Connect with us

Benessere

Il paradosso del pensiero: perché riflettere troppo ci fa sentire a disagio

Pensare, l’attività che ci definisce come esseri umani, potrebbe non essere la fonte di piacere che immaginiamo. Un sorprendente studio della Radboud University, pubblicato su “Psychological Bulletin”, rivela che la riflessione profonda è spesso associata a sensazioni di stress, irritazione e insicurezza.

Avatar photo

Pubblicato

il

    Il concetto che pensare sia un’attività faticosa e potenzialmente sgradevole può sembrare controintuitivo e paradossale, ma ha trovato conferma in uno studio condotto da un team di esperti della Radboud University nei Paesi Bassi, come riportato sulla rivista “Psychological Bulletin”. Secondo la ricerca, il pensiero intenso, soprattutto quando richiede riflessione profonda o risoluzione di problemi complessi, è spesso associato a sensazioni di irritazione, insicurezza e stress.

    La metanalisi condotta dagli scienziati ha incluso 170 studi precedenti, permettendo loro di esplorare in dettaglio la relazione tra l’attività cognitiva e le emozioni negative. Uno degli aspetti più rilevanti della ricerca è l’idea che il pensiero attivo non produca necessariamente piacere; al contrario, può essere visto come un compito impegnativo, simile a una fatica mentale.

    Questo potrebbe spiegare perché le persone, quando possibile, tendono a evitare situazioni che richiedono un’intensa attività mentale, preferendo attività più rilassanti o automatiche.

    La scoperta ha importanti implicazioni per la comprensione del comportamento umano, suggerendo che il nostro cervello potrebbe essere programmato per conservare energia evitando compiti cognitivi eccessivamente onerosi, favorendo così una sorta di “economia mentale”.

    Questo paradosso mette in luce una verità scomoda: il nostro cervello potrebbe preferire evitare l’intenso sforzo cognitivo, favorendo attività più semplici e meno impegnative.

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Benessere

      Scopri la dieta antinfiammatoria: i cibi giusti amici della salute!

      Una singola dieta miracolosa non esiste, ma una ricca giusta è un’arma potente nella lotta contro l’infiammazione cronica. Incorporiamo tutti i giorni ai nostri pasti verdura, frutta, semi, frutta secca, legumi. spezie ed erbe aromatiche e ridurremo il rischio di malattie croniche.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

        La dieta antinfiammatoria è un approccio alimentare che mira a ridurre l’infiammazione nel corpo attraverso l’assunzione di alimenti ricchi di nutrienti e antiossidanti. Questo tipo di alimentazione può essere utile per combattere malattie croniche, come l’artrite, le malattie cardiovascolari e persino alcune forme di cancro. Ecco una panoramica degli alimenti antinfiammatori e alcune ricette salutari da integrare nella tua dieta quotidiana.

        Il processo infiammatorio è importante per mantenere in salute l’organismo ed è una risposta naturale e necessaria del nostro corpo per difendersi da potenziali minacce esterne, come virus, batteri e allergeni. E le citochine, che sono proteine coinvolte nella regolazione delle risposte immunitarie e infiammatorie, vengono prodotte durante questo processo per combattere le minacce. Tuttavia, quando l’infiammazione diventa cronica le citochine vengono prodotte in modo persistente, danneggiando i tessuti sani.

        Come si gestisce una infiammazione cronica
        Per prevenire l’infiammazione cronica, è importante adottare uno stile di vita sano che includa una dieta equilibrata ricca di alimenti antinfiammatori, regolare attività fisica, sonno di qualità e tecniche di gestione dello stress. Queste azioni possono contribuire a mantenere sotto controllo l’infiammazione nel corpo e a promuovere una migliore salute generale nel lungo termine.

        Benefici della dieta antinfiammatoria
        Riducendo l’infiammazione, si può ridurre il dolore associato a condizioni come l’artrite.
        Una dieta antinfiammatoria può contribuire a ridurre il rischio di malattie cardiache riducendo l’infiammazione nei vasi sanguigni. Riducendo l’infiammazione, si può migliorare la sensibilità all’insulina e favorire la perdita di peso. L’infiammazione cronica è stata associata a disturbi neurologici come l’Alzheimer e il morbo di Parkinson.

