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A Varese notti magiche al Summer Festival

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    Prosegue con grande successo il Varese Summer Festival, evento nato dalla collaborazione tra la AD Management e il Comune di Varese. Fino al  28 luglio, nella splendida cornice dei Giardini di Palazzo Estense, con inizio alle 21.00, sul palco sono protagonisti alcuni tra i più importanti ed attesi spettacoli di tour nazionali ed internazionali.

    Saviano e l’intima vita del crimine

    Il 24 luglio ci sarà lo scrittore e giornalista Roberto Saviano che torna in teatro un recital che accompagnerà lo spettatore attraverso un viaggio inedito nella vita intima del potere criminale. Il 26 luglio toccherà a Crooning Undercover, il progetto di Mario Biondi che sta portando il suo live nelle più prestigiose location italiane e non solo. Uno show unico nel suo genere, con la band di 7 musicisti. Il repertorio spazierà dai brani del nuovo album ai più grandi successi della sua carriera, arrangiati ad hoc per questo progetto live unico.

    Spazio alla risata

    Il 27 luglio, sarà all’insegna delle risate con lo spettacolo Anche meno di Max Angioni, il nuovo
    spettacolo teatrale di questo giovane comico, brillante e spettinato, che anche questa volta non risparmierà la proverbiale autoironia. Angioni si considera davvero un miracolato, e
    stenta a credere a questo inatteso successo. E’ proprio questo che ritroviamo in Anche Meno, un poco più che trentenne, figlio unico, che ha costruito un mondo immaginifico attraverso cui filtra i piccoli avvenimenti quotidiani e le grandi domande esistenziali, e reinterpreta in modo surreale tutto quello che gli passa per la testa: dai ricordi delle prime volte, all’incredulità per le grandi conquiste, alle domande più curiose e originali sulla storia e il senso della vita… ma anche meno!

    La serata finale

    La serata finale sarà il 28 luglio con Paolo Crepet. Psichiatra, sociologo, educatore, saggista e
    opinionista italiano, sara’ protagonista sul palco con la sua nuova conferenza spettacolo Mordere il Cielo, arriverà a Varese dopo il successo nella passata stagione teatrale invernale in cui ha  registrato sold out.

    “Inutile negarlo, girarci attorno. Viviamo tra nuove guerre, migrazioni di massa, povertà che si ammassano nelle grandi città, vecchie e nuove droghe dilagano, ansie e angosce trovano insuete espressività. Come se un’antica cicatrice interiore fosse tornata a condizionare il tempo presente.  Eppure molti continuano a cercare, forse proprio perché l’eclissi della ragione coglie un’umanità sempre più smarrita. Proprio adesso che una parte del pianeta pensava di aver conosciuto benessere e allungamento della vita, mi chiedo dove siano andate a finire le nostre emozioni. Perché in tanti tendono a relegarsi in una solitudine che accomuna giovani e adulti, vecchi e bambini. Siamo all’età dell’insensibilità? Il rischio c’è ed è sempre più forte. Occorre parlare di questa potenziale eclissi di una parte della nostra sfera emotiva, le complicità e le omissioni che tendono a tradire l’identità più profonda di ogni essere umano. Per tornare a “mordere il cielo” occorre ritrovare il coraggio di nuove eresie, rinnovare ribellioni per inseguire le nostre unicità, diffidando di quella grigia normalità dietro la quale si nasconde il sinistro rumore della neutralizzazione dell’anima” così scrive Paolo Crepet

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      Un angolo di Old Britannia presso la Riviera di Levante

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        Oltre 2 milioni di euro per la ristrutturazione di Villa Rezzola, a Lerici, uno dei giardini inglesi più belli della Riviera del Levante, sul Golfo dei Poeti. Il luogo storico, antica residenza con un grande parco, ha riaperto le porte al pubblico. Ad inizio ‘900 fu acquistata da una coppia di ricchi inglesi, che la adattarono al loro stile, dando al giardino un inconfondile english lifestyle.
        La borghesia Inglese, infatti, sin dall’Ottocento, era solita soggiornare sulla Riviera ligure, seguendo la moda di viaggiatori come Byron e Shelley. Amavano, qui, il clima mite e il paesaggio.

        Un luogo ricco di storia

        Nel 1935 fu acquistato alla contessa Mara Braida Carnevale, durante la Seconda Guerra Mondiale fu requisita dall’esercito e utilizzata come sede del comando militare, prima italiano, da Aimone d’Aosta Savoia, e poi tedesco, da Rudolf Jacobs, capitano della Marina passato dalla parte dei partigiani e morto da eroe della Resistenza sulle alture di Sarzana.

        Il giardino delle delizie

        Un lungo pergolato di glicine, che divide zone coltivate e boschetti da un enorme prato, dove sorge un viale per passeggiare, tra siepi, vasi di fiori, fontane e vasche. Non mancano molte essenze rare, come gli alberi di magnolia e canfora, cipressi, ulivi e lecci anche sui terrazzamenti che scendono quasi al mare. Gli interni sono perfettamente conservati negli arredi, nelle decorazioni e negli oggetti di famiglia, che raccontano la storia di chi ha abitato questo luogo affascinante.

        Oggi sotto la tutela FAI

        Nel 2020 la figlia della contessa Carnevale ha lasciato al FAI la villa perché potesse valorizzarla e aprirla al pubblico, come uno dei simboli delle bellezze del nostro territorio e della nostra fantastica Italia, tutta da scoprire.

