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Italia

Pier Silvio Berlusconi e le accuse del suo ex domestico

Questa storia non solo mette in luce i retroscena di una famiglia famosa, ma ci mostra anche che in tribunale, come nella vita, non si sa mai cosa aspettarsi! Restate sintonizzati per ulteriori aggiornamenti su questa incredibile saga giudiziaria!

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    Come in ogni giallo che si rispetti, è stato il maggiordomo. Che questa volta, ben lungi dall’aver ucciso qualcuno, si è limitato a chiamare a rispondere in tribunale il suo ex datore di lavoro, niente meno che Pier Silvio Berlusconi, Il magnate di Mediaset si trova ora nel bel mezzo di un processo insolito, tutto a causa del suo ex maggiordomo, Lucio Camba. Sì, avete capito bene, sembra che il maggiordomo abbia preso in mano la situazione e deciso di portare Berlusconi in tribunale!

    L’accusa: straordinari non pagati e lavoro durante il lockdown

    Camba, che ha lavorato per Berlusconi e la sua compagna Silvia Toffanin a villa Bonomi Biolchini a Santa Margherita Ligure, ha deciso di andare dritto al sodo. La questione? Il mancato pagamento degli straordinari durante il lockdown per Covid-19. Con la famiglia Berlusconi in casa, immaginate quante faccende abbiano avuto bisogno di essere gestite! Ebbene sì, sembra che Camba abbia deciso che era ora di ottenere ciò che gli spettava.

    La scena al tribunale: Drama, baby!

    Ma non finisce qui! L’udienza si è svolta a Genova, e immaginate il dramma che si è consumato là dentro! Il giudice Francesca Maria Parodi ha cercato di calmare gli animi, rinviando l’udienza e esortando le parti a trovare un accordo. Ma con Camba che va avanti come un bulldog e Berlusconi che difende la sua posizione, chi sa come finirà questa saga!

    Il Pettegolezzo del Secolo: Il Maggiordomo Ribelle

    Camba, ormai prossimo alla pensione, sembra non voler fare sconti a nessuno! Ha accusato Berlusconi di avergli chiesto prestazioni straordinarie senza pagarlo adeguatamente, e ora è determinato a ottenere giustizia. Che twist!

    Berlusconi in difesa: il magnate affronta l’assalto del suo ex domestico

    Dall’altra parte del ring, c’è Berlusconi, pronto a difendere il suo operato. Con i suoi avvocati pronti a combattere questa battaglia, sembra che il magnate dei media non sia disposto a piegarsi così facilmente.

    Il futuro della famiglia Berlusconi: tempo di trasloco

    Ma c’è di più! Mentre il processo va avanti, la famiglia Berlusconi si prepara a un cambio di residenza. Si trasferiranno a villa San Sebastiano a Portofino.

    La casa con un passato ricco di storia

    Affacciata sul Golfo del Tigullio Villa San Sebastiano è una dimora ricca di storia  che risale al Cinquecento che si trova direttamente su un terrazzamento, al punto da avere una caratteristica unica: un affaccio e una meravigliosa vista sul mare.

    Nel corso dei secoli, in particolare nell’Ottocento, quella che era nata come una casa privata è diventata un convento per poi tornare a essere una residenza a metà del XIX secolo. La posizione particolare e la struttura formata da alti colonnati realizzati da materiali ricavati dagli scavi, hanno fatto sì che la proprietà diventasse il rifugio dei soldati tedeschi. Si racconta che l’esercito avesse costruito un bunker per ospitare al suo interno un cannone, oggi riconvertito in piscina.

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      Italia

      Addio ai quiz a fortuna: la riforma della patente cambia il modo di diventare automobilisti

      Matteo Salvini annuncia una revisione profonda dell’esame di guida: meno casualità, più competenze reali e attenzione alla sicurezza.

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      patente

        La riforma dell’esame per la patente di guida promette di rivoluzionare il modo in cui gli italiani si preparano a mettersi al volante. L’annuncio è arrivato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, nel corso del forum di Conftrasporto-Confcommercio, dove ha anticipato una svolta destinata a superare un sistema considerato da molti obsoleto e troppo legato al caso.

        “Entro la fine del mio mandato conto di arrivare a un esame aggiornato che non sia la ruota della fortuna”, ha dichiarato il ministro, sintetizzando così la filosofia della riforma: meno casualità nei quiz teorici, più attenzione alle competenze effettive e alle abilità pratiche di guida.

