Salute
L’influenza australiana arriva in Italia: ecco cosa aspettarsi e come difendersi dal virus più temuto dell’inverno
L’autunno porta con sé non solo foglie che cadono e il profumo di castagne, ma anche la tanto temuta influenza. E quest’anno ci tocca fare i conti con la variante australiana, quella che ha messo in ginocchio l’emisfero sud. Ecco cosa ci aspetta.

Benvenuti alla stagione del raffreddore, della tosse e dei fazzoletti sempre in tasca. Ma quest’anno l’influenza non si accontenta di essere “quella di sempre”, no: ha deciso di diventare “australiana”. Sì, perché a quanto pare il virus H3N2, noto anche come influenza australiana, sta facendo parlare di sé. Questo simpatico virus ha già causato problemi seri in Australia, con un numero record di ricoveri ospedalieri, tanto che alcuni esperti lo definiscono il peggiore degli ultimi dieci anni. E ora sta bussando alla nostra porta.
Sintomi? Sempre gli stessi, ma con più forza
Non c’è nulla di nuovo sotto il sole quando si parla di sintomi. Che sia influenza stagionale o australiana, i segnali sono quelli che conosciamo: febbre oltre i 38°C, dolori muscolari, stanchezza, congestione nasale, mal di gola e, nei casi peggiori, disturbi gastrointestinali come nausea e diarrea. Tuttavia, il virus australiano è descritto come “più cattivo” – come se il solito non bastasse – il che significa che questi sintomi potrebbero essere più intensi e durare un po’ di più. Grazie mille, Australia.
Influenza australiana o Covid: come distinguerli?
Visto che ormai siamo diventati esperti nell’auto-diagnosi, è bene ricordare che i sintomi di influenza e Covid sono simili, se non identici. Quindi come facciamo a distinguerli? Semplice: con un tampone. Già, il vecchio tampone che pensavamo di aver abbandonato insieme alle videochiamate di gruppo su Zoom. Se vuoi essere sicuro di non avere il Covid, non c’è altra strada. Meglio mettersi in fila in farmacia.
Le cure: la classica triade del riposo, liquidi e farmaci da banco
Per quanto riguarda il trattamento, niente di nuovo sotto il sole. I medici consigliano sempre il solito mantra: stare a riposo, bere molti liquidi e ricorrere a farmaci da banco come paracetamolo o ibuprofene per tenere a bada la febbre e i dolori. Gli antibiotici? Lasciamoli dov’è, perché contro un virus non servono a nulla. Per quanto riguarda gli antivirali, è meglio che li prescriva un medico solo nei casi più gravi. Insomma, la solita lotta a colpi di fazzoletti e tisane.
Vaccini: la miglior difesa è l’attacco
Se l’idea di passare una settimana a letto non ti attira, c’è sempre la prevenzione. E qui entrano in gioco i vaccini. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha autorizzato ben otto vaccini aggiornati, pensati proprio per fronteggiare i ceppi virali di quest’anno, inclusa la tanto temuta influenza australiana. La vaccinazione è particolarmente raccomandata per chi ha più di 60 anni, per i bambini piccoli, per chi soffre di malattie croniche e per le donne in gravidanza.
La buona notizia? In molte regioni le campagne di vaccinazione sono già partite e in alcuni casi vengono somministrati anche vaccini anti-Covid, così con una puntura ci si difende da entrambi.
L’influenza australiana è davvero così pericolosa?
Sì, è aggressiva, ma non è la fine del mondo (a meno che tu non sia in uno di quei gruppi a rischio). Quindi, niente panico. Sta arrivando, certo, ma armati di fazzoletti, una buona coperta e, se puoi, una dose di vaccino, e sarai pronto ad affrontarla. Dopotutto, l’autunno è già abbastanza complicato senza dover aggiungere anche la preoccupazione dell’influenza, no?
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Salute
Beauty e bambini: l’utilizzo eccessivo dei cosmetici
Smalti e make-up per giocare a truccarsi, è bene che lo si faccia con prodotti sicuri e con ingredienti naturali. Ma il Codacons chiede di fermare la moda dei cosmetici tra i bambini per rischio “cosmeticoressia”.

L’associazione dei consumatori Codacons ha lanciato un allarme sulla pericolosa tendenza dei bambini, soprattutto tra i 6 e gli 11 anni, ad utilizzare troppi prodotti di bellezza non adatti alla loro età. Questa pratica, oltre a potenziali rischi per la salute, può contribuire allo sviluppo di disturbi del comportamento legati alla percezione del proprio corpo.

La Cosmeticoressia
È una pericolosa “moda”, nata negli Usa e sbarcata anche in Italia, legata all’utilizzo esasperato da parte di bambini (in genere tra 6 e 11 anni) di cosmetici e prodotti estetici inadatti all’età, dai sieri ai detergenti esfolianti, dalle maschere alle creme anti-age. Tutto questo, secondo il Codacons, porta a un ideale di bellezza promosso dai media e dalla società può indurre i bambini a cercare la perfezione estetica. Difatti, molti bambini passano molto tempo davanti allo specchio, correggendo difetti percepiti.
Cosa rischia un bambino che usa troppi cosmetici?
Molti prodotti cosmetici, anche se dedicato a un utilizzo pediatrico irritano la pelle delicata dei bambini e l’uso eccessivo può anche portare a preoccuparsi troppo del loro aspetto fisico.
I sintomi più comuni possono essere rossore, prurito, gonfiore, eruzioni cutanee, dermatiti da contatto a causa di ingredienti come profumi sintetici, conservanti chimici (come parabeni), e coloranti artificiali che possono scatenare reazioni allergiche, soprattutto in bambini con pelle sensibile.
Salute
Lunga vita alla salamandra
Questa scoperta apre una finestra su un futuro in cui gli esseri umani potrebbero vivere molto più a lungo, fino a 100 anni e oltre, in salute relativamente buona. Ma, come sempre nella scienza, sono necessari ulteriori studi per confermare questi primi promettenti risultati e per valutare le implicazioni pratiche ed etiche di tali terapie.

