Lifestyle
Milano al vertice della qualità della vita: ecco perché domina la classifica 2024
Servizi, lavoro e infrastrutture spingono il capoluogo lombardo al primo posto, mentre il Sud sprofonda nei divari sociali.
Milano si conferma regina della qualità della vita in Italia, conquistando il primo posto nella nuova edizione dell’Indagine sulla qualità della vita 2024 realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma. La ricerca, giunta alla 26esima edizione, colloca il capoluogo lombardo davanti a Bolzano e Monza-Brianza, confermando la centralità di servizi, infrastrutture e vitalità economica per la vivibilità urbana.
I nove campi che fanno la differenza
L’indagine si basa su nove parametri fondamentali: affari e lavoro, ambiente, reati e sicurezza, sicurezza sociale, istruzione e formazione, popolazione, sistema salute, turismo, reddito e ricchezza. Milano brilla in molti di questi settori, trainata dalla sua capacità di innovazione, attrattività internazionale e trasformazione urbana iniziata con Expo 2015.
Il divario Nord-Sud
Mentre Milano primeggia, l’indagine evidenzia un doloroso divario tra Centro-Nord e Sud Italia. In fondo alla classifica troviamo Caltanissetta (107°), Reggio Calabria (106°) e Agrigento (105°), territori segnati da disagio sociale e difficoltà strutturali. «Il divario Nord-Sud è sempre più evidente», ha sottolineato Marino Longoni, condirettore di ItaliaOggi, rimarcando come le città metropolitane del Nord stiano continuando a crescere.
La reazione del sindaco Sala e la politica cittadina
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha accolto con soddisfazione il risultato, senza però nascondere le sfide ancora aperte: «Abbiamo bisogno di case a prezzi più bassi e che i cittadini si sentano più sicuri. C’è solo una ricetta: lavorare». Anche il senatore Franco Mirabelli (Pd) ha voluto rivendicare il risultato, sottolineando come questo successo smentisca le narrazioni della destra che descrivono Milano come una città invivibile: «Ci sono cose da migliorare, ma il governo della città ha funzionato».
Un modello per il futuro delle città italiane
Secondo Attilio Lombardi, fondatore di Ital Communications, questa classifica segna un passo avanti nell’evoluzione del concetto di qualità della vita, includendo parametri che riflettono le esigenze delle comunità moderne: «Come comunicatori, abbiamo la responsabilità di offrire una visione chiara e accurata delle città in cui viviamo».
Milano, insomma, non è solo un modello di efficienza e innovazione, ma un esempio di come affrontare le sfide urbane con ambizione e lungimiranza, dimostrando che, con il giusto mix di politiche e visione, la qualità della vita non è solo un’utopia, ma un traguardo possibile.
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Cucina
Pasta con pesto di pistacchi e gamberetti: l’incontro perfetto tra mare e terra
Nato in Sicilia ma ormai apprezzato in tutta Italia, questo abbinamento conquista per equilibrio e raffinatezza. Ecco come realizzarlo in modo semplice ma impeccabile.
La pasta con pesto di pistacchi e gamberetti è una delle combinazioni più amate della cucina mediterranea contemporanea. Unisce due ingredienti simbolo di due mondi: la delicatezza del mare e la rotondità della frutta secca. Il risultato è un piatto che profuma di estate, ma che si presta bene a ogni stagione, capace di stupire per semplicità e raffinatezza.
Originaria della tradizione siciliana, dove il pistacchio di Bronte rappresenta un’eccellenza riconosciuta nel mondo, questa ricetta ha conquistato ristoranti e tavole casalinghe in tutta Italia. Oggi è considerata una delle varianti più eleganti della pasta al pesto, ideale per una cena romantica o per sorprendere gli ospiti con un tocco gourmet.
Un equilibrio di sapori e consistenze
Il segreto del successo di questo piatto sta nel perfetto equilibrio tra dolce e sapido, cremoso e croccante. Il pesto di pistacchi, dalla texture vellutata e dal gusto rotondo, si lega armoniosamente ai gamberetti, che regalano una nota marina delicata e leggermente dolce.
Un filo di scorza di limone grattugiata o un pizzico di pepe nero bilanciano il piatto, aggiungendo freschezza e carattere.