        Tre pilastri per un nuovo modello

        Il progetto di revisione si muove su tre direttrici principali. La prima riguarda l’aggiornamento dei contenuti dell’esame, che dovranno riflettere la mobilità di oggi: auto ibride ed elettriche, sistemi di assistenza alla guida, nuove norme di sicurezza e convivenza tra diversi mezzi su strada.

        La seconda punta a garantire uniformità nelle procedure tra le motorizzazioni di tutto il Paese, eliminando quelle disuguaglianze territoriali che spesso rendono l’ottenimento della patente più complesso in alcune regioni rispetto ad altre.

        Infine, un punto chiave sarà la riduzione della componente casuale nei quiz, per restituire al test teorico il suo vero ruolo: quello di valutare la preparazione del candidato, non la fortuna.

        Il “bonus patente” per i futuri professionisti

        Accanto alla riforma dell’esame, il governo ha confermato la prosecuzione e il potenziamento del “bonus patente”, un incentivo economico già introdotto per favorire l’accesso alle patenti professionali (C, D, CE e CQC). La misura, rivolta soprattutto ai giovani tra i 18 e i 35 anni, consente di coprire fino all’80% dei costi di formazione e di ottenere le qualifiche necessarie per lavorare nel settore dei trasporti, oggi gravemente colpito dalla mancanza di autisti qualificati.

        Le associazioni di categoria hanno accolto positivamente l’annuncio, definendo la riforma un passo indispensabile verso la modernizzazione del sistema. Tuttavia, chiedono chiarezza sui tempi e sulle risorse disponibili, sottolineando che la transizione richiederà investimenti per aggiornare le autoscuole e formare nuovi istruttori.

        Guardando all’Europa

        Il governo italiano, spiegano fonti del Mit, sta studiando i modelli già adottati in altri Paesi europei. In Germania, ad esempio, il percorso formativo include test di percezione del rischio e prove su strada più articolate, mentre nel Regno Unito la valutazione delle competenze si concentra anche sul comportamento del conducente in situazioni di traffico reale.

        Resta da capire quale approccio sarà scelto per l’Italia: un sistema ispirato ai modelli esteri o un format originale, calibrato sulle peculiarità della mobilità nazionale, dove l’elevato numero di motocicli, microcar e mezzi elettrici leggeri impone nuove regole di convivenza.

        Una sfida di equilibrio

        La vera sfida, sottolineano gli esperti del settore, sarà trovare un equilibrio tra rigore e accessibilità. L’obiettivo è migliorare la sicurezza stradale senza rendere più difficile o costoso ottenere la patente, specialmente per i giovani e per chi cerca nuove opportunità di lavoro.

        Il ministero ha promesso tempi brevi per la definizione dei dettagli tecnici della riforma e una sperimentazione graduale già nel 2026, ma resta da chiarire la portata delle modifiche e i finanziamenti necessari per accompagnare la transizione.

        Se le promesse saranno mantenute, la nuova patente “senza fortuna” segnerà l’inizio di una stagione di maggiore responsabilità e preparazione alla guida. Un cambiamento che, nelle intenzioni del governo, mira non solo a formare automobilisti più consapevoli, ma anche a costruire un sistema più giusto, trasparente e vicino alle esigenze della mobilità moderna.

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          Italia

          Intelligenza artificiale, truffe reali: deepfake di Giorgia Meloni sui social, la premier clonata promette guadagni facili

          Voci, espressioni e sorrisi perfettamente ricostruiti: nei deepfake la premier assicura guadagni da 30 mila euro al mese con un investimento di 250 euro. Indagini in corso sul fenomeno, già intercettato da agenzie di cybersicurezza internazionali.

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            Giorgia Meloni in studio con Francesco Giorgino, intervistata sul futuro dell’Italia, mentre sponsorizza una piattaforma di trading “garantita dal governo”. Tutto perfetto, realistico, impeccabile. Peccato che sia tutto falso.

            Tre video deepfake — prodotti con tecniche di intelligenza artificiale e già in circolazione sui social — mostrano la presidente del Consiglio in ambientazioni credibili, con voce e volto ricostruiti in maniera quasi indistinguibile dall’originale. Nelle clip la premier si presta a uno spot fraudolento: «Tutti hanno diritto a ricevere un aiuto fino a 3 mila euro al mese, basta registrarsi e versare 250 euro», afferma sorridendo.

            In un altro filmato, ambientato in una finta intervista al Tg5 con Simona Branchetti, la presidente ribadisce: «Io stessa sono coinvolta in questo progetto e questo mese ho guadagnato 40 mila euro. Basta un piccolo investimento e la registrazione sarà attiva».

