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Gossip

Pieraccioni e quella chiamata colma di malinconia

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    Leonardo Pieraccioni, il popolare attore brillante toscano, come tutti i comici conserva una vena malinconica molto forte. Di recente ha commosso tutti i suoi follower ricordando suo padre defunto in un modo molto particolare.

    La perdita di un genitore

    Chi ha perso un genitore conosce quel genere di mancanza, alla quale non ci si abitua mai. Il tempo aiuta a lenire la sofferenza, anche se la perdita rimane indelebile nell’animo di chi rimane. L’attore toscano, sui social, ha voluto a modo suo ricordare il padre – che non c’è più – raccontando una storiella delicata e carica di amore e tenerezza.

    Una telefonata impossibile

    Ha provato a chiamarlo al telefono immaginandosi anche una conversazione con lui. L’uomo è scomparso nel 2015 ma è, ovviamente, è ancora saldamente presente nella mente e nel cuore dell’attore. “Ieri ho provato, per curiosità, a chiamare al telefono i’ mi’ babbo. Per un buon 3%, chissà perché, ho pensato che mi avrebbe davvero risposto”, ha spiegato Pieraccioni, con la sua tipica verve sottilmente surreale. “Lo avesse fatto mi avrebbe sicuramente chiesto: ‘la piccinina come sta? Il film vien bellino? La mamma l’hai sentita?’. Non mi ha risposto, ovvio, ma io ho risposto comunque ‘si, bene’ a tutte e tre le domande”.

    Le commosse reazioni dei suoi follower

    Il messaggio dell’attore ha generato moltissimi commenti e reazioni da parte dei suoi follower. Forse perchè si è posto, una volta tanto, in un modo sicuramente insolito rispetto a come la maggior parte delle persone lo conosce. “Anche io parlo sempre con mio padre, sono convinto che ci può sentire”, ha scritto un suo ammiratore.

    Un padre gli scrive

    “Caro Leonardo anche io lo faccio, lo faccio con mio figlio che se n’è andato sette mesi fa, guardo la sua foto gli parlo e mi do le sue risposte, una voce che non riesco più a sentire un viso che non riesco nemmeno a sognare. E ti dirò di più quando sono in macchina allungo la mano verso il sedile del passeggero e immagino che sia lì, non penso di essere stupida, forse è troppo presto ma ho letto nei commenti che tante persone lo fanno”, ha scritto invece un altro utente in modo molto commosso.

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      Gossip

      Rocío Muñoz Morales rompe il silenzio: “Sto bene, sono serena”. Ma lo scandalo Bova-Ceretti è già in Procura

      L’attrice glissa sul caso che l’ha travolta: audio rubati, ricatti e una crisi diventata materia d’indagine. La vicenda, partita come gossip estivo, ora rischia di finire davanti ai giudici.

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        «Sto bene, sono serena, sono tranquilla. Perché, non si vede?». Rocío Muñoz Morales lo dice con un sorriso al termine della conferenza stampa del Filming Italy Venice Award, evento collaterale della Mostra del Cinema. Nessun accenno diretto, però, allo scandalo che l’ha trasformata, suo malgrado, nella protagonista di uno dei casi più spinosi dell’estate italiana.

        Dietro quella calma ostentata, infatti, si agita una tempesta. L’attrice ed ex compagna di Raoul Bova, madre delle sue due figlie, è finita dentro un intreccio torbido fatto di messaggi anonimi, audio registrati di nascosto e minacce velate. Tutto comincia con un avvertimento recapitato sul cellulare di Bova: la promessa che conversazioni intime con Martina Ceretti, modella e influencer 23enne, sarebbero presto diventate pubbliche. Nessuna richiesta diretta, nessuna cifra nera da versare: ma l’ombra del ricatto era chiara.

        Il silenzio dell’attore non basta. Il 21 luglio gli audio compaiono nel podcast Falsissimo di Fabrizio Corona. Un’uscita che non fa soltanto rumore mediatico: spinge la Procura di Roma ad aprire un fascicolo per tentata estorsione.

        Il risultato? Una storia che partiva come il classico pettegolezzo da rotocalco — l’ennesima crisi di coppia sotto l’ombrellone — oggi ha contorni molto più pesanti. Tribunale, indagini, intercettazioni. Una vicenda che rischia di diventare un caso giudiziario a tutti gli effetti.

        E intanto, mentre i microfoni cercano dichiarazioni, Rocío sorride e ripete: «Sto bene». Ma il sipario, stavolta, non cala così facilmente.

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          Personaggi

          Da meme virale a caduta in picchiata: la parabola di Salt Bae

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          salt bae

            Nel 2017, un video di Nusret Gökçe intento a cospargere di sale una bistecca con un gesto teatrale lo trasformò da chef turco a fenomeno globale. Salt Bae, così lo ribattezzarono, divenne simbolo di stile, e in breve fondò una catena di steakhouse di lusso. Nusr-Et, presente a Dubai, Londra, Miami e oltre. I piatti — come le bistecche dorate vendute a 2.000 euro — erano favole a portata di social.

