Cronaca
Il mistero di Elisa Claps e i dubbi della madre: “Chi ha preparato la tomba nella chiesa?”
La madre di Elisa Claps, Filomena Iemma, continua a cercare risposte sull’omicidio della figlia, sperando di scoprire chi ha nascosto il corpo nel sottotetto della chiesa.
																								
												
												
											Elisa Claps scomparve a Potenza il 12 settembre 1993, a soli 16 anni. Il suo corpo fu ritrovato 17 anni dopo, il 17 marzo 2010, nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità. Danilo Restivo è stato condannato per l’omicidio di Elisa e di Heather Barnett in Inghilterra, ma la madre di Elisa, Filomena Iemma, è convinta che ci siano ancora molte domande senza risposta.
I misteri irrisolti
La voce di Filomena, forte e determinata nonostante i suoi 87 anni, esprime il desiderio di sapere chi ha portato il corpo di Elisa nel sottotetto della chiesa. “L’omicidio non è avvenuto là”, dichiara, aggiungendo che il sottotetto sembra una tomba preparata con cura. C’era persino un buco fatto con un trapano per evitare che si diffondesse cattivo odore.
Il contesto della scoperta
Il 12 settembre 1993, poco dopo mezzogiorno, Filomena cercava Elisa mentre il parroco era partito per le cure termali. La chiesa rimase chiusa per diversi giorni. Filomena ritiene che la “tomba” di Elisa sia stata preparata successivamente, approfittando del tempo a disposizione. Il parroco morì nel 2008 e la sua tomba si trova vicino a quella di Elisa.
Speranze e ricordi
Filomena ricorda una frase del podcast di Pablo Trincia, “Dove nessuno guarda”: “Se si sciolgono le catene, quanta gente piangerà”. Questa frase rappresenta per lei un’allusione a chi conosce i segreti dell’omicidio. Filomena non cerca vendetta, ma spera che chi conosce la verità trovi il coraggio di parlarne. “Il Padreterno deve far vivere il più a lungo possibile chi si porta dietro questi segreti. Prima o poi qualcuno sentirà la necessità di dire quello che è successo in quella chiesa.”
La forza di Filomena Iemma
La forza di Filomena Iemma non si è mai piegata davanti alla tragica perdita della figlia. Anche al telefono, la sua voce trasmette una determinazione incrollabile, una volontà di giustizia che non si è mai sopita. Filomena ha dedicato gran parte della sua vita a cercare la verità sulla scomparsa di Elisa, lottando contro l’indifferenza e l’ostruzionismo.
Il ruolo della chiesa
La chiesa della Santissima Trinità, dove è stato ritrovato il corpo di Elisa, è un luogo che avrebbe dovuto rappresentare sicurezza e protezione. Invece, è diventato il teatro di un macabro nascondiglio. Filomena è convinta che più persone siano coinvolte nel nascondere il corpo della figlia e che abbiano avuto il tempo di preparare il sottotetto come una tomba. “Chi ha portato Elisa lì?” si chiede ancora, con la speranza che un giorno emerga la verità.
La riapertura della chiesa
Dopo il ritrovamento del corpo nel 2010, la chiesa è stata riaperta solo l’anno scorso. Per Filomena e la sua famiglia, questo ha rappresentato un momento di grande emozione e dolore. La loro battaglia per la giustizia non è ancora finita e la riapertura della chiesa è solo un capitolo di una storia ancora piena di interrogativi.
Il caso Claps nei media
Negli ultimi anni, il caso di Elisa Claps ha ricevuto nuova attenzione grazie ai media. La serie “Per Elisa – Il caso Claps” su Netflix e il podcast “Dove nessuno guarda” di Pablo Trincia hanno riportato alla ribalta la storia, mettendo in luce le molte ombre che ancora avvolgono l’omicidio. Per Filomena, queste iniziative rappresentano un modo per mantenere viva la memoria della figlia e continuare a cercare giustizia.
Un appello per la verità
Filomena Iemma conclude con un appello: “Io non ci sarò più, ma i fratelli di Elisa, sì. Prima o poi qualcuno sentirà la necessità di dire quello che è successo in quella chiesa.” La sua speranza è che, anche dopo la sua morte, qualcuno tra chi conosce i segreti dell’omicidio di Elisa trovi il coraggio di parlare e portare finalmente alla luce tutta la verità.
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Cronaca Nera
Omicidio Meredith, parla Mignini: «Una nuova pista, un nome mai emerso». E riapre il caso di Amanda Knox e Raffaele Sollecito
Giuliano Mignini rivela di aver trasmesso alla Procura un nome inedito. L’ex magistrato non assolve Knox e Sollecito: «Erano gli unici presenti. Circostanze fortunate per loro». Mentre la nuova pista prende forma, tornano dubbi, ferite e domande su uno dei casi più mediatici della cronaca italiana.