            Il dettaglio che inquieta è la precisione: la voce della Meloni è sincronizzata alla perfezione, lo sguardo e i sorrisi sono quelli veri. È l’avanguardia del deepfake, un salto di qualità che rende sempre più difficile distinguere realtà e artificio.

            Dietro, il solito meccanismo: i truffatori inseriscono link che promettono facili guadagni, portando invece a piattaforme che raccolgono dati personali e, passo dopo passo, arrivano fino ai conti correnti degli utenti.

            La Protective Intelligence Network di Singapore, guidata dall’ex poliziotto italiano Angelo Bani, ha intercettato i video e li ha segnalati al Global Anti-Scam Summit di Londra. «In Italia c’è un bombardamento di deepfake contro figure pubbliche, specialmente del governo», ha spiegato. Anche Sensity.ai, società italiana specializzata in cybersicurezza, ha registrato un’impennata di casi.

            Non è la prima volta che i deepfake colpiscono personaggi noti, ma questa è la prima volta che un presidente del Consiglio italiano viene clonato con questa precisione, in un’operazione studiata per sembrare più vera del vero. E il messaggio subliminale è fin troppo chiaro: non si può più credere nemmeno ai propri occhi.

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              Italia

              Torna l’ora solare: nel 2025 il cambio d’orario arriva prima

              Nessuna nuova legge o cambiamento di regole: è il calendario a farci anticipare il ritorno all’ora solare, che porterà giornate più corte e qualche effetto sul nostro equilibrio biologico.

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                Nel 2025 torneremo all’ora solare con un giorno d’anticipo rispetto all’anno scorso. Niente decisioni politiche o nuove direttive europee: si tratta semplicemente di un effetto del calendario. L’ultima domenica di ottobre, infatti, cadrà il 26 ottobre e non il 27, come nel 2024. Un piccolo dettaglio che però segnerà l’arrivo anticipato delle giornate più brevi e delle sere che calano presto, con conseguenze sulla nostra routine quotidiana.

                Il passaggio ufficiale avverrà nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025, quando alle 3 del mattino dovremo riportare le lancette dell’orologio indietro di un’ora. Dormiremo dunque sessanta minuti in più, ma le ore di luce pomeridiane diminuiranno sensibilmente.

                Meno sole e più sonnolenza: gli effetti del cambio d’orario

                Il ritorno all’ora solare comporta diversi adattamenti, sia pratici sia fisici. Il sole tramonterà prima, riducendo il tempo a disposizione per le attività all’aperto e anticipando l’illuminazione artificiale nelle case e nelle città. È un passaggio che, per molti, coincide con un calo dell’energia e un aumento della stanchezza.

                Secondo gli esperti, il nostro orologio biologico impiega alcuni giorni per abituarsi ai nuovi ritmi. I disturbi più comuni legati al cambio d’ora sono insonnia temporanea, difficoltà di concentrazione, sonnolenza e sbalzi d’umore. In soggetti particolarmente sensibili, come anziani e bambini, questo mini jet lag può risultare più marcato.

                Il corpo, infatti, si regola sui cicli di luce e buio: quando il tramonto arriva prima, la produzione di melatonina — l’ormone che regola il sonno — tende ad aumentare, generando una sensazione di fatica e rallentamento. Anche per questo, nelle prime settimane, molti segnalano maggiore irritabilità o calo dell’umore.

                Una tradizione che resiste

                Il sistema dell’ora legale e ora solare è ancora in vigore in tutta l’Unione Europea, nonostante da anni si discuta di un’eventuale abolizione. Bruxelles aveva avviato un processo per permettere agli Stati membri di scegliere un’ora fissa, ma la riforma è rimasta sospesa, complice la mancanza di un accordo tra i Paesi.

                Per ora, dunque, continueremo ad alternare i due orari: l’obiettivo dell’ora legale resta quello di risparmiare energia sfruttando meglio la luce naturale durante i mesi primaverili ed estivi, mentre in autunno si torna all’ora solare per riallinearsi al ritmo astronomico naturale.

                Quando tornerà l’ora legale

                Dopo cinque mesi di giornate più corte, dovremo attendere la primavera per rimettere avanti le lancette. L’ora legale tornerà nella notte tra sabato 28 e domenica 29 marzo 2026, quando alle 2 dovremo spostare gli orologi un’ora avanti.

                Nel frattempo, ci aspetta un inverno scandito da tramonti anticipati ma anche da mattine più luminose: un piccolo conforto per chi ama iniziare la giornata con la luce del sole.

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