        Alimenti antinfiammatori

        1. Frutta e verdura colorata: Fragole, mirtilli, ciliegie, spinaci, cavoli, broccoli, carote, e peperoni. Questi alimenti sono ricchi di antiossidanti e fitochimici.
        2. Grassi sani: Olio extravergine di oliva, avocado, semi di lino, semi di chia, e noci. Sono fonti di acidi grassi omega-3, noti per le loro proprietà antinfiammatorie.
          Pesce grasso: Salmone, sardine, sgombro e tonno sono ricchi di omega-3.
          Cereali integrali: Quinoa, farro, riso integrale, e avena sono ricchi di fibre, che aiutano a ridurre l’infiammazione.
          Spezie e erbe: Curcuma, zenzero, rosmarino e cannella sono noti per le loro proprietà antinfiammatorie.
          Tè verde: Ricco di polifenoli, potenti antiossidanti che combattono l’infiammazione.
          Frutta secca e semi: Mandorle, noci e semi di zucca sono ricchi di vitamine e minerali.
          Legumi: Lenticchie, ceci e fagioli sono ottime fonti di fibre e proteine vegetali.

        Alimenti da evitare

        • Zuccheri raffinati: Bibite, dolci, caramelle e pasticceria industriale.
          Grassi trans e saturi: Margarina, cibi fritti e prodotti da forno industriali.
          Carni processate: Insaccati, wurstel e salumi industriali.Alcool e cibi ultra-processati.
        • Seguire una dieta antinfiammatoria non solo aiuterà a ridurre l’infiammazione, ma contribuirà anche a migliorare la tua energia e il benessere generale!
          Continua a leggere

          Benessere

          La dieta del sesso: cioccolato, fragole e peperoncino per accendere il desiderio (e i fritti meglio lasciarli al giorno dopo)

          Dal cioccolato fondente che stimola i neurotrasmettitori al miele che potenzia il testosterone, passando per fragole e peperoncino: ecco i cibi afrodisiaci che preparano a una notte infuocata. Ma attenzione alle trappole: carni rosse, fritti e formaggi rischiano di trasformare l’incontro in una maratona digestiva.

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

            Non basta l’intimo giusto o la piega fresca di parrucchiere: per presentarsi pronti a un incontro passionale serve anche la tavola giusta. Perché l’amore, lo sappiamo, passa pure dallo stomaco. E se cenare insieme è il preludio più classico all’intimità, scegliere i cibi sbagliati può essere un autogol clamoroso.

            Al primo posto della lista degli alleati dell’eros c’è il cioccolato fondente, re indiscusso tra gli afrodisiaci. Non è solo questione di gusto: i flavanoli contenuti nel cacao migliorano la circolazione sanguigna, mentre caffeina, serotonina ed endorfine danno quella spinta in più all’umore e al desiderio. Una tavoletta può valere più di una dichiarazione d’amore, specie se condivisa a lume di candela.

            Poi c’è il miele, nettare dolce che da secoli accompagna riti e leggende legati all’amore. Non a caso si parla di luna di miele: ricco di vitamine e minerali, stimola la produzione di ormoni sessuali e innalza il livello di testosterone. Non sarà magico, ma poco ci manca.

            Impossibile non citare la banana: la forma allusiva è solo la punta dell’iceberg. Dentro ci sono potassio, magnesio e vitamina B, tutti ingredienti che danno energia. E un enzima che, a detta degli esperti, aiuterebbe persino a contrastare l’impotenza.

            Le fragole sono il lato più romantico della lista. Rosse, a forma di cuore, dolci e leggere: se immerse nel cioccolato fuso diventano un rito quasi sensuale. Perfette per chi ama unire dolcezza e malizia.

            E infine il peperoncino, che con la sua capsaicina aumenta la vasodilatazione e stimola le terminazioni nervose. In altre parole, scalda davvero. Un pizzico al momento giusto può essere più efficace di mille frasi sussurrate.

            Ma se questi sono i “cibi amici” dell’eros, ci sono anche i nemici giurati del piacere. I fritti sono da dimenticare: pesanti, di difficile digestione e nemici dell’alito fresco. Le carni rosse eccessivamente elaborate rischiano di trasformarsi in zavorra sullo stomaco, mentre i formaggi stagionati aggiungono calorie e un alito poco invitante. E per i più temerari: meglio rimandare fagioli e legumi a un altro giorno, lontano da cene romantiche.

