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Musica

La musica? Al di sopra della politica: la frecciata di Red Canzian agli endorsers USA

L’impegno appesantisce la musica, che deve rimanere slegata dalle logiche della politica, Questa è quello che sembrerebbe pensare il bassista dei Pooh.

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    Onestamente, non sappiamo quanto possa importare alle grandi star musicali d’oltreoceano il parere di Red Canzian dei Pooh sul loro impegno a favore di questo o quel candidato… ma la notizia è singolare e merita una piccola riflessione. Partendo proprio dalla recente dichiarazione del bassista che dice: «La musica deve stare al di sopra della politica». Il musicista trevigiano fa anche alcuni nomi: «Noi continuiamo a star fuori dalla politica. Trovo inopportuno l’impegno di Bruce Springsteen e Taylor Swift». Il suo messaggio è inequivocabile: «Un artista non deve schierarsi mai perché il cinquanta per cento dei fans la pensano esattamente al contrario. Dunque trovo sbagliato che l’artista si schieri».

    Musica leggera, anzi… leggerissima

    Quindi un mero calcolo di marketing opportunistico, dal quale tutto l’impegno e i valori di ogni artista dovrebbero rimanere chiusi in un cassetto?!? Canzian rincara la dose: «La musica deve mantenersi leggera, spensierata. L’impegno politico la appesantirebbe. Piuttosto la concentrazione e l’impegno dev’essere nel momento creativo: l’ispirazione non frequenta i pigri Un’occasione passa per tutti, ma tu devi essere pronto con il retino per afferrarla al volo».

    Punti di vista

    Mah… seguendo questo ragionamento, che fine avrebbero fatto artisti e canzoni che hanno fatto del loro impegno sociale e civile la loro bandiera? Bob Dylan, Billy Bragg, Joan Baez… e in Italia Francesco Guccini, Claudio Lolli, Edoardo Bennato (soprattutto quello dei primi dischi), Roberto Vecchioni e tanti altri?!? Questione di punti di vista.

    Prossima destinazione: Cina

    Una cosa che appare lampante quando si parla di Red Canzian è la sua proverbiale iper-attività. A 73 anni, dopo aver sconfitto un tumore al polmone pochi anni fa, ha appena pubblicato il suo quinto libro, Centoparole, ha scritto un brano per lo Zecchino d’oro, Il magico viaggio di Marco Polo dedicato a Venezia. Inoltre è in procinto di fare un viaggio di quelli davvero importanti, preparandosi per la Cina: data di partenza il 14 dicembre. Lì porterà il primo musical italiano, il «suo» Casanova per il quale sono in programma 15 rappresentazioni. Con un grande riscontro di interesse fin d’ora, visto che il 75% dei biglietti in prevendita sono già stati venduti.

    Il successo non l’ha cambiato

    Persona gentile e «umile» – come si definisce -, visto che «la gentilezza è un obbligo, un sorriso ti apre tutte le porte», Canzian ha sempre avuto la musica dento, sin da bambino. Più tardi sarebbe avvenuto l’ingresso nella band al posto di Riccardo Fogli e il grande successo popolare. Oltre cento milioni di dischi venduti, record assoluto per un complesso italiano, che non hanno scalfito il suo animo e la sua disponibilità.

    Dedicato a chi ipotizzava che i Pooh avessero smesso l’attività

    Ma soprattutto, lui e gli altri Pooh stanno “scaldando i motori” per celebrare al meglio i loro 60 anni di attività nel 2026: «Faremo il tour in Italia, chissà forse torneremo anche negli Stati Uniti e in Canada». Un grande viaggio, probabilmente l’ultimo, prima di lasciare il testimone. A chi? A un mondo musicale che gli appare poco comprensibile: «Non esprimo un giudizio sulla musica di oggi perché non la capisco, rischierei di sembrare di non voler accettare i cambiamenti. La musica è un fatto di qualità, non di stile … si divide in buona o cattiva». E su questo siamo d’accordo pienamente anche noi!

    Il disagio giovanile è spesso figlio dell’assenza genitoriale

    Sui giovani e sul loro evidente disagio, rivelato ormai quotidianamente dalla cronaca, si esprime così: «Mi spaventano. Non si tratta di fare cazzate, quelle la abbiamo fatte tutti. Mi spaventano quelli che buttano giù la fidanzatina o escono con il coltello per vedere cosa si prova a uccidere qualcuno. Ma i genitori … i ragazzi di oggi sono abbandonati. Vedo genitori che li lasciano al ristorante con il giochino al cellulare perché stiano tranquilli ma i bambini devono essere ascoltati, non bisogna abbandonarli».