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          Estate, tempo di vacanze: ovviamente luxury style, sulle tracce della storia

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            Baglio Oneto dei Principi di San Lorenzo Luxury Wine Resort è una magnifica residenza
            nobiliare settecentesca. Una struttura che conserva parte della struttura originaria come la suggestiva torre e la cantina tutt’ora in uso. Al centro di un territorio che intreccia storia e leggende, dal viaggio di Ulisse allo sbarco dei Mille di Garibaldi.

            Immersione totale nella bellezza antica

            Soggiornare in questo raffinato cinque stelle, che incarna esso stesso secoli di storia e cultura locale, consente di partire con il piede giusto alla scoperta delle straordinarie bellezze del territorio. Letterati e storici dibattono da secoli sulle effettive tappe – reali o simboliche – del decennale viaggio di Ulisse da Troia a Itaca senza giungere a conclusioni condivise.

            Una teoria suggestiva

            Nella zona di Marsala si contendono spazio sulla mappa dell’Odissea la Grotta della Sibilla, su cui sorge la chiesa di San Giovanni al Boeo, sita proprio sul lungomare, e non meglio precisati luoghi identificati quali dimore dei Ciclopi. Ma c’è un libro che riscrive completamente la storia. L’autore è il marsalese Vincenzo Barrabini che, nel suo L’Odissea a Trapani, sostiene che Trapani e la sua costa siano i luoghi dell’Odissea. Seguendo le ipotesi dello scrittore inglese Samuel Butler, frutto di ricerche condotte per anni sul finire dell’800, lo scrittore siciliano afferma che l’Odissea non sarebbe opera di Omero. Bensì di una giovane donna trapanese vissuta intorno all’anno 1.000 a. C., identificata come Nausicaa, figlia di Alcinoo re di Scheria.

            Revisionando l’Odissea

            Il poema acquisisce – secondo questa ipotesi – tutta un’altra prospettiva. Si tratterebbe di una allegoria storico-politica sui rapporti tra Focesi, Fenici e Sicani. E il viaggio di Ulisse altro non sarebbe che il periplo della Sicilia. Ecco allora che nei dintorni del Baglio Oneto, perfetto per chi cerca una sintesi tra l’eleganza del lusso e il piacere della natura in una cornice di autenticità, si troverebbero Marettimo quale vera Itaca, e Trapani quale Scheria, nonché il monte Erice come sede dei Ciclopi. E ci sono riferimenti specifici anche per Favignana, Levanzo e Isola Grande, che si ammirano nei giorni tersi dalle terrazze del Baglio Oneto. La storia è passata più volte da queste parti. Vi si sono succedute dominazioni fenicie, greche, romane e ottomane, fino al celebre sbarco dei Mille di Garibaldi.  Chi soggiorna qui si immerge nella storia, dalla più recente alla più antica, quella che si perde nel mito.

            Molti celebri viaggiatori consigliano di leggere un romanzo ambientato nel luogo dove ci si deve recare, in preparazione della vacanza. Le suggestioni letterarie si sovrappongono in questo caso specifico alla bellezza e all’energia del vento, della terra e del mare, accompagnando in un viaggio ai confini del tempo.

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              MaMo, Da Forbes a New York, passando per la Corona Reale britannica

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                MaMo, alias Massimiliano Donnari, con la sua arte ha varcato i confini nazionali ed è una delle eccellenze italiane che il mondo ci invidia. A Londra è stato ospite della House of Lord, ma anche agli Spring Studios, al 50esimo del One Canada Square, come all’Istituto Italiano di Cultura, solo per citare alcune sue presenze.

                Imprenditore ed artista sperimentatore

                Nasce imprenditore, in una famiglia che si è sempre dedicata all’importazione di impianti per la lavorazione del legno, ma con una grande passione per l’arte, diventando una vera star nel panorama internazionale e facendo coabitare in lui lo spirito dell’imprenditore mixato all’artista,
                contraddistinto dalla sperimentazione anche materica. I collezionisti di MaMo sono Vanzina, Mogol, Vanoni, Carolina Cucinelli, come tanti personaggi della cultura che sono anche diventati i suoi amici, amanti del bello come lui.

                E’ suo il primo NFT, virale nel Metaverso

                Il suo libro Waiting for London, per esempio, racchiude diverse testimonianze di personaggi del mondo fashion, dell’arte, del design e del cinema. Diversi anni, con il professor Paolo Taticchi, cattedratico della Imperial College e Ucl of London, ideò la sua Fashion Queen, opera che invita a riflettere, ma è anche di rottura, alla quale il Docente Italiano si interessò, creando il primo NFT al mondo, completamente sostenibile su blockchain, diventato virale nel Metaverso. Da quel momento, è seguita la personale durata un anno nei luoghi più importanti della città, sino alle sue opere, come Queen Elizabeth, figlia di continue sperimentazioni spaziali e materiche e figura immortale, Marylin, i barattoli di Campbell’s,, esposte insieme ai grandi classici nei saloni dell’Istituto Italiano di Cultura.

                Ispirandosi al re della Pop Art

                Per lui è un casuale sillogismo con la factory di Warhol, che lo ispirò per la creazione del suo hangar, in epoca pandemica, quando le persone erano costrette a casa, intente ad avere sempre il fatidico gel lavamani, facendo scaturire, in Mamo, l’idea della creazione del Dom Perignart, immaginifico champagne che regala la gioia di vivere. Ma MaMo non si ferma qui ovviamente e il suo sguardo vola sempre più su orizzonti intercontinentali!

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