            La regola d’oro, insomma, è la leggerezza. Un incontro di passione richiede energia, non sonnolenza. Cioccolato, fragole e peperoncino sì, fritto misto e grigliata mista decisamente no. Perché nulla uccide il desiderio come una digestione difficile.

              Continua a leggere

              Benessere

              Sesso? Anche no! Perché l’astinenza può diventare un’arma di seduzione (e di autoconoscenza)

              Dal boom delle ricerche online sul “celibato volontario” ai consigli per rendere più intrigante un periodo “in bianco”: a ogni età, l’astinenza non è più un segno di disinteresse, ma un modo per riscoprire il piacere in tutte le sue forme — fisiche, emotive e mentali.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

                Una volta era sinonimo di mancanza, oggi è diventata una scelta. L’astinenza sessuale — temporanea o prolungata — non è più solo una condizione imposta dalle circostanze, ma un esperimento di consapevolezza. Le ricerche su Google della parola “celibato” sono cresciute del 90%, segno che sempre più persone stanno rivalutando il valore del non-sesso.

                C’è chi lo fa per liberarsi dallo stress delle app di dating, chi per rimettere in ordine i sentimenti, chi semplicemente per ritrovare il contatto con sé stesso. E persino nelle coppie consolidate, un periodo di pausa può diventare una forma di “riaccensione”: l’assenza, a volte, è il più potente afrodisiaco.

                A vent’anni, evitare l’automatismo dell’avventura fugace può aiutare a capire cosa si desidera davvero. Quando si è molto giovani, la novità di un nuovo partner basta a confondere i sensi e a far dimenticare il proprio piacere personale. Meglio concedersi un mese di sospensione e scoprire il potere dell’immaginazione: leggere narrativa erotica, guardare film sensuali, comunicare fantasie senza doverle subito mettere in pratica.

                A trent’anni, la corsa tra lavoro, figli e relazioni stabili trasforma il sesso in un linguaggio di servizio. Invece di cercare la riconciliazione sotto le lenzuola, è utile riscoprire il dialogo e i gesti di attenzione: un complimento, un regalo, un’uscita solo per due. È il momento per scoprire il “linguaggio dell’amore” del partner — che non è sempre fisico — e nutrirlo in modi diversi.

                Per i single trentenni, l’astinenza può essere una palestra di selezione. Rinunciare alla fretta di “testare la compatibilità” permette di creare un legame più autentico. Anche un semplice bacio può dire molto: l’intimità rallentata fa emergere emozioni, complicità, curiosità reciproca.

                Dai quaranta in su, la vita di coppia è spesso dominata dalla routine. Qui la sospensione del sesso può essere una strategia per restituire mistero e desiderio. “Due settimane sì e due no” è la regola di alcuni terapisti: privarsi per un po’ aumenta la dopamina, la chimica dell’attesa. Ritrovarsi dopo una pausa rende ogni gesto più intenso. Un appuntamento settimanale, come suggeriscono gli esperti John e Julie Gottman, è il segreto per mantenere viva la connessione emotiva.

                Per i single di questa età, invece, l’astinenza diventa un filtro utile. Le relazioni occasionali offrono gratificazioni rapide, ma rischiano di distrarre dalla ricerca di un legame più profondo. Concentrarsi sull’intesa mentale — una serata al cinema, un quiz, una partita a bowling — può sorprendere più di una notte di passione.

                Dopo i cinquanta, paradossalmente, il sesso può migliorare proprio grazie a un po’ di astinenza. Con il corpo che cambia e la mente più libera, l’intimità si fa più lenta, consapevole, esplorativa. Alcuni terapisti suggeriscono la pratica del “Sensate Focus”: sospendere i rapporti completi per concentrarsi sul tatto, sulle sensazioni e sull’ascolto reciproco. Non è rinuncia, ma un modo per riscoprire la curiosità dell’inizio.

                Anche i single maturi, contrariamente agli stereotipi, non rinunciano al desiderio. Ma imparano a guidarlo: più che corpi, cercano affinità. Mostrarsi sinceri, raccontare le proprie emozioni e i propri limiti diventa più attraente di qualsiasi seduzione.

                In fondo, l’astinenza non è una condanna. È una parentesi che può rendere tutto più vero, più intenso, più nostro. Perché il piacere non sta solo nell’atto, ma nella capacità di desiderare.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù