Libri
Woody Allen scrittore a novant’anni: in arrivo il suo primo romanzo, tra nevrosi e sarcasmo
Il regista newyorkese, a pochi mesi dai novant’anni, debutta nella narrativa lunga: protagonista un alter ego ansioso e tragicomico, in una storia che somiglia molto a tutte le sue

Se fosse un suo film, sarebbe l’inquadratura iniziale: un uomo di mezza età, ebreo, colto, nevrotico, seduto su una sedia di psicanalista che lo ascolta solo per finta. Ma non è un film: è il primo romanzo di Woody Allen, in uscita il 24 settembre in contemporanea mondiale. In Italia sarà La nave di Teseo a pubblicarlo, con il titolo Che succede a Baum?. Un esordio tardivo, certo – il regista compirà 90 anni il prossimo 30 novembre – ma anche la prova che Allen, a dispetto delle polemiche e dei declini annunciati, non ha mai smesso di raccontare.
Il protagonista del libro è Ascher Baum, scrittore e drammaturgo newyorkese, ovviamente ebreo, nevrotico, consumato dall’ansia e sull’orlo di perdere la testa. Una parodia dell’intellettuale urbano, tradizione in cui Allen ha sempre nuotato come un pesce: tra Freud, Philip Roth, Kafka, e lui stesso. Baum è, insomma, l’ennesimo doppio alleniano: goffo, insicuro, brillante, tenero, sarcastico fino all’autodistruzione. Un personaggio che – parola di Elisabetta Sgarbi – “entrerà nel pantheon dei suoi caratteri memorabili”.
L’annuncio arriva come una bomba (piccola, arguta, ma pur sempre bomba) nel mondo dell’editoria internazionale. Per anni si era favoleggiato su un romanzo di Allen. Lui ha sempre scritto, certo: raccolte come Rivincite, Senza piume, Effetti collaterali, Pura anarchia, l’autobiografia A proposito di niente, tutte ristampate da La nave di Teseo. Ma questa è la prima volta che si cimenta con la narrativa lunga, con un impianto romanzesco classico. E c’è da scommettere che, dietro la comicità, ci sia anche una riflessione sul fallimento, sull’identità, sull’arte che non consola. Proprio come accade nei suoi film migliori.
La casa editrice americana, Post Hill Press, presenta Che succede a Baum? come una satira brillante sul mondo letterario e sul declino della celebrità. Baum, infatti, vede il proprio editore abbandonarlo, le recensioni diventare tiepide, il prestigio sfumare. Una crisi creativa e personale che ricorda molto da vicino le atmosfere di Crimini e misfatti, Midnight in Paris o Hollywood Ending. Ma la cifra è sempre quella: pungente, ironica, intellettuale, con “una prosa elegante e distesa, con tratti comici”, come garantisce l’editore italiano.
A tradurlo in italiano sarà Alberto Pezzotta, già al lavoro su Zero Gravity e A proposito di niente, e uno dei massimi conoscitori del lessico e dello humour alleniano. “Questo romanzo – dice Sgarbi – non è il primo né l’ultimo, è semplicemente il suo romanzo. Che più suo non potrebbe essere.”
In tempi in cui i registi autobiografici sembrano farsi piccoli per sparire, Allen – il più autobiografico di tutti – raddoppia su carta, tra nevrosi e sarcasmo. Niente cinepresa, niente battute affidate a Diane Keaton o Mia Farrow: stavolta è solo Baum a parlarci. E siamo certi che avrà tanto, tantissimo da dire. Anche perché Woody, in fondo, non ha mai davvero smesso di scrivere.
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Libri
La profezia di Navalny: “Morirò in carcere”. Memorie di una terribile prigionia senza ritorno
e memorie del leader dell’opposizione russa, scritto durante la detenzione, rivelano una triste previsione di morte e il coraggio di non abbandonare mai la lotta contro il regime di Vladimir Putin. L’uscita globale del libro è prevista per il 22 ottobre 2024.

Il libro di memorie di Alexei Navalny, intitolato Patriot, rappresenta una testimonianza preziosa della lotta e della sofferenza di uno degli oppositori più fieri del regime di Vladimir Putin. Gli estratti delle sue memorie, che verranno pubblicati in anteprima sul New Yorker il prossimo 21 ottobre, rivelano una realtà amara e disperata: la consapevolezza di morire in carcere, lontano dalla famiglia e dai propri sostenitori.