														Diciotto anni dopo, il caso Meredith Kercher torna a farsi sentire come un eco che non si spegne mai. A riaccendere la miccia è Giuliano Mignini, il magistrato che coordinò le indagini sull’omicidio della studentessa inglese uccisa a Perugia nel 2007. Una dichiarazione, una suggestione, e il fascicolo rientra nell’immaginario di un Paese che quel delitto non l’ha mai davvero archiviato.
Mignini parla di una nuova informazione arrivata di recente: «Una fonte che ritengo affidabile mi ha fatto il nome di un individuo, mai preso in considerazione prima d’ora. Una persona che potrebbe essere implicata nell’omicidio e che scappò all’estero pochi giorni dopo il delitto». Una frase che pesa, perché arriva da chi quella storia l’ha vissuta dall’interno. E perché, per la prima volta, si cita un potenziale nuovo protagonista.
La Procura di Perugia, per ora, non conferma l’apertura di un nuovo fascicolo. Ma Mignini specifica: «Ci sono elementi che potrebbero far pensare che questa persona abbia un qualche coinvolgimento nella vicenda. Ho segnalato la cosa alla Procura di Perugia». Poi un retroscena: «Se avessi conosciuto certi particolari all’epoca, avrei sicuramente approfondito. Purtroppo, per anni, chi sapeva non ha parlato per paura».
Nel frattempo, la storia resta segnata dalla condanna di Rudy Guede — oggi libero — e dall’assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito dopo un percorso giudiziario infinito. Una conclusione che Mignini non ha mai considerato soddisfacente. «Le circostanze sono state fortunate per loro», osserva. E aggiunge: «Sicuramente Knox e Sollecito pensano di aver “stravinto” ma la realtà è ben diversa. Bastava che l’avvocato Biscotti non chiedesse il rito abbreviato per Guede e la condanna sarebbe stata certa anche per loro».
Non un’accusa esplicita, ma un’ombra che torna. «Sono stati assolti con formula dubitativa», ricorda l’ex pm. «Gli unici presenti sul luogo del delitto erano con certezza conclamata Amanda Knox e quasi certamente Raffaele Sollecito. Il dubbio è su quello che hanno fatto. Hanno partecipato o sono stati solo spettatori?». Una domanda che sembra avere perso i confini del processo per diventare terreno di memoria, convinzioni personali, ferite istituzionali.
Diciotto anni dopo, Meredith Kercher resta al centro di una storia giudiziaria che continua a interrogare più che a rassicurare. E nell’Italia che osserva questi ritorni, c’è una sensazione sospesa: come se il tempo avesse provato a chiudere una porta che qualcuno, ancora oggi, non riesce a sigillare.
Politica
Nuovo amore per Maria Elena Boschi: dopo Berruti arriva l’avvocato Roberto Vaccarella. Prima fuga romantica a New York
Avvistati a Capalbio e pronti per un viaggio insieme negli Stati Uniti, Boschi e Vaccarella sembrano intenzionati a vivere questo nuovo legame lontano dal clamore. Per la deputata di Italia Viva si apre una nuova fase sentimentale: discreta, sorridente e con il passo leggero di chi ricomincia.
														Archiviata una storia lunga e mediatica, se ne apre un’altra, più silenziosa ma non per questo meno intensa. Maria Elena Boschi sembra aver ritrovato il sorriso accanto a Roberto Vaccarella, avvocato penalista e fratello di Elena, da anni compagna del presidente del CONI Giovanni Malagò.
Dopo cinque anni con l’attore Giulio Berruti — relazione intensa, raccontata e spesso sotto i riflettori — l’ex ministra di Italia Viva sceglie oggi un passo diverso. Meno esposizione, più vita reale. La notizia è circolata nelle ultime ore dopo le indiscrezioni sui primi avvistamenti a Capalbio, poi confermati da più fonti. Passeggiate, cene riservate, niente ostentazione.
A questo si aggiunge un dettaglio che racconta bene l’evoluzione del rapporto: i due sarebbero pronti a partire per New York per la loro prima vacanza a due. Un viaggio simbolico, di quelli che segnano il passaggio da conoscenza promettente a coppia ufficiale. E chi conosce Boschi racconta di una serenità nuova, più matura, più protetta.
La parabola è chiara: dalle copertine alla discrezione, dall’amore cinematografico a una relazione che sembra preferire il passo lento e gli occhi bassi sulle cose piccole. Il resto, al momento, resta fuori dall’inquadratura. Nessun annuncio, nessuna foto insieme, nessuna conferma social.
Per lei è un ritorno a una normalità voluta, dopo anni in cui la vita privata è stata materia di dibattito pubblico. Oggi la narrazione cambia: c’è spazio per un sorriso nelle vie del centro, per un viaggio programmato con calma, per un tempo personale che non chiede applausi.
