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Politica

Il calabrese Luca Marrelli alla guida di “Lombardia Ideale” a Milano: il nuovo volto del cambiamento

Durante la terza Assemblea Regionale di “Lombardia Ideale”, il movimento ha rilanciato il suo impegno per le sfide territoriali e le elezioni comunali, con Marrelli in prima linea per dare voce a comunità e territori. Le Olimpiadi di Milano-Cortina e la sicurezza in città tra i temi centrali.

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    Sabato scorso, a Milano, si è svolta la terza Assemblea Regionale di “Lombardia Ideale”, il movimento civico di centrodestra che punta a dare voce ai territori, alle comunità e ai loro rappresentanti. L’evento ha visto una partecipazione attiva e coinvolgente, sottolineando quanto sia importante, per il futuro della Lombardia, mantenere saldo il legame con i valori identitari e locali.

    Un nuovo ruolo per Marrelli
    Luca Marrelli, Consigliere Regionale della Lombardia, è stato nominato nuovo coordinatore provinciale di Milano e provincia per “Lombardia Ideale”. Un riconoscimento significativo che afferma la sua crescente influenza nel panorama politico regionale. “Ora dobbiamo organizzare il movimento a Milano e nei vari territori per contare e crescere di più,” ha dichiarato Marrelli, sottolineando come l’impegno verso la città e la sua provincia sia prioritario per il movimento.

    L’assemblea: un’occasione per guardare avanti
    Tra i principali temi affrontati durante l’assemblea, grande rilievo è stato dato all’ambiente, all’autonomia differenziata e alle sfide imminenti, come le Olimpiadi di Milano-Cortina. Marrelli ha esaltato l’importanza di questo evento non solo come vetrina internazionale, ma anche come volano per lo sviluppo economico e occupazionale del territorio. Il consigliere non ha mancato di sottolineare le criticità che affliggono la città: “Milano ha il primato per multe, tasse e anche per alcune tipologie di reati e violenze varie. Vi è uno stato di insicurezza in ogni zona e piazza”, ha detto, facendo riferimento anche all’ultima decisione dell’amministrazione comunale di estendere il pagamento dell’Area C ai weekend e ai giorni festivi. Una “follia” che colpisce duramente i cittadini, le imprese e le famiglie, già vessate da nuove tasse e multe.

    La sfida delle elezioni comunali
    Le prossime elezioni comunali a Milano rappresentano un banco di prova fondamentale per “Lombardia Ideale”, che intende dare un contributo significativo per porre fine a un’amministrazione lontana dalle esigenze dei milanesi. “Vogliamo supportare un cambiamento necessario, perché l’attuale amministrazione continua a spremere come limoni i cittadini e le imprese”, ha dichiarato Marrelli, promettendo una forte presenza del movimento nelle sfide future.

    La giornata in pillole
    La terza Assemblea Regionale ha visto anche la presenza del Presidente Fontana e di numerosi ospiti di grande spessore. Marrelli ha commentato così l’incontro: “Gran bella mattinata oggi a Milano dove si è tenuta la terza Assemblea Regionale di Lombardia Ideale, molto partecipata e ricca di contenuti. È stata una grande occasione di confronto sui temi dell’ambiente, della sanità, dell’autonomia differenziata, della sicurezza, delle Olimpiadi e delle nuove sfide elettorali che ci attendono. Insieme alla nostra squadra in Regione, il Presidente Fontana e ospiti di grande spessore. Una giornata piena di #passione e #politica. Grazie a tutti gli amici che hanno partecipato: continuate a seguirmi perché insieme ci toglieremo tante soddisfazioni”.

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      Politica

      Tajani sorride, i Berlusconi comandano: Forza Italia a Cologno fra consigli, statuti e voglia di rinnovamento

      Antonio Tajani arriva a Cologno Monzese per un incontro “tra amici”, ma la regia politica di Forza Italia è ormai tutta nelle mani degli eredi del Cav. Pier Silvio parla di “rinnovamento”, e il segretario obbedisce: nuovo statuto, nuova comunicazione, stesso sorriso forzato.

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        «Parleremo di tutto, del futuro e anche di Forza Italia». Antonio Tajani prova a recitare il copione del leader saldo, mentre si presenta alla villa di Marina Berlusconi a Cologno Monzese. Lo accompagna il mantra di sempre: «Li conosco da quando sono ragazzi, questi incontri li abbiamo sempre fatti». Ma dietro le parole di circostanza, la fotografia è chiara: chi comanda davvero sono gli eredi del Cavaliere.

        A tavola con lui ci sono Marina e Pier Silvio, veri azionisti politici e finanziari del partito – il loro credito verso Forza Italia sfiora i 90 milioni di euro – e Gianni Letta, garante della liturgia familiare. L’incontro era stato rinviato due settimane fa tra voci di malumori, ora torna come se nulla fosse: «Un incontro tra amici», dice Tajani, cercando di smussare i rumors su un partito percepito come troppo appiattito sugli alleati e incapace di ritagliarsi uno spazio proprio.

        La realtà è che basta una frase di Pier Silvio Berlusconi per orientare la rotta: quando ha parlato di “rinnovamento”, Tajani ha eseguito. In pochi giorni è arrivato il nuovo statuto, è stato scelto Simone Baldelli come coordinatore della comunicazione e si è dato il via a un lifting silenzioso della catena di comando. Tutto senza clamori, ma con un messaggio inequivocabile: Forza Italia è un marchio di famiglia, e chi la gestisce in politica lo fa in affitto.