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      Musica

      Dieci canzoni per accendere lo spirito delle feste: la playlist perfetta per il Natale

      Una selezione di canzoni che mescola tradizione e modernità, ideali per riempire la casa di atmosfera natalizia, accompagnare una cena, un viaggio o semplicemente una serata di relax.

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      la playlist perfetta per il Natale

        Quando si avvicina dicembre, una delle prime cose che facciamo per entrare nello spirito delle feste è cercare la musica giusta. Le canzoni natalizie hanno un potere unico: riportano alla mente ricordi, rituali familiari e sensazioni di calore che nessun’altra colonna sonora sa evocare. Preparare una playlist, dunque, è quasi un gesto rituale. Ma quali brani scegliere per creare l’atmosfera perfetta?

        Dai classici americani alle hit internazionali più recenti, alcune canzoni sono diventate veri e propri pilastri del Natale contemporaneo. Molte di esse, infatti, registrano ogni anno nuovi record di ascolti, segno che la tradizione musicale legata alle feste è viva e continua a rinnovarsi.

        1. “All I Want for Christmas Is You” – Mariah Carey

        Pubblicata nel 1994, è ancora oggi uno dei brani più ascoltati al mondo durante il periodo natalizio, tanto da raggiungere spesso la vetta delle classifiche internazionali.

        2. “Last Christmas” – Wham!

        Un altro evergreen, uscito nel 1984 e rimasto uno dei simboli più pop del Natale. La sua melodia malinconica ma irresistibile è ormai immancabile in ogni playlist.

        3. “It’s the Most Wonderful Time of the Year” – Andy Williams

        Classico del 1963, richiama in pochi secondi tutto ciò che associamo alle feste: luci, riunioni familiari e gioia condivisa.

        4. “Jingle Bell Rock” – Bobby Helms

        Vivace e immediatamente riconoscibile, dal 1957 è la scelta perfetta per dare una spinta di energia ai momenti di festa.

        5. “Santa Tell Me” – Ariana Grande

        Tra le hit natalizie moderne più amate, uscita nel 2014, unisce pop contemporaneo e atmosfera brillante, diventando rapidamente un nuovo classico.

        6. “Rockin’ Around the Christmas Tree” – Brenda Lee

        Registrata quando Brenda Lee aveva solo 13 anni (1958), è tornata in auge negli ultimi anni grazie ai social e alle playlist digitali.

        7. “Let It Snow! Let It Snow! Let It Snow!” – Dean Martin

        Una delle melodie più iconiche legate all’inverno: romantica, rilassante e perfetta come sottofondo per una serata in casa.

        8. “Feliz Navidad” – José Feliciano

        Brano del 1970 diffusissimo a livello globale, unisce lingua inglese e spagnola e porta con sé un’energia contagiosa.

        9. “Underneath the Tree” – Kelly Clarkson

        Pubblicata nel 2013, è considerata una delle migliori canzoni natalizie degli ultimi anni, grazie alla sua produzione brillante e alla voce potente della cantante.

        10. “White Christmas” – Bing Crosby

        È il singolo più venduto di sempre nella storia della musica (dato Guinness World Records). Un capolavoro intramontabile che chiude la playlist con eleganza.

        Questa selezione unisce stili diversi e decenni lontani, dimostrando quanto la musica natalizia riesca a superare il passare del tempo mantenendo intatto il suo fascino.

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          Musica

          Da Madonna a Lady Gaga fino a Rosalía: quando le popstar copiano Loredana Bertè senza saperlo, e la storia si ripete

          Dal vestito da sposa di Madonna alla gravidanza scenica di Lady Gaga, fino alla Rosalía in versione suora per la cover di “Lux”: tutti gesti che richiamano, quasi in fotocopia, idee già portate sul palco da Loredana Bertè tra Festivalbar, Sanremo e l’iconico “Traslocando”. Come direbbe Agatha Christie, tre indizi fanno una prova: Bertè è stata davvero un passo avanti.

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            C’è una regola non scritta della musica pop: quello che oggi fa scalpore, spesso Loredana Bertè l’ha già fatto. E puntualmente, quando una star internazionale decide di giocare con simboli, provocazioni e iconografie forti, spunta fuori un déjà-vu italiano che riporta tutto a lei. Un cerchio che continua a chiudersi, dagli anni Ottanta fino a oggi.

