Beauty
Escherichia coli sempre in agguato nella frisella inquinata
L’uso improprio di acqua di mare per scopi alimentari può portare a gravi conseguenze. Essere consapevoli dei rischi e prendere le giuste precauzioni è fondamentale per evitare situazioni pericolose.

Una gita in barca sul litorale romano tra Anagni e Lavinio si è conclusa con il ricovero ospedaliero di un giovane di 27 anni. La causa? Una frisella pugliese bagnata in acqua di mare, contaminata dal batterio Escherichia coli.
Cosa è successo al bagnante
Il ragazzo, insieme a un gruppo di amici, ha trascorso una giornata in mare. Senza il sale a disposizione, hanno deciso di bagnare le friselle direttamente in acqua di mare per condirle. Nelle ore successive tutto sembrava normale, ma il giorno seguente il giovane ha iniziato a manifestare sintomi gravi: febbre, crampi addominali e nausea, che hanno richiesto il ricovero in ospedale. Gli esami hanno rivelato la presenza di Escherichia coli, molto probabilmente ingerito con le friselle bagnate.
Un batterio sempre presente
L’Escherichia coli è un batterio presente nell’intestino umano, ma alcuni ceppi ambientali possono essere pericolosi, causando infezioni intestinali e altri problemi di salute. La contaminazione avviene spesso attraverso alimenti crudi, latte non pastorizzato, carne non cotta e acqua contaminata.
Come evitare la contaminazione
Per evitare casi simili, è fondamentale non utilizzare acqua di mare per il consumo alimentare e assicurarsi che tutti i cibi siano preparati in condizioni igieniche adeguate. Questo incidente serve da monito sull’importanza della sicurezza alimentare, specialmente in contesti non convenzionali come una gita in barca. La sicurezza alimentare anche in situazioni apparentemente innocue come una gita in barca non va mai trascurata.
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Salute
L’anguria è buona ma attenzione a non abusarne
L’anguria è un frutto delizioso e salutare se consumato con moderazione. I suoi numerosi benefici, tra cui miglioramento della digestione, protezione delle articolazioni e riduzione del rischio di malattie cardiache e cancro, lo rendono un’ottima scelta per una dieta equilibrata. Tuttavia, è essenziale essere consapevoli dei potenziali effetti collaterali di un consumo eccessivo e regolarsi di conseguenza.

Sei in vacanza e non mangi l’anguria? Non scherziamo dai. Non è estate se non c’è l’anguria. Che tu sia al mare o in montagna l’anguria è il simbolo dell’estate. Anche sulle Dolomiti. E’ una parte essenziale di una dieta sana, poiché è ricca di vitamine, minerali e antiossidanti. È un’ottima fonte di vitamine A e C e di licopene, noto per le sue proprietà antitumorali e i benefici per la salute cardiovascolare. Tuttavia, un consumo eccessivo può comportare alcuni effetti collaterali indesiderati. Ecco cosa può accadere e qual è il limite giornaliero consigliato per evitare rischi.
Tutti i benefici per la salute
L’anguria offre numerosi benefici per la salute.
Protezione delle articolazioni. Aiuta a ridurre le infiammazioni.
Miglioramento della digestione. Grazie al suo alto contenuto di acqua e fibre.
Ricchezza di licopene. Un potente antiossidante che può ridurre il rischio di cancro e malattie cardiache.
Fonte di beta-carotene. Protegge il corpo dai radicali liberi.
E se ne mangio troppa? Qualche rischio c’è
Nonostante i benefici, consumare troppa anguria può causare diversi problemi sia ai grandi che ai bambini.
Problemi digestivi
L’anguria contiene Fodmap un gruppo di carboidrati fermentabili a catena corta che possono causare diarrea, gonfiore e flatulenza.
Aumento dei livelli di zucchero nel sangue
Con un alto indice glicemico, l’anguria può essere problematica per le persone con diabete.
Eccesso di potassio
Troppo potassio può portare a problemi cardiovascolari come battito cardiaco irregolare e frequenza cardiaca ridotta.
Iperidratazione
Sebbene non supportato da ricerche concrete, c’è un timore che il consumo eccessivo di anguria possa portare a un eccesso di liquidi nel corpo, diluendo gli elettroliti nel sangue.
Limiti di consumo consigliati
Per sfruttare i suoi benefici senza incorrere in rischi, è consigliato limitare il consumo a due tazze al giorno, equivalenti a circa 300 grammi. Questo permette di godere dei suoi nutrienti senza esagerare.
Bellezza
Vacanze: come idratare il viso durante i viaggi in aereo
Durante i voli aerei, l’idratazione della pelle diventa una necessità cruciale a causa delle condizioni ambientali uniche all’interno della cabina. L’aria pressurizzata e a bassa umidità presente negli aerei può causare una rapida perdita di umidità dalla pelle, portando a secchezza, irritazione e una sensazione di tensione. Questa mancanza di umidità può essere particolarmente problematica per chi ha già la pelle secca o sensibile.