La ricetta passo dopo passo
Per preparare il pesto, si frullano pistacchi non salati insieme a parmigiano grattugiato, olio extravergine d’oliva, qualche foglia di basilico fresco e un po’ di scorza di limone bio. L’obiettivo è ottenere una crema densa e profumata: se serve, si può ammorbidire con un cucchiaio d’acqua di cottura della pasta.
Nel frattempo, in una padella, si fa soffriggere uno spicchio d’aglio con un filo d’olio e si aggiungono i gamberetti, lasciandoli cuocere per 3-4 minuti a fiamma vivace. La pasta, meglio se spaghetti, linguine o trofie, va scolata al dente e amalgamata in padella con il condimento, unendo il pesto poco alla volta.
Il risultato finale è una crema brillante e profumata, da completare con granella di pistacchi tostati e qualche foglia di basilico.
Varianti e consigli dello chef
Per un tocco ancora più sofisticato, si possono sostituire i gamberetti con mazzancolle fresche o scampi, oppure aggiungere un filo di olio al limone prima di servire. Chi preferisce una consistenza più leggera può usare una parte di ricotta di bufala o di capra nel pesto, ottenendo una crema più vellutata.
Un consiglio importante: se si usano pistacchi salati o tostati, è bene regolare il sale in cottura per evitare eccessi. E per un risultato cromatico perfetto, scegliere pistacchi di alta qualità, meglio se siciliani, dal colore verde intenso e dal gusto burroso.
Un piatto simbolo di convivialità mediterranea
La pasta con pesto di pistacchi e gamberetti non è solo un primo piatto gustoso, ma anche un racconto della cucina italiana moderna, capace di unire tradizione e innovazione. È la dimostrazione che bastano pochi ingredienti, scelti con cura, per creare un’esperienza di gusto completa.
Come spiega lo chef palermitano Marco Failla, “la forza di questo piatto è la semplicità: il mare e la terra si incontrano in modo naturale, senza bisogno di artifici. È un esempio perfetto di equilibrio mediterraneo.”
E alla fine, il profumo che si sprigiona dal piatto – tra limone, basilico e pistacchio – racconta tutta la magia del Sud, in una ricetta che conquista per eleganza e autenticità.
Moda
Dai cappotti scultorei ai toni cioccolato: ecco la moda di novembre
Tra monocromie marroni, print zebrati e cappotti dalla linea super statement, la moda donna di questa stagione reinventa l’eleganza quotidiana con un pizzico di provocazione.
L’autunno-inverno 2025/26 conferma ciò che le passerelle avevano già anticipato: la moda femminile torna a puntare sulla forza visiva e sul carattere deciso. Abiti, cappotti e accessori raccontano un mondo che mescola l’eleganza tradizionale con richiami all’attitudine urbana. Secondo Vogue, tra i trend chiave figurano il gigliore del rosso “pop”, i colli protagonisti, e la resurrezione totale del marrone come nuovo nero.
Marrone e terre scure: il nuovo nero
Il «brown is the new black» è una delle affermazioni più ricorrenti nei report di stagione. Velours, pelle, lana e print animalier declinati in marrone-cacao, ruggine o cioccolato dominano le collezioni. Questo cambio cromatico segnala una voglia di profondità, un’eleganza meno “luminosa” ma più raffinata e intensa.
Print audaci e accenti wild
Dalle righe zebra alle fantasie su seta o pelle, il look “animalier” si rinnova: più grafico, più deciso, meno mimetico. Anche certi shape-coat diventano protagonisti: cappotti oversize, maxi colletti, maniche accentuate. Un chiaro messaggio: il cappotto non è solo funzione, ma estetica.
Monocromia e accenti cromatici
Le palette monocromatiche – in particolare tonalità neutre come sabbia, grigio talpa, crema – ottengono grande spazio. Accanto, un’esplosione di rosso, viola intenso o blu elettrico dà energia al total look, rompendo la tranquillità delle tinte neutre e scandendo il mese di novembre con audacia.
Accessori e layering: protagonisti emergenti
Il layering torna con forza: sciarpe oversize, colli alti, cinture che stringono la vita su cappotti ampi. Anche gli accessori diventano statement: cinture “da Giacca”, stivaletti alla caviglia e borse strutturate. La modalità “giacca + cintura + stivale basso” è tra le più citate per un look urbano e sofisticato.