            Il suo look era inconfondibile: camicia bianca in pantaloni, occhiali stile Lennon, guanti neri e l’inconfondibile gesto del sale in torsione del polso. Lo spettacolo lo rese elogiato da celebrità dello sport e dello showbiz, ma anche bersaglio di ironie e critiche.

            Il primo colpo alla sua immagine arrivò alla finale dei Mondiali 2022. Salt Bae spuntò sul campo di gioco, baciò il trofeo e cercò selfie con Lionel Messi, calpestando ogni protocollo. FIFA avviò un’inchiesta, e molte voci parlarono di imbarazzo globale. Lui spiegò che non voleva fari pubblicità, ma l’episodio segnò un punto di non ritorno.

            Nel frattempo, l’impero Nusr-Et iniziò a sgretolarsi. Dal massimo di sette ristoranti negli USA nel 2023, oggi ne restano solo due (a New York e Miami): chiuse le sedi di Beverly Hills, Dallas, Boston e Las Vegas.

            Critiche si accumularono anche su Tripadvisor e Reddit, dove si citarono accuse da sfruttamento dei dipendenti, bassa qualità del cibo a fronte di prezzi esorbitanti, e perfino sospetti di squilibri finanziari e money laundering.

            In UK, il locale di Londra optò per riduzioni di prezzo e spegnimento dei riscaldamenti per fronteggiare i costi energetici: steak da 680 £ diventarono fonte di scalpore anche per essere eletti simboli dell’opulenza dismessa dalla crisi.

            Il bilancio è impietoso: viralità perduta, reputazione incrinata, impero ristretto. E Salt Bae sembra non farsene una ragione.

            Salt Bae ha cavalcato l’onda virale con il suo sale teatrale, costruendo un marchio globale. Ma la celebrità — per quanto dorata e patinata — ha presto aperto la via alle sue crepe: gaffe pubbliche, ristoranti in ritirata e critiche virali. Di quell’effervescente star social resta l’ombra di un mito passato, appesantito dal tempo e dalla (mancata) concretezza.

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              Reali

              Camilla, la regina che si difese a scarpate: a 16 anni respinse un’aggressione sessuale su un treno colpendo l’uomo

              Il volume Power and the Palace racconta un episodio mai reso pubblico: Camilla, seguendo l’insegnamento della madre, usò il tacco delle scarpe per fermare l’assalitore e lo denunciò appena giunta in stazione. Una vicenda che spiega il suo impegno attuale a favore delle donne vittime di abusi e violenza.

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                Non ancora regina, non ancora duchessa: solo una ragazza di 16 o 17 anni che viaggia in treno verso Paddington, Londra. È in quel momento che Camilla Parker Bowles, oggi consorte di re Carlo III, affronta una delle esperienze più traumatiche della sua adolescenza: un’aggressione sessuale respinta con un’arma improvvisata, una scarpa.

                Il racconto emerge adesso dalle pagine di Power and the Palace, il libro del giornalista Valentine Low, già corrispondente del Times a Buckingham Palace e autore di biografie autorevoli sulla famiglia reale. L’episodio – titolato dalla stampa britannica come “le molestie sessuali respinte a scarpate” – si sarebbe verificato a metà anni Sessanta, quando un uomo avrebbe cercato di molestarla durante il viaggio. Camilla non esitò a togliersi una scarpa e a colpire l’aggressore ripetutamente con il tacco, l’oggetto più appuntito che aveva a disposizione.

                Appena arrivata in stazione, si recò dalla polizia per denunciare il fatto: la polizia individuò e arrestò l’uomo. Una reazione istintiva, ma non casuale. La madre le aveva infatti insegnato a difendersi in caso di molestie: togliersi una scarpa e usarla come arma.

                Per anni Camilla non ha mai parlato pubblicamente dell’episodio. Ne fece cenno soltanto, molti anni più tardi, a Boris Johnson, all’epoca sindaco di Londra. Oggi, dopo la rivelazione del libro, la casa reale non ha commentato ma non ha neppure smentito.

                La vicenda acquista un senso particolare alla luce dell’attuale impegno della regina a favore delle donne vittime di violenza domestica e abusi sessuali. Da tempo Camilla dedica gran parte del suo ruolo pubblico a queste tematiche, partecipando a campagne di sensibilizzazione e incontrando sopravvissute. Nel 2020, in un discorso molto applaudito, dichiarò: «Ho parlato con molte donne che hanno subito violenze e aggressioni sessuali e che, fortunatamente, ne sono uscite come vincitrici e non vittime. Sono alcune delle persone più coraggiose che io abbia mai incontrato».

                Secondo fonti di palazzo citate dalla BBC, la regina non aveva mai reso noto quell’episodio per non spostare l’attenzione su di sé invece che sulle vittime. Ma ora che la vicenda è stata rivelata, potrebbe avere un effetto positivo: incoraggiare giovani donne a non tacere e a difendersi, come lei fece allora, in un treno diretto a Londra.

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