Le memorie di Navalny si inseriscono in un contesto di isolamento e repressione brutale. Il libro è il risultato di anni di riflessioni e sofferenze, scritte mentre sconta una lunga pena detentiva per accuse ampiamente considerate politiche. Nelle sue pagine, il leader dell’opposizione russa racconta la sua vita, dalla giovinezza fino all’attivismo che lo ha reso celebre, soffermandosi sulle dinamiche del potere in Russia e sul rapporto conflittuale con il regime di Putin.
La profezia del carcere
Uno dei passaggi più drammatici del libro è rappresentato dalla “profezia” che Navalny scrive nel 2022: “Trascorrerò il resto della mia vita in prigione e morirò qui. Non ci sarà nessuno a cui dire addio…”. È una constatazione amara, che emerge dopo mesi di detenzione in condizioni disumane. Nelle sue parole si percepisce non solo la sofferenza fisica e mentale, ma anche la lucidità di un uomo consapevole del proprio destino, che accetta il sacrificio come parte di una battaglia più grande.
La routine del carcere e la resistenza morale
Tra i tanti episodi raccontati da Navalny, emergono dettagli sulla sua vita quotidiana in carcere. Le lunghe ore di lavoro alla macchina da cucire, seguite da periodi di “attività disciplinare” in cui è costretto a sedersi per ore sotto un ritratto di Putin, offrono uno spaccato agghiacciante della repressione a cui è sottoposto. Tuttavia, accanto ai momenti di sconforto e di disperazione, Navalny trova la forza per incitare il popolo russo alla resistenza: “L’unica cosa di cui dovremmo aver paura è che consegneremo la nostra patria al saccheggio di bugiardi e ladri”.
Nonostante il pesante fardello, Navalny non perde mai il suo spirito battagliero. Nelle sue memorie alterna momenti di disperazione a battute ironiche, spesso rivolte ai tentativi falliti di assassinarlo o alle assurde dinamiche della vita carceraria. Questa combinazione di umorismo e tragedia rende il racconto ancora più potente e toccante.
Il ritorno in Russia e la lotta per la verità
Uno degli interrogativi più frequenti posti a Navalny riguarda il motivo del suo ritorno in Russia, pur consapevole dei rischi che correva. Nelle sue memorie, l’attivista risponde senza esitazioni: “Non voglio rinunciare al mio Paese o tradirlo. Se le tue convinzioni significano qualcosa, devi essere pronto a difenderle e fare sacrifici se necessario”. È questa la cifra morale che permea tutto il libro, un impegno profondo per la verità e la giustizia, nonostante le conseguenze personali devastanti.
La pubblicazione globale di Patriot
Il libro Patriot, edito da Knopf, uscirà in contemporanea mondiale il 22 ottobre 2024, con una prima tiratura di 500.000 copie negli Stati Uniti. In Italia sarà pubblicato da Mondadori, e si prevede che diventi rapidamente un testo di riferimento per comprendere non solo la lotta di Navalny, ma anche il clima politico e sociale della Russia contemporanea.
Le memorie di Navalny sono destinate a scuotere le coscienze e a ricordare al mondo il prezzo che alcuni sono disposti a pagare per difendere i propri ideali.
Libri
Vecchioni al Salone del Libro: «Ho cantato, scritto, fatto tv. Ma insegnare resta la cosa più bella che ho fatto»
Roberto Vecchioni, ospite del Salone del Libro, ha raccontato il suo legame indissolubile con la scuola e con i giovani: «Il loro linguaggio? È un modo per respirare. Ma torneranno all’umanesimo. Non c’è nulla, lo giuro, che mi sia piaciuto di più che insegnare». Applausi e commozione in sala.

«Canto, scrivo, faccio televisione. Ma non c’è nulla, lo giuro, che mi sia mai piaciuto di più che insegnare». Così Roberto Vecchioni ha aperto il suo intervento al Salone del Libro di Torino, davanti a un pubblico che lo ha accolto con affetto e applausi sinceri. Un’ora di racconti, riflessioni e confessioni, tutte attraversate da un filo rosso che non cambia mai: l’amore per la scuola.
Il professore-cantautore è tornato a parlare di ragazzi, linguaggi e insegnamento. «Sono un uomo del Novecento, il secolo più bello. Sono vecchio, e ne vado fiero. Ma so parlare anche lo slang della Generazione Z. Il loro linguaggio è il ribaltamento dello schifo che c’è fuori. È il modo con cui respirano, si difendono. E poi, lo so, torneranno a parlare la lingua della letteratura. La nostra lingua».
Non è la prima volta che Vecchioni rivendica il ruolo centrale della scuola nella sua vita. «Ho insegnato per quarant’anni. E ogni volta che uno studente si illuminava davanti a un piccolo spigolo di umanesimo, era una gioia incalcolabile. Informare, comunicare: era il mio modo per vivere».
