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Moda

La storia del bikini: il dettaglio estivo che rende l’eleganza un gioco di seduzione

Tra bombe atomiche e rivoluzioni femminili, la storia del costume che ha fatto scoppiare la moda. Il nome bikini per il costume da bagno femminile a due pezzi ha origini piuttosto particolari e recenti. Risale al 1946, anno in cui lo stilista francese Louis Réard presentò al mondo la sua creazione.

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    All’epoca, il costume era davvero rivoluzionario per la sua audacia: mostrava l’ombelico e lasciava scoperta molta più pelle di quanto fosse consuetudine all’epoca. Réard scelse il nome bikini proprio per enfatizzare l’impatto che il suo nuovo costume avrebbe avuto sul mondo.

    Lo stesso effetto esplosivo dei test nucleari che gli Stati Uniti stavano conducendo proprio in quegli anni nell’atollo di Bikini nelle Isole Marshall. Il nome, quindi, non ha nulla a che fare con le origini del costume a due pezzi, che risalgono a tempi molto più antichi (basti pensare ai mosaici romani che raffigurano donne in abiti simili).

    Nelle foto Ursula Andress e Brigitte Bardot

    Tuttavia, l’associazione con l’atollo e i test nucleari contribuì senz’altro a far conoscere il bikini al grande pubblico e a renderlo un simbolo di emancipazione femminile e rottura con i costumi più rigidi dell’epoca.

    Più che mai attuale Il bikini è considerato sexy ancora oggi per diversi motivi. Innanzitutto, mette in risalto la figura femminile, esponendo parti del corpo che in altre circostanze rimangono coperte. Questo gioco di vedo-non-vedo stimola l’immaginazione e l’attrazione visiva.
    Inoltre, il bikini rappresenta un simbolo di fiducia in se stessi; indossarlo significa abbracciare il proprio corpo e mostrare sicurezza, qualità intrinsecamente attraenti.
    Infine, il design minimalista del bikini offre infinite possibilità di personalizzazione e stile, permettendo a chi lo indossa di esprimere la propria personalità in modo unico e seducente.

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      Moda

      Dai cappotti scultorei ai toni cioccolato: ecco la moda di novembre

      Tra monocromie marroni, print zebrati e cappotti dalla linea super statement, la moda donna di questa stagione reinventa l’eleganza quotidiana con un pizzico di provocazione.

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      moda di novembre

        L’autunno-inverno 2025/26 conferma ciò che le passerelle avevano già anticipato: la moda femminile torna a puntare sulla forza visiva e sul carattere deciso. Abiti, cappotti e accessori raccontano un mondo che mescola l’eleganza tradizionale con richiami all’attitudine urbana. Secondo Vogue, tra i trend chiave figurano il gigliore del rosso “pop”, i colli protagonisti, e la resurrezione totale del marrone come nuovo nero.

        Marrone e terre scure: il nuovo nero

        Il «brown is the new black» è una delle affermazioni più ricorrenti nei report di stagione. Velours, pelle, lana e print animalier declinati in marrone-cacao, ruggine o cioccolato dominano le collezioni. Questo cambio cromatico segnala una voglia di profondità, un’eleganza meno “luminosa” ma più raffinata e intensa.

        Print audaci e accenti wild

        Dalle righe zebra alle fantasie su seta o pelle, il look “animalier” si rinnova: più grafico, più deciso, meno mimetico. Anche certi shape-coat diventano protagonisti: cappotti oversize, maxi colletti, maniche accentuate. Un chiaro messaggio: il cappotto non è solo funzione, ma estetica.

        Monocromia e accenti cromatici

        Le palette monocromatiche – in particolare tonalità neutre come sabbia, grigio talpa, crema – ottengono grande spazio. Accanto, un’esplosione di rosso, viola intenso o blu elettrico dà energia al total look, rompendo la tranquillità delle tinte neutre e scandendo il mese di novembre con audacia.

        Accessori e layering: protagonisti emergenti

        Il layering torna con forza: sciarpe oversize, colli alti, cinture che stringono la vita su cappotti ampi. Anche gli accessori diventano statement: cinture “da Giacca”, stivaletti alla caviglia e borse strutturate. La modalità “giacca + cintura + stivale basso” è tra le più citate per un look urbano e sofisticato.

        Boho-underground e gusto retrò

        Infine, una tendenza più di nicchia: il rifiorire del boho con l’anima underground. Pizzi, frange, suede e uno spirito anni ’70 reinterpretati in chiave contemporanea emergono nei look più particolari. Per chi vuole distinguersi, è il momento di osare con texture miste e mix stilistici: pelle contro seta, romantico contro punk.

        Come interpretare queste tendenze a novembre

        • Per il lavoro: scegli un completo marrone scuro (giacca + pantalone) con camicia in tono neutro e stivaletti bassi. Armonico e professionale.
        • Per il tempo libero: punta su una giacca oversize + cintura larga + stivale; stampa zebra o accento rosso per spezzare.
        • Per la sera: abito monocromatico color crema o sabbia, con scarpe rosse o accessorio viola intenso a dare la nota stilistica.
        • Per chi vuole osare: combina suede e frange, pizzo e stivale biker: il boho-underground non è classico, ma funziona se dosato bene.

        In sintesi, le tendenze moda donna di novembre 2025 riflettono un desiderio di confidenza e identità. Meno inseguimento delle micro-mode, più definizione di uno stile personale che parla forte. Marrone, animali, monocromi e layering non sono solo vestiti: sono dichiarazioni. E per chi le interpreta con scelta e coerenza, la stagione non sarà solo da vivere… ma da ricordare.