Se son rose fioriranno, dice il proverbio. Qui, per ora, c’è un bocciolo custodito, e la scelta precisa di lasciarlo crescere senza fretta. In un mondo che corre, Maria Elena Boschi — almeno sul fronte del cuore — sembra aver deciso di fermarsi dove il ritmo è più umano. E di ripartire, stavolta, solo quando sarà il momento.
Politica
“Cerchiamo di non dare notizie sulla villa di Giorgia Meloni”: il messaggio di Ghiglia e il caso privacy che agita Palazzo Chigi
La vicenda nasce dall’interrogazione di Italia Viva sui lavori dell’abitazione della premier. Nei messaggi agli uffici, il componente del Garante Privacy chiedeva se fosse possibile “coprire” alcuni dati. In aula, il governo respinse la richiesta di dettagliare i fornitori per motivi di riservatezza.
														Quando un messaggio diventa un caso politico, il confine tra diritto alla privacy e trasparenza pubblica si fa sottile. È il cuore della storia ricostruita da “Report”, che punta i riflettori su Agostino Ghiglia, componente dell’Autorità garante per la Privacy in quota Fratelli d’Italia, e sul suo intervento a tutela della premier Giorgia Meloni.
Il messaggio agli uffici
Il programma di inchiesta riporta una comunicazione interna di Ghiglia, risalente ai primi giorni del 2025, in cui il componente dell’Autorità chiede di approfondire l’interrogazione parlamentare presentata da Francesco Bonifazi e Maria Elena Boschi. Il tema era la villa acquistata dalla presidente del Consiglio per 1,1 milioni di euro nella zona del Torrino, a Roma. Il messaggio è netto: «Cercatemi interrogazione Bonifazi. Approfondiamo se è suo diritto ad avere risposta a tutte le domande, in dettaglio. O se qualcosa si può coprire in termini di protezione dati, al netto della trasparenza e dell’interesse pubblico. Urgente».
Le interrogazioni e la linea del governo
Secondo “Report”, quell’indicazione puntava a verificare se fosse possibile limitare la quantità di informazioni fornite. Una strategia che si riflette poi nella risposta dell’esecutivo: in aula il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, rifiuta di comunicare l’elenco dei fornitori impegnati nei lavori di ristrutturazione della villa, richiamando la tutela della riservatezza. «Verrebbe meno l’aspettativa di privacy», spiegò.
La cronologia del trasferimento
Il dossier sulla residenza della premier era già emerso mesi prima delle Europee del 2024, quando Meloni lasciò l’abitazione messa a disposizione in comodato dal senatore di Fratelli d’Italia Giovanni Satta per trasferirsi nella nuova casa. L’acquisto, perfezionato nel gennaio 2025 senza mutuo, riguardava una villa “chiavi in mano”, come la stessa premier aveva puntualizzato, chiamandosi fuori da eventuali domande su precedenti abusi edilizi e specificando che ogni responsabilità era prevista nel contratto di compravendita.
Il nodo politico: privacy o opacità?
Il caso apre una riflessione: fino a che punto la riservatezza può legittimare il silenzio della pubblica amministrazione quando si parla di figure istituzionali? Da un lato il diritto alla privacy, dall’altro il principio di trasparenza legato alla gestione della cosa pubblica. Una tensione che torna ciclicamente, soprattutto quando si intrecciano ruoli di governo, interrogazioni parlamentari e controlli istituzionali.
Se per alcuni si tratta di legittima tutela della sicurezza e della privacy di una figura apicale, per altri è un precedente delicato. Nel mezzo, ancora una volta, l’equilibrio sottile che separa ciò che i cittadini hanno il diritto di sapere e ciò che resta nelle stanze dei palazzi romani.
- 
																	
										
																			Gossip2 anni faElisabetta Canalis, che Sex bomb! è suo il primo topless del 2024 (GALLERY SENZA CENSURA!)
 - 
																	
										
																			Sex and La City1 anno faDick Rating: che voto mi dai se te lo posto?
 - 
																	
										
																			Cronaca Nera1 anno faBossetti è innocente? Ecco tutti i lati deboli dell’accusa
 - 
																	
										
																			Speciale Grande Fratello1 anno faHelena Prestes, chi è la concorrente vip del Grande Fratello? Età, carriera, vita privata e curiosità
 - 
																	
										
																			Speciale Olimpiadi 20241 anno faFact checking su Imane Khelif, la pugile al centro delle polemiche. Davvero è trans?
 - 
																	
										
																			Speciale Grande Fratello1 anno faShaila del Grande Fratello: balzi da “Gatta” nei programmi Mediaset
 - 
																	
										
																			Gossip1 anno faLa De Filippi beccata con lui: la strana coppia a cavallo si rilassa in vacanza
 - 
																	
										
																			Gossip1 anno faÈ crisi tra Stefano Rosso e Francesca Chillemi? Colpa di Can?
 