            Madonna in abito da sposa? Bertè lo aveva già fatto
            Nel 1984 Madonna conquista il mondo con la copertina di Like a Virgin, vestita da sposa tra tulle e guanti di pizzo. Un’immagine diventata epocale. Eppure, due anni prima, la stessa mossa l’aveva già fatta Loredana Bertè: al Festivalbar, con Non sono una signora, sfoggia un wedding look ribelle che ribalta l’estetica da brava ragazza. Il parallelo è evidente: ciò che per Madonna è rivoluzione globale, per Bertè era già un capitolo chiuso.

            Lady Gaga col pancione? Anche qui c’era arrivata Loredana
            Poi arriva il 2011: Lady Gaga sale sul palco con un pancione finto e un minidress di pelle nera, creando un’immagine potente che scatena i commenti di mezzo mondo. Ma basta tornare al 1986, sul palco del Festival di Sanremo, per ritrovare la stessa intuizione. Loredana l’aveva già messa in scena durante Re, tra body scuri, teatralità e un finto ventre che, allora, sembrava pura follia. Ancora una volta, anticipatrice inconsapevole.

            Rosalía suora per “Lux”? Un’altra eco di Bertè
            E oggi tocca a Rosalía. Per la cover del nuovo album Lux sceglie un ritratto monacale, velo in testa e atmosfera sacrale. Una scelta forte, simbolica, diversa da tutto ciò che ha fatto prima. Ma anche questa immagine trova il suo precedente italiano: nel 1982, per l’album Traslocando, Bertè posava già così, tra veli e richiami religiosi, un manifesto fotografico che oggi torna improvvisamente attuale.

            Tre indizi fanno una prova
            Il gioco dei rimandi fa sorridere, ma è più che un semplice caso. In tre decenni diversi, tre popstar globali hanno acceso i riflettori su intuizioni creative che Loredana aveva già portato sui palchi italiani molto prima che diventassero mainstream. Coincidenza? Forse. Ma la somma è irresistibile: Bertè come pioniera silenziosa, anticipatrice naturale dei codici visivi che oggi il mondo definisce iconici.

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              Musica

              Lady Gaga pronta alle nozze con Michael Polansky: «Forse già durante il tour, ne parliamo sempre»

              Lady Gaga ha confessato a Rolling Stone che lei e Michael Polansky stanno pianificando il loro matrimonio. La cantante lo definisce «riservato, romantico e incredibilmente presente», e racconta che parlano spesso delle nozze, immaginando un evento piccolo, lontano dalla grandeur hollywoodiana. L’idea più sorprendente? Potrebbero sposarsi addirittura durante una pausa del tour.

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                Quando Lady Gaga parla d’amore, lo fa senza filtri. Nell’intervista rilasciata a Rolling Stone, la popstar ha raccontato che lei e il compagno Michael Polansky non solo sono più uniti che mai, ma stanno pensando seriamente al matrimonio. Un dettaglio che ha fatto drizzare le antenne ai fan: questa volta non si tratta di un sogno vago, ma di un vero countdown, anche se imprevedibile come tutto ciò che riguarda Gaga.

                La cantante descrive Polansky come «riservato, romantico, un uomo che ama proteggere ciò che conta davvero». Una definizione che suona come una dichiarazione d’amore adulta, lontana dal clamore delle sue storiche relazioni finite troppo presto sotto i riflettori. «Stiamo programmando tutto», racconta. «Forse accadrà già durante il tour, o magari dopo. La verità è che ne parliamo in continuazione». Un dialogo costante che svela una complicità solida, fatta di scelte concrete più che di effetti speciali.

                E poi la frase che ha fatto impazzire il web: «Abbiamo queste pause, e sono allettanti. Spesso diciamo: “Ok, possiamo sposarci quel fine settimana?”». Un amore che vive nel presente, capace perfino di immaginare un sì spontaneo, infilato tra una data sold-out e un cambio città. Niente cattedrali hollywoodiane, nessuna cerimonia con invitati in tripla fila: «Non vogliamo un matrimonio in grande stile, ma vogliamo godercelo».

                Un rito intimo, quindi. Un momento sottratto al rumore del mondo, come se Gaga volesse proteggere il suo equilibrio più prezioso. E Polansky? È l’uomo che ha saputo ridare stabilità alla star, un compagno lontano dalle dinamiche dello showbiz, solido, abituato alla discrezione del suo lavoro nell’industria tech.

                L’idea di una Gaga che sceglie un matrimonio minimalista affascina e sorprende. Ma forse è proprio questa la sua rivoluzione più autentica: amare senza spettacolo, costruire una vita privata mentre tutto attorno rimane un palcoscenico.

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