Poi arrivano i ricordi più personali, quelli da dietro la cattedra. «Quando insegni sei con un ragazzo cinque o sei ore al giorno. Più di un padre. I professori, spesso, conoscono i figli meglio dei genitori. Quando un ragazzo ha un problema non parla con mamma o papà. Parla con te. Perché si fida. E perché magari a casa nessuno ha voglia di ascoltarlo».
Vecchioni non risparmia critiche alle famiglie: «L’indifferenza è il peggio. I genitori, oggi, si dividono in due gruppi. Quelli che dicono “faccia studiare mio figlio” e quelli che ti spiegano che forse sei tu a non aver capito com’è fatto. Quando insegnavo io erano un po’ meglio, ma anche allora dicevano tutti le stesse cose. Io non li sopportavo».
Il messaggio finale è per madri e padri: «Dovete parlare, parlare, parlare. Anche di cose inutili. Dovete leggere i loro libri, ascoltare la loro musica. Entrare nel loro mondo. Altrimenti, quando si chiudono, non troverete più la porta».
Libri
Torino capitale dei libri (e della resistenza ai tempi bui): il Salone accende le pagine della cultura
Oltre 2.000 eventi, 700 stand e una città che si trasforma per accogliere l’editoria. Tra ospiti di spicco e nuove sfide del mercato, il Salone del Libro di Torino celebra le parole come strumenti di dialogo e cambiamento.

Da giovedì 15 a lunedì 19 maggio, Torino torna a essere la capitale italiana del libro, ospitando la 37ª edizione del Salone Internazionale del Libro. Con la direzione di Annalena Benini, la fiera si sviluppa su 137.000 metri quadrati, con oltre 700 stand e più di 2.000 incontri. Il tema di quest’anno, “Le parole tra noi leggere”, omaggia il romanzo di Lalla Romano e invita alla riflessione sul potere del linguaggio nel creare connessioni e scambi culturali. Oltre agli appuntamenti al Lingotto, il Salone Off porterà la letteratura tra teatri, biblioteche e quartieri cittadini. La Campania sarà la Regione ospite, mentre i Paesi Bassi avranno uno spazio speciale, con incontri e eventi dedicati alla loro tradizione editoriale.
Le novità dell’edizione 2025
Oltre ai padiglioni 1, 2, 3, l’Oval e il Padiglione 4, dedicato al Bookstock e alle nuove generazioni, il Salone introduce due nuove aree. Il Publishers Centre, una lounge per professionisti con incontri tra editori, librai e influencer e la nuova sala stampa esterna, un’area da 100 mq. per facilitare la comunicazione con i media.
Gli ospiti del Salone: grandi firme e voci emergenti
L’elenco di scrittori e intellettuali attesi è lungo e prestigioso. Tra gli internazionali troviamo Tracy Chevalier, Valérie Perrin, Jean Reno, Paul Murray, Etgar Keret, Joël Dicker, Scott Turow e Mircea Cărtărescu. Sul fronte italiano, ci saranno Alessandro Barbero, Dacia Maraini, Roberto Saviano, Serena Dandini, Antonio Albanese, Simonetta Agnello Hornby e Licia Troisi. Inoltre saranno presenti i curatori delle otto sezioni tematiche: Luciana Littizzetto, Francesco Costa, Erin Doom, Alessandro Piperno e Melania G. Mazzucco.
Ma come sta l’editoria? Insomma…
L’entusiasmo per il Salone arriva in un periodo complesso per il mercato editoriale. Mentre il settore dei libri cartacei resiste, la crescita del digitale e degli audiolibri sta ridefinendo il modo in cui il pubblico si avvicina alla lettura. Secondo le ultime analisi, nel 2024 il mercato del libro in Italia ha registrato una leggera crescita, ma con una forte polarizzazione tra i titoli di successo e il resto della produzione. Le vendite di romanzi e saggi di autori affermati hanno tenuto, mentre le nuove voci faticano a emergere in un panorama dominato da nomi consolidati. L’editoria indipendente cerca di farsi spazio con strategie mirate e modelli di pubblicazione alternativi, ma deve confrontarsi con un pubblico sempre più frammentato tra ebook, podcast e consumi rapidi di contenuti.
Quindi? Quindi tutti a Torino per misurare la temperatura della cultura contemporanea. Tra riflessioni sulla parola, incontri con autori e strategie editoriali per il futuro, il Salone ripropone il luogo perfetto per capire dove va la letteratura e come evolve il rapporto tra libro e lettore.
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