baseball firmata da Papa Leone XIV, destinata a catalizzare l’attenzione dei collezionisti. L’asta, gestita da RR Auction, propone il lotto intitolato “Pope Leo XIV Single-Signed Baseball – Rare Autographed Format from the Head of the Catholic Church”. Il termine per le offerte è fissato per l’8 ottobre.

                Un regalo sportivo e diplomatico
                L’origine del gesto risale all’iniziativa del collezionista statunitense Randy L. Kaplan, noto nel mondo degli autografi politici e diplomatici. Kaplan avrebbe inviato al Pontefice due cappellini dei Chicago White Sox per omaggiare la sua passione, e in risposta Leone XIV ha apposto la sua firma su una palla ufficiale MLB.

                Secondo la descrizione del lotto, si tratta di una palla Rawlings Major League (modello “Manfred”) autografata in penna a sfera blu con la dicitura “Leo PP. XIV”. Le condizioni sono valutate “very fine”. È interessante notare che Papa Leone XIV è riconosciuto come grande tifoso dei White Sox: nato a Chicago, già in passato avrebbe presenziato alla Game 1 delle World Series del 2005, nella quale la squadra vinse il titolo.

                Valutazioni e contesto dell’asta
                Al momento della stesura, il lotto ha ricevuto diverse offerte — una dozzina circa — e il prezzo base è attorno ai 3.000 USD. Tuttavia, il catalogo dell’asta indica una stima “10.000+” USD, segno che il potenziale di crescita è notevole. Il lotto include anche documentazione di provenienza: il pacco originale inviato da Kaplan al Vaticano, corrispondenza che ne traccia il percorso, e una lettera di autenticità firmata dallo stesso Kaplan. Va detto che la firma papale ha attirato crescente curiosità: recentemente, Papa Leone XIV avrebbe autografato una motocicletta portata al Vaticano da un gruppo di motociclisti, in occasione di un’asta benefica.

                Il fascino dell’oggetto unico
                Questo lotto rappresenta un punto d’incontro tra religione, sport e collezionismo. Al di là del valore economico, assume un peso simbolico: mette insieme l’autorità pontificia e l’universo del baseball, disciplina profondamente radicata nella cultura americana. Un precedente che può servire da confronto: una palla firmata da Papa Francesco è stata venduta per 18.750 USD poco dopo la sua morte, attestando che la domanda per autografi pontifici può tradursi in cifre elevate. L’asta per la palla autografata da Leone XIV non è solo un’operazione economica, ma un episodio che sottolinea come la firma di un pontefice — solitamente riservata a documenti sacri, libri, lettere — possa assumere anche una dimensione collezionistica fuori dagli schemi.

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