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Personaggi e interviste

Nicolas Vaporidis sposo in gran segreto

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    Tutti lo identificano per il film Notte prima degli esami e, anni più tardi, per la sua vittoria a L’Isola dei Famosi in Honduras. Da tempo, reality a parte, Nicolas Vaporidis ha deciso di abbandonare la carriera cinematografica e televisiva, privilengiando una nuova attività nell’ambito della ristorazione. Il Nonostante la sua assenza dalle scene, l’interesse del pubblico per la sua vita privata non è mai diminuito. Anzi… forse proprio questa assenza ha alimentato le domande del pubblico, desideroso di conoscere qualcosa di nuovo sulla sua vita.

    Estrema riservatezza

    Una scelta precisa, quella di vivere lontano dai riflettori, da poco insieme alla moglie Ali Rinaldo. La coppia vive a Londra, dove lei si occupa d’arte presso una galleria. Nonostante i tentativi di mantenere la riservatezza sul loro privato, si sa che la donna rappresenta una figura molto lontana dal mondo dello spettacolo. Le sue apparizioni sui social sono rare e spesso la vediamo di spalle, avvolta in una lunga chioma bionda.

    Alcuni scatti della festa

    Il matrimonio a sorpresa

    Ebbene, ecco il colpo di scena! Nicolas e Ali hanno scelto di sposarsi in gran segreto sulle colline del Chianti. Le nozze sono state celebrate in completa riservatezza, senza alcun annuncio preventivo. Un’amica intima della coppia ha condiviso alcune foto della cerimonia su Instagram, augurando ai due sposini una vita piena d’amore. Tra gli invitati c’erano Edoardo Tavassi, Micol Incorvaia e tanti altri personaggi dello spettacolo. La location quella di un agriturismo toscano, coronando così il loro sogno di sposarsi. L’attore, da sempre riservato, aveva parlato delle nozze imminenti in un’intervista qualche settimana fa. Ma nessun dettaglio, nessuna data…

    Tutto all’insegna dell’intimità

    Una fotografia pubblicata sui social immortala i ventagli con la scritta «Nicolas & Ali» realizzati come cadeau per tutti gli ospiti. In un video Vaporidis intona il brano di Antonello Venditti Notte prima degli esami, accanto ad alcuni amici. Fiori colorati, tovaglie bianche e sedie in legno. La cerimonia si è svolta all’aperto con gli amici più intimi e i famigliari, all’insegna della grande intimità. Ali indossava un classico abito con strascico che le lasciava la schiena scoperta e un lungo velo.

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      Charlize Theron e la gaffe presidenziale: “Posso portarti in uno strip club, Presidente?”

      Capita a tutti di dire la cosa sbagliata al momento sbagliato, ma non a tutti succede davanti al presidente degli Stati Uniti. Charlize Theron l’ha raccontato ridendo (e arrossendo) nello show di Jimmy Kimmel: durante una precedente ospitata con Barack Obama, nel tentativo di spezzare l’imbarazzo, se ne uscì con una proposta assurda per ampliare il pubblico giovane: “Posso portarti in uno strip club”. Una battuta che le è costata notti insonni e un posto di diritto nella categoria “imbarazzi stellari”.

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        Dicono che il silenzio a volte sia d’oro. Non sempre, però: talvolta è un fossato pronto a inghiottire. E Charlize Theron lo sa bene. Durante una puntata dello show di Jimmy Kimmel, l’attrice ha ricordato uno dei momenti più imbarazzanti della sua vita… e non era davanti a un collega o a un giornalista curioso, ma al presidente degli Stati Uniti in persona: Barack Obama.

        Tutto nasce da una precedente apparizione nello stesso talk show. Quel giorno, sul divano di Kimmel, Charlize sedeva accanto a Obama. Conversazione brillante, sorrisi istituzionali, l’aria che frizzava di quella tensione elegante che solo un presidente può portare con sé. Poi, una frazione di secondo fatale: il vuoto. Lei lo racconta così: “C’è stata questa pausa, non sapevo cosa dire. Mi sono sentita obbligata a riempire il silenzio”.