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          Moda

          Autunno di velluto: dal cacao al melanzana, passando per i verdi bosco e le sfumature miele, la stagione veste colori caldi e profondi

          Dimenticate il grigio triste delle mezze stagioni. L’autunno 2025 è un inno ai colori pieni, alla luce dorata e alle sfumature gourmand che ricordano la terra, il legno, il vino e il cielo al tramonto. Dominano marroni speziati, viola intensi, verdi profondi e tocchi d’oro bruciato. Le palette si fanno tattili, quasi commestibili, e rivendicano la dolcezza di una stagione da indossare come una coperta amata.

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            L’autunno quest’anno non ha fretta: scende come una carezza, avvolge, coccola. E la moda risponde allo stesso modo, inseguendo colori che scaldano prima ancora di essere indossati. È la stagione delle palette emozionali, quelle che parlano di boschi umidi, tè fumanti, vino rosso e mattine lente con la brina sui vetri.

            Il marrone torna protagonista, ma non è mai piatto. Ha mille nomi e mille anime: cacao, castagna, ruggine, caffè tostato, nocciola. Lo si vede su capispalla strutturati, stivali scultorei, borse morbide come guanti di pelle antica. È un colore che rassicura e seduce, perché richiama la natura e insieme la città vissuta, elegante senza esibizione.

            Accanto a lui, la famiglia dei viola conquista la scena. Niente timidezze: melanzana, ciclamino scuro, ametista. Toni profondi che ricordano velluti teatrali, perfetti per bluse impalpabili, dolcevita sottili e cappotti maxi. È il colore delle sere che arrivano presto, dei pensieri che restano morbidi anche quando il cielo si fa blu notte.

            Non manca il verde, declinato in versioni botaniche: muschio, salvia, abete. È il colore dei giardini segreti, delle sciarpe intrecciate, dei blazer in lana pettinata che chiedono solo un rossetto deciso e un passo lento per sembrare già un film francese. Un accento perfetto per chi ama vestire con discrezione, ma vuole lasciare un’impronta.

            A illuminare la palette, il miele. Caldo, fluido, morbido come caramello versato sul cashmere. Lo trovi in cappotti cammello alleggeriti, gonne in lana, maglioni a coste che sembrano rubati al guardaroba di chi sa scegliere solo pezzi che durano. Con un tocco oro bruciato — una fibbia, un bottone, un orecchino — diventa pura poesia.

            Le texture seguono la stessa grammatica sensoriale: velluto, lana bouclé, pelle burrosa, seta opaca. Materiali da toccare, non solo da guardare. Ed è lì che l’autunno rivela il suo segreto più dolce: vestirsi non è solo apparire, ma abitare i propri colori, sentirli sulla pelle, lasciarsi proteggere.

            Perché in fondo l’autunno è questo: un invito lento a stare bene, a scegliere con calma, a brillare di un calore discreto. Senza rumore, senza ostentazione. Solo stile, sfumato come una foglia che cambia.

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              Moda

              Moda, il ritorno del paltò: classico, oversize o vintage, il cappotto dell’inverno si porta con personalità

              Simbolo di stile e sobrietà, il cappotto lungo riconquista passerelle e armadi. Tra lana spessa, tweed o cashmere, è il capo chiave dell’autunno-inverno 2025.

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              il ritorno del paltò

                Il ritorno del cappotto lungo

                È ufficiale: il paltò è tornato. Dopo stagioni dominate da piumini tecnici e bomber oversize, il cappotto lungo torna a dettare legge, riscoprendo l’eleganza classica. Le passerelle di Parigi e Milano l’hanno consacrato protagonista assoluto dell’inverno: tagli dritti, spalle importanti e silhouette pulite. Ma non è un ritorno nostalgico — il nuovo paltò gioca con proporzioni, tessuti e dettagli contemporanei. Il fascino è quello di un capo che non urla, ma comunica con autorevolezza.

                Dalla sartoria al guardaroba urbano

                Una volta simbolo di rigore, oggi il paltò si reinventa. Si porta aperto, con sneakers o stivali, su jeans o completi fluidi. La moda lo mescola al quotidiano, lo alleggerisce, lo rende democratico. I colori? Dominano i neutri — cammello, grigio, blu notte, ma anche nero e verde bosco. Per chi osa, tornano i quadri e i motivi check di ispirazione british, in perfetto equilibrio tra nostalgia e modernità.
                Gli stilisti lo reinterpretano in lana cotta, tweed o cashmere double, e le versioni oversize diventano quasi una coperta urbana: rassicurante, elegante, mai banale.

                Paltò per lei, paltò per lui

                Nel guardaroba femminile il paltò abbraccia forme morbide, cintura in vita e collo ampio, spesso portato sopra minidress o maglioni chunky. Per l’uomo resta il grande classico — doppiopetto o monopetto, spalle strutturate e linea asciutta — ma il nuovo modo di indossarlo è più rilassato: con cappuccio sotto, dolcevita o camicia sbottonata.
                È il ritorno di una certa idea di eleganza: quella che non ha bisogno di stupire, ma solo di durare.
                In un’epoca di abbigliamento usa e getta, il paltò resta un manifesto di stile. Si compra una volta, si indossa per anni. Ed è proprio questo — la sua discreta, resistente bellezza — il vero lusso del presente.

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