        Intanto, le voci di insofferenza per il segretario crescono: la linea prudente di Tajani, fatta di piccoli compromessi e temi secondari come lo Ius scholae, convince poco i custodi del brand berlusconiano. «Ascolto i consigli che arrivano dagli amici», ripete lui, ma gli amici hanno appena deciso quali note dovrà suonare.

        Per ora Tajani sorride e incassa. La regia resta a Cologno, la bacchetta pure.

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          Politica

          Pier Silvio, lo sapevamo! E ora se ne accorge anche Elon Musk…

          È bastato un sondaggio su X per confermare quello che in pochi osavano dire ad alta voce: l’aria attorno a Pier Silvio si è fatta politica. E i segnali, per chi li sa leggere, c’erano già tutti.

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            Che Pier Silvio Berlusconi si stia preparando al grande salto, lo diciamo da mesi. Altro che operazione estemporanea, altro che voce di corridoio estiva. Chi ha seguito davvero l’evoluzione di questo “uomo nuovo” della galassia berlusconiana — il figlio silenzioso, manageriale, quasi allergico ai riflettori — sa bene che certi segnali non arrivano mai per caso. Ora a certificare l’odore di politica è anche Andrea Stroppa, l’uomo-ombra di Elon Musk in Italia, che da X lancia l’endorsement più bizzarro dell’estate: “Pier Silvio in politica sarebbe positivo. E divertente”. In tempi normali, verrebbe da sorridere. Ma qui si parla della piattaforma social preferita dai potenti, e di un nome che, con tutto il suo low profile, fa tremare ancora qualche sismografo.

            Stroppa, senza un partito né un programma, si spinge a dichiarare che un eventuale movimento guidato da Pier Silvio sarebbe già intorno al 15%. Con che base, non si sa. Ma il messaggio è chiaro: da oltreoceano l’ipotesi piace. E quando Musk fiuta qualcosa, anche solo per gioco, c’è sempre qualcuno che prende nota. A partire da chi ha interesse a vedere cambiare volto (e stile) al centrodestra.

            Certo, ufficialmente Pier Silvio continua a dirsi estraneo alla politica. Ma intanto ha ripulito Mediaset, ha imposto una nuova linea editoriale, ha tagliato le unghie al trash di partito, ha ricostruito un’identità aziendale fatta di ordine e sobrietà. E ora viene celebrato da quelli che — a parole — odiano la “casta”, ma in fondo cercano proprio un nuovo principe ereditario a cui aggrapparsi.

            Non serve che parli, per essere ascoltato. Non serve che si candidi, per fare paura. Pier Silvio c’è, eccome. E chi lo ha capito in tempo, oggi non ha bisogno di sondaggi per fiutare dove tira il vento.

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              Politica

              Meloni sul Time: dalla fiamma al glamour, ora Giorgia conquista la copertina del magazine americano.

              Giorgia Meloni è la nuova star del Time: “Figura interessante d’Europa”. Il profilo elogia la sua ascesa, il pragmatismo e la postura internazionale. Ma tra omissioni, ambiguità e scatti patinati, l’operazione profuma più di rebranding che di rivoluzione politica.

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                Altro che l’Italia degli spaghetti e mandolino: ora ci sono i tacchi, i dossier sottobraccio e le copertine patinate. Giorgia Meloni si prende il Time. E non un trafiletto laterale: la copertina. “Una delle figure più interessanti d’Europa”, scrive il magazine. Tradotto: la destra in tailleur è finalmente presentabile anche in salotto, purché non urli troppo.

                Il ritratto firmato da Massimo Calabresi è lungo, curato, levigato. E racconta una Meloni capace di sorprendere: meno barricadera di quanto i suoi stessi elettori forse speravano, più atlantista di molti centristi in doppiopetto. Una premier che affascina Washington, piace a Bruxelles, si fa fotografare in posa riflessiva mentre promette riforme “presidenziali” con un occhio a Mattarella e l’altro a Trump.

                Ma il punto non è chi l’ha intervistata. È chi ha scelto di dimenticare. Perché nel ritratto non c’è traccia di certi provvedimenti sgraziati, né delle leggi che strizzano l’occhio al voto nostalgico. Scompare magicamente il piglio muscolare sui migranti, l’offensiva contro la stampa, i sussurri autoritari che sanno tanto di passato che non passa mai. E il pragmatismo? Viene scambiato per democrazia, come se bastasse non salire su un balcone per essere Churchill.

                Certo, l’articolo ricorda che Biden l’aveva presa con le molle. Ma oggi la benedice, come fanno Von der Leyen e i repubblicani Usa. Tutti affascinati da una leader che parla chiaro, cammina dritta e non fa troppe onde. In fondo, Meloni non rompe con Bruxelles: cerca solo di renderla un po’ più FdI-friendly. Altro che rivoluzione: è la normalizzazione del post-fascismo a colpi di selfie e parole misurate.

                E se oggi il mondo applaude Giorgia, è anche perché fa comodo una destra “gestibile” nel cuore dell’Europa. Una che non alza la voce, ma tiene saldo il timone. E soprattutto non si vergogna di portare in copertina la fiamma del MSI, pur illuminata da un riflettore americano.

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