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Cinema

Venezia 2024: una mostra di superstelle che inizia con il trionfo di Tim Burton

E’ iniziata la mostra di Venezia che, mai come quest’anno, si presenta con una parata davvero imponente di divi della celluloide. Cinque in film italiani in concorso, che sperano di guadagnarsi l’ambita statuetta.

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    Non ci poteva essere inaugurazione più fantasmagorica: fan in delirio per la proiezione fuori concorso del nuovo visionario film diretto da Tim Burton, Beetlejuice Beetlejuice. Una favola dark, nel segno delle sue migliori produzioni, che ha scatenato la caccia all’autografo nei confronti delle due attrice, Jenna Ortega e Monica Bellucci. Un seguito che annovera anche la presenza di due attori del primo film come Winona Ryder e Michael Keaton. Loro sono solo alcune delle presenze illustri a questa 81ma edizione: si fra prima a dire chi non sarà presente!

    Che giuria di qualità!

    Fino al 7 settembre il Lido accoglierà il meglio dell’attuale mondo della celluloide mondiale. Isabelle Huppert al vertice di una giuria che comprende il nostro Giuseppe Tornatore, James Gray, Andrew Haigh, Agnieszka Holland, Kleber Mendonça Filho, Abderrahmane Sissako, Julia von Heinz e Zhang Ziyi.

    Divi stranieri e di casa nostra: c’è solo l’imbarazzo della scelta

    Dopo il cast di Beetlejuice Beetlejuice in questi giorni sfileranno divi come Brad Pitt, George Clooney, Daniel Craig, Angelina Jolie, Jude Law, Joaquin Phoenix, Lady Gaga, Nicole Kidman, Richard Gere, Cate Blanchett, Julianne Moore, Tilda Swinton, Kevin Costner e moltissimi altri. Un ensembre di divi come poche volte si sono visti sul red carpet tutti insieme. Naturalmente non mancano le eccellenti presenze di casa nostra, rappresentate da attori di spessore come Alba Rohrwacher, Toni Servillo, Alessandro Borghi, Elio Germano, Barbara Ronchi, Luca marinello e Pierfrancesco Favino.

    Cinque film per una statuetta tricolore

    I film italiani in gara sono cinque, su un totale di 21 pellicole in conocorso. Campo di battaglia di Gianni Amelio con Alessandro Borghi, ambientato durante la prima guerra mondiale, Queer di Luca Guadagnino dal libro di William Burroughs, girato a Cinecittà, con Daniel Craig, Diva Futura di Giulia Louise Steigerwalt con Pietro Castellitto e Barbara Ronchi, sulla scuderia del re del porno Riccardo Schicchi, Vermiglio di Maura Delpero con Tommaso Ragno e Sara Serraiocco, ambientato tra le montagne dell’Alto Adige e Iddu – L’ultimo padrino, di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, con Toni Servillo e Elio Germano, ispirato in qualche modo alla vita del boss Matteo Messina Denaro.

    Le stelle d’oltremanica

    Tra i titoli più attesi c’è naturalmente Joker – Folie a Deux con Joaquin Phoenix e Lady Gaga, diretto da Todd Phillips, sequel del film che nel 2019 vinse il Leone d’Oro. Grande curiosità anche per Angelina Jolie nei panni di Maria Callas, con Pierfrancesco Favino, Valeria Golino e Alba Rohrwacher. Assisteremo anche a La stanza accanto, primo lavoro di Pedro Almodóvar in inglese: si tratta di un rapporto tra due amiche, Ingrid (Julianne Moore) e Martha (Tilda Swinton). Una Nicole Kidmane che si annuncia ad alto tasso erotico in The Brutalist di Brady Corbet, affiancata da Antonio Banderas. Non sono in concorso ma avranno tutti gli occhi addosso George Clooney e Brad Pitt, con Wolfs. Lupi Solitari.