Una proteina derivata dalla salamandra axolotl ha dimostrato di poter aumentare la durata della vita dei topi di laboratorio del 25%, e ora sarà testata sugli esseri umani. Questo è il promettente risultato di uno studio condotto da un team di ricercatori di Singapore e del Regno Unito.
Come ti rigenero un arto
La ricerca è nata dall’osservazione della salamandra axolotl, nota per la sua capacità di rigenerare arti recisi. Gli studiosi hanno identificato la proteina IL-11 come responsabile dell’infiammazione nei tessuti, e hanno scoperto che inibirne l’azione nei topi riduce l’infiammazione e, di conseguenza, aumenta la loro durata di vita.
Una ricerca promettente
Il professor Stuart Cook della Duke-NUS Medical School di Singapore, in un articolo pubblicato su Nature, ha dichiarato che l’inibizione della IL-11 non solo aumenta la durata della vita dei topi del 24,9%, ma riduce anche lo sviluppo di tumori legati all’età. In pratica hanno scoperto che inibendo la proteina chiamata IL-11, si accresce la salute e come corollario la durata della vita.
Implicazioni future: dalla nostre povere ginocchia alla fibrosi polmonare
Attualmente, la stessa tecnica è in fase preliminare di sperimentazione sugli esseri umani per il trattamento della fibrosi polmonare. Se i risultati saranno confermati, questa scoperta potrebbe rappresentare un significativo passo avanti per aumentare la nostra vita.
La sfida tra scienza ed etica
Tuttavia, la professoressa Ilaria Bellantuono dell’Università di Sheffield sottolinea che, nonostante i risultati promettenti, sono necessari ulteriori esperimenti sugli umani per raccogliere più dati. Inoltre, l’adozione di tali terapie su larga scala potrebbe affrontare ostacoli etici ed economici.
Salute
Siamo stanchi, anzi di più…
La disania è un sintomo che non deve essere ignorato. Se la tua stanchezza è persistente e influisce sulla tua vita quotidiana, è importante cercare assistenza medica per identificare e trattare le cause sottostanti. Creare un ambiente di sonno adeguato e mantenere routine regolari possono aiutare a gestire la disania nell’attesa di una diagnosi medica precisa.

Disania quando la stanchezza è il sintomo di una patologia da controllare
Intorpidimento, stanchezza, spossatezza e affaticamento possono essere problemi molto più gravi e pervasivi di quanto si possa immaginare. Sentirsi stanchi è un’esperienza comune, ma quando la stanchezza diventa insormontabile, potrebbe trattarsi di disania. Questo sintomo comune di molte condizioni sottostanti richiede attenzione medica per essere trattato adeguatamente. Riconoscere i segni della disania, scoprirne le cause e trattarle può essere determinante per condurre una vita lunga e sana.
Che cos’è la Disania?
La disania è una stanchezza estrema e persistente che può influire significativamente sulla vita quotidiana. Diversa dalla normale stanchezza, la disania è persistente e più difficile da superare.
In cosa consiste la differenza tra la disania e la normale stanchezza
Chi più chi meno, quasi tutti sperimentiamo l’inerzia del sonno, ma per alcuni, specialmente coloro che vengono svegliati improvvisamente, la sensazione di confusione può durare anche ore. La disania non è una diagnosi in sé, ma un sintomo di vari disturbi come la sindrome da affaticamento cronico, depressione, insonnia, apnea notturna e anemia.
Quali sono le sue cause
Al centro di tutto c’è la Sindrome dell’Affaticamento Cronico (ME/CFS). Questo disturbo del sonno causa un costante esaurimento di energia. Ma non solo. La disania può essere uno dei primi segni evidenti di depressione clinica. Chi ne viene colpito tende a riempire i giorni e le notti con costanti sentimenti di esaurimento. A questi sintomi vanno aggiunti casi di apnea notturna. La disania infatti causa gravi interruzioni del ciclo del sonno, portando a stanchezza cronica. Una delle cause può essere determinata da problemi di anemia. La carenza di globuli rossi, infatti, può causare disania ed esaurimento. Se la stanchezza inizia a interferire con la vita quotidiana, è essenziale consultare un medico. Diagnosticare la causa della disania può essere complicato, ma è cruciale per trovare il trattamento adeguato.
Come alleviare la Disania
Mentre si cerca la causa principale, ci sono alcune misure immediate che si possono prendere per alleviare la stanchezza. Per prima cosa bisogna curare l’ambiente in cui si dorme. Assicurarsi che la camera da letto sia insonorizzata e con la minor quantità di luce artificiale possibile.
Fondamentale è spegnere i televisori e gli smartphone almeno 30 minuti prima di andare a letto per permettere al cervello di rilassarsi. E la mattina? Cos’ come la sera è necessario mantenere routine stabili in grado di ridurre l’ansia e aiutare a prevenire la disania.
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