        Ed ecco la frase che nessun media trainer avrebbe mai previsto: «Se stai cercando un pubblico più giovane posso portarti in uno strip club». Una battuta che, nella testa di Charlize, in quel nanosecondo sembrava probabilmente ironica, brillante, spiazzante. Nella realtà? Un salto mortale senza rete.

        Lui, Obama, rimase cortese come sempre, con quel mezzo sorriso diplomatico che vale più di mille manuali di bon ton politico. Lei, invece, ricorda di non aver dormito per settimane. “Ogni volta che chiudevo gli occhi rivivevo il momento e pensavo: davvero ho detto così?”.

        La scena, ormai leggenda nello scrigno delle gaffe hollywoodiane, è diventata quasi terapeutica per chiunque abbia mai avuto la bocca troppo veloce rispetto al cervello. Perché sì, succede anche agli dei del grande schermo: la parola sbagliata, il contesto peggiore, il rimorso che ti perseguita di notte come una notifica indesiderata.

        Oggi Charlize Theron ci ride sopra. Anzi, lo racconta come un trofeo di umanità. È confortante, in fondo, scoprire che dietro l’eleganza glaciale di Mad Max: Fury Road o l’intensità drammatica di Monster, c’è una donna che ha avuto il suo momento “ehi, vuoi venire in uno strip club con me, Mister President?”.

        Morale — senza morale: se mai vi scapperà una frase infelice davanti a qualcuno che conta, pensate a Charlize. E sorridete. Magari non sarà un presidente, ma l’imbarazzo… quello sì, è democratico.

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          Heidi Klum, Halloween regina assoluta: si trasforma in una Medusa da “Scontro tra Titani” con squame, serpenti e lingua biforcuta

          Per il 25° anniversario del suo leggendario party di Halloween, Heidi Klum punta tutto sul mito e sceglie Medusa: corpo verde, squame scintillanti, serpenti animati sulla testa e una coda che serpeggia sul red carpet. Tra gli ospiti, star mascherate da icone pop, cartoni, vampiri e alieni. Un’altra notte di eccesso controllato che conferma: quando si parla di Halloween, Heidi non ha rivali.

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            Non è Halloween se Heidi Klum non decide di superare se stessa. E anche stavolta la modella tedesca, 52 anni, non ha deluso: per i 25 anni del suo ormai storico party newyorkese, ha scelto di incarnare Medusa. Non una versione minimal o ironica: corpo interamente ricoperto da squame verdi, serpenti che si agitavano sulla testa, make-up prostetico, latex e persino una lingua biforcuta. A completare la trasformazione, una lunga coda sinuosa trascinata sul red carpet e uno sguardo da creatura mitologica uscita direttamente da Scontro tra Titani.
            La “Regina di Halloween” aveva promesso alla rivista People che quest’anno sarebbe stata “molto brutta”. Missione compiuta, e con stile.

            Una festa blindata e stellare
            La location, rigorosamente segreta come da tradizione, ha accolto una parata di celebrità in costumi spettacolari, teatrali e volutamente eccessivi. Tra le apparizioni più fotografate, Valentina Sampaio versione Leeloo de Il quinto elemento, Coco Austin trasformata in un Chucky glamour con parrucca rossa e calze a rete, mentre il rapper Ice-T ha optato per una mise horror con coltelli finti e sangue scenico.
            Non è mancato l’omaggio ai miti pop: Ariana Madix ha replicato l’iconico look “Zombieboy” di Lady Gaga, mentre Amaya Espinal ha lasciato il pubblico a bocca aperta in versione Na’vi di Avatar, completamente dipinta di blu.

            Tra Barbie vintage e Shrek, l’Halloween più ambizioso
            Menzione speciale per Maye Musk, elegantissima Crudelia De Mon, e per Ilona Maher, Barbie d’epoca. Darren Criss ha scelto di divertirsi diventando Shrek, accompagnato dalla moglie in versione Gatto con gli Stivali. Non sono mancati volti social come James Charles e Gigi Gorgeous, insieme a Damian Hurley e Olivia Attwood.
            Heidi Klum, negli anni, ci ha abituato a trasformazioni memorabili: da verme gigante a E.T., passando per cloni di se stessa. La sua Medusa, però, entra di diritto tra le più iconiche. Visionaria, scenografica, volutamente inquietante. E, per una volta, più latex che pelle nuda. Anche questo, a modo suo, è un colpo di scena.