Boho-underground e gusto retrò
Infine, una tendenza più di nicchia: il rifiorire del boho con l’anima underground. Pizzi, frange, suede e uno spirito anni ’70 reinterpretati in chiave contemporanea emergono nei look più particolari. Per chi vuole distinguersi, è il momento di osare con texture miste e mix stilistici: pelle contro seta, romantico contro punk.
Come interpretare queste tendenze a novembre
- Per il lavoro: scegli un completo marrone scuro (giacca + pantalone) con camicia in tono neutro e stivaletti bassi. Armonico e professionale.
- Per il tempo libero: punta su una giacca oversize + cintura larga + stivale; stampa zebra o accento rosso per spezzare.
- Per la sera: abito monocromatico color crema o sabbia, con scarpe rosse o accessorio viola intenso a dare la nota stilistica.
- Per chi vuole osare: combina suede e frange, pizzo e stivale biker: il boho-underground non è classico, ma funziona se dosato bene.
In sintesi, le tendenze moda donna di novembre 2025 riflettono un desiderio di confidenza e identità. Meno inseguimento delle micro-mode, più definizione di uno stile personale che parla forte. Marrone, animali, monocromi e layering non sono solo vestiti: sono dichiarazioni. E per chi le interpreta con scelta e coerenza, la stagione non sarà solo da vivere… ma da ricordare.
Shopping
Italia, dal 2026 scatta l’obbligo di collegare POS e registratori di cassa: tracciabilità totale e multe fino a 4mila euro per chi non si adegua
L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato il provvedimento che definisce le modalità operative: collegamento tramite area riservata, niente cavi fisici e controlli automatici. Sanzioni da 1.000 a 4.000 euro per ogni violazione e rischio sospensione dell’attività in caso di recidiva.
Dal 1° gennaio 2026 cambia la vita a commercianti, ristoratori e professionisti. L’Italia introduce un nuovo tassello nella lotta all’evasione fiscale: ogni esercente dovrà collegare il proprio POS al registratore telematico, così che ogni pagamento elettronico sia automaticamente associato all’emissione dello scontrino. Una misura prevista dalla Legge di Bilancio 2025 e disciplinata dal provvedimento n. 424470 dell’Agenzia delle Entrate.
Una piattaforma unica, niente cavi e installazioni
La soluzione è digitale e non richiede modifiche hardware. Non ci sarà nessun cavo che collega fisicamente il terminale al registratore: tutto avverrà tramite un servizio online dedicato nell’area riservata sul sito dell’Agenzia. Ogni esercente, o il proprio consulente, dovrà accedere e associare la matricola del registratore telematico ai dati del POS. Il sistema mostrerà automaticamente tutti i dispositivi registrati a nome dell’attività, grazie alle comunicazioni preventive degli operatori finanziari.
Tracciabilità integrata e obiettivo “compliance quasi totale”
La ratio è chiara: rendere tecnicamente impossibile accettare un pagamento elettronico senza emettere scontrino. Il collegamento, spiegano dall’Agenzia, nasce “dal confronto con le associazioni di categoria” e mira a “un tasso di compliance prossimo al 100%”. Il provvedimento riguarda ogni realtà che certifica i corrispettivi tramite registratore e accetta pagamenti elettronici, inclusi circuiti digitali come Satispay. Restano fuori solo chi non è tenuto agli scontrini o chi emette esclusivamente fattura.
Multe fino a 4mila euro e rischio sospensione
Il sistema introduce anche un regime sanzionatorio severo: per chi non collega i dispositivi o non memorizza e trasmette correttamente i dati, le multe vanno da 1.000 a 4.000 euro per ogni singola violazione. E per chi persiste c’è l’ipotesi peggiore: la sospensione della licenza o dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività.
Una stretta che si inserisce nel percorso di digitalizzazione fiscale già visto con fatturazione elettronica e registratori telematici. L’obiettivo, oggi più che mai, è ridurre i margini di evasione e creare un sistema trasparente e coerente, dove pagamento e scontrino diventano un unico processo.
Per gli esercenti si apre ora la fase di preparazione. Il conto alla rovescia verso il 2026 è ufficialmente partito.
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