    Sigourney Weaver, tributo alla carriera

    Immagine di un’eroina mai vista prima, ha conquistato il grande pubblico cinematografico con Alien di Ridley Scott. Una figura emblematica degli anni ’80, in grado di giocarsela ad armi pari con i modelli maschili che fino a quel momento avevano dominato il cinema d’azione. Verrà dato anche un premio al leggendario regista francese Claude Lelouch, presente alla mostra col suo ultimo film, Finalmente.

    Non resta che invocare il… buoi in sala.

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      Cinema

      John Goodman, addio a 90 chili e a quel riflesso che non voleva più vedere

      Dal rifiuto dello specchio alla rinascita: l’attore statunitense si mostra con una nuova silhouette dopo un percorso iniziato nel 2007. Niente scorciatoie, solo costanza, sport e dieta mediterranea. E un messaggio potente sul rapporto tra corpo e identità.

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        L’attore statunitense, indimenticato interprete di Fred Flintstones nella celebre pellicola prodotta da Spielberg nel 1994, ha lasciato tutti senza parole alla première del nuovo film dei Puffi a Los Angeles. Occhi puntati su di lui, o meglio sul suo nuovo corpo: in abito blu e con una figura molto più asciutta, John Goodman ha sfoggiato una forma smagliante. E la sorpresa è stata generale.

        Non è la prima volta che l’attore, oggi 73enne, mostra i risultati del percorso iniziato nel 2007, ma a ogni apparizione pubblica il cambiamento appare sempre più radicale. Non si tratta di una “dieta per un ruolo”, ma di una trasformazione profonda, cercata e voluta con determinazione. Il punto di rottura, raccontava tempo fa a People, è arrivato quando non riusciva più a guardarsi allo specchio. Con i suoi 180 chili e una relazione complessa con il cibo, Goodman aveva imboccato una strada pericolosa fatta di abbuffate e disordine.

        Il primo passo? Dire addio all’alcol. Il secondo, reinventarsi: sport regolare, attenzione alle porzioni, e una dieta ispirata al modello mediterraneo, seguita con l’aiuto di un nutrizionista. Risultato? Oltre 90 chili in meno, ma soprattutto un nuovo equilibrio. Un approccio semplice ma rigoroso che, nel tempo, ha dato i suoi frutti e gli ha permesso di mantenere la forma conquistata.

        Oggi, Goodman è un uomo diverso. Non solo fisicamente, ma anche nel modo in cui si espone: più sereno, più centrato. E se nei suoi ruoli iconici – da Il grande Lebowski ad Arizona Junior – la sua stazza era parte del personaggio, ora è la sua trasformazione a parlare. E a ispirare.

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          Cinema

          Bruce Willis, condizioni sempre più gravi: l’attore è prigioniero del silenzio e dell’immobilità

          La star di “Die Hard” combatte contro una forma rara e aggressiva di demenza
          Le condizioni dell’attore americano, oggi 69enne, si aggravano: non riesce più a parlare né a muoversi. La famiglia resta unita nel dolore, ma non perde la speranza

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            Un’icona del cinema d’azione che ora affronta una delle sue battaglie più difficili, fuori dal set. Le condizioni di Bruce Willis, che da qualche settimana è ospite di una casa di cura specializzata, continuano a peggiorare a causa della demenza frontotemporale, diagnosticata ufficialmente nel 2023 ma preceduta da sintomi di afasia già nel 2022. Secondo fonti vicine alla famiglia, oggi l’attore non sarebbe più in grado di parlare, leggere o muoversi autonomamente.

            Classe 1955, Willis è stato un volto amatissimo prima in TV, grazie al ruolo ironico e brillante in Moonlighting (in Italia Moonlighting – Agenzia Blue Moon), poi sul grande schermo con l’indimenticabile John McClane nella saga Die Hard. Un successo planetario consolidato da film cult come Pulp Fiction, Il sesto senso, La morte ti fa bella, L’esercito delle 12 scimmie e tanti altri. Nel 2006 ha ricevuto la stella sulla Walk of Fame di Hollywood, consacrandolo tra le leggende del cinema.