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              Umberto Smaila: «Colpo Grosso era da educande, oggi mi manderebbero all’inferno. Non ho limiti nel bere, nel mangiare, nel fumare»

              Tra Jerry Calà e le “ragazze Cin Cin”, Smaila racconta cinquant’anni di spettacolo, eccessi e libertà: «Mi dissero che ero l’unico in grado di rendere quel programma non volgare. Ho avuto tutto, ho perso tanto, ma rifarei tutto uguale».

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                Prima ha trasformato la musica in cabaret, poi il cabaret in televisione, e infine la televisione in uno show che fece epoca: Colpo Grosso. Umberto Smaila è stato tutto questo, un intrattenitore capace di attraversare stagioni diverse con lo stesso sorriso sfrontato e malinconico.

                Tutto comincia a Verona, dove con Franco Oppini, Nini Salerno e Jerry Calà forma i Gatti di Vicolo Miracoli. «Non c’era un laureato tra noi, davamo un esame l’anno solo per evitare il militare», ricorda ridendo. «Dormivamo poco, la notte lavoravamo al Derby di Milano. Diego Abatantuono faceva il tecnico delle luci, e noi gli facevamo da professori: studiava con noi, era senza patente ma guidava lo stesso».

                Gli anni Settanta sono un turbine: viaggi infiniti, teatri, serate improvvisate. Poi la separazione. «Io e Jerry non ci siamo parlati per cinque anni. Se n’è andato a fare cinema e noi siamo rimasti in braghe di tela. Mi sentii tradito, ma poi capii: quando passa un treno, o ci salti sopra o lo guardi andare via».

                Il successo televisivo arriva con Help! e poi, nel 1987, con Colpo Grosso. Una trasmissione che cambierà la carriera – e la reputazione – di Smaila. «Mi scelsero perché dissero che solo io avrei potuto renderlo non volgare. Pensavo sarebbe durato tre mesi, e invece furono trecento puntate all’anno per cinque anni. Rispetto a quello che si vede oggi, era un programma da educande. Lo guardavano persino le ragazzine, che ci mandavano i disegnini delle ragazze Cin Cin».

                Quelle ragazze, però, non erano dive. «Venivano quasi tutte dall’estero: inglesi, olandesi, dell’Est. Le italiane non volevano spogliarsi. Erano molto riservate, fuori dal set le vedevi con i sacchetti della spesa. Nessun lusso, nessun glamour. Io? Solo un piccolo flirt, niente storie clamorose».

                Quando Colpo Grosso finì, arrivò la doccia fredda. «Da trecento puntate a zero. Viaggiavo in Mercedes, mi sentivo immortale. Poi capii che non lo ero. Forse, senza quel programma, avrei avuto un’altra carriera, ma non rinnego nulla».

                Nel frattempo, Smaila continua con la musica, la sua vera casa. Fino al colpo di scena hollywoodiano: «Mi chiamò l’agenzia di Quentin Tarantino. Stavano girando Jackie Brown e volevano un mio brano. Pensavo fosse uno scherzo, invece era vero. Aveva visto La belva col mitra, dove c’era la mia musica. Quei sei minuti sonori mi hanno regalato l’eternità».

                Oggi, a 74 anni, Smaila non rinnega i suoi eccessi. «Non ho limiti nel bere, nel mangiare, nel fumare. Secondo i benpensanti, sono un irregolare. Quelli come me vanno all’inferno, e io ci andrò volentieri, se trovo la compagnia giusta».

                E mentre la tv di oggi «ha tolto lo spettacolo e il coraggio», lui resta fedele al suo stile. «Allora facevamo otto giorni di prove per tre minuti di varietà. Oggi bastano due ore e un microfono. Ma io continuo a cantare nei miei locali, tra gente che balla e ride. È questo che mi tiene vivo».

                La leggenda di Umberto Smaila, tra pianobar, cabaret e cult televisivi, è il ritratto di un’Italia che si prendeva meno sul serio. E che forse, proprio per questo, sapeva divertirsi di più.

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