L’ambiente pressurizzato di un aereo, combinato con l’aria ricircolata, contribuisce a ridurre i livelli di umidità fino al 20%, molto inferiore rispetto a un ambiente normale. Questa drastica diminuzione dell’umidità può indebolire la barriera cutanea, rendendo la pelle più suscettibile ai danni e alla disidratazione.
Per contrastare questi effetti, è essenziale adottare misure specifiche per mantenere la pelle del viso ben idratata durante il volo. L’applicazione di una crema idratante ricca in ingredienti come l’acido ialuronico, la glicerina e le ceramidi può aiutare a trattenere l’umidità e rafforzare la barriera cutanea. Inoltre, l’uso di uno spray idratante può fornire un sollievo immediato e mantenere la pelle fresca durante il volo.
Bere molta acqua è un altro passaggio fondamentale per mantenere l’idratazione interna, che si riflette anche sulla salute della pelle. Evitare bevande alcoliche e caffeinate, che possono contribuire ulteriormente alla disidratazione, è altrettanto importante.
In sintesi, mantenere la pelle ben idratata durante i voli aerei è essenziale per prevenire la secchezza e l’irritazione. Adottare una routine di cura della pelle mirata, insieme a una corretta idratazione interna, può aiutare a mantenere la pelle sana e radiosa, anche nelle condizioni ambientali sfidanti di un aereo.
Foto cover credit: Beauty Vogue
Salute
La congestione e il bagno dopo i pasti tra miti e realtà
Nonostante le preoccupazioni diffuse, non esistono prove scientifiche concrete che il bagno subito dopo aver mangiato porti sicuramente a congestione e annegamento.

Prima di tuffarsi, è bene aspettare che la digestione sia terminata: da una a tre ore a seconda della digeribilità di ciò che abbiamo mangiato e, soprattutto, in base a quanto è fredda l’acqua. Anche se non ci sono rilevazioni scientifiche definitive che colleghino il bagno a stomaco pieno all’annegamento, molti esperti suggeriscono prudenza e uso del buon senso, poiché il rischio di congestione esiste e le conseguenze potrebbero essere serie.
Che cos’è la congestione
La congestione è un blocco dei processi digestivi che si verifica quando il corpo viene esposto a un improvviso abbassamento della temperatura. Dopo aver mangiato, l’apparato gastrointestinale opera per assorbire le sostanze nutritive provenienti dai cibi ingeriti, richiamando sangue da altre parti del corpo, il che significa che in altre regioni potrebbe arrivarne meno. Un brusco salto di temperatura, come si verifica tuffandosi in acqua fredda o bevendo una bevanda ghiacciata, può interferire con questo processo e alterare la circolazione del sangue.
Ma come avviene la congestione?
Quando si verifica un abbassamento improvviso della temperatura, il corpo cerca di mantenere la temperatura corporea costante richiamando sangue al cervello. Questo può interrompere il processo digestivo e provocare disturbi circolatori, crampi addominali, nausea, vomito e, nei casi più gravi, perdita di coscienza, con il rischio di annegamento conseguente.
La mancanza di evidenze scientifiche non neutralizzano gli azzardi
Nonostante le preoccupazioni diffuse, non esistono prove scientifiche concrete che il bagno subito dopo aver mangiato porti sicuramente a congestione e annegamento. L’ International Life Saving Federation ha dichiarato infondata la raccomandazione di evitare il bagno dopo i pasti. Tuttavia, è sempre bene essere prudenti.
Il consiglio dei consigli è il buon senso
L’indicazione di base è l’attesa della fine della digestione, da una a tre ore. Tuttavia, usare il buon senso è essenziale. Se soffriamo tanto il caldo e abbiamo spesso voglia di bagnarci quando siamo al mare o in piscina, meglio evitare piatti troppo ricchi e conditi, preferendo invece piccole porzioni di piatti leggeri che danno energia senza impegnare troppo l’apparato digerente. In questo modo, si può ridurre il rischio di congestione e godersi il bagno in sicurezza.
Alcune regole basilari da seguire
Controllare la temperatura dell’acqua.
Prima di tuffarsi, verificare quanto è fredda l’acqua. Un graduale acclimatamento aiuta a evitare sbalzi termici bruschi.
Alimentazione leggera.
Preferire cibi facilmente digeribili e in porzioni moderate, soprattutto se si prevede di fare il bagno a breve.
Attesa consigliata.
Se possibile, attendere almeno un’ora dopo un pasto leggero e fino a tre ore dopo un pasto abbondante prima di fare il bagno.
Ascoltare sempre il proprio corpo
Prestare attenzione ai segnali del corpo. Se si avvertono segni di disagio, come crampi addominali o nausea, evitare di entrare in acqua.
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