            La notizia della sua malattia ha colpito profondamente i fan e l’intera comunità hollywoodiana. La famiglia allargata di Willis, composta dalla moglie Emma Heming, dall’ex compagna Demi Moore e dai cinque figli, ha mostrato in questi mesi un fronte unito, scegliendo di comunicare con trasparenza ma anche con discrezione. A ottobre 2023 e ad aprile 2024 avevano condiviso note rassicuranti parlando di una “condizione stabile” e della “forza della famiglia” nel sostenerlo.

            Tuttavia, le recenti indiscrezioni raccontano un quadro clinico più complesso. La demenza frontotemporale – spesso indicata anche come malattia di Pick – è una patologia neurodegenerativa che colpisce precocemente, tra i 50 e i 65 anni, causando un deterioramento delle funzioni cognitive, in particolare linguaggio, personalità e movimento. Non esiste una cura risolutiva: si tratta di un processo progressivo che compromette profondamente l’autonomia e la comunicazione.

            Nonostante il dolore, la famiglia continua a mantenere viva la dignità e l’eredità artistica dell’attore. Emma Heming, in particolare, ha spesso sottolineato quanto la consapevolezza e l’amore dei propri cari siano strumenti essenziali per affrontare una malattia così devastante. I fan di tutto il mondo si stringono nel ricordo dei suoi ruoli leggendari, sperando che il tempo possa almeno garantire a Bruce serenità e affetto in questa fase della vita.

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              Cinema

              Caterina Murino, la Bond Girl diventa mamma a 48 anni: «Siamo pazzi di gioia per Demetrio Tancredi»

              L’attrice sarda, indimenticata protagonista di Casino Royale, ha dato alla luce il suo primo figlio con il compagno Édouard Rigaud.

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                Un sorriso che vale più di mille parole, una culla e un nome che sembra già scritto nella poesia: Demetrio Tancredi. È così che Caterina Murino, 48 anni da compiere a settembre, ha annunciato sui social la nascita del suo primogenito. L’attrice sarda, icona internazionale grazie al ruolo da Bond Girl accanto a Daniel Craig in Casino Royale, ha condiviso con i fan la gioia più intima: diventare madre per la prima volta insieme al compagno, l’imprenditore francese Édouard Rigaud.

                «Siamo pazzi di gioia», ha scritto, allegando uno scatto tenerissimo che ritrae la manina del piccolo stretta alla sua. Parole semplici, che hanno subito scatenato un’ondata di affetto da parte di amici, colleghi e follower. Ma, come spesso accade, non sono mancate anche le voci critiche, concentrate sull’età dell’attrice. Alcuni hanno sottolineato i “rischi” di una maternità tardiva, ma lei aveva già chiarito tempo fa il suo pensiero: «Non c’è un momento giusto per diventare madre. È un percorso personale, e ognuno lo affronta quando lo sente possibile».

                La sua risposta, elegante e ferma, sembra essere proprio la nascita di Demetrio Tancredi: una scelta d’amore che supera qualsiasi tabù. Del resto, Murino ha costruito la sua carriera rompendo schemi e affrontando con naturalezza la sfida di imporsi nel cinema internazionale partendo da Cagliari, passando per Parigi e Londra. Ora, con la stessa determinazione, vive la sua nuova dimensione familiare.

                La notizia ha colpito anche il mondo dello spettacolo: molti colleghi hanno inviato messaggi di auguri, sottolineando come l’arrivo del bambino sia un segnale di speranza e libertà di scelta per tante donne. Un tema, quello della maternità oltre i quaranta, sempre più attuale e discusso, ma che Murino ha trasformato in un messaggio positivo.

                Nel frattempo, la vita lavorativa dell’attrice non si ferma: tra set internazionali e impegni in Francia e in Italia, Caterina Murino continuerà a dividersi tra cinema e televisione. Ma da oggi il ruolo più importante resta uno: quello di mamma.

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